venerdì 28 ottobre 2016

Tunnel dei record


Con un anno d'anticipo sul previsto (quando si dice la puntualità svizzera!) lo scorso 10 giugno è caduto l'ultimo diaframma del tunnel ferroviario del San Gottardo. Una cerimonia solenne, con i capi di Stato europei, ha festeggiato l'opera voluta da un referendum votato dagli svizzeri nel 1992. L'hanno realizzata lavoratori di 15 Paesi impiegati in tre turni, sino a 2400 unità al giorno.
E costato 11 miliardi di euro, non un centesimo di più di quanto era previsto. Dopo 17 anni di lavoro, la galleria entrerà in servizio il prossimo 11 dicembre.
E il tunnel dei record intanto, con i suoi 571 chilometri, è il più lungo del mondo, superando quello di Seikan, in Giappone (53,9 Km). Eccezionali anche le tecnologie applicate: dalle gallerie di connessione alle vie di fuga, dov'è possibile uscire in entrambe te direzioni; dai dispositivi delle fermate d'emergenza alle condotte alimentate da ventilatori e dal flusso dell'aria spinto dal passaggio dei treni.
La galleria si estende da Erstfeld (portale Nord, nel cantone di Uri) fino a Bodio (portale Sud, Can-ton Ticino). Vi potranno circolare 260 treni merci e quelli passeggeri impiegheranno 20 minuti per attraversarlo. I convogli raggiungeranno una velocità di 249 Km l'ora (160 quelli merci). Si risparmieranno 45 minuti da Milano a Zurigo, un viaggio di tre ore.
L'obiettivo principale, però, è quello di trasferire su rotaia gran parte del traffico commerciale che oggi percorre, nei due sensi, la dorsale tra il Sud della Germania e il Nord dell'Italia. Gioverà non soltanto all'economia, ma anche all'ambiente: meno tir, meno emissioni inquinanti. Adesso mancano la galleria del Brennero, che dovrebbe terminare nel 2025, e la Torino - Lione prevista per il 2030.

La memoria corta

Le ultime ricerche neurologiche confermano che la nostra memoria è sempre più corta. Colpa di Internet che sta modificando la soglia di attenzione e la capacità di avere ricordi condivisi. I sempre più invasivi social media cambiano il nostro cervello. Nicholas Carr (autore di Internet ci rende stupidi?) spiega come ormai «accettiamo la perdita di concentrazione e di capacità di mettere a fuoco un solo argomento, in cambio dell'abbondanza di notizie».
Come a dire che i nativi digitali, sommersi dalle informazioni, stentano ad approfondire un argomento e tutto diventa nebbia.
Supereremo anche questo scoglio. Del resto, è un fenomeno che si ripete nella storia umana: ogni volta che "l'homo sapiens" ha costruito uno strumento fondamentale - l'elettricità, le auto, i cellulari - ha modificato la vita e quindi anche un poco il cervello.