lunedì 31 agosto 2020

Il Buco di Viso


Il Buco di Viso è una galleria scavata nella roccia viva alla quota non indifferente di quasi 3000 metri sootto il colle delle Traversette nell'alta Valle dl Po. Lo scavo iniziò nel 1478 per volere del marchese di Saluzzo Ludovico II, in accordo con il re di Provenza Renato D’Angiò e durò 18 mesi, con lo scopo di agevolare il passaggio di merci da un versante all'altro delle Alpi. 

Il Marchesato di Saluzzo necessitava di una via di commercio alternativa ai passi controllati dai Savoia, in particolare per evitare i dazi imposti sull'acquisto del sale proveniente dalle saline della Provenza. 

Nel corso dei secoli, non solo il sale passò attraverso il Buco di Viso, ma anche canapa, lino, olio di noce e tutto ciò che, prodotto nel Monferrato o nel Saluzzese, poteva essere appetibile per i mercati franco-provenzali.

Inoltre, di qui passarono anche gli eserciti di Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I, fino alla temporanea chiusura della galleria durante la Rivoluzione Francese.

Per molti anni l'uscita sul lato francese è stata difficoltosa a causa dell'intasamento da detriti. L'ultima ristrutturazione del 2014 vi ha posto rimedio e oggi il passaggio è agevole.



 



lunedì 17 agosto 2020

La città del quarto d'ora

Era una buona idea ma rimasta teoria. Ora, anche in conseguenza della pandemia, a Parigi fanno sul serio e il progetto sta diventando realtà. Salire in metropolitana per raggiungere l'ufficio, usare il bus per arrivare in palestra al centro sportivo, fare la spesa all’ipermercato si sono trasformati in un problema di rischio contagio. Così si sono di nuovo accesi i fari su la Ville du quart d’heure teorizzata per Parigi da un docente della Sorbona, Carlos Moreno, partendo da questa considerazione: «Viviamo in città frammentate, dove spesso lavoriamo lontano da dove viviamo, dove non conosciamo i nostri vicini, dove siamo soli, dove soffriamo».

Racchiusa in un diagramma circolare che ricorda l’Uomo vitruviano di Leonardo, la “città del quarto d’ora” secondo la visione proposta è una metropoli nel cui quartiere puoi trovare tutto ciò di cui hai bisogno in 15 minuti da casa. Uno strumento per la trasformazione ecologica della città, migliorando al contempo la vita quotidiana degli abitanti e, si può aggiungere, evitando quella ressa sui sistemi di trasporto pubblico che va assolutamente evitata in tempo di epidemie.

È una rivoluzione urbana, la Ville du quart d’heure, che si basa sull’innovazione tecnologica: come ci dimostrano i giorni in quarantena, per molti il lavoro da remoto, magari da uffici in coworking (lavorare insieme) di quartiere è possibile. Come è possibile curarsi ad alto livello a poca distanza da casa: basta che l’ambulatorio sia inserito in una rete di telemedicina di qualità. Praticare sport amatoriale, acquistare alimentari di qualità: senza imporre il chilometro zero per legge, il commercio di prossimità è una realtà consolidata e da difendere. Occorre ripensare gli spazi comuni dei quartieri, riqualificando strade, piazze e incroci, migliorando la qualità della vita.


giovedì 13 agosto 2020

Bici elettriche in rapida crescita in Europa

Le bici elettriche conquistano sempre più consumatori in Europa: un sondaggio dice che 1 su 5 dei residenti nel Vecchio Continente è pronto ad acquistare una bicicletta elettrica entro la fine dell'anno.

Di tutti gli intervistati, l'8% già possiede una bicicletta elettrica, mentre l'11% di chi si dichiara interessata all'acquisto sottolinea di non usare abitualmente una bici classica. In totale, circa il 17% di tutti i cittadini del Vecchio Continente è favorevole all'acquisto.

Il colosso giapponese Shimano valuta che 1 italiano su 3 intende provare la pedalata elettrica nei prossimi mesi. In quasi tutte le nazioni, in particolare in Svizzera e in Danimarca, la mobilità elettrica su due ruote conquista soprattutto i giovani, con i maggiori acquirenti nella fascia tra i 18 e i 24 anni.

In merito ai possibili impieghi, il 31% dichiara di voler usare la bici elettrica per il tempo libero, mentre il 28% per recarsi al lavoro. Ancora, il 32% è attratto da queste soluzioni per percorrere tragitti più lunghi rispetto alle classiche biciclette, il 30% per migliorare le proprie condizioni di salute e il 22% per ottenere effetti a livello di umore.

Naturalmente, vi sono delle differenze sostanziali all'interno della stessa Europa. Mentre nei Paesi del Nord i cittadini sono già molto abituati al ricorso alle biciclette - in Norvegia il 78% dei residenti pedala almeno una volta al mese - al Sud si tratta di un mercato relativamente nuovo. Per questa ragione, al Nord si tende a pensare alle elettriche come un semplice strumento per ridurre la fatica negli spostamenti, mentre al Sud come una nuova opportunità per modificare l'intera mobilità urbana.

martedì 11 agosto 2020

Auto elettriche: 1 milione di colonnine nel mondo

Auto elettriche, il numero di colonnine di ricarica oggi disponibili supera il milione: sul podio la Cina, seguita dall'Europa con 200.000 stazioni.

I possessori di un'auto elettrica, come sapete hanno necessità di ricaricare le batterie. Chi possiede l'autorimessa ricarica facilmente durante la notte. In ogni caso la "stazione di benzina" dell'auto elettrica è una colonnina di ricarica. Sono ormai un milione le stazioni di ricarica disponibili in tutto il mondo. Un numero forse non ancora sufficiente per garantire la piena autonomia su tutte le strade ma almeno le grandi città ormai sono coperte.

La maggior parte delle colonnine di ricarica si trova in Cina, seguita a ruota dall'Europa. In questi due continenti l'attenzione per le auto elettriche è la maggiore a livello mondiale, tuttavia negli ultimi mesi si è assistito anche a un'impennata nell'America del Nord, sia negli Stati Uniti che in Canada.

Proprio negli Stati Uniti, una spinta potrebbe provenire dalle ormai imminenti elezioni presidenziali. La nazione non vede ancora una grande penetrazione di auto elettriche sul mercato, tanto che i consumatori appaiono dubbiosi e poco informati sulle potenzialità di questa tecnologia, così come ha svelato una recente ricerca. Tuttavia, la campagna elettorale ha posto al centro del dibattito politico la necessità di una mobilità più sostenibile. Le elezioni potrebbero fare una grande differenza. I democratici sono molto aggressivi sia sul tema delle auto elettriche che dell'infrastruttura di ricarica.

Tornando in Europa, invece, sono i Paesi Bassi ad aggiudicarsi la prima posizione sul fronte dell'elettrico. Le colonnine di ricarica sono pressoché ovunque, anche se il mercato dell'auto elettrica non risulta ancora particolarmente vistoso. A livello globale, entro il 2040 potrebbero esservi 12 milioni di stazioni di ricarica.

venerdì 7 agosto 2020

Jumbo 747, va in pensione

Il progetto Boeing per costruire l’aereo passeggeri più grande della storia risale al 1965, ora va in pensione.  Non è un aereo, da oltre mezzo secolo è l’aereo. O meglio: la «regina dei cieli», come lo chiamano gli appassionati. Per la sua forma — rimasta unica —, per le sue prestazioni, per lo spazio a bordo e il servizio di qualità offerto in particolare ai fortunati del piano di sopra, dove di solito ci sono le poltrone di Prima classe e di Business.

Un po’ per gli anni, un po’ per la tecnologia (quattro motori consumano un bel po’ di kerosene) e un po’ per il coronavirus (che ha inferto un duro  colpo al trasporto aereo), per il Boeing 747 è arrivato il momento di atterrare ed entrare nei musei della storia dell’aviazione.

Alcuni esemplari resteranno ancora per qualche anno perché efficaci per il trasporto merci o delle alte cariche dello Stato (come i due Air Force One della Casa Bianca) ma ufficialmente il 747 esce di esce di scena a favore di velivoli mediamente più piccoli e che consumano meno.

Al 747 s’inizia a lavorare nel 1965 con l’intenzione di realizzare il più grande velivolo per il trasporto passeggeri mai costruito. L'idea nuova è innalzare la cabina, creando un secondo livello per aumentare lo spazio per i sedili: nasce la gobba sopra la cabina di pilotaggio. Il più grande jet aveva bisogno anche di un’ampia area di lavoro: sorge così lo stabilimento di Everett, nello Stato di Washington, che è ancora oggi l’edificio più voluminoso, lungo mille metri e largo 500.

Il 9 febbraio 1969 il 747 decolla per i primi voli di prova, a gennaio 1970 il volo inaugurale con passeggeri, da New York a Londra. È un trionfo per questo bolide lungo 70 metri e un’apertura alare di 64 in grado di trasportare oltre 500 persone. Da allora ne sono stati realizzati — in diverse versioni — oltre 1.550 esemplari, compresi i 22 che hanno volato con il logo di Alitalia e quello modificato dalla Nasa per trasportare lo Space Shuttle.