sabato 10 ottobre 2015

Lo smog e l’inquinamento atmosferico uccidono più del virus dell’Hiv

Secondo un recente studio sarebbero oltre 3 milioni le persone che ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento dell’aria.
Cifra che potrebbe raddoppiare entro il 2050, arrivando a quota 6,6 milioni di persone all’anno. Il principale responsabile sarebbe il particolato fine, ovvero il PM2.5. Si tratta di particelle che possono penetrare in profondità nei polmoni e provocare diversi problemi di salute: dagli attacchi di cuore agli ictus, fino al cancro ai polmoni e altre malattie respiratorie. 
Per arrivare a queste conclusioni, pubblicate sulla rivista «Nature», i ricercatori hanno sviluppato un modello che combina dati sulla chimica dell’atmosfera, dati demografici e statistiche nazionali sullo stato di salute delle popolazioni. Ebbene, dai risultati è emerso che l’Asia è la regione più colpita dalla mortalità precoce per inquinamento. In particolare, quasi due terzi dei decessi totali si registrano in Cina e India, 1.300.000 nella prima e 650 mila nella seconda.
Pur se meno drammatico, anche il bilancio delle vittime nei Paesi occidentali, come Europa e Usa, è significativo (55 mila negli Usa e 15.500 in Inghilterra).
Uno dei principali è il traffico che ha un peso molto differente nelle diverse regioni: se negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania è responsabile del 20 per cento delle morti premature da PM2,5, a livello globale incide solo per il 5 per cento.

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