giovedì 6 dicembre 2012

I Vigili del Fuoco

Logo_del_Corpo_Nazionale_dei_Vigili_del_Fuoco.svg.pngIl 4 dicembre ricorre la festa di Santa Barbara, tradizionalemnte ricordata come la protettrice dei pompieri. Ripercorriamo allora la storia dei Vigili del Fuoco.


E' una storia antica perché antico è l'uomo, antico è il fuoco, antiche sono le calamità naturali; ed è evidente che il bisogno di difesa contro la minaccia degli elementi avversi è nato con l'uomo ed è stata questa difesa una delle prime manifestazioni della società umana sin dalle origini della sua primordiale organizzazione.


Fu Augusto che diede a Roma una vera e propria difesa contro il fuoco, con criteri organizzativi e funzionali di notevole interesse tecnico. Roma ebbe, infatti, un Corpo speciale di guardie notturne sotto il comando di un 'Prefectus Vigilum'. Tale Corpo, denominato Militia Vigilum Regime,  era organizzato in sette Coorti di 'Vigiles' e 49 Centurie (sette per ogni coorte) per un totale di circa 7.000 uomini; ogni coorte assicurava il servizio nel territorio di due regioni (Augusto aveva diviso Roma in 14 regioni) collocando una caserma (statio) in una di esse, ed un distaccamento (excubitorium) nell'altra. In Trastevere, nei pressi del ponte Garibaldi, esiste ancora oggi un'antichissima costruzione della fine del II secolo d.C., distinta da un'iscrizione corrosa dai secoli. L'iscrizione indica che quell'edificio, nell'epoca romana dell'Impero, era adibito ad excubitorium dellaVII coorte dei 'Vigiles', preposta al controllo della XIV regione Transtiberim.


Sorvolando sui cenni storici riferentesi ai secoli successivi deve però citarsi fugacemente l'origine del famoso Corpo dei Sapeurs-Pompiers di Parigi, perché esso ha costituito l'organizzazione tipica alla quale, nei secoli XIX e XX, tutti i paesi civili si sono ispirati come ad un modello.


Fu nel 1699 che l'industriale Dumourrier-Duperrier propose ed ottenne di costituire, egli stesso, un servizio completo ed autonomo antincendio, valendosi dei suoi operai. Da questa organizzazione, ideata e realizzata da un industriale, nacque poi, oltre un secolo dopo, e precisamente il 18 settembre 1811, il Corpo dei Sapeurs-Pompiers che della struttura organizzativa del Dumourrier-Duperrier conservò le caratteristiche fondamentali. Il Reggimento dei Sapeurs-Pompiers di Parigi è ancora oggi in Francia è il fulcro tecnico ed organizzativo intorno al quale si svolge e dal quale prende vita tutta la difesa antincendio di quel Paese.


L'unità d'Italia trovò, in materia di servizio antincendio, una situazione quanto mai varia e certo non brillante: ai pochi Corpi pompieristici locali a carattere volontario e limitati alle circoscrizioni comunali, facevano riscontro vaste zone, addirittura intere regioni, completamente prive di qualsiasi difesa organizzata contro il fuoco. I pompieri comunali, là dove esistevano, erano ancora organizzati con concezioni ed ordinamenti quasi medioevali e tutto il complesso antincendio italiano appariva anacronistico, insufficiente, mal distribuito, alla mercè dei mezzi e delle tradizioni locali. Pochi, pochissimi Corpi, e solo quelli delle grandi città, ma neppure di tutte le grandi città potevano rispondere alle esigenze di un'efficace difesa antincendio.


Occorre arrivare al 1935 prima che questo problema così importante, sia riconosciuto in Italia a carattere nazionale.

sabato 1 dicembre 2012

Il motore verde e il piccolo miracolo italiano

7342653-illustrazione-ecologico-con-auto-verde-stilizzata--immagine.jpgÈ un piccolo quiz. Chi ha costruito la prima automobile elettrica omologata in Italia? Quale vettura alimentata a batteria ha vinto la gara indetta dalla Fia, la federazione automobilistica internazionale? E qual è riuscita a entrare nel Guinness dei Primati per aver percorso 500 chilometri con un solo pieno di elettroni?


La risposta a queste tre domande, è seppellita nella storia. «Se la ricordano in pochi», ammette ridendo Marco Loglio, pescato sul telefono cellulare mentre è a Shenzhen, in Cina, dove vive da quasi dieci anni. Questo emigrante dell'innovazione è stato, fino a poco fa, vicepresidente della cinese Thunder Sky, un colosso delle batterie agli ioni di litio, che sono l'anima e il cuore dei nuovi veicoli elettrici che quasi tutte le case automobilistiche stanno per portare sul mercato. Oggi, Loglio lavora per il Sk Group, colosso coreano dell'energia e delle telecomunicazioni che intende buttarsi anche nelle batterie. E collabora con la svizzera Mes, l'unica ad aver già sviluppato una gamma completa di componenti per auto elettriche. «L'auto elettrica è la mia passione», dice candidamente, all'età di 55 anni.


Ne ha ben donde. Nell'89, quando ne aveva 34, legge su «Quattroruote» di un concorso per auto elettriche. Laureato in filosofia, non ne sa granché. Ma l'amico Giuseppe Bassani, sì. Insieme si buttano nell'impresa. «Partecipammo al concorso, ma senza vincere», racconta. Però l'anno successivo, la Torpedo di Loglio e Bassani – ecco la risposta esatta a quelle tre domande – vince il concorso della Fia. «Il fatto incredibile è che gareggiammo contro gente del calibro di Mercedes, Toyota e Honda, che avevano investito miliardi. Noi, che avevamo investito solo milioni, vincemmo». Una gara di non sola velocità, ma anche e soprattutto di durata.


Il motore elettrico funziona. Il guaio sono le batterie. «Quelle al piombo della Torpedo erano care e pesantissime», commenta Loglio. «Nel frattempo, la tecnologia è andata avanti. E i costi, un tempo proibitivi, sono calati. Già nel 2000, avevo intuito che i cinesi avrebbero battuto tutti, ecco perché sono venuto qui. È andata proprio così. Ma le auto che si apprestano a debuttare sul mercato saranno ancora solo per appassionati o ambientalisti convinti: i prezzi sono ancora alti e le performance non eccelse». La batteria dei sogni è vicina, ma non vicinissima. E qualche consumatore potrebbe restare scottato. «La Tesla, l'auto elettrica californiana, ha dentro il cofano 6.800 batterie. Purtroppo, non credo che avranno una lunga durata».


Loglio giura che c'è ancora qualche Torpedo in circolazione, che funziona ancora. Ma l'azienda Torpedo Auto Elettriche, con sede a Bergamo, non ha avuto lunga vita. «Dopo aver modificato delle Seat Marbella, fummo convocatidalpresidentedella Volkswagen. Uscimmo dall'incontro con un foglio in mano: la casa di Wolfsburg ci assicurava l'assistenza e la vendita delle Seat Torpedo tramite la loro rete». Una Marbella costava sei milioni e una Torpedo – ovvero una Marbella col cuore elettrico – dodici milioni. «Ne abbiamo vendute qualche centinaio. Ma è stata a lungo l'auto elettrica più venduta in Europa».


Loglio si è ricostruito una vita professionale a Shenzhen: «Non sono diventato ricco, ma mi diverto come un pazzo», assicura. Forse perché il suo sogno di vedere un giorno sulle strade flotte di auto elettriche, pulite e silenziose, è più vicino che mai. E fa di tutto per avvicinarlo. «Il problema è che ogni casa automobilistica va per conto suo», lamenta Loglio. «Chi ha un voltaggio da 280, chi da 440, chi da 500. Senza uno standard internazionale, l'elettricità non potrà mai sostituire la benzina. Perché senza uno standard non c'è vera concorrenza, non ci sono le economie di scala e solo un sacco di inconvenienti per i consumatori». Ci sono dei tavoli di discussione, ma nessuna seria iniziativa.


E il Guinness dei Primati? «Avevo individuato un'azienda russa che costruiva batterie per i satelliti», racconta. «Facemmo un prototipo con la loro tecnologia, riuscendo a battere tutti i record: 500 chilometri con una sola carica». Un altro, antico primato della Torpedo che rappresenta tutt'oggi il sogno segreto di Loglio, dell'intera industria delle batterie e di tutte le case automobilistiche del mondo.


«È certamente raggiungibile, quasi a portata di mano. Ma ci vuole uno standard per accelerare la ricerca e abbassare i costi», insiste l'emigrante dell'innovazione. In Cina è quasi mezzanotte e Loglio è reduce da una lunga giornata di lavoro. «Mi scusi, la devo salutare: la mia batteria è quasi scarica». Meno male che è la batteria del telefono. Fosse quella dell'automobile, sarebbero dolori.

giovedì 29 novembre 2012

Auto elettriche: i nuovi motori verranno installati nelle ruote

protean_electric.jpgLa Protean Electric ha brevettato un nuovo sistema di installazione dei motori delle auto elettriche che potrebbe presto cambiare il volto al settore: la società ha infatti predisposto un sistema di propulsione presente direttamente all’interno dei cerchi ruota, con evidenti possibilità di miglioramento delle performance delle vetture.


Il brevetto della Protean Electric ha suscitato l’interesse di investitori di mezzo mondo, con decine di milioni di dollari già impiegati da parte di fondi statunitensi e cinesi, che puntano a creare nel breve termine il primo sistema commercializzabile In-Wheel Electric Drive.


Secondo quanto affermato dalla stessa azienda, inoltre, il nuovo sistema sarebbe di facile implementazione anche in modelli già esistenti, visto e considerato che non necessita di ulteriori componenti meccanici, contraddistinguendosi altresì per una flessibilità certamente molto elevata.


In questo modo, affermano dalla società, si può migliorare l’efficienza nel risparmio di carburante, incrementare la coppia, aumentare la potenza e, complessivamente, permettere una migliore manovrabilità ai veicoli nuovi e a quelli esistenti.

martedì 20 novembre 2012

Giornata mondiale dell'infanzia

giornala internazionale-anteprima-600x254-811662.pngE' dedicato alla Giornata Internazionale per i diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenti il Doodle Google di oggi. Mister Google decide così di celebrare la ricorrenza sancita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York, per la prima volta il 20 novembre 1989. E' il 23esimo anniversario, dunque, e forse è il momento più opportuno o, per converso, più paradossale in cui potesse verificarsi. In tv, sul web, sui giornali, infatti, siamo inondati di scene brutali, provenienti dalla Striscia di Gaza.


Centinaia di bambini innocenti trucidati e lasciati per terra, senza vita, nello stesso luogo in cui pochi minuti prima stavano giocando. E' per questo che, in occasione di una ricorrenza simbolica come questa, ci si augura possa prevalere un po' di buonsenso. Un barlume di lucidità che spinga i signori della guerra a mettere la parola fine.


Ieri, intanto, l'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza in Italia ha lanciato un monito in previsione del 20 novembre: "Investire nei bambini e negli adolescenti per superare la crisi in Italia": ha scritto, preannunciando la presentazione di una campagna di comunicazione dedicata alla ricorrenza.

lunedì 19 novembre 2012

Legno di Cirmolo (Pino Cembro)

pino_cembro_ramo.jpgIl legno di cirmolo è dimostrato essere un toccasana per dormire bene. Lo sanno bene le popolazioni delle valli alpine dove molti letti e camere da letto sono arredate proprio il pino cembro (pinus cembra). Nella nostra valle Varaita abbiamo il bosco di pino cembro più esteso presente sull'arco alpino (il bosco dell'Alevè)


Questo pino cresce oltre i 1500 metri e fino ai 2400 di altezza ed è un albero molto forte capace di sopportare i venti alpini, la neve e il freddo. E’ noto da secoli per le sue proprietà: riesce a far diminuire i battiti cardiaci e dunque viene considerato l’alleato perfetto del sonno. Infatti, in passato, era uso preparare culle per neonati e bambini proprio con il legno del cirmolo.


Ovviamente vi sono derivati dal cirmolo come oli, saponi, imbottiture e appunto il legno usato per oggettistica e sculture, pannelli per le pareti o per pavimenti ma anche per confezionare con i trucioli cuscini che favoriscono il sonno; c’è anche l’olio essenziale usato per curare stiramenti, strappi muscolari e contusioni.


In passato era anche molto usato per arredare, vi si costruivano sopratutto armadi avendo notato che i vestiti si mantenevamo molto bene al suo interno. È stato dimostrato scientificamente l’effetto benefico del legno di pino cembro, impiegato nella costruzione di mobilio, sull’uomo. Il profumo del legno di pino cembro, anche se gradito agli uomini, non altrettanto lo è per gli insetti nocivi. Il legno di pino cembro si mantiene per decenni e tiene lontano le tarme da armadi e cassetti. I gustosi pinoli del pino cembro erano impiegati una volta, nella zona alpina, come prezioso alimento. L’olio di pino cembro aiuta inoltre a rilassarsi ed è di giovamento nei raffreddori.


Veniamo all’uso dei trucioli nei cuscini per favorire il sonno: ci sono diversi negozi con la vendita on line che hanno tra le loro offerte anche bambole, orsetti e ninnoli o imbottiti con trucioli di legno o in legno di cirmolo da regalare ai bambini per assicurare loro un sonno tranquillo.


Infine l’uso dell’olio essenziale di cirmolo è indicato sia per profumare delicatamente la casa, ha un retrogusto dolce e la prima sensazione che si ha è di essere in un bosco alpino.

domenica 18 novembre 2012

Riciclo batterie auto elettriche

batt.jpgCome fare a smaltire le batterie delle auto elettriche? Trasformandole in generatori elettrici casalinghi! Attualmente uno dei nei dei veicoli a zero emissioni è legato proprio allo smaltimento delle batterie al termine del loro ciclo di vita. Un punto a sfavore che però ha già pronta una soluzione, fornita da General Motors e ABB.


Le due aziende, infatti, hanno condotto un'esperimento e montato insieme cinque batterie usate della Chevrolet Volt in una unità modulare in grado di fornire due ore di energia elettrica ad alcune case americane. E General Motors ne ha dimostrato anche il funzionamento. Durante l'evento di presentazione, lo scorso 14 novembre, il prototipo ha fornito infatti 25 kW di potenza e 50 kWh di energia per alimentare tutte le luci di supporto e le attrezzature audiovisive in una struttura di "off-grid", in cui il 100% della potenza dell'impianto è stata originata dalle vecchie batterie della Volt attraverso il sistema di archiviazione ABB Inverter Energy.


Il sistema, una volta perfezionato, potrebbe essere utilizzato per alimentare un gruppo di case o anche piccoli edifici commerciali in caso di black out, o durante un'interruzione di corrente, vista la limitata disponibilità di energia al momento messa a disposizione (solo 2 ore). Ma l'idea potrebbe anche consentire lo stoccaggio di energia durante i periodi “a basso costo” per un uso successivo, durante i picchi di domanda. Con un evidente vantaggio economico. Il sistema di GM infatti potrebbe un giorno essere usato per ridurre i costi dell'energia e migliorare la qualità della erogazione della potenza.


“In molti casi, quando la batteria di un EV (Veicolo Elettrico, NdR) ha raggiunto la fine della sua vita in un'applicazione automotive, ne è stato usato solo il 30% o meno. Questo lascia una enorme quantità di 'vita' che può essere utilizzata da altre applicazioni” ha detto Pablo Valencia, responsabile di GM per la gestione del ciclo di vita della batteria.


“Abbiamo dimostrato oggi quanto velocemente questo concetto di ricerca si stia trasformando in realtà”, ha continuato Allen Burchett, vicepresidente di ABB per lo sviluppo delle imprese nel Nord America. “Il sistema di batterie ABB-GM Volt è il primo al mondo a sfruttare le batterie delle auto il più possibile per l'alimentazione di backup delle case e di altre attività commerciali”.


Auto elettriche, ecologiche due volte, sia durante che alla fine della loro vita.

giovedì 8 novembre 2012

Il Louvre

Louvre-1.jpgVeniva inaugurato l'8 novembre 1793 ed è diventato uno dei più grandi e prestigiosi musei del mondo.


Il Louvre ha origine da una fortificazione fatta costruire da Filippo Augusto al momento della sua partenza per la Crociata del 1190, al fine di proteggere la riva destra in sua assenza. 


Successivamente, nel XIV secolo, la fortezza fu abbellita da Carlo V che ne fece una residenza secondaria, ma solo con Francesco I, nel 1515, il Louvre divenne la dimora principale dei sovrani di Francia. Il re sostituì il torrione con un cortile lastricato e fece rinnovare l’intero palazzo dall’architetto Pierre Lescot. Poco più tardi, Caterina de’ Medici fece costruire un nuovo palazzo nella zona antistante il Louvre che era stata precedentemente occupata da fabbriche di tegole (tuiles): il palazzo prese per l’appunto il nome di Tuileries. La sovrana pose, inoltre, le basi di un ambizioso progetto, quello di ingrandire ulteriormente il Louvre a spese di edifici privati e di collegarlo alla nuova residenza. Il progetto fu realizzato a partire dal 1594 da Enrico IV, che curò il collegamento alle Tuileries attraverso la Grande e la Piccola Galleria.


In seguito furono diverse le modifiche o le aggiunte all’edificio, ma l’evento che caratterizzò maggiormente la trasformazione dell’area fu la distruzione del palazzo di Caterina de’ Medici, seguito agli eventi rivoluzionari, e la realizzazione al suo posto dei giardini omonimi.


Il Louvre perse la sua funzione di residenza reale all’epoca di Luigi XIV che spostò la corte nel nuovo palazzo di Versailles e nell’edificio, a partire dal 1793, fu realizzato il Muséum Central des Arts.


Nel 1981, solo pochi mesi dopo la sua nomina a presidente della Repubblica Francese, François Mitterand propose di rinnovare e rendere più funzionali le strutture museali del Louvre. Il progetto venne affidato all’architetto sino-americano Pei e incontrò da subito numerose difficoltà. La prima fu rappresentata dalla necessità di spostare il Ministero delle Finanze, che aveva sede nell’ala Richelieu, per poter consacrare definitivamente e completamente l’antico palazzo reale a museo. La riluttanza al trasferimento a Bercy, da parte del ministro, creò un po’ di tensione in ambito politico ma i suoi tentativi di opposizione furono vani: ormai il progetto aveva preso il volo.


Così, venti anni di lavoro e un investimento di un miliardo di euro, hanno migliorato la presentazione delle opere e hanno dato vita ad una città sotterranea che, con biglietteria, luoghi di ristoro e boutique di vario genere, è oggi il corollario adeguato ad uno dei più grandi e visitati musei del mondo.


Come accesso alla Ville Louvre, Pei ideò una monumentale piramide di vetro. Naturalmente la creazione di quest’opera tanto imponente e moderna nella vecchia Cour Napoléon diede adito a non poche critiche che definirono il progetto un “Grande Errore”, osteggiando “La geometria glaciale” della Piramide e temendo che queste nuove costruzioni potessero degenerare in una sorta di Disneyland parigina – in un’epoca in cui, tra l’altro, il parco dei divertimenti non esisteva ancora.


Ma come già era successo un secolo prima con la Tour Eiffel, nonostante le critiche aspre, il monumento ha riscosso, sin dall’inaugurazione nel 1989, un gran successo.


 

venerdì 26 ottobre 2012

La Cappella Sistina compie 500 anni

sistina.jpgIl 31 ottobre 1512, esattamente 500 anni fa, Michelangelo Buonarroti 1475-1564, protagonista del Rinascimento italiano, portava a compimento in Vaticano, la realizzazione del ciclo di affreschi di quasi 1000 m² nella volta della Cappella Sistina, considerato traguardo insuperabile dell'ingegno creativo, uno dei capolavori assoluti dell'arte occidentale. 


"Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere", scriveva il poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe 1749-1832. 


Il tema generale degli affreschi della volta è il mistero della Creazione di Dio, che raggiunge il culmine nella realizzazione dell'uomo a sua immagine e somiglianza. Con l'incarnazione di Cristo, oltre a riscattare l'umanità dal peccato originale, si raggiunge il perfetto e ultimo compimento della creazione divina, innalzando l'uomo ancora di più verso Dio. In questo senso appare più chiara la celebrazione che fa Michelangelo della bellezza del corpo umano nudo. Inoltre la volta celebra la concordanza fra Antico e Nuovo Testamento, dove il primo prefigura il secondo, e la previsione della venuta di Cristo in ambito ebraico, con i profeti, e pagano, con le sibille. 


In definitiva, la difficile sfida su un'impresa di dimensioni colossali 40x13 metri, con oltre trecento personaggi, e con una tecnica a lui non congeniale, con il diretto confronto coi grandi maestri fiorentini presso i quali si era formato, poté dirsi pienamente riuscita oltre ogni aspettativa. Lo straordinario affresco venne inaugurato la vigilia di Ognissanti del 1512.


I lavori, che avevano avuto come committente il papa Giulio II, erano cominciati quattro anni prima, nel 1508, e avevano presentato sin dall’inizio non poche difficoltà, anche in virtù delle dimensioni che andò assumendo, nel tempo, l’impresa. Inizialmente infatti Michelangelo era stato incaricato di dipingere solo le dodici figure degli Apostoli, ma a lavoro concluso, i personaggi raffigurati, tratti dalla Genesi e dal Vecchio Testamento, erano più di trecento, distribuiti su una superficie di oltre cinquecento metri quadri. 

Combustibili fossili

Combustibili-fossili.jpgUn nostro antenato, che aveva già scoperto il fuoco, cercando altre cose da bruciare oltre alla legna, si accorse che c'erano dei curiosi sassi neri e lucidi che, diversamente da tutte le altre pietre, potevano incendiarsi. Soprattutto bruciavano molto lentamente, avevano una fiamma bella calda e praticamente non facevano né fumo né cenere. Quelle pietre nere erano anche leggere e facili da trasportare. Il difficile era trovarle: si doveva andare a cercarli sottoterra o in fondo a qualche caverna.


Il carbon fossile era ben conosciuto dall'uomo preistorico e ce lo dimostrano le numerose tracce rinvenute in Italia e in Grecia in villaggi risalenti all'età del bronzo. Era poi usato come combustibile in Cina e tra gli indigeni dell'America pre-colombiana già mille anni prima di Cristo. Ma si trattava sempre di carbone "di superficie" che si incontrava quasi casualmente (e infatti era destinato solo a re e sacerdoti). Furono i cinesi, nel 600-500 a. C., a cominciare a scavarlo con metodo. Intorno all'anno mille quest'attività si diffuse anche in Europa, specialmente in Gran Bretagna e in Germania.


Anche il petrolio ha una storia più antica di quel che si crede. In Persia il petrolio grezzo, denso e appiccicoso, trasudava spontaneamente da alcune rocce. Dopo qualche piccola scossa di terremoto poteva anche capitare, nel deserto, di vedere un getto di petrolio fuoriuscire dal terreno a mo' di geyser (secoli più tardi Marco Polo descrisse le fontane di olio nero che aveva visto nella regione di Baku, nell'attuale Azerbaigian). Il bitume (una miscela semisolida di vari tipi di petrolio) veniva usato in Persia, 6000 anni or sono, per asfaltare le strade più importanti. Così come gli Egizi usavano la pece per rendere più impermeabile il fondo delle imbarcazioni.


Se il carbone era molto facile da utilizzare come fonte di calore o di luce, il petrolio non era considerato un buon combustibile. Era assai più difficile da maneggiare, bruciava in modo irregolare e il fumo nero era decisamente puzzolente. Giocare col petrolio era roba da maghi, cioè da chi si interessava di chimica. Tant'è che nel 673 a.C., quando Costantinopoli era assediata dalla flotta araba e stava per cadere, un alchimista di nome Callinicus (di origine siriana, guarda caso) propose di incendiare il mare. Come "incendiare il mare"? Callinicus dimostrò che era possibile grazie a una miscela a base di petrolio da lui preparata: stava a galla, non si mescolava con l'acqua e poteva così bruciare anche sul mare. Immaginatevi gli arabi quando videro le fiamme che lentamente si avvicinavano alle loro navi. Furono presi dal panico (pensarono a chissà quale sortilegio), scapparono e Costantinopoli fu salva.


Carbone e petrolio (e anche il gas naturale) sono detti combustibili "fossili" perché si sono formati nella stessa maniera. Milioni e milioni di anni fa, al tempo dei dinosauri, la Terra era molto più selvaggia di oggi: c'erano foreste ovunque e molti più animali di oggi. Anche il mare era molto più ricco, specie di alghe e di plancton. Inoltre la Terra stava terminando la sua evoluzione: eruzioni vulcaniche e terremoti imperversavano ancora. Così, man mano che morivano, le piante e gli animali venivano ricoperti da nuovi strati di terra e roccia. Sottoterra (in particolare sotto i fondali marini), le sostanze chimiche che componevano tali esseri viventi si disgregarono per il grande peso dei materiali che li ricoprivano trasformandosi in petrolio e gas, mentre il legno si trasformò per lo più in carbone. Fu così che nacquero tutti i grandi giacimenti di combustibili fossili che ora sfruttiamo per produrre energia.

sabato 20 ottobre 2012

L'energia solare è contagiosa

fotovoltaico-casa.jpgL'energia solare è contagiosa. Se i nostri vicini di casa hanno installati pannelli solari (termici o fotovoltaici) anche noi saremo indotti a installarli.


Lo dice uno studio condotto da due università americane che ha preso in esame i pannelli installati in tutta la California dal 2001 al 2011. I ricercatori hanno dedotto che sono sufficienti 10 installazioni in una zona residenziale perchè si verifichi un incremento dell'8% di nuovi pannelli.


Gli esperti di marketing spiegano che questo fenomeno è già stato osservato in altre occasioni: chi installa i pannelli gode degli incentivi economici e ne parla con i vicini di casa. Inoltre i nostri vicini non vogliono apparire meno ecologici di noi e quindi sono indotti a imitarci.


E' stato constatato che è più probabile l'installazione sui tetti delle famiglie numerose (confermo che è vero) e sui tetti delle case abitate dagli ingegneri. 

giovedì 11 ottobre 2012

Combustibili fossili

Ufossili.jpgn nostro antenato, che aveva domato il fuoco, cercando altre cose da bruciare oltre alla legna, si accorse che c'erano dei curiosi sassi neri e lucidi che, diversamente da tutte le altre pietre, potevano incendiarsi. Soprattutto bruciavano molto lentamente, avevano una fiamma bella calda e praticamente non facevano né fumo né cenere. Quelle pietre nere erano anche leggere e facili da trasportare. Il difficile era trovarle: si doveva andare a cercarli sottoterra o in fondo a qualche caverna.


Il carbon fossile era ben conosciuto dall'uomo preistorico e ce lo dimostrano le numerose tracce rinvenute in Italia e in Grecia in villaggi risalenti all'età del bronzo. Era poi usato come combustibile in Cina e tra gli indigeni dell'America pre-colombiana già mille anni prima di Cristo. Ma si trattava sempre di carbone "di superficie" che si incontrava quasi casualmente (e infatti era destinato solo a re e sacerdoti). Furono i cinesi, nel 600-500 a. C., a cominciare a scavarlo con metodo. Intorno all'anno mille quest'attività si diffuse anche in Europa, specialmente in Gran Bretagna e in Germania.


Anche il petrolio ha una storia più antica di quel che si crede. In Persia il petrolio grezzo, denso e appiccicoso, trasudava spontaneamente da alcune rocce. Dopo qualche piccola scossa di terremoto poteva anche capitare, nel deserto, di vedere un getto di petrolio fuoriuscire dal terreno a mo' di geyser (secoli più tardi Marco Polo descrisse le fontane di olio nero che aveva visto nella regione di Baku, nell'attuale Azerbaigian). Il bitume (una miscela semisolida di vari tipi di petrolio) veniva usato in Persia, 6000 anni or sono, per asfaltare le strade più importanti. Così come gli Egizi usavano la pece per rendere più impermeabile il fondo delle imbarcazioni.


Se il carbone era molto facile da utilizzare come fonte di calore o di luce, il petrolio non era considerato un buon combustibile. Era assai più difficile da maneggiare, bruciava in modo irregolare e il fumo nero era decisamente puzzolente. Giocare col petrolio era roba da maghi, cioè da chi si interessava di chimica. Tant'è che nel 673 a.C., quando Costantinopoli era assediata dalla flotta araba e stava per cadere, un alchimista di nome Callinicus (di origine siriana, guarda caso) propose di incendiare il mare. Come "incendiare il mare"? Callinicus dimostrò che era possibile grazie a una miscela a base di petrolio da lui preparata: stava a galla, non si mescolava con l'acqua e poteva così bruciare anche sul mare. Immaginatevi gli arabi quando videro le fiamme che lentamente si avvicinavano alle loro navi. Furono presi dal panico (pensarono a chissà quale sortilegio), scapparono e Costantinopoli fu salva.


Carbone e petrolio sono detti combustibili "fossili" perché si sono formati nella stessa maniera. Milioni e milioni di anni fa, al tempo dei dinosauri, la Terra era molto più selvaggia di oggi: c'erano foreste ovunque e molti più animali di oggi. Anche il mare era molto più ricco, specie di alghe e di plancton. Inoltre la Terra stava terminando la sua evoluzione: eruzioni vulcaniche e terremoti imperversavano ancora. Così, man mano che morivano, le piante e gli animali venivano ricoperti da nuovi strati di terra e roccia. Sottoterra (in particolare sotto i fondali marini), le sostanze chimiche che componevano tali esseri viventi si disgregarono per il grande peso dei materiali che li ricoprivano trasformandosi in petrolio e gas, mentre il legno si trasformò per lo più in carbone. Fu così che nacquero tutti i grandi giacimenti di combustibili fossili che ora sfruttiamo per produrre energia.


Questo procedimento di trasformazione si chiama mineralizzazione: vegetali e animali diventano petrolio e carbone, cioè minerali.


 

mercoledì 10 ottobre 2012

Spari su Malala, ragazza coraggio anti-talebani

malala.jpgLotta tra la vita e la morte Malala Yousufzai, la ragazza che ha osato sfidare i talebani. L'adolescente pachistana di 14 anni, che tempo fa aveva coraggiosamente denunciato i soprusi della cultura talebana nella Valle dello Swat e che per questo aveva ricevuto ad Islamabad il Premio nazionale della pace, e' stata presa di mira oggi a colpi d'arma da fuoco a Mingora da un commando armato che l'ha ferita gravemente. 


L'azione e' stata rivendicata con una telefonata spiegando che la ragazzina e' stata ''colpita perche' insisteva a sviluppare una propaganda anti-talebana ed un pensiero 'occidentale' fra i giovani della zone pashtun''. Da tempo il gruppo fondamentalista l'aveva iscritta in una lista di nemici da colpire.


 Poco piu' di un anno fa l'intraprendente ragazzina pachistana aveva raggiunto una certa notorieta' nazionale ed internazionale per le sue decise critiche alla cultura talebana e alle limitazioni che essa impone soprattutto alle donne. Le sue critiche al governo nella Valle pachistana dello Swat nel 2009 erano state affidate ad un blog pubblicato con uno pseudonimo dalla Bbc. Una ong che si batte per la protezione dell'infanzia, la Kids Rights Foundation, l'aveva a sua volta candidata lo scorso anno senza successo per l'assegnazione del Premio internazionale per la pace per i bambini.

martedì 2 ottobre 2012

La bicicletta sorpassa l'auto

obama2.jpgNel 2011 in Italia si sono vendute più biciclette che automobili. Un sorpasso storico che non accadeva dal Dopoguerra. Le auto immatricolate sono state 1.748.143, le bici vendute 1.750.000. Quasi duemila pezzi in più.UNO scarto minimo, se la si butta in matematica. In realtà simbolico di come le due ruote stiano marciando alla conquista del cuore degli italiani.


Sarà la crisi, la maggiore attenzione all’ambiente, sicuramente una rivoluzione negli stili di vita. Ripeteva in continuazione lo scrittore inglese di fantascienza Herbert George Wells: “Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per il genere umano ci sia ancora speranza”. La fantascienza è diventata realtà, la bicicletta oggi si vende più della macchina. E anche se dall’altro lato della medaglia si scorge la più grave crisi del settore automobilistico degli ultimi decenni (il mercato è ripiombato ai livelli del 1964, ad agosto si è avuta la nona contrazione consecutiva a due cifre, con un meno 20 per cento di vendita rispetto al 2011), qualcosa si muove in avanti. Anche perché alle biciclette vendute vanno aggiunte 200 mila vecchie biciclette tirate fuori da cantine e garage, spolverate e rimesse in sesto.


Ma perché? Cos’è cambiato? La crisi, il prezzo della benzina arrivato a 2 euro al litro e i 7 mila euro all’anno (calcolati da Federconsumatori) per mantenere l’auto ci hanno sicuramente convinto a pedalare di più. «Ma non è solo questo — sostiene Nigrelli — il segreto del successo sta nel fatto che la bici è easy, facile da usare, costa poco, è maneggevole, comoda, oggi anche hi-tech nelle versioni ibride ed elettriche. Su un tratto di 5 km batte qualsiasi altro mezzo». Sarà per questo che è l’unico mezzo di trasporto privato che non ha subito un crollo di vendita. I produttori ne fanno di pieghevoli, a tre ruote, rétro, anfibie, senza pedali, placcate d’oro e in pelle di struzzo per chi vuole sì pedalare, ma con glamour.


Si usa per andare al lavoro, per spostarsi in città, per fare le gite. Eccolo, un altro motivo del successo: la vacanza a pedali. «La tendenza è quella di ricercare sempre di più il “turismo personalizzato” — dice Franco Isetti, presidente del Touring Club Italiano — le persone scelgono da sole mete e itinerari non omologati, che uniscono la visita ai beni culturali, il tour enogastronomico e il contatto con l’ambiente e i centri storici. La bicicletta è il mezzo ideale, il più semplice per coniugare tutto questo. Oltretutto, con i modelli ibridi la pedalata assistita e la possibilità di sfruttare anche il motore elettrico, si è aperto il mercato ai più anziani».


Il sorpasso della bicicletta sull’automobile è avvenuto anche in Germania. C’era da aspettarselo, lì le città sono decisamente “bikefriendly”, grazie al record europeo: 40 mila km di piste ciclabili.  «Questo rinnovato amore — ragiona Antonio Della Venezia, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta — aprirà la mentalità a chi ha sempre usato soltanto l’auto. Non credo che l’Italia tornerà ai livelli di vendita di auto precedenti al 2008. È l’occasione per cambiare stile di vita».

lunedì 17 settembre 2012

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto ...

eneterm2.jpgQualsiasi cosa, dall’accendere un ventilatore a fare un gioco, consuma energia. L’energia non si può né creare né distruggere ma solo convertire in un’altra forma di energia. Se sono diverse le forme sotto cui si presenta a noi l’energia: calore, elettricità, movimento, ecc. Tutte le forme di energia possono essere trasformate le une nelle altre.


Energia potenziale


E’ l’energia posseduta da un oggetto che può essere convertita in un’altra forma. Un oggetto posto in alto finché è ben appoggiato possiede energia potenziale ma se viene lasciato cadere trasforma la sua energia potenziale in energia di movimento. L’energia potenziale dipende quindi dalla forza di gravità ed in particolare dall’altezza a cui è posto l’oggetto.


Energia cinetica


E’ l’energia di movimento, ogni oggetto in movimento possiede energia cinetica. Aumentando la velocità aumenta l’energia del corpo. Un corpo fermo invece non possiede energia cinetica.


Energia chimica


Le molecole di un composto sono legate insieme le une alle altre dall’energia chimica. Quando una reazione chimica crea o distrugge questi legami può rilasciare energia. Nel processo digestivo il cibo fornisce energia chimica al nostro corpo. Oppure la combustione è una reazione chimica che libera una notevole quantità di energia sotto forma di calore e luce.


L’energia necessaria per svolgere un compito è detta “lavoro”. La quantità di lavoro compiuto è uguale all’energia. Energia e lavoro si misurano in joule. Un joule è l’energia sviluppata da una forza di 1 newton (un decimo di Kg) per lo spostamento di 1 metro. Se sollevo di un metro un etto di prosciutto impiego un joule di energia.


Ogni volta che l’energia si trasforma da una forma ad un’altra si parla di efficienza: una macchina efficiente trasforma tutta – o quasi tutta – l’energia dalla prima alla seconda forma, senza sprechi. Una macchina poco efficiente disperde molta energia. Il motore di un’automobile è poco efficiente: trasforma in movimento l’energia chimica del carburante ma disperde anche molta energia sotto forma di calore. Anche la lampadina è poco efficiente perchè non trasforma tutta l’energia elettrica in luce ma produce anche molto calore.


Un lavoro può essere svolto in poco tempo o molto tempo impiegando sempre la stessa quantità di energia. Il concetto di potenza invece tiene conto del tempo: la potenza è una certa quantità di lavoro svolto in un certo tempo. Se impiego poco tempo significa che sono potente, viceversa se impiego molto tempo significa che sono poco potente. Lo stesso vale per una macchina.

lunedì 3 settembre 2012

Auguri al papà della Porsche

 


00.jpg137 anni fa nasce Ferdinand Porsche, fondatore della celebre casa automobilistica. Le automobili erano il suo destino. Ferdinand Porsche, lo sapeva sin da bambino. Era nato il 3 settembre 1875 in Boemia, nell'allora impero austroungarico ora Repubblica Ceca e fin dalla nascita era cresciuto a pane e motori. Già da ragazzo aiutava il padre nella sua officina meccanica, frequentando le lezioni serali alla Scuola tecnica imperiale di Liberec. A 18 anni riuscì a trovare un lavoro a Vienna, e qui “ proseguì gli studi” intrufolandosi alle lezioni di ingegneria dell'Università  ogni volta che gli era possibile. 


Per il resto della sua vita continuò la sua formazione direttamente sul campo, disegnando e creando automobili. E i risultati non si fecero attendere: all' Esposizione Universale del 1900 di Parigi, impiegato alla Jakob Lohner & Co, la casa di produzione delle carrozze della famiglia imperiale e dei reali di Inghilterra, Svezia e Romania, presentò la System Lohner-Porsche la prima macchina elettrica. La cui evoluzione, dotata sia di batterie elettriche sia un motore a petrolio della Daimler, sarebbe poi stata la prima automobile ibrida della storia. Ed era appena il 1901. 


Da allora il suo astro non fece altro che splendere più intensamente, nonostante i casi della vita e della storia. Venne assunto dalla Daimler, realizzò – su ordine di Adolf Hitler – la prima Volksvagen, il famoso Maggiolino, e poi -  grazie al figlio Ferry (Ferdinand Anton) – nel 1948 trasformò la sua azienda di “ consulenza ingegneristica e meccanica” di Stoccarda, in una vera e propria casa automobilistica. Mentre lui era imprigionato in Francia con l'accusa di collaborazionismo con i nazisti, infatti, Ferry lavorava disperatamente per portare avanti gli affari di famiglia e oltre a fornire consulenze e disegni, collaborava anche alla produzione. Insieme, dopo la liberazione di Ferdinand, i due crearono la prima macchina a portare il loro nome: la Porsche 356. 


Porsche morì nel 1951 a causa delle conseguenze di un ictus, consapevole di lasciare l'azienda di famiglia in ottime mani: quelle di suo figlio Ferry e di suo nipote, Ferdinand Alexander ( Butzi), che diedero presto vita a quelli che forse sono i più famosi modelli della casa automobilistica di Stoccarda. Nel 1953 il primo creò la 550 Spyder, la stessa su cui James Dean si sarebbe schiantato due anni dopo. Nel 1963, invece, Butzi svelò al mondo la Porsche 901, che subito dopo la sua nascita fu costretta a cambiare nome in 911. 


Il cambio di nome fu d'obbligo perché la casa francese  Peugeot aveva già registrato tutti i numeri con uno zero in mezzo per i propri modelli. L'imprevisto non turbò nessuno nell'azienda di Stoccarda e soprattutto non compromise affatto il successo del modello. La 911, creata per sostituire la 356 come simbolo della Porsche, è una delle più famose auto sportive mai realizzate, ed è tutt'ora in produzione.


 

lunedì 20 agosto 2012

La percorrenza ideale di un'auto elettrica è 100 km

auto_elettrica_ricarica.jpgE' un fatto assodato che in Europa il 60% dei guidatori percorre meno di 30 chilometri al giorno e più del 90% non supera i 100 chilometri. Quindi almeno il 90 % della popolazione continentale che usufruisce dell'auto potrebbe utilizzare tranquillamente un'auto elettrica.


Domanda: che senso avrebbe tenere a bordo costosissime (per ora) batterie al litio con la sicurezza di non utilizzare a pieno l'energia disponibile? Ancora più inopportuna la spesa per quei cittadini che non percorrono più di 30 miseri chilometri al giorno che sono la bellezza del 60 %.


Del tutto insensato è affannarsi per progettare auto elettriche con percorrenze inutilizzabili e tanto meno complicarsi la vita con le auto ibride appesantite da due motori a bordo, batterie, serbatoio,  e elettronica di controllo non certo semplice e suscettibile di malfunzionamenti, prima o poi.


La soluzione è questa: possedere un'auto personale per un utilizzo quotidiano e prendere a occasionalmente a noleggio delle auto che offrano percorrenze congrue, siano esse con motorizzazione tradizionale o elettriche, da utilizzare solo 5, 10 volte o più all'anno secondo necessità. Quel risicato 10% che deve percorrere più di 100 km al giorno può benissimo continuare ad utilizzare un'auto a benzina o gasolio, a sua scelta.


L'auto di tutti i giorni può essere benissimo l'auto che abbiamo avuto per anni con il motore termico e trasformata in elettrica con un kit di conversione, che costa di meno di un'auto nuova sia essa termica sia ancor di più elettrica.

venerdì 17 agosto 2012

Reazioni chimiche

002.jpgLe reazioni chimiche avvengono continuamente intorno a noi e persino nel nostro corpo, quando le molecole si separano e si uniscono tra loro per creare nuove molecole. Le sostanze che vengono modificate da una reazione chimica sono dette reagenti, mentre quelle prodotte si chiamano, appunto, prodotti. Alcune reazioni chimiche possono ridurre una molecola ad un elemento puro. Non possono però separare un atomo: per questo ci vuole una reazione nucleare.


Azioni, come il tritare, tagliare e schiacciare cambiano l’aspetto di una sostanza, ma non le molecole che la compongono. Si tratta, infatti, di cambiamenti fisici, non chimici. Quando le sostanze subiscono un cambiamento chimico, le molecole al loro interno vengono riorganizzate per creare nuove sostanze. Un esempio è quello del ferro esposto all’aria: gli atomi di ferro si combinano con gli atomi di ossigeno per formare molecole di ossido di ferro, noto come ruggine. Durante una reazione chimica, i legami che tengono assieme gli atomi delle molecole si spezzano, mentre altri legami si creano, formando nuove molecole. Gli atomi in sé invece non cambiano. Una reazione chimica non crea atomi, né li distrugge, ma li riorganizza: tutti gli atomi dei prodotti di una reazione, quindi, sono presenti nei reagenti.


In gran parte delle reazioni chimiche, i prodotti non possono essere ritrasformati in reagenti. Bruciando, un prodotto reagisce con l’ossigeno dell’aria che dà luogo a fumo e ceneri, che non potranno mai essere ritrasformati nel materiale originario. Alcune reazioni chimiche possono essere invertite. La reazione iniziale trasforma i reagenti in prodotti, mentre la reazione inversa ritrasforma i prodotti in reagenti.


L’equazione chimica spiega in modo matematico cosa succede in una reazione chimica. I nomi delle sostanze sono sostituiti dai simboli chimici. Per mostrare che gli stessi atomi esistono prima e dopo la reazione, ci devono essere uguali quantità di ogni atomo da entrambe le parti dell’equazione.

giovedì 16 agosto 2012

Le proprietà della materia

022.jpegL’aspetto e il comportamento di una sostanza sono determinati dal tipo di atomi di cui essa è composta e dal modo in cui questi sono disposti. Alcune proprietà sono comuni a tutti gli stati della materia, come la densità (la quantità di materia contenuta in un determinato spazio). Altre proprietà invece, esistono solo in certi stati della materia: l’elasticità, ad esempio, appartiene solo ai solidi.


Le molecole di gran parte dei solidi sono sistemate secondo schemi tridimensionali regolari e danno luogo a cristalli a forma di cubo, piramide o prisma. La struttura geometrica dei cristalli delle pietre preziose è evidente, mentre in gran parte dei solidi i cristalli possono essere visti solo al microscopio.


In alcuni solidi , come il vetro, le molecole non formano cristalli regolari. Privo di questi forti legami cristallini, il vetro solido si comporta in realtà come un lentissimo liquido: ecco perché un vecchio bicchiere può essere più spesso alla base.


Le molecole che si trovano sulla superficie di un liquido sono attratte verso il basso dalla molecole sottostanti, formando un’invisibile pellicola elastica. Questo effetto, detto tensione superficiale, permette a minuscoli insetti di camminare sull’acqua. A causa delle variazione della tensione superficiale di un liquido nel punto in cui tocca il suo contenitore, la superficie del liquido forma una curva, detta menisco. Poiché le molecole d’acqua sono più attratte dal contenitore che l’una all’altra, il menisco dell’acqua si curva verso l’alto; con il mercurio invece succede il contrario.


Le molecole di alcuni solidi sono disposte in filamenti in grado di scivolare facilmente gli uni sugli altri, permettendo al solido di essere allungato, compresso o piegato. Quando la forza che causa l’allungamento, la compressione o il piegamento viene a mancare, le forze presenti tra le molecole riportano il solido alla sua forma iniziale.


Le molecole dei gas possono essere compresse per adattarsi ad uno spazio più piccolo. Quando la pressione cala bruscamente, il gas si espande con forza. Ecco perché un gas, disciolto in un liquido sotto pressione, fa le bollicine o frizza quando il suo contenitore viene aperto.


Quando la materia viene scaldata, si espande perché le molecole si allontanano tra loro. Allo stesso modo, quando il gas di una mongolfiera viene riscaldato, si espande, gonfiando il pallone. La mongolfiera quindi sale perché l’aria all’interno del pallone è meno densa dell’aria circostante.

domenica 12 agosto 2012

Facebook: fasulli 83 milioni di utenti

f.jpgTanti sono gli utenti finti sul celebre social network. E' quanto emerge da un'attenta analisi effettuata dalla società. Da quando si è quotato in borsa, Facebook dev'esser il più trasparente possibile. Ecco perché la società che lo gestisce ha vagliato con attenzione gli oltre 950 milioni di utenti. Ne sono emersi dati molto interessanti. 


Per cominciare è risultato che circa 83 milioni di profili sono fasulli (quasi il 10% del totale e sono in crescita) . Di questi circa il 5% del totale, sono profili duplicati, appartenenti a utenti che oltre al loro hanno deciso di aprire un secondo o un terzo account. C'è poi un ulteriore 2,5% di utenti definiti come mal-classificati, ovvero profili di società, organizzazioni o addirittura animali (sembra che molti creino profili del proprio gatto...). A chiudere il quadro ci sono i profili creati ad hoc per ingannare gli altri utenti e veicolare spam o messaggi pubblicitari (tipicamente con foto di donne o uomini particolarmente attraenti). Questi rappresentano un ulteriore 1,5%. 

martedì 7 agosto 2012

Abebe Bikila, vincere la maratona olimpica senza scarpe

Abebe_Bikila.jpgNasce il 7 agosto 1932 in Etiopia; nello stesso giorno in cui viene alla luce, a Los Angeles si sta correndo la maratona olimpica. Figlio di un pastore, prima di diventare un eroe nazionale per le sue imprese sportive, la sua professione era quella di agente di polizia, nonché guardia del corpo personale dell'imperatore Haile Selassie.


Rimane una leggenda in ambito sportivo da quando ai Giochi Olimpici di Roma del 1960 vinse correndo scalzo la gara della maratona. E' il 10 settembre: Abebe si ritrova a far parte della nazionale olimpica etiope in sostituzione di Wami Biratu, infortunatosi poco prima della partenza durante una partita di calcio. Le scarpe fornite dallo sponsor tecnico non risultano comode, così due ore prima della gara decide di correre scalzo.


Aveva iniziato con l'atletica agonistica solo quattro anni prima, allenato dallo svedese Onni Niskanen. Il percorso della maratona di Roma supera la consuetudine che voleva la partenza ed il traguardo all'interno dello stadio olimpico. Alla vigilia della gara erano pochissimi quelli che annoveravano Abebe Bikila tra i nomi favoriti, nonostante l'etipe avesse fatto segnare un tempo notevole nei giorni precedenti.


Con indosso la maglia verde numero 11, ingaggia da subito una sfida contro un fantasma: Abebe vuole tenere d'occhio il concorrente numero 26, il marocchino Rhadi Ben Abdesselam, che invece parte con il 185. Bikila rimane tra i gruppi di testa e non non trovando l'avversario, pensa che questi sia più avanti. Alla fine sarà l'etiope il vincitore. Dopo la gara, quando gli viene chiesto il motivo della sua decisione di correre scalzo, avrà modo di dichiarare: "Volevo che il mondo sapesse che il mio paese, l'Etiopia, ha sempre vinto con determinazione ed eroismo".


Quattro anni dopo, Abebe Bikila si presenta alla XVIII Olimpiade (Tokyo 1964) in condizioni di forma non ottimali: solo sei settimane prima aveva subito un'operazione chirurgica all'appendice e il tempo dedicato agli allenamenti si era molto ridotto. Nonostante questa circostanza sfavorevole è lui l'atleta che taglia per primo il traguardo e che indosserà al collo la medaglia d'oro. In questa occasione gareggia con le scarpe e stabilisce il miglior tempo mondiale sulla distanza. Nella storia di questa faticosa disciplina, Abebe Bikila è il primo atleta di sempre ad aver vinto la maratona olimpica due volte di seguito. Ai Giochi Olimpici del 1968, che si tengono a Città del Messico, il trentaseienne etiope deve subire e sopportare diversi handicap, dovuti all'altitudine, agli infortuni e in generale all'età ormai avanzata. Si ritirerà dalla gara prima di raggiungere il traguardo.


In carriera corre quindici maratone, vincendone dodici (due ritiri e un quinto posto a Boston, nel maggio 1963). L'anno seguente, nel 1969, rimane vittima di un incidente automobilistico nei pressi di Addis Abeba: rimane paralizzato dal torace in giù. Nonostante le cure e l'interesse internazionale non riuscirà più a camminare. Aveva sempre amato praticare sport alternandosi in varie discipline, come calcio, tennis e pallacanestro. Impossibilitato nell'uso degli arti inferiori non perde la forza di continuare a gareggiare: nel tiro con l'arco, nel ping pong, perfino in una gara di corsa di slitte (in Norvegia). Abebe Bikila morirà a causa di un'emorragia cerebrale alla giovane età di quarantuno anni, il 25 ottobre 1973. Lo stadio nazionale di Addis Abeba sarà a lui dedicato.

sabato 4 agosto 2012

Hydro, turbina eolica galleggiante

hywind405x490.jpgSi chiama Hydro il primo prototipo al mondo di turbina eolica galleggiante. L’aerogeneratore è stato installato al largo delle coste norvegesi, 10 km a sud-est della città di Karmoy.


Hywind ha dimensioni davvero notevoli: le sue pale hanno un diametro di 82 metri e si estende per 65 metri sopra il livello del mare e per circa 100 al di sotto della superficie. L’aerogeneratore è ancorato sul fondale con tre cavi di acciaio e galleggia grazie alla parte inferiore del pilone, su cui sono installate le pale, che è cava.


Gli impianti offshore convenzionali vengono appoggiati sul fondale e possono essere installati solo in prossimità delle coste, o comunque dove la profondità del mare non superi i 60-70 metri. Le caratteristiche tecnologiche di Hywind invece lo rendono utilizzabile in fondali profondi tra i 120 e i 700 metri, ampliando notevolmente i contesti marini in cui è possibile utilizzarlo.


L’installazione a grande distanza dalle coste comporta ulteriori vantaggi: non pone problemi di visibilità né dal punto di vista estetico-turistico (argomento più volte discusso dalle associazioni ambientaliste), né da quello dell’interferenza con le rotte mercantili. Cosa ancor più importante, anche le prestazioni sono migliori rispetto ai sistemi tradizionali: in prima istanza perché in mare aperto il vento è più forte e continuo e poi anche perché un impianto del genere è più resistente alle sollecitazioni strutturali, risultando più flessibile con venti di forza maggiore rispetto agli impianti con fondamenta rigide.


Pur essendo ancora un prototipo e avendo comunque dei limiti (sostanzialmente l’ancoraggio al fondo e il costo del collegamento elettrico) Hywind apre enormi potenzialità per lo sviluppo dell’eolico offshore

mercoledì 1 agosto 2012

Londra 2012 i padiglioni per le gare di Tiro

La sede delle gare di tiro di Londra 2012 (tiro a segno e tiro a volo), progettata dallo studio Magma Architecture nel quartiere sudorientale di Woolwich, ospiterà le discipline di tiro ai Giochi Olimpici e Paraolimpici di Londra del 2012: tiro a segno, tiro a volo, tiro con l'arco in tre location indoor e tre all'aria aperta. 


big_386401_8973_02_web_RAB1998-JLDiehl.jpgLe gare di tiro sono specialità difficili da seguire a occhio nudo. Il progetto dei padiglioni è stato improntato, per questo, dal desiderio di offrire l'esperienza del flusso e della precisione, propria di questo sport, attraverso la creazione di uno spazio curvo e dinamico. Il risultato è una facciata bianca curvilinea, composta da una doppia membrana e costellata di aperture dai colori sgargianti. Oltre che ad animare la facciata, questi "bolli" svolgono la funzione di punti di tensione per l'intera struttura. 


Le aperture nei 18.000 mq di superficie della membrana, realizzata in PVC senza, hanno funzione di bocchette di ventilazione e, al piano terra, di porte d'ingresso. L'aspetto fresco e leggero degli edifici aumenta il carattere festoso e celebrativo dell'evento olimpico. Sapendo che gli edifici sarebbero stati smantellati dopo l'evento, un obiettivo ulteriore è stato quello di creare un progetto fuori dal comune, in modo che fosse ricordato dai visitatori e dalla comunità locale. 


Si stima che oltre 104.000 spettatori assisteranno alle gare. I tre padiglioni offrono 3.800 posti suddivisi tra due tribune parzialmente chiuse e una tribuna chiusa. Le facciate sono lunghe 107 metri complessivi. La sostenibilità è stata un altro fattore chiave del progetto: tutti i materiali saranno riutilizzati o riciclati. Tutti e tre gli edifici sono mobili, ogni giuntura è stata progettato in modo da poter essere rimontata, e non sono stati utilizzati materiali compositi o adesivi. Inoltre, le facciate semitrasparenti, che coprono due terzi della superficie, consentono di ridurre la necessità d'illuminazione artificiale, mentre la ventilazione è completamente naturale. La doppia curvatura è il risultato di un uso ottimale della membrana, che lo studio Magma ha sperimentato per diversi anni. A Olimpiadi concluse, i tre edifici temporanei saranno smantellati e ricostruiti a Glasgow dove ospiteranno i Giochi del Commonwealth nel 2014.


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martedì 31 luglio 2012

Basketball Arena di Londra 2012

5007488f28ba0d33bf000029_london-2012-basketball-arena-wilkinson-eyre-architects_439p175_h-528x229.jpgL'arena per il basket è però un volume semplice e leggero, interamente rivestito con membrane tese di PVC che formano una superficie tridimensionale bombata. La Basketball Arena è la struttura temporanea più grande mai realizzata nella storia dei Giochi Olimpici, nonché una delle più veloci da costruire: solo 15 mesi per un edificio che è il terzo, per dimensione, di tutta Londra 2012 (114x96 m per un'altezza di 35 m).


L'Arena, che ospiterà le gare di pallacanestro, le finali di pallamano e le gare del rugby in carrozzina, essendo situata su un'altura a nord del sito, adiacente al Velodromo, è chiaramente visibile da punti di vista diversi all'interno del Parco Olimpico.


Si tratta di un'architettura che ha trasformato i suoi vincoli in punti di forza. In primo luogo: la flessibilità. Dovendo realizzare un edificio che fosse rapido da montare e completamente smontabile, Wilkinson Eyre Architects optano per soluzioni costruttive leggere che celebrano la temporaneità e si distinguono chiaramente dalle strutture permanenti circostanti. Flessibilità anche nell'allestimento: sono necessarie solo 22 ore per passare dalla configurazione per il basket a quella per la pallamano.


In secondo luogo: il budget limitato. Questo ha portato, da un lato, a soluzioni economiche a forte visibilità, come l'iconico rivestimento tessile che avvolge completamente l'edificio, esaltandone il carattere effimero, dall'altro, a soluzioni gestionali "insolite", l'edificio è in affitto. Così facendo, il sistema pubblico ha risparmiato e si è favorito il rispetto dei tempi e dei costi previsti. Inoltre, il proprietario è l'impresa scozzese che l'ha costruito e che si occuperà dello smontaggio per poi riutilizzarlo probabilmente nel 2014 per i Giochi del Commonwealth; per il futuro c'è già stata una manifestazione di interesse anche da parte del Comitato per le Olimpiadi di Rio de Janeiro.


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lunedì 30 luglio 2012

Il Velodromo olimpico di Londra

Velodromo-londra-2012-b.jpgIl Velodromo olimpico di Londra è lo stadio dedicato alle corse ciclistiche su pista. Questo edificio sarà la sede per 6.000 spettatori, gli atleti che si sfideranno a colpi di pedali, costruito con materiali pregiati e forme seducenti. Orgogliosamente presentato da Hopkins Architects, questo edificio enorme è pronto per un’inaugurazione in grande stile.


Con i dettagli della facciata in legno di cedro e i vetri presenti in tutta la struttura è adatto per consentire una vista ottimale su tutti i lati dell’edificio, il Velodromo è anche stato oggetto di studio per tecniche più ecologiche come ad esempio i lucernari che sono costruiti nel soffitto della struttura per l’utilizzo migliore della luce diurna durante le manifestazioni sportive . Ci sono anche altre tecniche verdi utilizzati in questo edificio, tra cui l’utilizzo dell’acqua piovana per i servizi igienici, ed è stato progettato anche per tenere conto della massimizzazione nell’utilizzo dei materiali per ottenere il minore scarto di lavorazione possibile. Un vero capolavoro architettonico che lascerà un ricordo indelebile su spettatori, atleti e giornalisti.


Altre immagini del Velodromo

domenica 29 luglio 2012

London 2012: l'Olympic Stadium mira all'essenziale

00stadioolimpicolondra.jpgLo stadio olimpico che ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura dei giochi di London 2012 si trova al centro del parco olimpico, circondato da corsi d'acqua su tre lati come fosse su un'isola, ed è raggiungibile attraverso cinque ponti che lo connettono al resto del parco. 


Progettato dallo studio Populous, già autore a Londra del Wembley Stadium e del più recente Emirates Stadium, è al centro delle polemiche a causa del design troppo essenziale, quasi povero.


Nessun effetto mozzafiato, un semplice ovale che ha deluso rispetto al suo predecessore olimpico di Beijng, il famoso stadio Bird's Nest di Herzog & de Meuron.


In piena crisi economica London 2012 per lo stadio sembra puntare sulla sobrietà, delegando all'Aquatics Centre di Zaha Hadid e al velodromo di Hopkins Architetcts la competizione per aggiudicarsi il ruolo di icone olimpiche. 


L'Olympic Stadium rimarrà alla memoria per alcuni accorgimenti che hanno permesso di risparmiare o di riutilizzare materiali, facendosi così apprezzare per la sua sostenibilità: la tribuna inferiore è stata direttamente scavata nel suolo e le 800.000 tonnellate di terreno di riporto sono state riutilizzate in altre aree all'interno del parco olimpico.


Lo stadio può ospitare 80.000 spettatori ma la sua capacità potrà essere ridotta a 25.000 persone dopo i giochi, eliminando l'ultimo anello di tribune che è stato costruito in parte con tubazioni del gas riciclate.


È la prima volta che uno stadio olimpico viene costruito progettando una parte temporanea e rimovibile così consistente, così come è la prima volta che tutti i servizi accessori come catering e bagni sono collocati all'esterno dello stadio in strutture provvisorie.


A giochi terminati lo stadio verrà preso in carico dalla Municipalità di Londra e ospiterà i campionati mondiali di Atletica nel 2015.


Altre immagini dello stadio olimpico

sabato 28 luglio 2012

il Piemonte alle Olimpiadi di Londra 2012

Elisa-Rigaudo-segno-zodiacale-Gemelli_v_gdv.jpgIl Coni ha pubblicato l’elenco degli atleti che parteciperanno alle prossime Olimpiadi estive di Londra 2012. I Piemontesi a Londra saranno 11 su 292 totali. Ben cinque presenze arrivano dall’atletica leggera che sembra essere lo sport in migliore salute. Si tratta di  Davide Manenti, Fabio Cerutti, Elena Romagnolo, Elisa Rigaudo e  Valeria Straneo. Poi ci sono due pallavoliste:  Paola Cardullo e Eleonora Lo Bianco, la canoista Clara Giai Pron, il ginnasta Enrico Pozzo, la nuotatrice Chiara Boggiatto e il tiratore Giovanni Pellielo.


Anche se siamo la regione con più presenze in atletica leggera, tuttavia la situazione dello sport piemontese che esce dai dati dei convocati del CONI è preoccupante perchè siamo piuttosto indietro fra le regioni italiane. La Regione con più convocati è la Lombardia (49), poi  Lazio (37),  Toscana (28),  Campania (20), Veneto (19),  Liguria (19),  Emilia Romagna (18),  Sicilia (15),  Trentino Alto Adige (12). Poi arriva il  Piemonte (11) seguito da  Marche (11),  Puglia (10),  Friuli Venezia Giulia (9),  Umbria (3), Abruzzo (2),  Calabria (2),  Sardegna (2) e  Valle D Aosta (1)

mercoledì 25 luglio 2012

La magia dell'elettricità

elettricità.jpgL'esistenza di particelle elettriche positive e negative fu teorizzata da Benjamin Franklin nella seconda metà del 1700, ma è a partire da Alessandro Volta che l'uomo ha imparato a conoscere i fenomeni elettrici per sfruttarli a suo vantaggio. 


La corrente elettrica che serve a far funzionare una lampadina non è altro che un flusso di elettroni (cariche negative) che dalla centrale elettrica corrono lungo i fili fino a casa nostra. Premere l'interruttore è come aprire un rubinetto e far "scorrere" liberamente gli elettroni che andranno a mettere in funzione gli apparati interni di qualunque elettrodomestico. Ecco perché l'elettricità è così importante per la nostra vita: è una forma di energia molto versatile, si trasporta e si controlla con facilità (basta un filo isolato e un interruttore) e si converte all'istante in luce (lampadina, televisore...), calore (stufa, saldatore, forno a microonde...) o movimento (ventilatore, frullatore, ascensore, treno e auto elettriche...).


La strada aperta da Volta venne presto imboccata da molti altri. Nel 1820, il danese Hans Christian Oersted, scoprì l'elettromagnetismo, cioè il fenomeno per cui una pila di Volta è in grado di far deviare l'ago di una bussola. Un elemento cardine per il futuro delle telecomunicazioni (gli studi di Oersted stanno alla base dell'invenzione della radio) e dei trasporti. Infatti nel 1879, il tedesco Werner von Siemens presenterà al pubblico il primo treno elettrico e, il 18 marzo 1888, il fisico piemontese Galileo Ferraris annuncia la realizzazione del motore elettrico a corrente alternata, che sfrutta proprio i campi magnetici di Oersted. Ferraris non brevetterà mai la sua invenzione per metterla a disposizione di tutti e contribuire gratis al progresso dell'umanità.


Su un versante più casalingo lo sfruttamento dell'elettricità ha inizio con l'invenzione della lampadina elettrica. Già nel 1811 si era scoperto che' alcuni fili metallici, se riscaldati tramite il passaggio di elettroni, si illuminavano. Ma, illuminandosi, bruciavano in pochi attimi. Nel 1841 un inglese pensò di inserire tutto il meccanismo in un bulbo di vetro sottovuoto (senz'aria la combustione non è possibile) e l'idea fu raccolta da Thomas Alva Edison che per primo realizzò una lampadina a incandescenza efficiente, facile da installare ed economica. Le case cominciarono ad essere elettrificate (alcuni quartieri di Manhattan, a New York, servirono come "cavie") e da quel momento ha inizio una vera e propria rivoluzione delle abitudini e degli stili di vita. Secondo alcuni studiosi di storia è in questo periodo che inizia la modernità. Oggi l'energia elettrica è la linfa vitale della nostra esistenza: provate a contare in casa quanti sono gli apparecchi che hanno bisogno di elettricità per funzionare.


 

martedì 24 luglio 2012

Al luna park il primo treno elettrico

01.jpgSe la Gran Bretagna è la patria delle locomotive a vapore, il papà del treno elettrico è tedesco. Nel 1879, in occasione dell'Esposizione internazionale di Berlino, il tedesco Werner von Siemens costruì la prima ferrovia elettrica del mondo. Doveva essere solo la dimostrazione delle potenzialità del nuovo sistema (che alla gente incuteva timore perché temeva di rimanere folgorata in caso di guasto) e in quest'ottica Siemens costruì la sua locomotiva elettrica in scala ridotta, con il manovratore seduto a cavalcioni del motore elettrico.


Anche ivagoni non erano veri vagoni, ma panchette con le ruote. Il tutto assomigliava ad un'attrazione da luna-park. La gente, 30 passeggeri alla volta, si divertiva molto a farsi portare in giro per i padiglioni dell'Esposizione alla tranquilla velocità di 6,5 km/h, ma nessuno prese sul serio il silenzioso ed efficiente motore elettrico dell'inventore tedesco.


Infatti il primo treno passeggeri elettrico ad entrare regolarmente in servizio fu americano: nel 1895 su un tratto di 6 km della Baltimore and Ohio Railroad la locomotiva a vapore veniva sganciata e sostituita da una elettrica. Date le numerosi gallerie, i passeggeri erano esasperati dal fumo nero che faceva mancare il respiro e sporcava i vestiti.


L'elettrificazione delle strade ferrate era molto costosa, ma non troppo complicata. Man mano che si procedeva con la posa dei binari, a lato veniva costruita una linea del telegrafo. Dunque era sufficiente agganciare i cavi elettrici a dei pali già esistenti.

lunedì 23 luglio 2012

Che materia è?

stati.gifTutto ciò che nell’universo è fatto di atomi e occupa spazio è detto materia. Questa si trova ovunque: negli animali, negli oggetti, nelle sostanze che si possono vedere e toccare, ma anche nelle stelle e nei pianeti. La materia si trova anche nelle cose che non possiamo vedere: nei gas o nelle minuscole particelle che il naso percepisce come odori.


Alcune cose come la luce, il calore e il suono non sono fatte di atomi e quindi non occupano spazio. Esse non sono materia, ma forme di energia. La materia si presenta in diversi stati, a seconda della quantità di energia che contiene. Gli stati della materia più comuni sono il solido, il liquido e il gassoso. Talvolta la materia si presenta in altri stati, come ad esempio il plasma.


Le molecole di un solido hanno meno energia di quelle di un liquido o di un gas. I solidi hanno un volume fisso e hanno una forma definita. Le molecole di un liquido hanno più energia, quindi si muovono più velocemente e si allontanano di più le une dalle altre. I liquidi hanno un volume fisso, ma non una forma definita. Le molecole dei gas sono le più ricche di energia, quindi si muovono più velocemente. Un gas non ha un volume o una forma definita. Si sparge per adattarsi allo spazio che lo contiene.

mercoledì 18 luglio 2012

La tavola periodica

tavola periodica.pngTutti gli elementi chimici dell'universo sono stati disposti ordinatamente per ordine di grandezza nella tavola periodica nel 1869 dal chimico russo Dmitri Mendeleev. Sono distribuiti in righe e colonne che raggruppano elementi simili per struttura e proprietà. La maggior parte degli elementi sono presenti in natura mentre altri sono stati creati artificialmente. Le righe soono dette periodi mentre le colonne gruppi


Ciascun elemento ha iin alto nella casella il numero atomico (il numero dei protoni del nucleo), il simbolo, e il numero di massa atomica (dato da protoni e neutroni). Partendo in alto a sinistra con l'idrogeno, gli elementi sono organizzati pper righe con numero atomico crescente. La massa atomica aumenta con il numero atomico, quindi in alto ci sono gli elementi leggeri, in basso i pesanti.


Ci sono 7 righe e il numero di riga rappresenta il numero di orbitali su cui sono disposti gli elettroni: l'drogeno in riga 1 ha un solo orbitale, l'oro, in riga 6 ha sei orbitali. Ogni gruppo (colonna) contiene elementi che hanno lo stesso numero di elettroni sulle orbite esterne. Procedendo da sinisttra a destra gli elementi si fanno via via meno reattivi. 


 

martedì 17 luglio 2012

L'atomo

atomo.jpgGli scienziati hanno creduto per secoli che l'atomo fosse la più piccola parte delal materia: indivisibile. Oggi sappiamo che gli atomi sono formati d particelle più piccole (sub-atomiche) e che a seconda del numero e della posizione di queste particelle sono atomi di carbonio o di ossigeno o di un altro dei circa 100 elementi naturali. Gli atomi sono così piccoli che il punto alla fine di questa frase ne potrebbe contenere circa 6 milioni. 


Le particelle sub-atomiche che hanno una carica elettrica sono il protone (+) e l'elettrone (-). Il neutrone non ha carica elettrica. Protone e neutrone rappresentano il nucleo e sono tenuti insieme da potenti forze nucleari. Gli elettroni sono fuori dal nucleo in regioni diverse dette orbitali (fino a 7). Nell'atomo è prevalente lo spazio vuoto rispetto al piano. Pensate che se il nucleo fosse un piccolo pisello messo al centro di uno stadio di calcio, gli elettroni orbiterebbero all'esterno dello stadio. 


La maggior parte degli elementi chimici su unisce a coppie o a gruppi formando le molecole. Le molecole costituite da atomi diversi sono dette composti. Un esempio èè l'acqua, formata da 2 atomi di idrogeno e 1 di ossigeno. Un atomo solitamente non ha carica elettrica perchè il numero di cariche positive (protoni) è uguale al numero di cariche negative (elettroni). ma se l'atomo acquista o perde elettroni può acquisire una carica elettrica positiva o negativa: in questo caso prende il nome di ione.


Due ioni di carica opposta si attraggono e possono formare un legame ionico dando origine ad un composto chimico. A volte invece gli atomi possono condividere gli elettroni: allora si forma un legame covalente. Nei metalli invece, gli atomi possoono perdere elettroni i quali fluiscono liberi da un nucleo ad un altro creando la corrente elettrica. I metalli sono appunto dei buoni conduttori di corrente elettrica (e di calore che è un'altra foorma di energia).

lunedì 16 luglio 2012

Cosa è la scienza?

galileo.jpgLa scienza si occupa dell'infinitamente piccolo (le particelle atomiche che costituiscono tutta la materia) e dell'infinitamente grande (pianeti, stelle, galassie). Studia e descrive la struttura, le proprietà e il comportamento di tutte le cose, viventi e non viventi. E' come un albero con tre grandi rami: la fisica, la chimica e la biologia. 


La fisica studia le forze e l'energia: include la meccanica, la gravità,, l'elettricità, il magnetismo. La chimica studia la composizione delle sostanze e il modo in cui reagiscono fra loro. La chimica organica studia le sostanze che contengono il carbonio, elemento essenziale per gli organismi viventi.  La chimica inorganica studia tutte le altre sostanze. La biologia studia la struttura e il comportamento delel piante e degli animali. La materia che si occupa delle piante prende il nome di botanica mentre la zoologia si occupa degli animali. La genetica invece si occupa delle caratteristiche ereditate dalle diverse generazioni di piante e animali.


Gli scienziati per procedere con il loro lavoro si sono dati un metodo, chiamato appunto metodo scientifico.   Provano a darsi una spiegazione su un fenomeno: e questa è l'ipotesi. Poi escogitano una procedura per verificare se l'ipotesi è corretta: e questo è l'esperimento. Lo scienziato descrive l'esperimento, possibilmente con misurazioni, registrando i dati e tutte le prove a conferma dell'ipotesi fatta: e questa è l'osservazione. Infine, se l'ipotesi è stata confermata, viene formulata una teoria, che basandosi sulle prove dell'esperimento, descrive il fenomeno.

martedì 3 luglio 2012

L'impronta ecologica del Piemonte

 


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"Il Piemonte ha performance ambientali migliori di quelle di altre regioni e nazioni avanzate, ma decisamente peggiori rispetto alla media mondiale e addirittura pessime se considerate rispetto al bilancio su scala planetaria, perché il Piemonte sta contribuendo a consumare lo stock non più rigenerabile di capitale naturale globale".Sono le parole dell'Ires, l'Istituto ricerche economico-sociali del Piemonte, che per primo ha applicato il calcolo dell'impronta ecologica a un ambito locale e, più precisamente, al Piemonte.


In termini di biocapacità, ovvero della capacità di un ecosistema di rigenerarsi, ogni piemontese ha a sua disposizione una quota pari a 1,18 ettari globali. In realtà un abitante medio della regione ne consuma 5,28, generando un decifit di circa 4 gha pro capite.


Inoltre è emerso dallo studio Ires che il 74% delle risurse naturali utilizzate in Piemonte è importato.


Come spiegato dai ricercatori dell'istituto, la regione "similmente agli altri Paesi e territori ricchi del globo, supplisce alla carenza di risorse ecologiche locali importandole da altre regioni italiane e da altre nazioni".


 


 


 

Cosa è il furto di identità?

furto_identita_come_prevenirlo.jpgConsiste nell’ottenere indebitamente le informazioni personali di un soggetto al fine di sostituirsi in tutto o in parte al soggetto stesso e compiere azioni illecite in suo nome  o ottenere credito tramite false credenziali. 


Il criminale, in genere, ha bisogno di questi dati per attuare la frode:


Nome, cognome, indirizzo



  • Il codice fiscale

  • Il numero di telefono di casa

  • Luogo e data di nascita

  • Numero della carta di credito

  • Gli estremi del conto corrente 

  • Nomi dei genitori, luogo di lavoro


E non è affatto difficile trovarli… 


Può colpirci come privati cittadini, ma anche le aziende e le altre organizzazioni possono facilmente diventarne vittima. 


 


 

giovedì 28 giugno 2012

Ai piemontesi piace e.bay

eBay-logo.jpgSecondo Ebay.it il Piemonte è la terza regione italiana in classifica sia per oggetti acquistati che per euro spesi su eBay.it, dietro alla Lombardia e al Lazio e davanti al Veneto. Suddividendo i dati per province Torino è la più attiva su eBay.it, sia per numero di oggetti comprati, che per spesa. Al secondo posto, con un netto distacco, la provincia di Cuneo, mentre al terzo posto si posiziona Novara. Chiudono la classifica Asti e Verbano-Cusio-Ossola.


Guardando a cosa comprano i piemontesi più dei loro connazionali, la regione dimostra una passione verso l’hobby del decoupage. I Piemontesi sembrano interessati anche a scoprire di più sul mondo che ci circonda: tra gli oggetti più acquistati in Piemonte rispetto alle altre regioni risultano infatti anche i documentari in dvd. Infine, la regione acquista anche batterie e pile su eBay.it


Per quanto riguarda i prodotti maggiormente comprati in assoluto in questa regione, i cellulari e i loro accessori guidano la classifica. Un altro settore per cui i piemontesi fanno follie è quello dell’abbigliamento, ma in questo caso sono gli uomini a superare le donne nella classifica degli oggetti più acquistati: al terzo posto infatti, dopo cellulari e elettronica, troviamo in Piemonte l’abbigliamento per uomo, con un capo venduto ogni 12 minuti.

domenica 24 giugno 2012

L'energia prodotta coi pannelli fotovoltaici ha superato l'eolico


fotovoltaico_galleggiante_solar_island.jpgL'eolico? Superato. Il fotovoltaico è la prima fra le nuove fonti di energia rinnovabile in Italia. L'energia ricavata dai raggi solari, secondi i dati diffusi da Confartigianato, a febbraio 2012 ha superato quella prodotta dalle pale eoliche, arrivando a 10.678 GWh contro i 10.568 GWh prodotti da queste ultime. Secondo Confartigianato, il solare basterebbe oggi a coprire il bisogno energetico delle famiglie del Sud.

Ma le rinnovabili sono appena il 26% dell'energia prodotta. Nello stesso periodo dell'anno si è registrata una crescita contenuta della produzione energetica da fonti geotermiche (+121 GWh), mentre è in calo la produzione idroelettrica, con una riduzione di 7.416 GWh.


Crolla invece la produzione termica. Le fonti tradizionali hanno prodotto 12.373 GWh in meno. Nonostante la corsa del sole e del vento, le energie rinnovabili rappresentano ancora oggi il 26,2% della produzione energetica italiana, contro il 73,8% del termico.

lunedì 28 maggio 2012

Incidenti nucleari, i rischi maggiori li corre l'Europa occidentale

mapparischioincidentinucleari.jpgIncidenti nucleari della gravità di Cernobyl e Fukushima possono occorrere ogni 10-20 anni in Europa occidentale dove la densità dei reattori è molto elevata. A dirlo è un recente rapporto del Max Planck Institute di Magonza. In tutto il mondo è proprio l’Europa occidentale la più esposta al rischio di contaminazione radioattiva su larga scala causata da gravi incidenti ai reattori nucleari.


Gli scienziati hanno calcolato la probabilità di incidenti sulla base delle ore di funzionamento di tutti i reattori nucleari civili e dei meltdown verificatisi. In base al numero attuale di reattori gli incidenti sono circa 200 volte più probabili di quanto stimato in passato.


Un’eventualità simile causerebbe la contaminazione da cesio-137 in un’area di oltre mille chilometri dal reattore, interessando qualcosa come 28 milioni di persone

mercoledì 23 maggio 2012

L'invenzione della ruota

ruota.JPGAmir si era appena sposato e avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendere felice la sua giovane moglie, ma soprattutto una casa nuova con qualche stanza in più avrebbe fatto comodo.


Di buon grado si mise a cercare un appartamento più grande, ma sua moglie si era messa in testa che l'unica soluzione era quella di costruirne una. E, ovviamente, aveva scelto anche il terreno: un bel prato, in cima alla collina che si affacciava sull'Eufrate. Amìr non perse tempo a discutere (sarebbe stato inutile) e assoldò un paio di operai.


Il problema maggiore era trasportare il materiale fin lassù. I tronchi di legno potevano rotolare, ma le pietre proprio no. E trascinarle in salita era una fatica improba. Ma ... se i tronchi potevano rotolare si potevano anche usare per far scivolare le pietre con più facilità. Detto fatto. Amir sì procurò una dozzina di tronchi delle stesse dimensioni e ci sistemò sopra i grossi massi rettangolari necessari per le mura esterne.


Man mano che i due operai procedevano spingendo verso l'alto, lui prendeva i tronchi che la pietra si lasciava alle spalle e li ripiazzava davanti. In un settimana aveva risolto il lavoro di mesi. Ma a volte i tronchi rotolavano via per conto loro o si incastravano, o non avevano lo stesso diametro. Così Amir prese una barca dal fondo piatto e, con delle cinghie, fissò alcuni tronchi sotto la chiglia. Le cinghie non erano troppo strette: permettevano che il tronco rotolasse, ma gli impedivano di scappar via. Ma poco dopo anche questo tecnica mostrò i suoi limiti; le cinghie si consumavano e si rompevano. Il passo successivo fu quello di fissare al fondo della barca due pali lunghi abbastanza da sporgere lateralmente. Quindi "affettare" un tronco bello grande in modo da formare quattro ruote che, bucate al centro, venivano infilate alle estremità dei due pali e bloccate in qualche modo. Era nato il primo carro.


L'invenzione della ruota è relativamente recente, perché risale ad appena 3500 anni a.C. Le prime notizie ci arrivano dalla Mesopotamia, e, più esattamente, dalle rovine di una città sumera dove è stato ritrovato un dipinto che raffigura un carro funebre con quattro ruote piene. Curiosamente, popoli molto più antichi e più ingegnosi dei Sumeri, come gli Egizi o gli Incas, non avevano pensato a un meccanismo così semplice. Sebbene nata tardi, la ruota si diffuse molto rapidamente in tutto il Mediterraneo: furono i romani a esaltarne la praticità e la funzionalità con carri da guerra agili e leggeri e con le famose bighe, dotate di robustissime ruote a raggi, rinforzate con placche eli ferro.

sabato 19 maggio 2012

Monti ci invita a pedalare

monti.JPGNon è uno scherzo. Mario Monti il nostro presidente del Consiglio solidarizza con la campagna salvacicisliti e scrive di continuare a “pedalare” per attirare l’attenzione sulla sicurezza delle strade e per sostenere chi usa la bicicletta come mezzo di trasporto.


Prima che Presidente del Consiglio sono stato un appassionato di ciclismo e un cicloamatore io stesso. Anche se non ho più, come un tempo, l’opportunità di muovermi in bicicletta come vorrei, conosco le problematiche che devono affrontare coloro che utilizzano la bicicletta per muoversi, soprattutto nelle grandi città.


La bicicletta è un mezzo di trasporto “intelligente”, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale, sia a livello economico, dato che riduce sensibilmente i costi legati alla mobilità urbana, sia, aspetto non meno rilevante, per la salute degli individui.


Come già fatto in Europa, finanziando diversi progetti legati alle piste ciclabili, anche in Italia è necessario riservare maggiore attenzione alla “mobilità leggera”. In questo senso il governo è impegnato a favorire politiche di mobilità sostenibile, anche con l’obiettivo di ridurre il tasso di incidenti stradali che coinvolgono i ciclisti.


Mi rendo tuttavia conto che molto resta ancora da fare.


Vi incoraggio dunque ad andare avanti, oserei dire a “pedalare”, per attirare l’attenzione su quanto si può fare a tutti i livelli per migliorare le condizioni di mobilità di chi usa la bicicletta per muoversi in città.”


Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana

giovedì 17 maggio 2012

Alimentazione sostenibile

157.jpgLa zootecnia, la pesca, l’agricoltura forniscono le materie prime a quel grande organismo onnivoro che è l’industria alimentare, sempre più affamato ed aggressivo. Da lì arrivano i prodotti trasformati e lavorati che compriamo e consumiamo, ma nei processi produttivi su larga scala abbondano gli sprechi e l’attenzione rivolta alla quantità piuttosto che alla qualità sta portando il sistema al collasso.


Ci si concentra tanto sulle emissioni delle automobili, come è giusto che sia, perché investire in mobilità sostenibile sicuramente migliora la qualità dell’aria e della vita dei cittadini, abbattendo i costi delle malattie respiratorie e dei ricoveri.Non bisogna però dimenticare che anche sprecare cibo ed adottare consumi insostenibili vuol dire aumentare le emissioni.


Lo spiega bene un recente studio dell’Università di Edinburgo. Prendiamo il latte, ad esempio, bevanda diffusa nel mondo occidentale per fare colazione. In Gran Bretagna ogni anno vanno sprecate 360.000 tonnellate di latte, l’equivalente di 100.000 tonnellate di gas serra o se preferite un esempio più pratico l’equivalente delle emissioni annue di 20 mila automobili.


I ricercatori spiegano che l’industria alimentare offre molti margini di intervento per la riduzione delle emissioni nell’intera filiera. Partendo dai campi, dove gli agricoltori, oggi in crisi, potrebbero ridurre l’impatto ambientale, utilizzando meno fertilizzanti e pesticidi, adottando la lotta biologica e la rotazione delle colture, ad esempio. Ma anche metodi di irrigazione a risparmio idrico come l’irrigazione a goccia e la subirrigazione. L’industria di trasformazione dovrebbe, dal suo canto, ridurre gli sprechi e rendere più efficienti e meno dispersivi i processi produttivi. I consumatori, dal canto loro, possono contribuire a ridurre le emissioni, evitando di acquistare cibo in eccesso e riducendo gli sprechi.


L'allevamento su vasta scala è insostenibile dal punto di vista ecologico. Ormai, la metà delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali, semi oleosi, foraggi, proteaginose, destinati agli animali. Per far fronte a questa immensa domanda - in continuo aumento, in quanto le popolazioni che tradizionalmente consumavano poca carne oggi iniziano a consumarne sempre di più - si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale, il polmone verde del pianeta, per far spazio a nuovi pascoli o a nuovi terreni da coltivare per gli animali, che in breve tempo si desertificano.


La popolazione continua a crescere e ha fame. Solo intervendo sui consumi e sui processi produttivi sarà possibile arginare il riscaldamento globale e lo sfruttamento insostenibile delle risorse naturali, evitando di trovarci un giorno, ancora una volta, a constatare il default delle risorse ed a piangere sul latte versato in una terra sempre più desolata e, quel che è peggio, sempre più densamente popolata ed affamata.