lunedì 21 dicembre 2015

I risultati della Conferenza sul clima di Parigi

L’accordo raggiunto a Parigi lo scorso 12 dicembre, al termine della COP21 è il primo passo di una presa di coscienza globale sui cambiamenti climatici, non certo la riparazione dei danni fatti in due secoli e mezzo di sviluppo industriale. Questa soglia, come hanno sottolineato in molti, mette le risorse fossili “dalla parte sbagliata della storia” e obbliga gli aderenti a optare per soluzioni energetiche smart, rinnovabili e pulite.
Dall’obiettivo dei 2°C, i leader hanno deciso di abbassare l’asticella di mezzo grado centigrado in meno a un + 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali che è, comunque, un obiettivo che non mette al sicuro le comunità più vulnerabili. Diciamo che si tratta di una soglia minima di sopravvivenza per le popolazioni costiere e per le isole che rischiano di scomparire per l’innalzamento del mare conseguente allo scioglimento dei ghiacci polari.
Dopo la conferenza le legislazioni dei singoli Paesi dovranno favorire gli investimenti tesi a rendere le nostre case, i nostri autoveicoli e i nostri luoghi di lavoro maggiormente efficienti. Ogni due anni le singole nazioni saranno chiamate a compiere una valutazione dei progressi.
Uno dei nodi principali della COP21 erano i diversi livelli di sviluppo dei Paesi chiamati a intervenire per rallentare i cambiamenti climatici. Come si è risolta questa discrepanza? Con una diversa richiesta di impegno: ai Paesi sviluppati vengono richiesti “obiettivi di riduzione”, ai paesi in via di sviluppo “sforzi di mitigazione”.
Inoltre l’accordo prevede un fondo di investimento misto (pubblico e privato) di 100 miliardi di dollari l’anno, a partire dal 2020, che supporti i Paesi a basso reddito a proteggersi dalle minacce legate al cambiamento climatico globale.
Secondo il presidente di Legambiente gli impegni presi sono sufficienti a ridurre soltanto di un grado il trend attuale di crescita delle emissioni di gas-serra, con una tendenza verso i 3°C. Non consentono, quindi, di contenere il riscaldamento del pianeta ben al di sotto della soglia critica dei 2°C, e ancor meno rispetto al limite di 1.5°C. Per molti esperti un forte limite è l’assenza di sanzioni e obblighi per i Paesi che non rimangono nei parametri fissati.
Per entrare in vigore dovrà essere oggetto di una ratificazione, accettazione e approvazione di almeno 55 Paesi rappresentanti almeno il 55% delle emissioni mondiali.

Gli impegni dei singoli Paesi in merito alla riduzione delle emissioni non hanno valore vincolante essendo volontari ma ogni entità nazionale ha l’obbligo di stabilirne uno e valutarne l’eventuale aggiustamento ogni cinque anni. Anche senza sanzioni, i Paesi trasgressori dovranno comunque rispondere del mancato raggiungimento degli obiettivi alla comunità internazionale e all’opinione pubblica.

venerdì 18 dicembre 2015

Strade fotovoltaiche

Il pianeta può disporre di una fonte di energia garantita e praticamente eterna che è quella del sole. Grazie al fotovoltaico è possibile convertire l’energia del sole in energia elettrica. Per centrare gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), è necessario che entro il 2030 il 20% dei veicoli in movimenti sia spinto da motori elettrici.
A risolvere i problemi di energia ci potrebbe pensare Wattway, un’azienda francese che ha realizzato un manto stradale in grado di generare energia elettrica. L’azienda ha realizzato un particolare tipo di asfalto al cui interno sono annegate celle fotovoltaiche in grado di produrre continuamente energia. Il progetto si basa su due brevetti che permettono di rendere sostanzialmente indistruttibile la particolare resina che ricopre il manto stradale con una durata di almeno 20 anni.
Pensando ad una diffusione in larga scala di questa tecnologia, le sue potenzialità potrebbero essere elevatissime perché garantirebbe la possibilità di alimentare intere piccole cittadine e di garantire il rifornimento energetico degli autoveicoli elettrici senza alcuno sforzo.
E' la prima vera soluzione di strada fotovoltaica: in Corea del Sud ma anche in Olanda sono state create delle poste ciclabili comprensive di pannelli solari annegati nell’asfalto, ma sono percorsi delicati su cui possono passare solo le bici.

mercoledì 9 dicembre 2015

Smog: Pm10 oltre i limiti in tutte le grandi città italiane

Tutte le grandi città italiane stanno vivendo giorni critici per l’impennata dello smog. I valori delle polveri sottili registrati dalle centraline danno medie vicine al doppio di quanto consentito, soprattutto a Milano e Torino, dove spesso si supera la media dei 100 microgrammi al metro cubo. Naturalmente aumentano anche i giorni complessivi dell'anno (non dovrebbero essere più di 35) con i limiti superati: sono 60 giorni a Torino e 77 a Milano.
La situazione di Torino e Milano è peggiorata a anche dalle anomale condizioni meteo di questo autunno. Non piove da settimane e l'assenza di precipitazioni - che abbattono gli inquinanti - peggiora molto lo smog in città.
A Roma e Napoli le medie degli ultimi giorni non sono alte come a Milano e Torino, ma superano quasi ovunque i 50 micro g/m³.
Il Comune di Milano  al ritorno a scuola, dal 9 al 11 dicembre, darà gratis tram e bus (non la metropolitana) per i genitori che accompagneranno i bambini con i mezzi pubblici. 2 giorni gratuiti anche per il BikeMI (noleggio biciclette).

Cina, stop agli aerei

Neppure gli aerei riescono più a sorvolare il cielo di Pechino o quello di Shanghai: la coltre di smog e talmente fitta che decollare e vivamente sconsigliato, l'incolumità dei passeggeri è messa a rischio dalla mancanza di visibilità. In alcune giornate oltre trenta voli vengono cancellati, la gran parte diretti nelle aree più inquinate del Paese, come la provincia di Shanxi nel Nord della Cina.
La situazione è fuori controllo: per far fronte all'emergenza - che ormai è costante - l'amministrazione di Pechino ha deciso di imporre la chiusura delle fabbriche. Lo stop alla produzione in 2.100  aziende è arrivato dopo che per cinque giorni consecutivi la quantità di polveri sottili nell'aria è rimasta ferma a livelli da record, centinaia di volte superiori a quelli accettabili.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, le particelle inquinanti non dovrebbero superare i 25 microgrammi per metro cubo. A Pechino, raggiungono i 588 microgrammi, 23 volte più alte del limite. Le autorità consigliano alle persone, soprattutto agli anziani e ai bambini, di restare in casa il più possibile.

giovedì 3 dicembre 2015

Le poste norvegesi acquistano auto elettriche.

Come ridurre le emissioni?  A volte è semplice, basta volerlo.

Renault ha vinto una gara d’appalto e fornirà Kangoo elettrici alle poste norvegesi: si tratta di uno dei più grandi ordini di veicoli elettrici al mondo.

Con un’autonomia di 170 km, velocità tra gli 80 e i 125 km, Kangoo Maxi ZE è perfettamente adattato alle esigenze quotidiane delle amministrazioni e delle società.

L’azienda, che ha già una flotta di 900 veicoli elettrici (auto, moto, quad, rimorchi), continua il suo approccio ambientale con l’acquisto di Kangoo Maxi ZE. La società, responsabile da sola dell’1% delle emissioni di CO2 in Norvegia, mira a ridurre le proprie emissioni di CO2 del 40% entro il 2020.

Grazie ad una politica fiscale proattiva, le vendite di auto elettriche in Norvegia hanno sperimentato negli ultimi anni un successo mai visto. A fine 2015, l’auto elettrica rappresenterà il 20% delle vendite di auto nuove. Il paese disporrà di un parcheggio elettrico di 200.000 veicoli entro il 2020, pari al 10% della flotta intera.

In Norvegia, le auto elettriche non sono soggette ad IVA o imposte relative all’automobile. Beneficiano di pedaggi e traghetti gratuiti e possono transitare anche su corsie preferenziali.

martedì 1 dicembre 2015

Parigi, Cop 21

Nella capitale francese blindata ha preso il via la Cop21, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Per i 150 leader mondiali riuniti a Parigi si tratta dell'ultima chiamata per salvare il pianeta. Sarà un vertice fuori misura per una sfida colossale il cui primo obiettivo è siglare un accordo storico che limiti il riscaldamento climatico per evitare una catastrofe ambientale irreversibile. La vigilia della manifestazione è stata segnata da scontri tra polizia e manifestanti che hanno portato al fermo di 208 persone.

Ambiente contro sviluppo. Dai primi interventi della giornata di oggi si sono delineate subito due posizioni contrastanti: da un lato i paesi ricchi dell'Occidente che si pentono per aver inquinato troppo finora, sono pronti a rimediare e spingono per un accordo forte. Dall'altro, gli stati in via di sviluppo, i cosiddetti 'giganti emergenti' come India e Cina che, viceversa, frenano e rivendicano l'uso del carbone, ancora necessario, perchè a buon mercato, per la loro crescita economica.

"Abbiamo un obbligo di successo" e "la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso", ha detto il ministro degli Esteri francese e presidente della conferenza, Laurent Fabius, in apertura dei lavori. "L'11 dicembre", il giorno in cui si concluderà la Cop21, "il mondo si aspetta da noi quattro parole: la missione è compiuta". "L'accordo" per limitare il surriscaldamento globale "non è scontato ma è alla nostra portata", ha sottolineato, promettendo che la presidenza francese "veglierà affinché tutti i punti di vista siano tenuti in considerazione".

sabato 17 ottobre 2015

L'auto di cartone

Si chiama Lexus Is Origami ed è una replica a grandezza naturale della berlina di lusso giapponese. La particolarità è che è stata realizzata totalmente in cartone, tagliato con il laser e a partire da un modello in scala 1:1 in 3D.

1700 pezzi di cartone assemblati in circa tre mesi di lavoro e montati su una struttura in acciaio e alluminio. L’auto è in grado di muoversi perché dotata di un motore elettrico e di ruote (in cartone), perfettamente in grado di rotolare.

Naturalmente non arriverà mai in produzione, ma la casa giapponese ha voluto realizzare questo modello per celebrare l’arte dell’origami, grazie alla collaborazione di cinque designer e modellisti di un'azienda specializzata nella produzione di imballaggi.

Certo non è l’auto in sé a fare notizia, ma la tecnologia e i materiali impiegati. A partire dal modello in 3D dell’auto che una volta smontato nelle varie parti è stato digitalizzato e fatto a fette, letteralmente. L’auto infatti è composta da migliaia di fogli di cartone ondulato dello spessore di 10 millimetri, tagliati e modellati perfettamente con il laser e assemblati fino a costruire un’auto perfettamente funzionante.

giovedì 15 ottobre 2015

Bibliobicicleta, la biblioteca di San Francisco che si pedala

Avevo già scritto qualche tempo fa di un signore con biblioteca itinerante: era un'ape (intesa come mezzo di trasporto, non insetto).
Ora si tratta di una ragazza con bicicletta a San Francisco: una libreria itinerante  per promuovere l’amore per la letteratura e la voglia di imparare e conoscere. “Pagina per pagina, libro dopo libro, pedalata dopo pedalata” è il motto del progetto no profit Bibliobicicleta, che è riuscito a partire grazie a una raccolta fondi.

Grazie a 117 donatori sono stati raccolti 2200 dollari per avviare il progetto. Ora Alicia Tapia, bibliotecaria e amante della lettura, può dedicare più tempo per questo progetto dalle grandi ambizioni.

C’è chi prende un libro gratuitamente per leggerlo e acculturarsi e chi decide di donarne uno. In questo modo c’è anche un ricambio dei testi a disposizione nella piccola biblioteca itinerante e ciclabile.

Il coraggio di Alicia Tapia è stato anche di mettersi in sella a una bici con un rimorchio di quel tipo e attraversare le strade di San Francisco, notoriamente città con salite anche con pendenze importanti.
Sarà per questo che con Bibliobicicleta ha chiesto nuove donazioni perché solo così avrebbe avuto la possibilità di acquistare una e-bike scontata, obiettivo che Alicia è riuscita ad ottenere in soli due giorni grazie all’interesse e alla solidarietà.

Di solito utilizza il tempo libero da suo lavoro per partecipare a eventi di quartiere, andare nei parchi e nelle spiagge, persino nelle aree dove si trovano i senzatetto, proponendo libri gratuiti alle persone con scarse possibilità di accesso alla cultura.

“I libri fanno al cervello umano ciò che nient’altro riesce a fare” ha dichiarato Alicia Tapia alla rivista Good, “perché con i libri arriva la felicità e le persone creano empatia con le altre”.

VIDEO   

sabato 10 ottobre 2015

Lo smog e l’inquinamento atmosferico uccidono più del virus dell’Hiv

Secondo un recente studio sarebbero oltre 3 milioni le persone che ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento dell’aria.
Cifra che potrebbe raddoppiare entro il 2050, arrivando a quota 6,6 milioni di persone all’anno. Il principale responsabile sarebbe il particolato fine, ovvero il PM2.5. Si tratta di particelle che possono penetrare in profondità nei polmoni e provocare diversi problemi di salute: dagli attacchi di cuore agli ictus, fino al cancro ai polmoni e altre malattie respiratorie. 
Per arrivare a queste conclusioni, pubblicate sulla rivista «Nature», i ricercatori hanno sviluppato un modello che combina dati sulla chimica dell’atmosfera, dati demografici e statistiche nazionali sullo stato di salute delle popolazioni. Ebbene, dai risultati è emerso che l’Asia è la regione più colpita dalla mortalità precoce per inquinamento. In particolare, quasi due terzi dei decessi totali si registrano in Cina e India, 1.300.000 nella prima e 650 mila nella seconda.
Pur se meno drammatico, anche il bilancio delle vittime nei Paesi occidentali, come Europa e Usa, è significativo (55 mila negli Usa e 15.500 in Inghilterra).
Uno dei principali è il traffico che ha un peso molto differente nelle diverse regioni: se negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania è responsabile del 20 per cento delle morti premature da PM2,5, a livello globale incide solo per il 5 per cento.

mercoledì 7 ottobre 2015

Aria, il bene più prezioso

L’aria che ci entra nei polmoni e nella quale ci muoviamo è forse l’unica e ultima cosa gratis che abbiamo, ma è spesso inquinata.  «Necessario come l’aria che respiriamo», si dice, ma di cosa parliamo, quando parliamo di «aria»?
Cos’è l’aria?
E’ un insieme di gas, in cui prevalgono azoto (circa 80%) e ossigeno (circa 20%), con percentuali di vapore acqueo e varie quantità di anidride carbonica, idrogeno e gas nobili. È nella cosiddetta atmosfera, meglio dire troposfera, lo strato sottile di «aria» che circonda la Terra per una dozzina di km. È il velo che avvolge il pianeta come una pelle di cipolla, nel quale avvengono i fenomeni meteorologici. 
L’atmosfera è cambiata?
La composizione dei suoi gas ha registrato drammatici cambiamenti nell’ultimo secolo e mezzo, da quando è iniziata la Rivoluzione industriale. Da metà Ottocento è aumentata l’anidride carbonica: da 290 parti per milione a 400 parti per milione. Il 30% in più, all’incirca, variazione enorme: una concentrazione più alta di CO2 si registrò solo nel Vulcanesim milioni di anni fa.
Cosa respiriamo oggi?
Un adulto in condizioni di riposo respira dai 6 ai 9 litri di aria al minuto; durante un’attività fisica moderata ne respira 60 litri al minuto, con attività fisica intensa 130. L’aria inalata è composta per il 20% da ossigeno, quella esalata ne ha solo il 15%; quindi circa un quarto dell’ossigeno viene consumato a ogni respiro.
E’ aria pulita o «mal’aria»?
Occorre distinguere ciò che nuoce all’uomo e ciò che nuoce agli altri viventi. L’anidride carbonica è utile alle piante. Quella nell’atmosfera danneggia l’uomo, perché agisce come i vetri di una serra: trattiene energia, calore, riscalda il Pianeta. Ogni grado in più ha effetti sconvolgenti sugli oceani e gli ecosistemi. Poi c’è l’aria che respiriamo in città, contiene i gas di combustione di auto e centrali di riscaldamento e particelle solide microscopiche dell’usura dei penumatici: i famigerati Pm10.
Cosa sono?
Le polveri sottili (Pm10 perché hanno un diametro inferiore ai 10 micron) sono una miscela di particelle solide e liquide: possono rimanere sospese nell’aria a lungo, essere inalate e arrivare nei polmoni. Il Pm10 è formato da metalli (Piombo, Cadmio, Zinco, Nichel, Rame), solfati, nitrati, sabbie, ceneri, fibre di amianto, polveri di cemento e carbone
L’atmosfera può rigenerarsi da sola?
In qualche misura sì: un inverno molto piovoso può abbattere le polveri sottili, inverni di bassa pressione e aria stagnante le concentrazioni salgono. Senza contare che in natura esistono inquinanti, come le microparticelle del vento di sabbia o le emissioni dal sottosuolo o il metano dalla digestione dei ruminanti (non tanto dall’intestino ma dalla bocca): circa 20 litri per animale al giorno. Ruminanti vuol dire vacche e vitelli: mangiare meno bistecche aiuta il Pianeta. 
Quindi è un problema politico e individuale?
Sì, oltre al determinante intervento di politici, industriali e amministratori ognuno di noi può fare qualcosa. Le scelte individuali influenzano il mercato: mangiare uva o fragole a dicembre che arrivano da oltreoceano significa trasporti inutili ed emissioni enormi. Se usassimo fibre tessili come lino, cotone o canapa, anziché composti del petrolio, faremmo un bel passo avanti.
L’aria del Pianeta può tornare salubre?
Sì, ma il discorso va affrontato più in generale: dopo 150 anni di emissioni dovute a un modello economico obsoleto, che ha prodotto grandi benefici in alcuni Paesi ma che ora si rivela a livello mondiale catastrofico, va rivisto il modo di produrre che deve diventare «compatibile». L’umanità ha bisogno di energia, ma dev’essere pulita e non basata sulle energie fossili. Le tecnologie rinnovabili esistono, occorre cambiare modello economico. E si tornerà a respirare meglio.

domenica 4 ottobre 2015

L'Italia di Internet corre come una lumaca

In Italia la velocità di internet è un problema:  nel terzo trimestre 2014 la media è 5,5 Megabit al secondo, colpa di una infrastruttura tecnologica ancora non allineata agli standard dei Paesi più avanzati: la sorpresa non è tanto che a batterei in velocità sia la Svizzera (15,5 Mbps) o che prima al mondo sia la Corea del Sud (25,3 Mbps), ma che nella classifica mondiale siamo pari con l'Uruguay. Tradotto in attività quotidiane, significa ad esempio che per scaricare un film acquistato su un negozio online ci vogliono trenta minuti, mentre in altri Paesi ne bastano quattro o cinque.
La Commissione Europea ci dice che in Italia solo il 21% delle famiglie ha accesso all'Internet Veloce, il dato di copertura più basso tra i vari membri della Comunità. Una connessione più lenta significa servizi più arretrati e più scomodi da usare, siti di e-commerce meno sicuri, servizi e piattaforme che stentano a decollare. La pubblica amministrazione, le banche e le scuole online, ad esempio.

Secondo Eurostat, l'Istituto Europeo di statistica, nel 2014 in Italia il 32% della popolazione tra 16 e 74 anni non si è mai connessa a Internet, non ha mai mandato una mail, non usa Whatsapp, non ha mai comprato oggetti o servizi online. Siamo messi meglio con la rete mobile: le connessioni internet via smartphone e tablet crescono, la velocità è nella media della Comunità europea. Sarà un telefonino a salvarci?

giovedì 1 ottobre 2015

I lipidi

I lipidi (dal greco iypos, grasso) rappresentano la sorgente più concentrata di energia (il valore calorico di un grammo di lipidi è circa il doppio rispetto a zuccheri e proteine, circa 9,46 kcal/g contro 4,15 kcal/g. Sono praticamente insolubili in acqua, ma solubili nei solventi organici.
La loro funzione è energetica (energia di riserva), strutturale, regolatrice e di trasporto (trasportano le vitamine liposolubili, le quali vengono assorbite solo in presenza dei lipidi).
Inoltre, sono essenziali dal punto di vista nutrizionale perché contengono degli acidi grassi che il corpo umano non è in grado di produrre autonomamente.
Questi acidi grassi, che vengono classificati in base alla lunghezza della catena della loro molecola, nonché al numero e alla posizione di eventuali doppi legami, si suddividono in "saturi", "monoinsaturi" e "polinsaturi".
• Acidi grassi saturi: contenuti soprattutto negli alimenti di origine animale come burro, lardo, strutto e utilizzati spesso nei prodotti alimentari confezionati.
• Acidi grassi monoinsaturi: contenuti soprattutto nell'olio d'oliva.
• Acidi grassi polinsaturi: contenuti soprattutto negli oli di semi.
Il nostro organismo è in grado di sintetizzarli quasi tutti, tranne quelli essenziali: l'acido linoleico serie Omega-6 e l'acido linolenico serie Omega-3.
In quanto essenziali, questi acidi grassi devono essere introdotti con la dieta.
Altri lipidi importanti dal punto di vista nutrizionale sono i trigliceridi, che si accumulano nelle cellule di deposito e che sono formati da acidi grassi; il colesterolo, che è un componente di molti ormoni e dei sali biliari; i fosfolipidi, costituenti delle membrane cellulari e delle guaine delle fibre nervose.
Tra questi il colesterolo svolge importanti funzioni nel nostro corpo in quanto componente delle membrane cellulari precursore di numerosi ormoni. Solo il 10% del colesterolo viene introdotto con gli alimenti (colesterolo esogeno). La quasi totalità, circa il 90%, lo produce il nostro organismo (colesterolo endogeno). Il colesterolo è contenuto solo negli alimenti di origine animale.
A livello metabolico gli acidi grassi saturi aumentano i livelli di colesterolo LDL (colesterolo "cattivo") a scapito di quello HDL (colesterolo "buono") che al contrario aumenta con l'assunzione di acidi grassi insaturi.
L'apporto giornaliero di lipidi per un individuo adulto deve corrispondere a circa il 25-30% delle calorie totali, dando la preferenza ai grassi di origine vegetale perché più ricchi in acidi grassi polinsaturi e privi di colesterolo.
Un eccessivo apporto di grassi con la dieta favorisce il sovrappeso e l'obesità, e se i grassi in eccesso sono soprattutto quelli saturi il rischio di incorrere in ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia è più elevato.
Grassi saturi: Burro, panna strutto, Olio di palma, di cocco, salame, mortadella, Formaggi, latticini, dolci, merendine.
Grassi polinsaturi: pesce azzurro, noci, mandorle, verdure a foglia larga, verdura a foglia verde, legumi, olio di semi.
Grassi monoinsaturi: Olio oliva, noci, nocciole, pinoli.
Colesterolo: uova, formaggi, insaccati, dolci.

lunedì 28 settembre 2015

17° compleanno di Google

Ieri, 27 settembre, Google ha festeggiato con un doodle nella pagina iniziale, il suo 17° compleanno. Google fu fondato nel 1998: la data di fondazione viene festeggiata convenzionalmente il 27 settembre di ogni anno. In realtà non esiste una data precisa del compleanno di Google. I fondatori di Google sono Larry Page e Sergey Brin: studiavano entrambi informatica alla Stanford University quando si conobbero nel 1995.
All’epoca si inventarono BackRub, che può essere considerata una prima rudimentale versione del motore di ricerca usato oggi da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Per circa un anno, BackRub fu usato sui server dell’università, prima che si rendesse necessario un suo trasferimento perché occupava troppe risorse della rete universitaria. L’anno seguente, Page e Brin si inventarono un nome più creativo per il loro motore di ricerca: “Google” è un gioco di parole legato alla parola “googol”, termine matematico usato per indicare il numero con un 1 iniziale seguito da 100 zeri. Con quel nome, Page e Brin speravano di riuscire a comunicare l’intento di Google, appunto, e cioè catalogare una quantità potenzialmente infinita di informazioni su Internet.
La domanda di registrazione della società Google fu presentata in California il 4 settembre 1998. Nel conto in banca della società, Page e Brin depositarono un assegno da 100 mila dollari che avevano ricevuto da un primo finanziatore rimasto affascinato dagli obiettivi di Page e Brin e desideroso di dargli una mano a sviluppare al meglio la loro idea. Alla fine del 1998, Google ottenne una prima rilevante notorietà quando finì nella Top 100 dei siti web e motori di ricerca di PC Magazine. A giugno dell’anno seguente, Google ricevette un incredibile investimento da 25 milioni di dollari.
Oltre ad aver creato uno degli strumenti più semplici ed efficienti per trovare le cose su Internet, in più di 17 anni di esistenza quelli di Google si sono inventati diverse altre cose grandi e piccole, alcune quasi dimenticate, altre diventate pezzi importanti del nostro rapporto quotidiano con Internet: tanto da aver generato un esteso e intenso dibattito sul “monopolio” di Google nei confronti della vita digitale di tutti.
Nel 2004 lanciarono il servizio di posta Gmail, uno dei più diffusi e apprezzati – ancora oggi – tra tutti quelli presenti nella loro offerta: lo resero disponibile il primo di aprile e per alcune ore in molti pensarono che si trattasse di uno scherzo. In quello stesso anno la società si quotò in borsa a Wall Street.
Google Maps, oggi presente anche sui dispositivi mobili di mezzo mondo, fu lanciato nel 2005: Google investe ogni anno enormi quantità di denaro per organizzare e aggiornare le mappe con immagini satellitari e sempre più definite, a livello stradale. Google nel 2006 ha acquisito YouTube diventando negli anni il principale sistema per vedere e condividere video online: si stima ne siano caricate 60 nuove ore ogni minuto. Nel 2007 è stato il turno del sistema operativo Android per dispositivi mobili, ora il più diffuso grazie alle sue numerose versioni adatte per smartphone e tablet anche molto diversi tra loro.

Google nel 2008 ha lanciato Chrome, il suo browser che ha avuto molto successo e dal quale più di uno su tre, tra di voi, sta ora leggendo questo articolo. Infine, nel 2011 Google ha lanciato il suo social network Google+ per dare a ogni suo iscritto la possibilità di organizzare meglio i vari servizi offerti e per condividerne i loro contenuti. Google+ fatica ancora oggi ad affermarsi a causa della concorrenza molto forte di Facebook ma Google sta continuando a investire nel servizio per migliorarlo.

martedì 8 settembre 2015

I Carboidraiti

I carboidrati, chiamati anche glucidi (dal greco glucos, dolce), glicidi o zuccheri, hanno numerose funzioni tra cui fornire al corpo energia di pronto utilizzo. Sono, inoltre, una preziosa riserva energetica che viene immagazzinata nei muscoli e nel fegato. I glicidi hanno anche funzione strutturale, in quanto costituenti della struttura delle cellule, e sono indispensabili per le funzioni energetiche dei globuli rossi e per il tessuto nervoso.
Il loro componente principale è il glucosio, sintetizzato dall'organismo partendo dai carboidrati assunti con la dieta.
I carboidrati, in base alla loro struttura molecolare e alla loro velocità di assorbimento da parte dell'organismo, vengono suddivisi in zuccheri "semplici" e "complessi".
Gli zuccheri semplici vengono assorbiti velocemente dall'intestino senza necessità di lunghe digestioni e bruciati per fornire energia immediata. A loro volta si suddividono in monosaccaridi, costituiti da un'unica molecola, e in disaccaridi, composti da due molecole.
Fra i monosaccaridi troviamo il GLUCOSIO, il FRUTTOSIO (frutta), il GALATTOSIO (latte).
Fra i disaccaridi il SACCAROSIO (glucosio + fruttosio), lo troviamo nei dolci e nelle bibite
LATTOSIO (glucosio + galattosio), nel latte
MALTOSIO (glucosio + glucosio), nei cereali, birra, gelatine di frutta
Più molecole di zucchero formano i polisaccaridi, caratteristici degli zuccheri complessi, i quali hanno tempi di assorbimento più lunghi. Tra i polisaccaridi c'è anche l'amido, una molecola che prevede una lenta digestione prima di essere trasformata in glucosio. È presente soprattutto nei cereali, nei legumi secchi e nei tuberi.
Il nostro corpo è in grado di immagazzinare nei muscoli e nel fegato i carboidrati sotto forma di glicogeno, in modo da renderli, disponibili quando più necessari. Le riserve sono però limitate; infatti i 250-400 g di glicogeno immagazzinati vengono esauriti in 30-90 minuti di esercizio fisico intenso.
L'IG (indice glicemico) è la misura della velocità con la quale un alimento provoca l'aumento del glucosio nel sangue. Quando un alimento ha un IG basso, il livello di glucosio è più prolungato e costante nel tempo, mentre alimenti con un IG alto forniscono una disponibilità energetica più rapida ma meno persistente.
I carboidrati in natura si trovano soprattutto negli alimenti di origine vegetale.
Gli zuccheri semplici li troviamo prevalentemente nella frutta, nei dolci, nelle bibite, mentre quelli complessi nella pasta, nel riso, nelle patate, nel pane, nei cracker, nei grissini e in generale nei prodotti da forno.
Il nostro organismo dovrebbe assumere tutti i tipi di carboidrati, siano essi zuccheri semplici (in quantità minore) che complessi, così da avere un costante rifornimento di energia in base alle diverse necessità fisiche.

martedì 11 agosto 2015

Le proteine

Dopo aver presentato cosa sono i principi nutritivi da oggi li esaminiamo uno ad uno, cominciando dalle proteine.

Le proteine sono tra i composti organici più complessi e sono i costituenti fondamentali di tutte le cellule animali (proteine animali) e vegetali (proteine vegetali).
• Proteine vegetali
nei cereali: frumento, orzo, mais, segale, grano saraceno, miglio, farro, kamut;
nei legumi: fagioli, ceci, lenticchie, soia, piselli, fave, cicerchia, lupini e arachidi;
in alcuni tipi di semi: pinoli, mandorle, pistacchi, noci, nocciole.
• Proteine animali
carne, pesce, latte e derivati, uova.
Le proteine sono costituite da unità di base differenti chiamate aminoacidi e svolgono molteplici e specifiche funzioni:
• funzione plastica: costituiscono la struttura delle cellule;
• funzione protettiva: concorrono alla formazione degli anticorpi che ci difendono, neutralizzandoli, da virus e batteri;
• funzione regolatrice: rappresentata da ormoni ed enzimi;
• funzione di trasporto: trasportano nutrienti e altre sostanze nel sangue. Sono importanti per la conduzione degli impulsi nervosi e la contrazione dei muscoli;
• funzione energetica: possono produrre energia in condizioni estreme quando non sono disponibili altri nutrienti più idonei.
Il nostro corpo è in grado di sintetizzare tutte le diverse unità che compongono le proteine, cioè gli aminoacidi, tranne 8 , definiti essenziali, e che sono introdotti attraverso gli alimenti. In base al tipo di aminoacidi presente, le proteine vengono classificate in proteine ad alto valore biologico o complete (proteine nobili) e proteine a basso valore biologico o incomplete.
Le prime contengono tutti gli aminoacidi essenziali nelle quantità ottimali e si trovano negli alimenti di origine animale; le seconde forniscono proteine
con quantità nulle o insufficienti in aminoacidi essenziali e si trovano negli alimenti di origine vegetale. Queste ultime possono ugualmente fornire 15%
proteine di ottima qualità se combinate con altre ricche di aminoacidi. È il classico esempio del "piatto unico" formato dalla combinazione di cereali e
legumi (per esempio, pasta e fagioli).
Un'alimentazione che non copra il fabbisogno proteico ed energetico necessario può causare malnutrizione, con il rischio di utilizzare le proteine per fornire energia e con la conseguenza di ridurre la massa magra. Per contro, l'eccesso di proteine introdotte con la dieta sarà degradato con un surplus di lavoro per il rene, non essendo disponibili nel corpo depositi per l'allocazione delle proteine in eccesso.

VIDEO: LA QUALITA' DELLE PROTEINE


giovedì 6 agosto 2015

6 agosto, la bomba atomica di Hiroshima

Su ordine del presidente americano Harry Truman, esattamente 70 anni fa, il 6 agosto 1945, alle 8.15 del mattino, l'equipaggio del bombardiere Enola Gay delle Forze armate degli Stati Uniti sganciò su Hiroshima il primo ordigno atomico a uso bellico della storia, chiamato Little Boy, cogliendo di sorpresa la città giapponese, importante centro navale e militare.
Lo spostamento d'aria di eccezionale potenza rase al suolo le case e gli edifici nel raggio di circa 2 km. Ai gravissimi effetti termici e radioattivi immediati (80.000 morti e quasi 40.000 feriti, più 13.000 dispersi) si aggiunsero negli anni successivi gli effetti delle radiazioni, che portarono le vittime a quota 250.000. 
Tre giorni dopo fu la volta di Fat Man, la seconda bomba atomica lanciata su Nagasaki, responsabile di 70.000 vittime dirette entro la fine del 1945, più altrettante negli anni successivi. Il 14 agosto successivo, la riunione del governo nel rifugio antiaereo del Palazzo imperiale vide l'imperatore Hirohito annunciare la volontà di arrendersi dopo i drammatici bombardamenti delle due città. L'indomani il suo discorso di resa fu consegnato alla radio, malgrado il tentativo di bloccarlo da parte di alcuni giovani ufficiali dell'esercito. 

mercoledì 29 luglio 2015

Concorde: unico aereo commerciale a superare la velocità del suono

Molti di voi non avranno mai sentito parlare del Concorde ma è stato veramente uno dei punti più avanzati della tecnologia areonautica. Incredibile se si pensa che i fratelli Wright, costruttori di biciclette, iniziavano a volare solo 50 anni prima.

Quindici anni fa, il 25 luglio del 2000, un Dc 10 della Continental Airlines appena partito dall’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi perse un piccolo pezzo metallico dalla fusoliera. Quell’insignificante frammento sarebbe potuto cadere ovunque senza fare danni e senza passare tristemente alla storia. Cadde invece sulla pista e forò uno pneumatico del volo 4590 dell’Air France in fase di decollo, causando il danneggiamento di un serbatoio, un incendio che tutto il mondo vide sgomento in tv quella sera, la morte di 113 persone e l’inizio della fine dell’aereo di linea più bello e tecnologicamente avanzato che il XX secolo avesse prodotto:  il Concorde.
Cento sedili, due per lato con un corridoio centrale, più simile ad un autobus che ad un aereo, stretti e apparentemente scomodi, c’è uno spazio limitato per il bagaglio a mano e la cabina è claustrofobica, alta solo 180 centimetri. Il servizio a bordo era però eccellente, con uova strapazzate all’aragosta e champagne e caviale prima dell’atterraggio.
Nelle tre ore e mezza di viaggio sull’Atlantico non erano previsti intrattenimenti, a parte la disponibilità di otto canali musicali stereo. Alcuni display segnalavano la velocità e la temperatura esterna dell’aria. Quando si stava per superare la velocità del suono, il pilota avvertiva i passeggeri, che percepivano solo un lieve aumento dell’accelerazione. Il volo era sempre tranquillo, grazie alla quota elevata alla quale il Concorde viaggiava: 17 mila metri, priva di turbolenze. Dal finestrino era possibile vedere la curvatura della Terra e gli aerei che 6 mila metri più in basso andavano nella stessa direzione sembravano procedere al contrario.
Sono stati costruiti 20 Concorde.  British Airways e Air France ne hanno utilizzati 14 nei voli commerciali per 27 anni, senza inconvenienti di rilievo. L’incidente di Parigi fu causato da un fattore esterno e i progettisti ritenevano che ogni modello avrebbe potuto volare per 30 anni in totale sicurezza.
Oggi alcuni gruppi privati e la stessa Nasa stanno lavorando a prototipi che nel giro di pochi anni consentiranno nuovamente di trasportare passeggeri a una velocità superiore a quella del suono e che rilanceranno uno dei progetti più ambiziosi mai concepiti e realizzati: portare persone dall’Europa all’America in tre ore e mezzo, facendole atterrare un’ora prima di essere partiti.
Il primo Concorde aveva volato il 2 marzo del 1969 ed era entrato in servizio, dopo otto anni di collaudi e di perfezionamenti, il 21 gennaio 1976. I costi del progetto di un aereo passeggeri supersonico erano così elevati che era stato necessario un trattato tra due Stati ambiziosi e visionari, Francia e Gran Bretagna, per realizzarlo. Ma quando i primi modelli uscirono dagli hangar sembrò a tutti che i soldi fossero stati ben spesi: non si era mai visto un aereo così elegante e armonioso, con la lunga e stretta fusoliera, le grandi ali a delta senza piani orizzontali di coda, gli alti carrelli che sembravano zampe, il muso che s’inclinava in basso al decollo e all’atterraggio, come quello di un grande uccello.
Poche persone potevano permettersi di volare sul Concorde - il biglietto costava tre volte quello della prima classe di un aereo normale - ma il suo sogno apparteneva a tutti. Sui giornali popolari di Londra comparivano le dichiarazioni della duchessa di York, Sarah Ferguson, che spiegava compiaciuta come ora, grazie al nuovo aereo, lei potesse accompagnare le figlie a scuola alle 8,30, partire da Heathrow alle 10,30 e arrivare a New York alle 9,30, in tempo per partecipare a una conferenza. In volo a 17 mila metri sull’oceano, l’aereo raggiungeva la velocità di Mach 2, circa 2.170 chilometri orari, e dai finestrini i passeggeri guardavano in basso gli altri aerei di linea, così lenti che parevano viaggiare all’indietro.
I costi di esercizio erano impressionanti: la manutenzione richiedeva 20 ore di lavoro per ogni ora di volo, nel solo rullaggio a terra si consumavano due tonnellate di combustibile e in viaggio se ne 1000 litri per ogni passeggero, il triplo degli altri aerei.
Ora una società privata, l’Aerion, ha annunciato l’imminente entrata in servizio dell’As2, il primo aereo passeggeri supersonico dopo il Concorde. Viaggerà a «soli» Mach 1,6, ma consumerà molto meno e costerà la metà. La Nasa sta a sua volta lavorando a nuovi motori, che risolveranno il problema del «boom» sonico che scuote le mura e i vetri delle case quando si supera la velocità del suono, riducendolo all’amichevole brontolio di un temporale lontano. Il sogno del Concorde potrebbe continuare.

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giovedì 23 luglio 2015

I principi nutritivi


Questo è l'anno dell'expo di Milano: nutrire il pianeta e non possiamo proprio non parlare di cibo. Per alcune settimane allora vi proporrò alcuni spunti di lettura sull'alimentazione.
I principi nutritivi sono sostanze contenute negli alimenti che mangiamo e sono indispensabili alla vita e al metabolismo dl tutti gli organismi viventi. Gli alimenti, sia di origine animale sia di origine vegetale, sono costituiti da sostanze semplici chimicamente diverse, i principi nutritivi appunto, che il nostro organismo assorbe a livello intestinale come prodotto finale della digestione degli alimenti.
Per "nutriente" intendiamo in modo generico quelle sostanze contenute negli alimenti utilizzate dall'organismo per mantenersi in buona salute.
Queste sostanze si suddividono in due gruppi, in base alla loro caratteristica di apportare o meno energia al nostro organismo: i macronutrienti, cioè proteine (o protidi), grassi (o lipidi) e carboidrati (o glucidi), necessari per la produzione di energia e per la crescita; i micronutrienti, rappresentati dalle vitamine (A, complesso B e C, D, E, K) e da alcuni minerali come ferro, rame, zinco e selenio (oligoelementi).
Anche l'acqua è un macronutriente, in quanto pur non fornendo energia né componenti essenziali ci è indispensabile tanto quanto gli alimenti.
I macronutrienti sono come "carburante" per il nostro corpo, mentre i micronutrienti, pur non apportando energia, sono essenziali perché permettono al nostro metabolismo di funzionare in maniera corretta.
In natura, a eccezione dello zucchero comune e dell'olio, non esistono alimenti costituiti da un solo principio alimentare; in ogni alimento naturale, infatti, sono presenti quasi tutti i principi nutritivi distribuiti in percentuali variabili.
Il nostro benessere dipende da un apporto equilibrato di macro e micronutrienti.
L'introduzione nel nostro organismo di una quantità insufficiente o eccessiva di questi nutrienti può causare seri problemi alla salute.

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giovedì 16 luglio 2015

Il giorno in cui l’Europa si unì sotto il Monte Bianco

Il 16 luglio 1965 un capolavoro di ingegneria segnava l’inizio di una nuova era. Dopo la tragedia del 1999 il tunnel è rinato con l’hi tech, dai sensori ai radar.

Tedeschi dell’Est e russi innalzavano muri, mentre italiani e francesi li frantumavano. Cinquant’anni fa, il 16 luglio 1965, i presidenti Saragat e De Gaulle tagliarono il nastro del tunnel stradale più lungo del mondo, il traforo del Monte Bianco. Fu l’inizio di una nuova era in un’Europa che, ieri come oggi, si divideva tra chi blindava confini e chi voleva abbattere le barriere.
L’inizio del sogno fu una galleria lunga 100 metri scavata nel 1946 dal conte torinese e ingegnere Dino Lora Totino su progetto di Vittorio Zignoli, il coronamento arrivò 19 anni più tardi. Da quel giorno di luglio di mezzo secolo fa, sotto il Monte Bianco, sono transitati più di 68 milioni di veicoli. Il tunnel ha cambiato i destini di molti, spostando le direttrici del traffico commerciale tra Nord Europa e Mediterraneo e concentrandole sulle Alpi. A livello di ingegneria fu un capolavoro: gli scavi, durati otto anni, durante i quali si avanzava fino a un massimo di nove metri al giorno, si conclusero il 14 agosto 1962 con la caduta dell’ultimo diaframma, quando si ritrovarono faccia a faccia gli «uomini talpa» italiani e francesi; in una lunghezza complessiva di 11,6 km.
Ci sono 2500 metri di granito dell’Aiguille du Midi sopra le teste degli automobilisti che attraversano il traforo. La scommessa di poter oltrepassare il Monte Bianco in una manciata di minuti anzichè in tre giorni (tanto era il tempo necessario per sconfinare a piedi) è stata vinta a caro prezzo: 17 operai morirono nei lavori di costruzione del tunnel (tre sotto le valanghe). C’è una terza data che ha segnato la storia della galleria: il 24 marzo 1999, quando un Tir belga carico di farina e margarina entrò con un principio d’incendio al motore. Fu una catastrofe: nel rogo morirono 39 persone, decine di camion e auto vennero sciolti da un calore che, nel cuore del tunnel, raggiunse i mille gradi. I vigili del fuoco di entrambi i Paesi impiegarono due giorni prima di spegnere le fiamme. Due anni più tardi, nel cuore del traforo incenerito, si respirava ancora a fatica.
Italia e Francia diedero il via a lavori da 380 milioni di euro per rifare il tunnel e, soprattutto, renderlo invulnerabile: fino ad oggi è stata vinta anche questa scommessa. La galleria, dalla riapertura nel 2002, è un formidabile concentrato di tecnologia: 35 mila punti di controllo, 37 rifugi termici, 120 telecamere, 12 frequenze radio per messaggi in tre lingue, un cavo termometrico dotato di 3860 sensori, 10 radar che misurano la velocità (è stato introdotto il limite dei 70 km/h) e altri 10 che misurano la distanza dei veicoli (mai inferiore ai 150 metri). Tutto ciò per far scorrere senza ostacoli quel fiume di camion e auto che, 365 giorni l’anno e 24 ore su 24, attraversa la montagna più alta d’Europa in 12 minuti.

Come funziona una fresa per tunnel

Uno dei tunnel più arditi: il tunnel della Manica, 50 km sotto il mare, per collegare Francia e Gran Bretagna

venerdì 26 giugno 2015

Windows 10 arriva il 29 luglio

Il nuovo sistema operativo di Microsoft sarà una svolta storica per la casa di Redmond ed è anche il prodotto con cui la stessa si giocherà la reputazione nel settore dei tablet e degli smartphone. Sono tante le novità, a partire dalla nuova interfaccia a tiles (mattonelle), riassumiamo le principali in 10 punti.

1. Quanti Windows 10?  
Windows 10 sarà disponibile in 7 versioni: Home, Mobile, Pro, Enterprise, Education, Mobile Enterprise e, per la prima volta, una versione IoT (Internet of Things) Core. Le più attese sono Windows Home, per personal computer e tablet, e Windows Mobile per gli smartphone. I server, invece, dovranno aspettare Windows Server 2016. Una versione touch di Office sarà disponibile gratuitamente nelle versioni dedicate a tablet e smartphone.

2. Quando esce?  
Non è ancora stata dichiarata la data ufficiale di uscita di Windows 10 ma è molto probabile che sarà un giorno di fine luglio – almeno per i produttori di hardware - in 190 nazioni e 111 lingue. Inizialmente non saranno rilasciate tutte le versioni: quelle per smartphone e tablet non arriveranno prima di ottobre. Intanto, chiunque abbia un account Microsoft può provare una versione beta scaricandola da Insider Windows .

3. (Quasi) gratis  
Microsoft ha dichiarato che l’aggiornamento a Windows 10 Home e Pro sui sistemi Windows 7, 8 e Windows Phone 8.1 non piratati sarà gratuito se effettuato entro un anno dall’uscita. Passati i 12 mesi dal lancio si dovrà pagare per l’aggiornamento, ma non si sa ancora quanto. Nelle versioni per schermi touch, inoltre, sarà installato gratuitamente Office.

4. Gli aggiornamenti
Con Windows 10 va in soffitta la “major release” ovvero l’aggiornamento una tantum proposto a intervalli regolari di tempo in cui si raggruppavano tutte le correzioni in un download solo. Ora Microsoft rilascerà aggiornamenti più leggeri e più frequenti e, come abbiamo già raccontato, non chiederà il permesso a nessuno. L’idea è che tutti i Windows 10 in tutto il mondo siano sempre performanti e sicuri.

5. Hello (world)  
Windows 10 introduce un nuovo riconoscimento al posto della classica password. L’autenticazione sarà biometrica, con il riconoscimento facciale, dell’iride e dell’impronta del polpastrello ma ci vorrà un lettore apposito o un computer con camera RealSense 3D di Intel.

6. Ciao, come va?
Già introdotta in Windows Phone, l’assistente vocale di Microsoft si preannuncia come una delle grandi novità di Windows 10. Sarà utilizzato non solo dalle applicazioni e dai servizi del sistema operativo ma anche dagli sviluppatori che potranno integrarlo nelle loro applicazioni. Sarà a disposizione per diverse attività, dalla ricerca su Bing alla creazione di un appuntamento o la modifica delle impostazioni.

7. Addio Explorer  
Dopo 20 anni di onorata carriera e qualche vicissitudine, il browser di Microsoft lascia il posto a Edge, il nuovo programma di navigazione di Windows 10. Rivedendo completamente l’esperienza di navigazione per adattarsi soprattutto agli schermi touch di tablet e smartphone, Microsoft intende usare Edge e Cortana come biglietti da visita per convincere soprattutto il consumatore.

8. Le app Android e iOS  
All’ultima Build 2015 – conferenza Microsoft rivolta agli sviluppatori – la casa di Redmond ha chiarito che le app e i giochi sviluppati per piattaforma Android o iOS potranno essere “portati” più o meno facilmente su Windows 10, ma solo su smartphone e piccoli tablet. Senza dover ricreare da zero le app, gli sviluppatori ricompileranno le loro creature utilizzando un Sdk (software development kit) fornito gratuitamente da Microsoft.

9. Indipendente dallo schermo  
Collegando uno smartphone con Windows 10 Mobile a uno schermo tv via Hdmi, la schermata si adatta immediatamente alla nuova dimensione e, con un mouse e una tastiera bluetooth, lo smartphone può essere gestito come un computer grazie a Continuum.

10. Sorella xBox  
Se il Pc, o comunque il dispositivo con Windows 10, è collegato alla stessa rete WiFi di una xBox One, sarà possibile giocare in streaming sul Pc i giochi installati nella console senza emulazione. In pratica si tratta di un’estensione su un altro schermo.

giovedì 25 giugno 2015

Apple Watch esce anche in Italia

Così è nato l’Apple Watch, l’orologio intelligente della Mela, in vendita anche in Italia dal 26 giugno dopo il debutto due mesi fa in Usa, Francia, Germania e altri Paesi. È il gadget del 2015, ma anche un accessorio di moda, il segno di una tecnologia che sempre più entra nella vita di tutti i giorni.
Tutte le versioni, da quella più economica in alluminio a quella superlusso in oro, condividono le stesse funzioni e la stessa cura dei dettagli, nell’hardware, nel software, nell’interfaccia. E' spesso e non proprio leggerissimo, eppure si porta come un normale orologio. Ha un display molto nitido, che normalmente è spento, ma basta fare il gesto di vedere l’ora e si attiva, mostrando una delle tante interfacce possibili: un orologio analogico, un cronografo, immagini animate, disegni, testi. Tutto è configurabile, personalizzabile, programmabile, e le combinazioni sono numerose, così alla fine ognuno ha al polso il suo Apple Watch, diverso da tutti gli altri. Notiamo qui che resiste all’acqua, anche se non è impermeabile, e che la batteria arriva sempre a fine a giornata.
Da solo mostra l’ora e poco più, abbinato a un iPhone, l’Apple Watch diventa un secondo schermo che permette di accedere a molte funzioni direttamente dal polso.  Le tante funzioni richiedono un po’ di tempo per essere comprese, ma poi è un piacere chiedere a Siri  di fissare un appuntamento sul calendario o di cercare un ristorante: l’assistente vocale è veloce e comprende il parlato senza incertezze. Le notifiche sono discrete, una vibrazione al polso e una breve nota; meglio però scegliere quali attivare con l’app dell’Apple Watch sull’iPhone, altrimenti si rischia di essere travolti da tweet, mail e messaggi.  Apple forse non ci aveva pensato, ma il Watch è perfetto per le gita in bici o in scooter, dove le indicazioni, grandi e ben contrastate, permettono di viaggiare senza doversi fermare a controllare il navigatore sullo smartphone.
Numerose le funzioni dedicate alla salute e al fitness: oltre a rilevare il battito cardiaco, l’Apple Watch tiene sotto controllo quanto camminiamo e quante calorie consumiamo; per i più pigri un avviso segnala quando è tempo di alzarsi e muoversi. A ogni obiettivo raggiunto ci aspetta una medaglia: il premio è virtuale, il benessere reale. Con l’orologio di Apple si possono poi leggere le mail, inviare messaggi, telefonare, anche se parlare al polso è un’esperienza straniante.
Può comprarlo solo chi ha un iPhone 5 o superiore. In Italia i prezzi dell’Apple Watch non sono ancora noti, ma in Francia si parte da 399 euro per il modello Sport da 32 mm, passando per i 649 di quello in acciaio, fino a 18 mila per la versione Edition in oro. Non proprio per ragazzi.

Vent'anni di Superquark

Il programma condotto da Piero Angela compie quest'anno i vent'anni esatti, nel 1995 fu la prima edizione. Ma l'inizio degli approfondimenti scientifici del conduttore risale al 1981 con la trasmissione 'Quark' in onore alla famosa particella della materia. Ecco le anticipazioni di Superquark riguardanti la puntata di stasera in onda su Rai Uno dalle 21,20 circa.
Di cosa si parlerà stasera? Le Alpi da un'altra prospettiva: grazie all'utilizzo di una telecamera ad altissima definizione montata su di un elicottero, il documentario naturalistico si occuperà di esplorare le Alpi dalla prospettiva delle aquile, dall'alto come mai prima d'ora. In occasione del centenario della prima guerra mondiale, sarà possibile esplorare i castelli, le fortezze e le trincee che hanno caratterizzato la vita quotidiana di milioni di soldati.
Sempre in ricordo del centenario dallo scoppio della prima guerra mondiale (1915-2015) Superquark stasera spiegherà come ci si curava nelle trincee in una guerra parallela volta a trovare le migliori cure nel minor tempo possibile, tutto ciò operando direttamente sul fronte.
Il Parco della Gaiola, a Napoli, poco dopo Posillipo e dinanzi all'isoletta di Nisida, area archeologica sommersa. E poi le consuete rubriche: Alessandro Barbero per la storia, Paco Lanciano per gli esperimenti, Silvio Garattini in studio spiegherà la convenienza dei farmaci equivalenti. Elisabetta Berardi si occuperà di nutrizione e Danilo Mainardi chiarirà alcuni aspetti del comportamento animale. Appuntamento con Superquark stasera in tv su Rai Uno alle 21,20.

lunedì 15 giugno 2015

Rinnovabili, Stati Uniti alimentati al 100% da energia pulita entro il 2050

L'intero territorio degli Stati Uniti potrà essere alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili entro il 2050. A rivelarlo è uno studio dell'Università di Stanford, che ha analizzato la situazione energetica di ciascuno dei 50 Stati a stelle e strisce. Sulla base dei dati raccolti i ricercatori hanno poi creato un piano ad hoc per la svolta "verde", in modo che sia economicamente sostenibile e basato sull'uso di tecnologie già esistenti. L'obiettivo: eliminare le emissioni di gas a effetto serra derivanti dai combustibili fossili.

Sono stati presi in esame vari parametri, a cominciare dall'esposizione al sole e dal numero di tetti esposti a sud e non ombreggiati adatti a ospitare pannelli solari. La raccolta dati si è poi concentrata sulle mappe del vento per stabilire dove le turbine eoliche offshore fossero un'opzione. Per quanto riguarda altre fonti energetiche, i ricercatori hanno stabilito che il geotermico è praticabile a costi sostenibili solo in 13 Stati e che non c'è bisogno di nuove dighe per l'idroelettrico, ma solo di rendere più efficienti quelle già costruite.

I vantaggi della svolta "verde" saranno ambiente, salute, lavoro. Nel complesso, sottolineano gli esperti, la conversione al 100% di rinnovabili salverebbe 63mila vite all'anno, creerebbe decine o centinaia di nuovi posti di lavoro in ogni Stato e richiederebbe non più dello 0,5% del territorio da destinare a pannelli fotovoltaici o a turbine eoliche.

mercoledì 3 giugno 2015

In Europa 40% energia consumata da edifici

Gli edifici in Europa sono responsabili del 40% del consumo di energia. Circa due terzi di questi consumi sono causati dal riscaldamento. Le abitazioni incidono molto più degli uffici, visto che occupano oltre il 90% degli edifici. Questi numeri sono stati raccolti da un gruppo internazionale di ricercatori coordinati dall'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC di Bolzano.

In Italia, dove i consumi si allineano alla media europea, il costo medio per il riscaldamento e l'acqua calda sanitaria in un appartamento di 70 metri quadri si aggira intorno a 1400 euro l'anno. Secondo i calcoli dei ricercatori questa spesa potrebbe essere ridotta dal 50 al 70% con interventi sull'involucro, sulle finestre e sugli impianti termici. Gli edifici residenziali europei consumano in media 140 chilowattora per metro quadro all'anno per il riscaldamento situandosi nella non pregevole classe E. Per la fornitura di acqua calda ne servono invece in media 25 e altri 20 per il raffrescamento estivo.

Nonostante climi diversi, i consumi per il riscaldamento non variano in modo considerevole tra stati del nord Europa e dell'area mediterranea. La ragione, secondo i ricercatori, è che nei paesi nordici sono state scelte soluzioni costruttive migliori per isolare dal freddo.

domenica 24 maggio 2015

Orti verticali nel nostro futuro

Non è sicuramente un caso che il Giappone sia un Paese all’avanguardia nell’agricoltura indoor: è una nazione con aree coltivabili limitate, ulteriormente ridotte dopo l’incidente nucleare di Fukushima. Inoltre, è un paese altamente tecnologico, nel quale aziende come Fujitsu, Sharp, Toshiba, Sony e Panasonic, con estrema duttilità e lungimiranza sono disposte a investire in ricerca agricola con l’istituzione di coltivazioni verticali in vari loro ex stabilimenti.
Vediamo dunque le caratteristiche degli orti indoor: gli ortaggi (ad esempio lattuga, spinaci, rucola, basilico) vengono coltivate un stabilimenti in cui si trovano scaffali a vari piani, illuminati da LED a bassissimo consumo e regolati in modo da fornire la frequenza adatta per attivare la fotosintesi clorofilliana. L’acqua viene fornita a gocce e senza il minimo spreco, grazie a sensori che controllano il fabbisogno delle singole piante.
E un succinto elenco dei vantaggi:
* enorme risparmio di acqua, fino al 99% rispetto all’agricoltura tradizionale negli impianti più all’avanguardia nei quali anche l’umidità viene re-immessa in circolo.
* nessun uso di pesticidi: in un ambiente dove il computer regola temperatura, umidità e CO2 nell’aria e dove gli operatori indossano camice, guanti e mascherine non ci sono batteri né agenti contaminanti. I vegetali prodotti sono privi di residui chimici.
* riduzione dei fertilizzanti del 75%.
* ciclo produttivi rapidissimi e raccolti pari a più del doppio dell’agricoltura tradizionale.
* produzione di prodotti esteticamente perfetti (soltanto il 3% viene scartato, contro il 30-40% degli ortaggi prodotti nei campi).
Per il momento i costi dell’agricoltura verticale sono ancora alti: si risparmia su acqua e fertilizzanti, ma le spese per la tecnologia e l’energia elettrica rendono il processo sostanzialmente costoso quanto l’agricoltura tradizionale. E’ però auspicabile che con il passare del tempo i costi dei macchinari possano diminuire sensibilmente e a quel punto, quando sulla terra ci saranno 9 miliardi di persone da sfamare e le risorse idriche saranno sempre più ridotte, quella dell’agricoltura indoor sarà una strada obbligata.

venerdì 22 maggio 2015

Carta riscrivibile

Dall'Università delta California arriva la carta riscrivibìle sulla quale si può stampare e cancellare fino a 20 volte prima di gettarla, usando semplicemente la luce. Il segreto è nell'uso dei coloranti che consente alle lettere stampate di restare leggibili per più di tre giorni. Il materiale potrebbe essere usato soprattutto per i quotidiani.
Il processo chimico alla base è semplice: il materiale viene reso fotosensibile grazie a uno spessore formato da strati di sostanze chimiche che, al passaggio di luce ultravioletta, vengono alterate e modificate in modo da assumere le sembianze delle lettere alfabetiche. Però questi strati possono tornare al loro livello originario stimolando il materiale con il calore a circa 115 gradi. Una scoperta niente male, se pensate che nel mondo si consumano ancora 362 milioni di tonnellate l'anno per documenti cartacei.

martedì 19 maggio 2015

Il futuro è dell'auto ibrida

Secondo Bosch il futuro prossimo della mobilità è ibrido. Nella visione del colosso tedesco, il motore elettrico non è "nemico" di quello a combustione e non lo sarà ancora per molti anni. Anzi, la loro unione rappresenta il futuro e uno valorizza al meglio l'altro.
Una delle chiavi del successo delle ibride (ma ancor più delle elettriche al 100%) è il costo delle batterie: Bosch prevede che entro il 2020 si dimezzerà.
Come noto, la UE si è data vincoli molto stringenti in termini di emissioni da qui ai prossimi anni che obbligheranno tutte le Case a montare motori ibridi sui SUV.
L'auto elettrica sarà sempre più connessa alla rete grazie allo smartphone e alla APP di Bosch.

Inquinamento luminoso

Quasi il 100% delle popolazioni dei paesi più sviluppati vive sotto cieli illuminati da luce sprecata, circa il 70% della popolazione italiana non ha mai visto la Via Lattea e molte delle stelle che hanno permesso, grazie al loro studio, enormi progressi scientifici all'umanità non sono più osservabili dalle nostre città e questa non è solo una perdita per la ricerca scientifica ma sopratutto una perdita per tutta la collettività. Infatti l'inquinamento luminoso incide sui comportamenti di molte specie animali, insetti e vegetali, i cui effetti a cascata si riflettono sulle attività umane e sull'economia in generale, senza dimenticare gli effetti sul ritmo circadiano dell'uomo, i cui disturbi comportano una serie di patologie che condizionano fortemente la vita dell'uomo. come la relazione Maria Luisa Rastello

Se osserviamo l'immagine notturna della nostra penisola da un satellite, possiamo rimanere meravigliati dalla bellezza dell'immagine ma subito risulta evidente quanto tutta quella luce che si riflette verso l'universo sia inutile. Ogni anno i Comuni italiani spendono 1,6 miliardi di euro in energia e manutenzione degli impianti e si stima che si potrebbe risparmiare il 35% solamente indirizzando la luce emessa nella direzione giusta. Se consideriamo che solo la Città di Torino con oltre 96mila punti luce di illuminazione pubblica, sopporta una spesa annua di circa 10 milioni di euro per la manutenzione e 14 milioni per consumo di elettricità è facile capire quanto si potrebbe risparmiare.

sabato 16 maggio 2015

Rifiuti elettronici: un terzo dell’e-waste arriva da Usa e Cina

Un recente studio delle delle Nazioni Unite ha stimato che nel 2014 sia stato stabilito il nuovo record della spazzatura elettronica: 41,8 milioni di tonnellate di rifiuti come frigoriferi, lavatrici, elettrodomestici, televisori, computer e telefonini. La stessa ricerca ha rivelato che solamente un sesto di questa spazzatura viene correttamente riciclata.

L’elemento più paradossale che emerge da questa ricerca è che sono i Paesi che hanno un più forte coscienza ambientalista a produrre i maggiori quantitativi di rifiuti pro-capite: la graduatoria relativa al 2014 vede in testa la Norvegia con 28,4 kg pro-capite, seguita da Svizzera (26,3 kg), Islanda (26,1 kg), Danimarca (24 kg), Gran Bretagna (23,5 kg), Paesi Bassi (23,4 kg) e Svezia (22,3 kg). Al decimo posto ci sono gli Stati Uniti con 22,1 kg, ma vista la sua popolazione i consumatori statunitensi incidono tantissimo sul “peso” globale dei rifiuti elettronici. Cina e Stati Uniti insieme producono il 32% dei rifiuti complessivi.

Il dato sui rifiuti elettronici evidenzia quanto ampia sia la forbice fra i Paesi più avanzati e quelli del Terzo Mondo o in via di sviluppo: la media di rifiuti elettronici del continente africano è di appena 1,7 kg pro-capite all’anno.

Se si riuscisse a riciclare al 100% questa quantità di rifiuti, si potrebbe generare una ricchezza quantificabile in 52 miliardi di dollari.

giovedì 14 maggio 2015

Sos dell'ONU: la Terra mai così calda da 800 mila anni

Resta poco tempo per salvare la Terra. Non è mai stata così calda da 800 mila anni a questa parte e, se entro la fine del secolo le emissioni di gas serra non saranno ridotte a zero non ci saranno più speranze. Questo vuoi dire cominciare fin da subito a lasciare petrolio, carbone e gas nel sottosuolo, a progettare motori e sistemi di riscaldamento che non usino combustibili fossili, a cambiare il nostro modo di vivere per salvare noi stessi e le generazioni future.
Il riscaldamento globale è colpa dell'uomo per il 95% degli scienziati che lo hanno studiato. Non c'è più tempo da perdere: se non si agisce subito, le conseguenze saranno devastenti per la nostra civiltà e annulleranno gli sforzi fatti finora per combattere fame e povertà
Si diffonderanno nuove malattie, molte aree costiere saranno sommerse, numerose specie di animali si estingueranno, i campi diventeranno aridi, le foreste spariranno, si lotterà per il cibo, ci saranno migrazioni di massa e guerre per la sopravvivenza.
Il rapporto propone di ridurre del 50% le emissioni di gas serra tra il 2010 e il 2050, unica condiziono per evitare di superare la soglia dell'aumento di 2 gradi centigradi rispetto all'era industriale, considerata il confine oltre il quale non si potrà più tornare indietro.
Ma i Paesi in via di sviluppo non ne vogliono sapere di essere costretti a riduzioni pari a quelle dei paesi occidentali, che hanno cominciato prima a emettere gas serra e hanno responsabilità storiche delle quali bisogna tenere conto.

martedì 12 maggio 2015

Deforestazione, occorre fermarla

Il 22 aprile si è celebrata, in tutto il mondo, l’Earth Day, la Giornata della Terra. Quest’anno il WWF ha lanciato un appello contro la deforestazione.

Il 38% della superficie forestale originaria del Pianeta è già stata persa. Attualmente soltanto il 31% della superficie del Pianeta è ricoperto di foreste e vengono persi 50 campi da calcio ogni minuto.

Nella graduatoria dei 10 paesi che nel decennio 2000-2010 hanno deforestato di più, dopo il primo posto del Brasile, l’Australia che supera l’Indonesia, terra di conquista per le aziende produttrici di olio di palma e di carta.

1) il Brasile
2) l’Australia
3) l’Indonesia,
4) la Nigeria,
5) la Repubblica di Tanzania,
6) lo Zimbabwe,
7) la Repubblica Democratica del Congo,
8) la Birmania (Myanmar),
9) la Bolivia,
10) il Venezuela.

Le maggiori cause sono la crescente domanda di carta, la “fame” di terra per un agricoltura che deve soddisfare la richiesta di una popolazione crescente, la legna per le abitazioni e la filiera che produce soia, olio di palma, carne e pelli da trasformare. L’Europa, anche se non è presente nei quartieri alti di queste poco onorevoli classifiche sulla deforestazione, ha comunque le proprie responsabilità visto che i maggiori consumatori mondiali di prodotti derivati da processi di deforestazione illegali arrivano sui mercati dell’Unione Europea.

Ma c’è un altra percentuale allarmante: solamente il 15% delle foreste che rimangono nel pianeta si troverebbero in buone condizioni ecologiche.

E a rischio è anche l’acqua dolce visto che i serbatoi dell’acqua continentale sono i grandi ecosistemi forestali, su tutti la Foresta Amazzonica che custodisce 100mila km di corsi d’acqua.

domenica 10 maggio 2015

Expo 2015, cibo e architettura si fondono nei padiglioni di tutto il mondo

Il primo maggio è iniziata ufficialmente la manifestazione "Expo 2015", l'esposizione universale dedicata al tema "Nutrire il pianeta. Energia per la vita".

Durante tutto il periodo dell'evento, che terminerà il 31 ottobre 2015, sono in programma spettacoli, incontri, convegni, manifestazioni sotto il comune denominatore del cibo, con la possibilità per tutti i paesi del mondo di mostrare le proprie eccellenze.

Oltre i contenuti proposti dalle singole nazioni, la manifestazione si caratterizza come un vero e proprio trionfo dell'architettura contemporanea, grazie alla realizzazione di progetti unici, con forte attenzione all'innovazione tecnologica e con marcato approccio sostenibile.

Sono presenti oltre un centinaio di padiglioni con diverse aree tematiche realizzate da architetti di fama mondiale e da aziende nazionali e internazionali.

Ogni padiglione ha lo scopo di esprimere la cultura del Paese che rappresenta, col meglio della tecnologia e l'utilizzo di materiali diversi, dai più tradizionali ai più raffinati. Razionalismo ed espressionismo si alternano e si uniscono.

Ecco dunque padiglioni in forma arborea, di semi o di chicchi quali segni di scultorea valenza; ci sono forme organiche tondeggianti e forme con viluppi fantastici; ci sono strutture lineari che invitano a fluire, e altre accentratrici e centripete che invitano a restare.


Le immagini dei principali padiglioni

venerdì 8 maggio 2015

Rendering, cos’è e quali sono i suoi vantaggi

Fino ad alcuni anni fa i cosiddetti “disegni tecnici” dominavano la scena della progettazione, erano lo strumento con cui il progettista (architetto, ingegnere, geometra…) forniva tutte le informazioni necessarie: altezze, quote, distanze dalle strade, volumi, spessori dei muri, superfici vani, etc.
Tuttavia, questi disegni lasciavano ampio spazio all’immaginazione del cliente.
Oggi le cose stanno cambiando.
Grazie alla continua evoluzione nel campo del “computer graphics” siamo in grado di ottenere una serie di vantaggi prima impensabili, sia sul fronte della progettazione stessa che su quello della presentazione del progetto al cliente.
Infatti, grazie all’uso di software di progettazione possiamo ottenere una serie di vantaggi, come ad esempio una precisione millimetrica sia nel calcolo di superfici e volumi che nel computo metrico, e la possibilità di mostrare al cliente viste tridimensionali foto realistiche immediatamente comprensibili e molto fedeli alla realtà.
Con il termine rendering  si definisce un'immagine artificiale molto realistica a partire da un modello tridimensionale elaborato al computer. Il modello geometrico realizzato viene rivestito con colori del tutto uguali ai materiali reali (texture) e illuminato mediante fonti luminose che riproducono quelle naturali o artificiali.
Dopo aver creato un’immagine statica, i fotogrammi possono anche essere visti in sequenza generando una vera e propria animazione: ad esempio è possibile “passeggiare” virtualmente attraverso i vani di una stanza.
Quindi, se una fotografia ha la funzione di illustrare qualcosa che già esiste, un rendering ha lo scopo di illustrare un’idea, un progetto, un modello che ancora non esiste, ma come se esistesse davvero!

Ecco quindi che il rendering fotorealistico diventa fondamentale nell’attività di progettazione architettonica. 

venerdì 24 aprile 2015

La Toyota Mirai anticipa la civiltà dell'idrogeno

Sono passati ormai 13 anni da quando Jeremy Rifkin profetizzò l'avvento della civilta' dell'idrogeno. In molti avevano creduto all'auto a idrogeno per poi fare marcia indietro. Ora la Toyota ha deciso di dare un forte contributo a questa prospettiva storica (di lenta realizzazione) con l'introduzione sul mercato della Mirai come prima vetture fuel cell - alimentata appunto ad H2 (idrogeno) - per il mercato di massa.
Commercializzata da dicembre in Giappone e da fine gennaio negli Usa, arriverà in Europa verso fine anno a partire da Germania, Gran Bretagna e Danimarca. Una strada in salita, perchè la diffusione della Mirai non dipende solo da fattori che l'azienda può controllare, come la qualità del prodotto ma anche e soprattutto dalla costosa costruzione di una rete di stazioni di servizio con idrogeno, che richiede sussidi pubblici.
“Dal mio punto di vista la Mirai ha davvero il potenziale per sfondare sul mercato”, afferma Tanaka, l'ingegnere a capo dell'intero progetto. “I tempi brevi del rifornimento – circa 3 minuti – e l'autonomia di 500 km (molto più ampia delle  batterie) costituiscono un vantaggio rispetto all'auto elettrica”. La Mirai rivela un confort e un piacere di guida che e' facile indentificate come superiore all'auto elettrica. La silenziosita' e' molto elevata, anche in accelerazione (da 0 a 100 km/h in 9,6 secondi, da 40 a 70 km/h in 3 secondi).

Come funzionano le celle a combustibile, il motore della MIRAI

venerdì 27 marzo 2015

Il fotovoltaico a concentrazione sbarca sul tetto di casa?

L'efficienza del fotovoltaico a concentrazione potrebbe arrivare presto sui tetti di casa. O almeno questo è quanto promette una tecnologia innovativa sviluppata dai laboratori della Penn State University. Un modulo fotovoltaico compatto e low-cost che integra celle efficientissime e un dispositivo concentratore.
Il segreto sta nell'avere integrato micro-celle con efficienza del 20% (doppia rispetto alla tradizionali), in un sistema ottico di concentrazione e inseguimento racchiuso in un pannello piano, potenzialmente molto economico da produrre.
In sostanza una micro-cella e posta a metà tra un pannello inferiore fatto da tanti specchietti concavi e un pannello superiore fatto da lente che concentrano la luce. la microcella può spostarsi di 1 cm per rimanere sempre nel fuoco della lente con lo spostamento del sole.
Essendo spessi solamente un centimetro e fatti interamente di plastica, escluse le celle e il cablaggio, i nuovi moduli solari potrebbero essere relativamente poco costosi da produrre.
Va ricordato che è una tecnologia adatta solo per latitudini con grandi quantità di luce diretta: ad esempio il Sud Ovest degli Usa o Africa del nord, mentre in Italia probabilmente andrebbe bene solo in alcune aree del Sud.