In Italia la velocità di internet è un problema: nel terzo trimestre 2014 la media è 5,5
Megabit al secondo, colpa di una infrastruttura tecnologica ancora non
allineata agli standard dei Paesi più avanzati: la sorpresa non è tanto che a
batterei in velocità sia la Svizzera (15,5 Mbps) o che prima al mondo sia la
Corea del Sud (25,3 Mbps), ma che nella classifica mondiale siamo pari con
l'Uruguay. Tradotto in attività quotidiane, significa ad esempio che per
scaricare un film acquistato su un negozio online ci vogliono trenta minuti,
mentre in altri Paesi ne bastano quattro o cinque.
La Commissione Europea ci dice che in Italia solo il 21%
delle famiglie ha accesso all'Internet Veloce, il dato di copertura più basso
tra i vari membri della Comunità. Una connessione più lenta significa servizi
più arretrati e più scomodi da usare, siti di e-commerce meno sicuri, servizi e
piattaforme che stentano a decollare. La pubblica amministrazione, le banche e
le scuole online, ad esempio.
Secondo Eurostat, l'Istituto Europeo di statistica, nel 2014
in Italia il 32% della popolazione tra 16 e 74 anni non si è mai connessa a
Internet, non ha mai mandato una mail, non usa Whatsapp, non ha mai comprato
oggetti o servizi online. Siamo messi meglio con la rete mobile: le connessioni
internet via smartphone e tablet crescono, la velocità è nella media della
Comunità europea. Sarà un telefonino a salvarci?
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