mercoledì 29 settembre 2010

Post it: Un incidente di laboratorio che ha lasciato il segno

post it.jpgNel 1980, cominciarono a fare la loro apparizione negli uffici di tutto il mondo pezzetti di carta adesiva di colore giallo, che, di solito appiccicati a documenti, recavano messaggi indirizzati da un dirigente all'altro. Il loro grande vantaggio consisteva nel fatto di poter essere staccati facilmente dopo essere stati letti, senza lasciare   alcun   segno.   Nel corso del decennio, con il marchio Post-it Notes, essi si diffusero nella scuola e infine anche in casa: studenti e ricercatori cominciarono a usarli per segnare passi importanti nei libri, e mariti e mogli che lavorano per lasciarsi messaggi attaccati al frigorifero.

I bigliettini adesivi ebbero origine da una scoperta casuale fatta in un laboratorio a Saint Paul nel Minnesota, dove nel 1968 si stavano facendo ricerche su una supercolla. Avevano prodotto un adesivo cosi debole che la società, la 3M,lo scartò giudicandolo inutile. Uno dei dipendenti, però, il chimico Art Frye, che cantava in un coro, si servì di quella debole colla per attaccare pezzetti di carta nei punti importanti del  suo libro di canto, carta  che poteva poi togliere senza danneggiare le pagine, quando non serviva più.

Frye cercò di convincere i dirigenti della società che si stava gettando via un'idea che avrebbe potuto avere moltissimi usi su scala mondiale. Solo nel 1980 la 3M cominciò a vendere blocchetti di carta per appunti con una striscia di adesivo lungo un lato, per uso d'ufficio.
Vista al microscopio, la superficie ricoperta di colla di un foglietto Post-it è cosparsa da migliaia di minuscole bolle di resina ureica o carbammidica, che contengono un adesivo. Sotto la pressione delle dita le bolle si rompono, ma non tutte assieme, cosicché il foglietto è riutilizzabile.

 

domenica 19 settembre 2010

Mi hanno rubato l’identità!

identità_continentali.gifAttenti a quel che raccontate quando siete in rete. Evitate di dare informazioni personali: quel che finisce su internet difficilmente si perde e si cancella e può finire sotto gli occhi di chiunque. Anche di chi non ha buone intenzioni. E potreste ritrovarvi vittima di un «furto di identità»: succede quando qualcuno riesce a ottenere i dati di accesso di un altro utente e si spaccia per lui su internet magari rovinandone la reputazione.

Ma può succeder anche di incappare in un furto vero e proprio.
E' successo ad una coppia inglese: hanno salutato gli amici di Facebook, hanno promesso messaggini e foto via cellulare della splendida meta scelta per le vacanze, informando tutti sul viaggio, la data di partenza e il giorno del ritorno. Un ritorno per nulla allegro: la casa era stata ripulita dai ladri che li pedinavano da tempo. Non seguendoli per la strada ma su internet: proprio in Facebook hanno trovato tutte le informazioni necessarie a pianificare il furto alla perfezione. I delinquenti sapevano che i proprietari della casa erano in vacanza e che avrebbero potuto agire indisturbati. La polizia li ha presi lo stesso: agli agenti, i ladri hanno confessato i loro metodi e i loro trucchetti. I siti dei social network – ha spiegato il portavoce della polizia – forniscono tutte le informazioni di cui hanno bisogno i criminali che, seduti alla scrivania di casa, devo solo aspettare che le vittime prescelte sbandierino i loro spostamenti. L’attività dei ladri è ancor più facile dopo l’uscita di «Places», l’applicazione che permette di inserire su Facebook la propria posizione e farla vedere a tutti gli amici. E ai malintenzionati.

lunedì 13 settembre 2010

Nutri la tua testa

 

 

geoeq.jpgMath.it è un bel sito didattico che ha come sottotitolo NUTRI LA TUA TESTA

A questo link trovate un esercizio denominato geoequazioni, ma trovate anche molto altro.

Buon gioco

Bottiglie e bicchieri

 

Bottiglie.jpgSe 3 bottiglie e 1 bicchiere pesano come 1 bottiglia e 4 bicchieri, allora quanti bicchieri pesano come 2 bottiglie?

giovedì 9 settembre 2010

Sono il mago delle moltiplicazioni

moltipl.jpgChiedi a un tuo amico di digitare sulla calcolatrice un numero qualsiasi di tre cifre e di riferirtelo.

Poi digli di eseguire le seguenti operazioni:

  • moltiplicare il numero per 7
  • moltiplicare il risultato per 11
  • moltiplicare il risultato per 13.

Prima che il tuo amico abbia eseguito la prima operazione, tu sarai in grado di dare il risultato finale.
Basterà scrivere due volte il numero originale.

Per esempio, se il numero iniziale era 462 il risultato delle operazioni sarà 462.462.

Provare per credere!


sabato 4 settembre 2010

Roma 1960, i Giochi della gioia

 

new_logo_roma_60_jpg_interno.jpgCome Roma 1960 nessuno mai. A cinquant’anni esatti, le Olimpiadi della Città eterna rimangono un’edizione unica e irripetibile: per l’atmosfera entusiasta che si respirava sono passati alla Storia come i «Giochi della felicità».

Dopo Roma, ogni Olimpiade ha avuto boicottaggi (nazioni che per ragioni politiche non facevano partecipare i loro atleti) e momenti tragici, come la strage nel 1972 dei 17 israeliani uccisi dai terroristi palestinesi nel villaggio olimpico di Monaco. A Roma invece l’atmosfera era gioiosa e rilassata per le 83 delegazioni straniere che portarono uno squadrone di 5.346 atleti (4.734 uomini e appena 612 donne).

La Germania partecipò unita con i suoi campioni dell’Est e dell’Ovest. Solo la Cina rinunciò, perché non accettava la presenza di Taiwan, l’isola ribelle. Roma ospitò perfino il Sudafrica, assurto a vergogna internazionale per la politica dell’apartheid – cioè la segregazione razziale della gente di colore – che praticava.

I Giochi si inaugurarono il 25 agosto davanti a 80 mila spettatori nello stadio Olimpico e accolsero fino all’11 settembre oltre un milione e mezzo di turisti-tifosi. Quei Giochi segnarono anche l’inizio della grande era mediatica, cioè della tv padrona degli eventi sportivi: da tutto il mondo i telespettatori rimasero incantati dalle immagini che arrivavano (ancora in bianco e nero) delle gare di lotta libera e di ginnastica che si tenevano negli affascinanti set archeologici della Basilica di Massenzio e delle terme di Caracalla. A Castelgandolfo andò in scena il canottaggio e tutta l’Urbe era illuminata a festa, dal nuovo PalaEur, fino al villaggio del Foro Italico.

 

mercoledì 1 settembre 2010

Alluvioni: il disastro del Pakistan causato dalla deforestazione

pak.jpgUn interessante articolo di un giornale scozzese avanza una tesi inquietante sul disastro ecologico  attualmente in corso in Pakistan, paese massacrato da una stagione delle piogge eccezionalmente lunga e violenta.

Se la causa delle alluvioni, cioè la pioggia eccessiva, poteva essere prevista ma non certo evitata ben diversa sarebbe la situazione per quanto riguarda gli effetti: la deforestazione massiccia del territorio, infatti, avrebbe incrementato notevolmente il disastro.

Le abbondantissime piogge che scendono dalle montagne, infatti, se avessero incontrato lungo la via verso valle le foreste non avrebbero dato luogo agli enormi torrenti che vediamo in questi giorni grazie ai reportage televisivi. Il fango, infatti, sarebbe stato enormemente rallentato, e in buona parte trattenuto, dagli alberi a monte delle pianure abitate da milioni di pakistani.

La situazione attuale, affermano i giornali locali, era abbondantemente prevedibile. Anzi, prevista: numerosi gli allarmi lanciati dagli ambientalisti e puntualmente ignorati dalle autorità. Una bomba ad orologeria che aspettava solo un innesco. Che è arrivato.