giovedì 25 settembre 2008

LEGO

1966548189.pngNel 1958 - cinquant’anni fa -  moriva il fondatore di LEGO, Oleg Kirk Christansen.

La storia di LEGO parte dalla Danimarca, negli anni 30. Christansen era un semplice falegname di  Billund: dopo il periodo della depressione del 1929, scelse di abbandonare la costruzione di mobili e accessori per passare ai giocattoli. Solo poco prima del 1950 l'azienda abbandonò il legno per passare alla plastica, la cui produzione assumeva sempre maggiore rilievo via via che le vendite aumentavano.

Perché è stato chiamato LEGO? Si tratta di due parole danesi, LEg e GOdt che in danese vuol dire "giocare bene".  Nel 1958  venne scelta l'attuale conformazione, con l'attacco tipico del Lego, costituito da un cilindretto che si incastra a pressione tra quattro bottoncini rotondi, permettendo così ai mattoni di collegarsi solidamente l'un l'altro.

I "pezzi" disponibili per le costruzioni oggi sono di quasi 2500 tipi diversi. Dal 1963 per la loro realizzazione venne abbandonato l’acetato di cellulosa è impiegato l'ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene), una delle espressioni più pregiate, inalterabili e affidabili della plastica. I mattoncini di allora si incastrano ancora perfettamente con quelli prodotti oggi: non hanno perso il colore, hanno mantenuto la forma, sono inattaccabili dagli acidi. Per ottenere le costruzioni formate da elementi perfettamente allineati, come ben sa chi lo ha usato, l'ABS viene fuso in stampi calibrati di elevata qualità, con tolleranza degna di ben altri settori di mercato: solo 1 millesimo di millimetro. Ciò consente alle costruzioni di avere quell'aspetto "perfetto" e quell'incastro sempre uguale anche dopo anni di impiego; una delle doti, questa, che ha sempre distinto il LEGO dai suoi concorrenti.

Il 7 giugno 1968 fu creato il Parco Legoland a Billund (la città di Christansen), con elaborati modellini di città in miniatura interamente costruiti con i mattoncini LEGO. Il parco di 12.000 metri quadrati ebbe nel primo anno 625.000 visitatori e nei vent'anni successivi crebbe di dimensioni fino a diventare otto volte la grandezza originale, e raggiungere la media di circa un milione di visitatori l'anno. Nel 1970 la LEGO occupava oltre 900 dipendenti ed era la più grande azienda europea di giocattoli. Nel 1992, usando prodotti LEGO, furono stabiliti due record nel Guinness dei primati: un castello composto da 400.000 mattoncini di 4,45  metri x  5,22  costruito e pubblicizzato dalla televisione svedese ed una ferrovia lunga 545 metri, con tre locomotive.

venerdì 19 settembre 2008

Il prof che ha stracciato la domanda di pensione

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Sul quotidiano Avvenire di oggi trovo questa bella storia. Non posso non raccontarvela: è un collega di tecnologia, di quelli che non mollano davanti alle difficoltà. E poi ritrovo una certa omonimia ...

Il modulo per chiedere la pensione era gi pronto da mesi. Trentasei anni di onorato servizio, ventitrè dei quali spesi come insegnante di sostegno fiancheggiando casi difficili nelle scuole di Livorno. La sua carriera era arrivata al capolinea. Poi la partecipazione a un raduno di cinquemila insegnanti promosso da Comunione e liberazione a Milano: una raffica di testimonianze di colleghi che raccontavano le fatiche e le soddisfazioni dell’educare. Gente motivata, desiderosa di combattere ancora nella trincea della scuola, di dare un contributo alla crescita di tanti giovani che si affacciano alla vita.
Ho capito che non potevo mollare proprio adesso, quando l’emergenza educativa si fa sempre più pressante. Non solo per aiutare i ragazzi, ma proprio per me. Cosa c’è di più bello che veder fiorire quello che hai coltivato? Cosa c’è di più vero che comunicare ciò che sei attraverso la materia che insegni, e far rinascere uno sguardo positivo sulla vita in mezzo a tanto cinismo e a tanta negatività? Insomma, come si fa a smettere, se il bello viene adesso?.
E così il professor Pierluigi Giovannetti ha stracciato la domanda di pensione e ne ha compilata un’altra, chiedendo il trasferimento dal ruolo di sostegno a quello di tecnologia, la sua materia. E in questi giorni si è ributtato nella mischia, in una scuola media di Livorno, con un po’ di timore per tornare in campo aperto – insegnerà a 140 studenti in 6 classi), lui che era abituato a seguirne 2 o 3 all’anno – mitigato dalla certezza che lo scopo vale il rischio. 'Del resto l’educazione ha sempre in suna buona dose di rischio: tu proponi, i ragazzi devono mettere in gioco la loro libertà per dire sì alla tua proposta.
E anche nella mia materia, tecnologia, può passare un messaggio educativo'. Cioè? 'I libri di tecnologia parlano dei bisogni dell’uomo: la casa, i vestiti, il cibo, l’energia, i trasporti. Ma il bisogno dell’uomo è qualcosa che passa attraverso queste contingenze e insieme le trascende. L’uomo ha bisogno di Qualcosa di più, ha bisogno di sentirsi amato. Quando lo racconto ai miei ragazzi, capisco che è quello di cui hanno bisogno anche loro, come me, come tutti. E allora insegnare diventa un’esperienza di umanità senza paragoni.
Per questo ho deciso di non mollare: perchè il bello comincia adesso.

Cosa ne pensate? Sono tutti così i vostri prof?

lunedì 15 settembre 2008

Grande Fiera d'Estate, il presidente Costa parla di energia

1375081234.jpgIn occasione dell'inaugurazione della 33° Grande Fiera d'Estate di Cuneo è intervenuto anche il presidente della Provincia, Raffaele Costa che ha colto l'occasione per approfondire i temi legati all'ambiente ed energia, in particolare alle energie alternative, derivanti da fonti cosiddette sostenibili.

”L’Unione europea – ha detto Costa - sta dicendo agli Stati membri, ai cittadini e alle aziende di casa nostra, a tutti noi, che entro il 2020 bisognerà fare tre cose: aumentare fino al 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili; ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica in atmosfera e, da ultimo, avere un beneficio di un ulteriore 20% dal risparmio energetico. Un triplice obiettivo ambizioso, che chiama in causa tutti, attività produttive e istituzioni.

La Provincia di Cuneo – ha precisato Costa - approverà entro l’anno in corso il Piano energetico provinciale: lo farà, ovviamente, non senza averne condiviso linee guida e prospettive con tutte le associazioni di categoria. Nel frattempo, molto lavoro è stato fatto, molto lavoro si sta facendo proprio per avere una fotografia della situazione nel suo complesso e nella sua dinamica”. La situazione presenta aspetti critici, come evidenziato poche settimane fa in occasione dell’Assemblea Annuale di Confindustria Cuneo.

Il consumo energetico annuale della Granda è stato nel 2006 pari a 4.788 gigawattora. Erano 3.203 ancora nel 1995: + 80% in undici anni, secondo un trend che trova riscontro anche nelle dinamiche nazionali. Il consumo procapite dei cuneesi è peraltro sensibilmente più alto: 8.500 kilowattora/anno a fronte 5.800 della media nazionale, segno inequivocabile di una notevole vivacità economica. In effetti, l’industria pesa per il 71% sul totale dei consumi, mentre l’agricoltura supera di poco il 3%, il terziario si ferma al 13%, la medesima percentuale sulla quale si attestano le utenze domestiche.

In base a dati forniti da Terna SpA, la produzione di energia del Cuneese, perlopiù mediante impianti di cogenerazione e idroelettrico, copre appena il 66% dei fabbisogni. Il restante 34 dipende dall’importazione di energia prodotta altrove, perlopiù in Francia.  “Molte risposte – ha aggiunto Costa - devono venire da un nuovo piano energetico nazionale, al quale il Governo sta lavorando e che dovrà farsi carico di scelte importanti. Come Provincia, il nostro Piano Energetico farà propri gli obiettivi comunitari: maggiore sfruttamento delle fonti rinnovabili, riduzione dei consumi energetici, riduzione delle emissioni inquinanti. Per quanto riguarda l’energia termica e quella derivante da biomasse, il dato da cui parte la Granda sulle rinnovabili è tutt’altro che trascurabile: oltre il 17% dell’energia prodotta deriva da fonti rinnovabili, a un passo dall’obiettivo citato dell’Unione europea, una situazione lusinghiera rispetto alla situazione nazionale”.

Altri dati incoraggianti: il fotovoltaico sta avendo una grande impennata: nel 2006 la produzione elettrica da fotovoltaico non arrivava ad una potenza di picco complessiva di 500 kilowattora, nel 2007 superava i 1.500 (più 400 per cento) e per il 2008 supererà i 2.500.

lunedì 8 settembre 2008

Giornata mondiale dell'alfabetizzazione

544522846.jpgOggi per noi è il primo giorno di scuola a differenza della maggioranza delle scuole italiane che iniziano lunedì 15 settembre. Ma oggi, per felice coincidenza, si celebra nel mondo, su iniziativa dell’ONU,  la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione. Vi propongo il messaggio del direttore dell’UNESCO, ossia l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dell’educazione, la scienza e la cultura.

Malgrado si sia giunti ormai a metà del Decennio delle Nazioni Unite per l’alfabetizzazione, inaugurato nel 2003, un quinto dei giovani e degli adulti di età superiore ai 15 anni non possiede le abilità più elementari richieste per leggere un cartello stradale, un libro per bambini, una carta geografica, un giornale, i nomi su una scheda elettorale o le istruzioni su una confezione di medicinali. In un mondo dove la conoscenza e la tecnologia giocano un ruolo sempre più importante, 744 milioni di adulti sono analfabeti – una cifra vertiginosa. Siamo molto lontani dal nostro obiettivo di ridurre della metà il numero degli analfabeti nel mondo da ora al 2015. Anche se i tassi di alfabetizzazione sono aumentati, il numero assoluto di analfabeti è cresciuto in alcune regioni a causa della crescita della popolazione. Si tratta di una vera e propria minaccia per lo sviluppo umano.

Quest’anno, la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione mette l’accento sui legami tra l’alfabetizzazione e la sanità. Non si può infatti pretendere di dare una risposta adeguata alle serie preoccupazioni attuali concernenti la sanità se non si accorda una posizione centrale all’alfabetizzazione nelle politiche e nelle strategie in materia di sanità pubblica: questo perché una persona analfabeta rischiapiù di altri di avere problemi di salute e sarà meno incline a chiedere l’aiuto dei medici per se stessa, la sua famiglia o la sua comunità. Quasi 10 milioni di bambini muoiono prima dei 5 anni di vita, generalmente a causa di malattie infettive che potrebbero essere evitate, e i figli di famiglie povere sono quelli che hanno le minori probabilità di essere curati in caso di grave malattia. Il rischio di contrarre lamalaria, che ogni anno costa la vita a un milione di persone, cresce considerevolmente tra le popolazionianalfabete, dato che il tasso di alfabetizzazione ha un impatto diretto sui comportamenti che favorisconola salute. Le donne che hanno continuato a frequentare la scuola dopo le elementari hanno opportunitàcinque volte maggiori rispetto alle donne analfabete di essere informate sullo HIV e sull’AIDS.

L’UNESCO interviene attivamente per incoraggiare i paesi ad adottare politiche che affrontino la questione dell’alfabetizzazione in maniera esplicita e che traggano profitto dal lavoro già validamentecondotto, spesso con il sostegno attivo della società civile. Tuttavia, questo non è che un primo passo verso il cambiamento. E’ perciò essenziale che i paesiincrementino i finanziamenti per l’alfabetizzazione, e che i donatori accordino a essa un ruolo più importante all’interno dei loro progetti di sostegno. E’ assolutamente necessario moltiplicare i programmi di apprendimento per i giovani e gli adulti, migliorarne la qualità e creare un ambiente alfabetizzato il più possibile stimolante, dove individui di ogni età siano incoraggiati a sviluppare e utilizzare le competenze appena acquisite.

La sfida che ci attende è una nostra responsabilità collettiva.

mercoledì 3 settembre 2008

Google va all'attacco di Microsoft

1705327034.jpgMettete un monopolista contro l’altro, in settori di mercato talmente simili ed estesi da finire con l’avvilupparsi in una sola, colossale entità. Ciascuno dei due contendenti non si limiterà alla difesa del proprio impero marcando i confini col filo spinato: c’è un istinto che li spinge a partire all’attacco per sconfinare, creare scompiglio nel business altrui e mettere in discussione la supremazia del rivale. Tra Microsoft e Google sta andando esattamente così: alla prima non basta dominare nei programmi-base che fanno 'girare' i computer e li proiettano su Internet, così come l’altra non si accontenta più di spadroneggiare nel settore dei motori di ricerca, indispensabili per reperire informazioni nel Web. Entrambe da tempo hanno sbaragliato di fatto ogni forma di vera concorrenza accaparrandosi i tre quarti delle rispettive torte di mercato. Ma tra questi due protagonisti incontrastati dell’era tecnologica non­ è più pensabile la coesistenza da buoni vicini in una società sempre più largamente mediatizzata, che si è ormai resa dipendente dalla rete digitale al punto da non poter prescindere dalla navigazione online e dai sofwtare che la rendono possibile. Un buon 'browser' per navigare in rete (programma quasi sempre fornito da Microsoft, con le varie versioni di Explorer) e un motore di ricerca per trovare ciò che serve (quello di Google, nella gran parte dei casi) sono strumenti indispensabili per chiunque accenda l’interruttore di un computer, fatta salva l’attiva pattuglia di intenditori che usano programmi come Linux. Ma quando su Internet convergono informazioni che mescolano il testo e le immagini, il video con la musica, la grafica tridimensionale con un’interazione sempre più estrema – come accade oggi –, l’accesso alle profondità della rete e l’esplorazione di quel che vi brulica si confondono sino a trasformarsi in una sola attività complessa. Un invito a darsi battaglia per il dominio del Web, in pratica. Ed è ­la storia cui stiamo assistendo da alcuni mesi, puntata dopo puntata. L’ultima­ notizia di ieri. All’offensiva sferrata – peraltro invano – dall’azienda di Bill Gates per strappare a Google il primato della ricerca (tentando di acquistare Yahoo, secondo motore di ricerca) ha risposto infatti la società creata dalla coppia Sergey Brin & Larry Page (Google) con una mossa solo a prima vista sorprendente. Lanciando Chrome, il programma per navigare su Internet destinato a disturbare il primato di Microsoft, Google ieri ha messo in campo assai più che un competitore di Explorer: l’allegro marchio multicolore del motore di ricerca più cliccato del mondo ormai gareggia infatti per notorietà globale con la Coca-Cola, e ogni novità annunciata dall’azienda californiana finisce con l’imporsi per la forza dei numeri e del marketing. La stessa strategia sin qui usata da Microsoft, che è riuscita a spuntarla quasi senza combattere nel settore dei programmi per l’accesso al Web grazie al suo primato assoluto nei sistemi operativi (da Windows al più recente Vista), senza i quali – si può dire – un computer nemmeno si accende. Chi compra un Pc trova il pacchetto di Microsoft già installato, un fatto che­ è già costato a Gates più di una costosa grana con le autorità antitrust. Ora Google segue la stessa strada, sospinta quasi per inerzia dall’enorme forza acquisita nella parte informatizzata del globo.­ Senza di me dove vai? sembrano dirci entrambi gli aspiranti monopolisti di Internet, sgomitando con crescente ostilità. Un duello nel quale si giocano cifre imponenti, e una fetta della nostra libertà di comunicare. Chrome lancia la sfida a Explorer. Un nuovo capitolo della battaglia tra due monopolisti che si insidiano nei rispettivi mercati (Avvenire)

Chi vuole scaricare il nuovo browser per navigare in internet lo trova: http://www.google.com/chrome