martedì 30 settembre 2014

Multe salate per chi getta a terra sigarette e chewing gum

Laddove non arriva l’educazione ecologica ci vuole la legge e visto che in Italia la prima scarseggia, occorre che la politica detti le norme per educare la cittadinanza più refrattaria al rispetto del territorio. Spiagge e marciapiedi, prati e pavimenti potrebbero diventare più puliti grazie a una norma che avrà come obiettivo quello di contrastare l’inquinamento urbano. Chi butterà a terra mozziconi di sigarette o gomme da masticare sarà sanzionabile con multe che potranno variare da 30 a 150 euro.

La norma anti-chewing gum e anti-cicche dovrebbe entrare in vigore a partire dal 10 luglio 2015 e nei prossimi nove mesi, prima di questa data, le varie amministrazioni comunali dovranno provvedere a installare nei parchi, nelle strade e nei luoghi di aggregazione gli appositi contenitori, non solo i cestini ma anche i posaceneri.

La norma va a colmare il vuoto legislativo relativo a una forma di inquinamento da sempre sottovalutata. Soltanto nella città di Roma, infatti, vengono gettati a terra, ogni giorno, 18 milioni di mozziconi di sigaretta e 15mila gomme da masticare; soltanto per la rimozione di queste due sporcizie ritenute “leggere” l’amministrazione capitolina spende (secondo i dati forniti dall’Ama) 5,5 milioni di euro.

lunedì 15 settembre 2014

Compra cicche di sigaretta a 1 cent e libera la spiaggia di Noto dai mozziconi

Gianni Di Pasquale, pensionato di Sortino in Sicilia ha messo in campo una originale quanto efficace iniziativa personale: liberare le spiagge dalle cicche di sigaretta pagandole 1 centesimo. La quota prevista per la giornata di raccolta era di 20 euro.

Ebbene, Gianni Di Pasquale qualche giorno fa è sceso alla spiaggia di Noto e ha messo su un banchetto con sopra i contenitori di vetro e ha affisso su un manifestino la sua proposta:

Liberiamo la nostra spiaggia dai mozziconi. Compro mozziconi di sigarette a un centesimo l’uno, e non è uno scherzo.

L’offerta ha convinto i bagnati che subito sono partiti alla caccia di mozziconi di sigaretta. Vi hanno preso parte non solo i bambini ma anche gli adulti che hanno condiviso il "progetto di Pasquale". I contenitori di vetro si sono riempiti presto e la quota dei 20 euro è stata raggiunta. Ma i bagnanti oramai presi dall'entusiamo hanno continuato a raccogliere cicche iniziando la gara a chi ne portava di più a Pasquale. Ebbene a fine giornata hanno contato 6000 mozziconi di sigaretta raccolti.

Racconta Pasquale a Newsicilia (dove trovate le altre foto dell'epica giornata):

C’è stato un ragazzo che me ne ha consegnati settecento guadagnandosi così sette euro. Il messaggio spero sia stato recepito, soprattutto dai più piccoli. Alcuni genitori hanno “rimborsato” di tasca loro i propri figli, perché il segnale non era quello di guadagnarci economicamente, ma tutelare la salute e dare un messaggio di civiltà.

I mozziconi di sigaretta sono tra i rifiuti più altamente inquinanti e finiscono nei mari dove la degradazione avviene in 5 anni non prima di aver liberato nell'acqua molte sostanze dannose. Proprio le cicche di sigaretta sono tra i rifiuti più presenti proprio nel Mar Mediterraneo e rappresentano tra il 30% e il 40% dell'immondizia che si trova in acqua. Infine si consideri che un fumatore mediamente produce 12 mozziconi di sigaretta al giorno.

Troppo smog, la città di Pechino abbandonerà il carbone entro il 2020


Fra sei anni Pechino dirà addio al carbone. Nel tentativo di combattere gli altissimi livelli di smog, il governo cinese ha annunciato l'intenzione di vietare nella megalopoli l'utilizzo di qualsiasi fonte a carbone entro la fine del 2020. A riportare la notizia è l'agenzia Nuova Cina.

Il dipartimento della Protezione ambientale di Pechino ha pubblicato sul sito ufficiale il suo nuovo piano per un futuro "più sostenibile", secondo il quale la città "dovrebbe dare priorità al gas naturale per il proprio riscaldamento". 

Nel 2012 il carbone rappresentava un quarto del consumo energetico di Pechino e il 22% delle polveri sottili nell'aria della città. Nonostante il nuovo divieto nella capitale, ci si aspetta tuttavia che il consumo di carbone in Cina aumenti nel corso dei prossimi anni.

venerdì 12 settembre 2014

Steve Jobs poco tecnologico in casa: limitava l'uso dell'iPad ai figli

Steve Jobs era un papa' 'poco tecnologico', limitando l'uso delle tecnologie dei suoi figli a casa. A rivelarlo il New York Times citando un'intervista al fondatore della Apple poco dopo il lancio dell'iPad. Per Jobs la cena a tavola in cucina tutti insieme parlando di libri e di altre temi era un 'must' e nessuno durante questo appuntamento ha mai tirato fuori un iPad. I suoi figli - secondo indiscrezioni - non erano dipendenti dai dispositivi tecnologici. 
I limiti imposti da Jobs mostrano una tendenza comune a quella osservata in altri amministratori delegati di societa' tecnologiche, le cui abitazioni non sono un 'computer' con pareti 'touch screen' e i cui figli hanno rigidi orari per l'uso di tecnologie. L'amministratore delegato di Twitter, Dick Costolo, concede ai figli l'uso di gadget tecnologici solo in salotto, per il resto i dispositivi sono banditi dalle altre stanze.

mercoledì 10 settembre 2014

Guerrilla Bike Lane, la rivoluzione delle piste ciclabili fai da te

Se le amministrazioni pubbliche non mantengono le promesse, i cittadini le rivoluzioni le fanno da sé. È successo a Città del Messico: nel 2007 l’amministrazione della capitale messicana aveva promesso di costruire 300 chilometri di piste ciclabili nel giro di cinque anni.

Tre anni fa, però, giunti in prossimità della scadenza, i cittadini hanno potuto constatare come nessuna delle promesse fosse stata mantenuta. Dopo le manifestazioni in piazza, la protesta è diventata fattiva: con vernice, pennelli e rulli, i cittadini di Città del Messico hanno iniziato a disegnare piste ciclabili nelle arterie cittadini. A un ritmo forsennato: 5 chilometri al giorno. Una parte del gruppo si occupava di tracciare i triangoli di precedenza, altri di colorarli di verde, altri si occupavano di scrivere “prioridad” e altri, ancora, della segnaletica verticale.

Mutuando la logica dal guerrilla gardening, i messicani hanno lanciato il Guerrilla Bike Lane: Tempo di realizzazione: otto ore. Costo: 800 euro. Per il resto muscoli e cervello.

Mai un fenomeno del genere aveva interessato una metropoli così popolosa, ma la Guerrilla Bike Lane non è certo una novità: anche se non con questo nome, operazioni del genere furono realizzate in Olanda negli anni Settanta, dopo che l’accesso degli autoveicoli nei centri storici dei Paesi Bassi fece circa 400 vittime minori di 14 anni, nel solo 1971.

Se la tecnica più semplice è la tracciatura della segnaletica orizzontale, ci sono esempi più complessi: un anno fa a Seattle un gruppo denominato Reasonably Polite Seattleites creò una ciclabile in una sola notte attaccando piccoli piloni al terreno con del nastro adesivo. Gli attivisti scrissero al comune di Seattle che, invece di provvedere alla rimozione dei piloni, rese permanente la pista ciclabile. E il fenomeno si è propagato un po' ovunque, Europa compresa, dove la crisi ha rimesso in sella molti giovani e meno giovani.

In Italia, nonostante il fermento di molte città, specialmente nel Nord Italia, il movimento non esiste.

domenica 7 settembre 2014

Addio al sacchetto di plastica

Se ne parla dal 2012 (quando venne approvata la norma che lo poneva fuori legge), ma di fatto si è dovuto attendere fino a oggi perché quel provvedimento passasse dalla teoria alla pratica. Solo oggi, infatti, è stata pubblicata la legge che converte il decreto attuativo contenente non solo l’obbligo, ma anche la sanzione: 2.500 euro minimo per chi continua a utilizzare sacchetti monouso (ma la multa può arrivare fino a 25mila euro).

Alcuni sindaci hanno inviato una lettera (scritta e via mail) a tutti i negozianti del paese. Il sindaco di Sori (Genova) dice: «Ho voluto ricordare loro quello che rischiano in caso di inadempienza, perché molti non erano a conoscenza del decreto – racconta – da parte mia e da parte degli agenti di polizia municipale che sono stati allertati non c’è alcun intento persecutorio. Anzi, tutto il contrario. In questi primi giorni accompagneremo l’applicazione della legge con una campagna di sensibilizzazione. Ma poi arriverà il momento delle sanzioni; diciamo entro un mese. Ovviamente sperando che tutti si siano messi in regola e che nessuno dia più i sacchetti di plastica».

Quelli più a rischio sono i banchi dei mercati. Perché basta fare un giro tra gli ambulanti per scoprire che la stragrande maggioranza hanno ancora l’abitudine di usare il sacchetto non biodegradabile. La precedente fase di confusione, con sacchetti tradizionali addittivati per renderli biodegradabili, non ha aiutato a fare chiarezza. 

Oggi sappiamo che si possono usare solo sacchetti di carta, cartone o Mater B, che è appunto la cosiddetta plastica biodegradabile.