venerdì 29 gennaio 2010

Le carie si curano di getto

OraDentista450Shutterstock.jpgA breve la paura del dentista sarà solo un ricordo. Come il trapano: una nuova, rivoluzionaria tecnica messa a punto dall’Università Saarland, ad Amburgo, promette una cura per le carie veloce e indolore. Grazie a un getto di gas plasma capace di ripulire tutti i batteri dal dente ed eliminare il tessuto infetto senza traumi. Oggi – come tutti sanno – bisogna usare il trapano per questa operazione che, però, intacca l’integrità del dente. Il getto di plasma no: anzi, nel giro di pochi secondi è in grado di ridurre di diecimila volte la concentrazione di batteri. Bisogna avere pazienza almeno per altri tre anni, prima che il sistema sia utilizzabile. Peccato...

martedì 26 gennaio 2010

Pagare con il cellulare, rivoluzione in arrivo

 

mobile-payments-modelsdetta.jpgPresto, per tutte le transazioni economiche, almeno quelle di piccola entità, sarà sufficiente avere a portata di mano il proprio telefonino. E' cominciato, infatti, l'iter parlamentare per il recepimento di una direttiva europea che cambierà il nostro modo di fare shopping.

Niente più code per pagare le bollette. Niente più carta di credito per fare acquisti nei negozi o pagare il conto al ristorante. Presto, per tutte le transazioni economiche, almeno quelle di piccola entità, sarà sufficiente avere a portata di mano il proprio cellulare. E’ in arrivo in Italia una vera e propria rivoluzione nel pagamento elettronico: da lunedì è partito l’iter parlamentare per il recepimento della direttiva comunitaria 64/07 che, nelle intenzioni del legislatore, pare destinata a modificare radicalmente le modalità con cui finora abbiamo fatto shopping. Obiettivo della direttiva, è quello di ridurre quanto più possibile l’uso del contante non solo nel settore privato ma anche nella pubblica amministrazione.

Che cosa si può già pagare con il cellulare
Va specificato che i pagamenti elettronici tramite telefonino non sono del tutto sconosciuti nel nostro Paese. Alcuni comuni, per esempio, utilizzano già questo sistema nel pagamento dei parcheggi. Da diversi mesi, le Poste Italiane hanno annunciato la possibilità di pagare i bollettini con il cellulare. Si tratta tuttavia di esperimenti isolati, che anticipano solo in parte più profonde trasformazioni che si prospettano nei prossimi mesi (il primo novembre è fissato il termine per la trasformazione della legge comunitaria in decreto legislativo). Tra queste, vale la pena citare l'ingresso nel mercato della moneta elettronica di operatori diversi da quelli bancari, che svolgeranno esclusivamente servizi di pagamento. Un arrivo auspicato dallo stesso Antitrust, che considera l’arrivo sul mercato di nuovi soggetti come una garanzia di maggiore concorrenza nel settore delle carte di pagamento.

Cosa accade negli altri Paesi
Insomma, in un futuro non tanto lontano non è escluso che si possa caricare un parte del proprio conto sulla sim del cellulare e utilizzarlo per pagare il giornale, le bollette, i biglietti allo stadio, ecc. Cosa che tra l’altro già avviene da tempo in molti paesi. Negli Stati Uniti, in Giappone, ma anche in Kenia, Filippine, Sudafrica, tanto per citarne qualcuno, i micro-pagamenti tramite sim telefonica sono già una realtà.

Come funziona
La tecnologia che sta alla base di questa nuova modalità di pagamento si chiama Nfc (Near field communications) e in sostanza permette di effettuare acquisti semplicemente avvicinando il cellulare ad un lettore compatibile (come in foto, ndr). In realtà si tratta di una tecnologia già utilizzata in altri contesti, come quello del riconoscimento personale, nell’ambito di fiere e congressi che utilizzano pass elettronici. Ora il salto di qualità verso i pagamenti elettronici.
In Italia tale tecnologia si può già trovare su alcuni telefonini. Nokia, tra le società di telefonia più attive su questo versante, ha lanciato circa un anno fa il 6212 NFC. Per effettuare una transazione economica, il telefono può essere impostato in modo da consentire il pagamento solo a seguito di una espressa autorizzazione con password, diversamente da quanto avviene con la carta di credito che può essere utilizzata da chiunque ne entri in possesso.

mercoledì 20 gennaio 2010

Il litio: metallo protagonista del XXI secolo

 

litio2_int.jpgAi più, il simbolo “Li”, non dirà nulla. Conviene però cominciare subito a prendere confidenza con queste due lettere perché il litio, simbolo chimico Li appunto, potrebbe rappresentare la ricchezza del Ventunesimo secolo.

Il litio, il metallo più leggero presente in natura, è infatti l’elemento più usato per produrre le batterie per cellulari, laptop (i computer portatili), iPhone, Blackberry e numerosi altri utensili, alimentati a batterie, di uso comune.Nel nostro pianeta, il Litio è presente in quantità elevata e si estrae prevalentemente dai laghi salati, ma anche da rocce ignee.

L’aspetto più interessante, per quanto attiene alla geopolitica, è quello legato alle zone geografiche dove il litio è maggiormente presente. In tal senso, è l’America latina a farla da padrone. Almeno il 50% delle riserve di litio, infatti, si trova in Bolivia presso i grandi laghi salati, in particolar modo il Salar de Uyuni (nel sudest del paese).  La zona è circondata da catene montuose e si trova nei pressi del vulcano attivo di Tunupa (che contribuisce a fornire litio al lago).  Il litio boliviano è commercialmente sfruttabile, ma richiede ancora alti investimenti in tecnologia per la sua estrazione. Infatti, l’elevata altitudine - oltre 3600 metri – e l’alto contenuto di magnesio delle acque, obbligano il paese sudamericano a dover investire ancora per usufruire veramente di questa ricchezza. In tal senso si sta aprendo la disputa tra grandi multinazionali e Governo boliviano: il presidente Morales infatti, è restio ad accettare offerte straniere per lo sfruttamento del litio e preferirebbe favorire la popolazione indigena locale che però, ovviamente, non dispone dei necessari mezzi economici. Il secondo grande deposito di litio, quello commercialmente più sfruttato, è in Cile, presso il Salar de Atacama (che, si ritiene contenga oltre 3 milioni di tonnellate di litio). La minore altitudine - circa 2300 metri - permette, in questo caso, una facile commercializzazione di questa preziosa risorsa e, non casualmente, la società più solida nel mercato del litio è cilena e detiene oltre il 30% della produzione mondiale di litio. Se alle riserve della regione andina, aggiungiamo le riserve del grande lago salato Zhabuye in Tibet, si capisce facilmente che, nel prossimo futuro, quello del litio potrebbe diventare una questione estremamente delicata nel futuro equilibrio delle relazioni internazionali.

La tecnologia, l’auto elettrica (obiettivo del presidente americano Barack Obama che, per questo progetto, ha stanziato oltre 2 miliardi di dollari), le grandi multinazionali (come Lg, Siemens, Mitsubishi, Sony), rischiano davvero di generare una competizione senza confini per il controllo di questo prezioso metallo. La speranza, almeno stavolta, è che i grandi investitori internazionali riescano a coniugare i loro legittimi interessi, con le esigenze delle comunità locali e del territorio.

 

lunedì 18 gennaio 2010

Energia pulita dall'immondizia

dis.jpgLe discariche, da puzzolenti luoghi per l'accumulo dei rifiuti potrebbero presto trasformarsi in impianti ecologici per la produzione di energia. Un team di ricercatori britannici ha recentemente messo a punto un nuovo sistema che consente di recuperare il gas metano prodotto dalla decomposizione dell'immondizia anche in siti molto piccoli, dove fino a oggi questa operazione era considerata impraticabile.
Pattume energetico. Il metano nasce in ambienti privi di ossigeno dalla putrefazione di sostanze organiche e viene estratto dalle discariche attraverso speciali pozzi di aspirazione. Per evitare che insieme al metano venga risucchiata anche aria, tali pozzi sono collocati a grande profondità, in zone ermeticamente isolate. Per questo finora sono state sfruttate soltanto le discariche più grandi, sprecando così le enormi quantità di metano prodotte negli impianti più piccoli. Si calcola che le discariche europee potrebbero generare oltre 94 miliardi di metri cubi di metano all'anno, ma attualmente solo l'1% di questi viene recuperato. Il rimanente viene bruciato per evitare incidenti ma immette nell'atmosfera tonnellate di inquinanti.
Una coperta per i rifiuti. L'idea dello scienziato inglese Viktor Popov è quella di ricoprire le discariche con speciali membrane che isolino il metano dall'aria. Queste particolari coperture sarebbero formate da due strati di argilla semi impermeabile che racchiudono un terzo strato di materiale permeabile.
All'interno dello strato permeabile verrebbe pompata anidride carbonica che, mantenuta a una pressione leggermente superiore a quella atmosferica, creerebbe una barriera che impedirebbe all'aria di entrare in contatto con il metano. Estraendo il metano, l'anidride carbonica verrebbe risucchiata nella discarica attraverso la membrana.

http://www.focus.it

venerdì 15 gennaio 2010

Breve soria dell'ascensore

asc.jpgNei giorni scorsi avrete letto o sentito la notizia che a Dubai l'ascensore del grattacielo più alto al mondo è rimasto bloccato per un'ora con 14 turisti intrappolati all'interno. Il gruppo di turisti è rimasto sospeso a 430 metri di altezza, pochi metri al di sotto dell'osservatorio ''At the top'' che si trova al 124° piano. L'ascensore viaggia a 10 metri al secondo (36 Km/h) e raggiunge il piano panoramico in meno di un minuto.


L'ascensore è oggi, dopo l'automobile, il mezzo di trasporto più diffuso del mondo. Solo per dare un idea di quante persone lo usano quotidianamente, prendiamo ad esempio i grattaceli del Rockfeller, a New York, dove sono installati 216 ascensori, che trasportano ben 250.000 persone al giorno. 

Un mezzo di trasporto moderno, efficiente, sicuro ed in continua evoluzione. Ma la storia dei dispositivi di sollevamento risale addirittura al terzo secolo a.c. 

La lettura di testi antichi e le ricerche archeologiche forniscono ampio materiale su come l'uomo si è sempre ingegnato nel realizzare macchine ed apparecchi che sfruttassero le fonti di energia a disposizione per agevolare lo spostamento in verticale di cose o di persone. 

Esempi di rudimentali ascensori sono quelli che esistevano nel Foro romano, un sistema di gallerie servite da 12 ascensori che coprivano 4 metri di corsa e venivano mossi, ciascuno, da un argano ad asse verticale azionato da quattro uomini.  

Anche nel Colosseo, per sollevare al piano dell'arena i gladiatori, gli animali ed le apparecchiature sceniche per realizzare gli spettacoli, erano stati realizzati ben 32 montacarichi. 

Nel corso dei secoli si sono studiati e sviluppati i sistemi più disparati, ma la storia dell'ascensore modernamente inteso inizia nell' '800 con l'applicazione ad esso di motori a vapore o idraulici. Infatti, con lo svilupparsi di stabilimenti industriali su più piani, si erano andati diffondendo dei montacarichi che avevano dei requisiti simili ai moderni elevatori. 

Nel 1835 viene installato in una fabbrica inglese il "Teagle", primo montacarichi a vapore, poi, nel 1845, l'inglese Thompson mette a punto il primo montacarichi idraulico, mentre nel 1845-1850 a Boston e New York sono installati montacarichi idraulici a cilindro e stantuffo. 

Ma l'evento più significativo si ebbe nel 1854 quando Elisha Graves Otis, imprenditore americano, presentò, durante un esposizione al Crystal Palace ( New York ), il primo ascensore dotato di un dispositivo automatico di sicurezza, in grado di bloccare la cabina nel caso di rottura della fune di sollevamento. 

Otis non aveva inventato il primo elevatore, ma il primo Elevatore Sicuro. 

Tre anni dopo, in un grande magazzino a New York, fu installato il primo ascensore per passeggeri progettato da Otis; nel 1859, l'imprenditore Bogardus realizzò il primo edificio dotato di ascensore per passeggeri, l'Haughwout Building, progettato da John P. Gaynor. 

Lo sviluppo di questo mezzo di trasporto nasceva da un esigenza pratica ben precisa: l'aumento di concentrazione degli abitanti nei grandi agglomerati urbani della costa orientale degli USA determinò un'impennata dei costi dei terreni edificabili. 

Di conseguenza, aumentando l'altezza degli edifici, i costruttori avevano a disposizione una maggiore quantità di superficie abitativa vendibile. Tutto questo rese l'ascensore un bene indispensabile, sul quale furono investite risorse ingenti per renderlo sicuro ed affidabile.  

Nel 1861 E. G. Otis realizza e ottiene il brevetto per un ascensore a vapore. Nel 1880, all'esposizione di Mannheim, W. Von Siemens mostra l'ascensore a motore elettrico, successivamente, nel 1887, fu costruito un ascensore a Baltimora, nel Maryland, con un motore elettrico che faceva girare un argano rotante, attorno al quale si avvolgeva la fune di sollevamento. 

lunedì 4 gennaio 2010

Isaac Newton

newton.jpg

Parlando del grattacielo più alto del mondo. Non possiamo certo dimenticarci di chi, come Isaac Newton, dedicò i suoi sforzi, fra l'altro, allo studio della caduta dei corpi e alla formulazione delle leggi di gravitazione universale.

Oggi Google ci spiega la forza di gravità con le mitiche mele di Isaac Newton: il logo di Google si anima per mostrarci una mela che cade da un albero, la visione che ha ispirato una delle grandi scoperte di Netwon. Nato il 4 gennaio 1643, Isaac Newton è stato matematico, fisico e alchimista, considerato da molti una delle più grandi menti di tutti i tempi. Newton è stato un genio fin dall'infanzia: cresciuto dai nonni in campagna, il piccolo Isaac si dilettava nella costruzione di giocattoli meccanici, meridiane e altri strani aggeggi.

Newton dimostra tutta la sua intelligenza anche all'università. Ma nel 1665 succede un fatto imprevisto: una epidemia di peste colpisce l'Inghilterra, l'università viene chiusa e Newton si ritira in completo isolamento nella sua fattoria per due anni. Qui, grazie alla natura, farà importantissime scoperte...

La leggenda narra che un giorno Isaac Newton vide cadere una mela da un albero. "Cos'è che fa cadere la mela verso il basso invece che verso l'alto?", si domanda Newton. La domanda oggi sembra banale, ma fu proprio Newton a teorizzare la forza di gravità. È la stessa forza di gravità che fa muovere i pianeti intorno al Sole. In un colpo solo, Newton aveva formulato delle leggi universali, valide cioè per la terra così come per il cosmo.

In realtà pare che la storia della mela sia tutta un'invenzione di Newton, per dimostrare quanto fosse abile a trarre ispirazione dagli eventi di tutti i giorni. Newton sapeva di essere un grande e non faceva niente per nasconderlo. Oltre che per le sue scoperte, Newton è passato alla storia anche per il suo caratteraccio. A un genio come lui si può perdonare.

In realtà pare che la storia della mela sia tutta un’invenzione di Newton, per dimostrare quanto fosse abile a trarre ispirazione dagli eventi di tutti i giorni. Newton sapeva di essere un grande e non faceva niente per nasconderlo. Oltre che per le sue scoperte, Newton è passato alla storia anche per il suo caratteraccio. A un genio come lui si può perdonare.

 

Burj Dubai

burj-dubai-projected.jpgSembrava che l’era dei grattacieli potesse volgere al termine dopo il disastroso attacco dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers: le torri parevano troppo esposte, troppo facile oggetto di sfregio o di minaccia, troppo facili vittime le migliaia di persone che si trovano assieme in strutture di decine e decine di piani.

Oggi si inaugura il Burj Dubai che con i suoi 818 metri totali (e 162 piani abitati di cui l’ultimo a 636 metri) surclassa tutto quanto l’uomo ha sinora costruito in altezza, al punto che si pone il problema se il termine grattacielo corrisponda ancora all’oggetto. Perché stiamo entrando in un altro genere di costruzione: non semplici edifici, ma vere e proprie città verticali, che più che grattare il cielo, lo abitano. Qualcosa che sinora è stata oggetto di visioni a cavallo tra architettura e fantascienza, quali quella di F.L. Wright che disegnò a metà degli anni ’50 un palazzo alto un miglio – 1600 metri – o la torre di un chilometro, progettata dall’italiano (residente negli States) Paolo Soleri su richiesta di una società giapponese a metà degli anni ’90.

Poiché per numero la popolazione urbana nel mondo ha da poco superato quella che vive in campagna e tra qualche anno ci si aspetta che il 70 per cento risiederà nelle città, facilmente si comprende come la scelta di verticalizzare le città sia alla lunga un cammino obbligato. In Spagna pochi anni or sono un gruppo di ricercatori ha proposto una «torre bionica», capace di servirsi del sole e dei venti per la climatizzazione passiva e dotata di boschi posti su 12 piani disposti entro sua altezza totale 1228 metri.

L’apertura di Burj Dubai ribadisce che questi arditi progetti sono possibili. La sua collocazione stessa dimostra come trasformare i deserti in luoghi accoglienti: il Dubai negli ultimi decenni si è impegnato a divenire un’oasi di pace aperta ai commerci e al turismo, la spiaggia dorata del Medio Oriente. E la crisi economica non sembra frenarne per ora l’impegno. Il che peraltro non è una novità: la memoria corre all’Empire State Building che, con i suoi 381 metri di altezza è stato per 42 anni l’edificio più alto del mondo (fino a quando nel ’73 furono erette le Twin Towers). Fu costruito in meno di due anni, tra il 1930 e il ’31, in piena depressione post ’29, al punto che circolava il gioco di parole «Empty State Building», dove «empty» sta per «vuoto», ma rimane tuttora il simbolo di quanto New York è stata per il mondo nel corso del XX secolo: il paradigma della città efficiente e ricca di imprenditorialità.

Pur non contenendo le caratteristiche «arcologiche» (architettoniche ed ecologiche) della visione di Soleri, Burj Dubai, con la sua mole immensa, muove un piccolo passo in questa direzione. La sua funzione è mista, commerciale, alberghiera, e residenziale; nasce dalla volontà di dare un volto nuovo a questa zona del mondo: non solo luogo di estrazione del petrolio ma ambiente in cui si può vivere bene. E adotta alcune soluzioni innovative; per esempio l’umidità generata al suo interno sarà raccolta e usata per innaffiare i giardini circostanti (in un anno è una quantità di acqua pari a quella contenuta in 20 piscine olimpioniche); la sua struttura a treppiede, rastremata con scarti asimmetrici è studiata per frazionare la vorticosità dei venti e ridurre così le spinte orizzontali che ne derivano e che possono indurre pericolose oscillazioni.

Anche il World Financial Center di Shanghai, edificio che ha conteso sinora il record dell’altezza a Taipei 101 (il primo tocca quota 492 meri e ha il numero maggiore di piani abitabili, il secondo sfora quota 500, ma solo col pennone), ha una conformazione (caratterizzata dalla gigantesca asola superiore) in gran parte dettata dallo studio della forza del vento.

Basti pensare che solo nella città di Dubai tra un anno si prevede il completamento di un’altra torre, di circa 400 metri per 66 piani, in cui l’attenzione per le fonti rinnovabili sarà particolarmente forte: l’obiettivo è ridurre del 65 per cento i consumo di energia con l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Più alte, più ecologiche. Non torneremo sulle palafitte né colonizzeremo gli alberi: con l’esperienza di queste strutture che oggi sono ancora un lusso per pochi, forse un giorno edificheremo le nuove città per una popolazione mondiale che potrà continuare a crescere senza sentirsi un parassita su territori troppo piccoli.

sabato 2 gennaio 2010

Calendario

calendario.jpgStiamo iniziando un nuovo anno, anzi un nuovo decennio. Non so a voi ma a me viene qualche curiosità.

Da dove arriva la parola calendario?

Bisogna tornare indietro all'epoca romana, quando le "calende", primo giorno del mese, rappresentavano il momento in cui si pagavano i conti; quindi a Roma il calendario era il libro della contabilita' delle imprese e delle famiglie.

Circa l'odierno significato, possiamo dire che il calendario è un sistema per raggruppare le unità di misura del tempo; se chiamiamo "giorno" il tempo corrispondente a una rotazione completa della Terra intorno a se stessa e lo consideriamo come unità fondamentale per la misura del tempo, possiamo dire che il calendario è il sistema per raggruppare i giorni secondo multipli di varie dimensioni (settimane, mesi, anni, e così via) allo scopo di far corrispondere nel miglior modo possibile lo scorrere del tempo agli usi della vita sociale e religiosa delle comunità umane.

Le modalità dei raggruppamenti sono state le più diverse nelle varie civiltà e nelle varie epoche, ma la concezione di base, comune a tutti i calendari inventati nella storia dell'uomo, è che essi legavano e correlavano il passare del tempo ai cicli astronomici che si svolgono intorno alla Terra.
E' facile comprendere che l'attenzione dell'uomo sia sempre stata attratta da quei fenomeni astronomici che si manifestano in modo più evidente; in particolare l'alternarsi del giorno e della notte per merito del Sole, l'evoluzione periodica del ciclo lunare con il succedersi delle fasi e la sequenza delle stagioni (collegata con la variazione di durata del giorno e della notte).

In conseguenza, i calendari inventati nelle varie civiltà furono semplicemente dei mezzi per ottenere una certa forma di legame tra il passare del tempo e i cicli astronomici del Sole e della Luna.

Il guaio peggiore che l'uomo ha dovuto affrontare è stato il fatto che i cicli astronomici del Sole e della Luna non sono tra loro aritmeticamente compatibili o confrontabili con esattezza; infatti la Terra gira intorno al Sole in circa 365 giorni e la Luna gira intorno alla Terra completando il ciclo delle sue fasi in circa 29,5 giorni.

La fantasia dell'uomo ha dovuto sbizzarrirsi in grande misura, dando maggior rilievo al ciclo del sole (calendari solari), al ciclo della luna (calendari lunari), o cercando di mettere insieme i due eventi (calendari luno-solari).

I calendari solari si fondano sulla durata della rivoluzione della Terra intorno al Sole, periodo che viene chiamato "anno"; l'anno generalmente è diviso in 12 mesi di durata variabile; essi grossolanamente ricordano la durata delle lunazioni, pur slittando lentamente rispetto ad esse. I calendari lunisolari si regolano sulla stessa durata dell'anno, ma cercano di far coincidere meglio i mesi e le lunazioni; in conseguenza ogni tanto essi debbono inserire un tredicesimo mese per rifasare l'anno solare con il ciclo lunare.
I calendari lunari regolano l'anno esclusivamente sul ciclo della Luna; quindi in essi i mesi slittano continuamente rispetto alle stagioni.

Notiamo sin d'ora che, ormai in quasi tutto il mondo, si e' affermato il calendario solare gregoriano; gli altri calendari, che possiamo chiamare "storici", quasi dovunque servono solamente per fissare le date di feste e cerimonie tradizionali.

Un multiplo del giorno è la "settimana", diffusa ormai in modo del tutto generale (non fosse altro perché consente di fruire del "weekend"); essa corrisponde circa a un quarto del ciclo lunare. La settimana nacque nell'ambito della civiltà babilonese, ma ha anche importanti riferimenti biblici e ad essa è particolarmente legata la liturgia cristiana.

E' interessante notare che nella tematica della misura del tempo escogitata dall'uomo appare ripetutamente la presenza del numero 12 e dei suoi multipli (12 mesi nell'anno, 24 ore nel giorno, 12 ore per il buio e per la luce, 60 minuti nell'ora e 60 secondi nel minuto); l'uso del 12 come base di conteggio è di origine babilonese; evidentemente i dotti di quel popolo giustamente consideravano il numero 12 preferibile rispetto al 10, che poi ha dato vita al sistema decimale (per via del numero delle dita delle mani).

Per finire dobbiamo ancora ricordare che in passato il giorno d'inizio dell'anno ha oscillato spesso lungo l'arco dei mesi nelle varie epoche e nelle varie regioni; nella storia troviamo infatti come primo giorno dell'anno, ad esempio, il 1 Gennaio, il 1 Marzo, il 21 Marzo, il 25 Marzo (giorno dell'Annunciazione), l'equinozio di primavera, l'equinozio d'autunno, ecc.; il nome degli odierni mesi ottobre, novembre e dicembre ricorda ancora che in epoca romana, prima del 143 a.C., l'anno iniziava con il mese di marzo, sicché gli odierni ultimi tre mesi erano allora l'ottavo, il nono ed il decimo.
Peraltro ormai il capodanno e' quasi dovunque generalizzato al 1 gennaio.

Fausto Coppi

coppi_fausto_web--400x300.jpgOggi si celebra l’anniversario della morte di Fausto Coppi: cinquant'anni non hanno scalfito il mito. Il grande Airone - così veniva chiamato - chiuse le ali il 2 gennaio 1960, all'età di 40 anni. Se ne andava il 'campionissimo', il volto del ciclismo italiano nell'epoca d'oro della bicicletta. Era un atleta completo e capace di raggiungere il top su ogni terreno: passista e scalatore di altissimo livello, era capace di recitare un ruolo di primo piano anche in volata. Con queste caratteristiche, poteva aspirare al successo nelle corse a tappe e in quelle di un giorno, nei grandi giri e nelle classiche.

Il suo palmares lascia poco spazio alle discussioni: cinque edizioni del Giro d'Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953) e due trionfi al Tour de France (1949 e 1952) sono le “perle” di una bacheca che comprende anche tre vittorie alla Milano-Sanremo (1946, 1948 e 1949), e i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone nel 1950. Coppi si laureò anche campione del mondo nel 1953 e lasciò il segno anche in pista. Nel 1947 e nel 1949 conquistò il titolo iridato nell'inseguimento. Con 45,798 km, invece, fu primatista dell'ora dal 1942 al 1956. Una serie impressionante di risultati, ottenuti grazie ad un talento immenso e a qualità atletiche straordinarie.

Il sipario ha cominciato a scendere nel 1959. A dicembre Coppi partecipò a una corsa organizzata nell'Alto Volta per celebrare l'indipendenza del paese africano. Lì si ammalò di malaria. Il 29 dicembre, in Italia, le condizioni peggiorarono rapidamente con una febbre altissima. Il ricovero all'ospedale di si rivelò inutile. Le terapie disposte dai medici non sortirono effetto. Alle 8.45 del 2 gennaio 1960, la morte. Aveva solo quarant'anni e mezzo. Da quel momento, sarebbe entrato nel mito dello sport mondiale.

A celebrare il mito di Coppi è soprattutto Castellania, il paese sulle colline alessandrine dove nacque. Un omaggio al più grande ciclista di tutti i tempi è in programma oggi nella chiesetta accanto al mausoleo in cui l'Airone è sepolto insieme al fratello Serse, anche lui ciclista morto prematuramente in un incidente stradale durante il Giro del Piemonte del 1951. Non sono pochi i ciclisti che hanno deposto in questi giorni fiori davanti al busto di Coppi. Tra questi, c’era anche il bacio commosso di un suo ex gregario. I francesi hanno portato in una teca la terra dell’Izoard e del Galibier, i trentini hanno deposto la ghiaia del Pordoi, i toscani la terra dell’Abetone.

Il Campionissimo riservato e instancabile che vinse cinque Giri D'Italia e due Tour de France, viene celebrato anche in diversi libri. Nessuno sportivo ha infatti avuto tante pubblicazioni.

La figura del campionissimo rimane indelebile nella memoria collettiva del nostro paese (e non solo) per quello che ha rappresentato, oltre che per le sue mirabolanti imprese sportive, anche per la sua vita travagliata, conclusa prematuramente da una morte insensata di cui gli italiani non vogliono ancora darsi pace.