martedì 9 febbraio 2016

L’auto elettrica nata al Politecnico

Un mezzo elettrico con range extender (il sistema che genera l’energia a bordo del veicolo) e ha un’autonomia di oltre 400 chilometri. Si chiama XAM 2.0 ed è un prototipo realizzato dal Politecnico di Torino, in collaborazione con BeOnD.
Il mezzo, pensato per gli spostamenti urbani, può raggiungere gli 80 km/h e monta una batteria, ricaricabile dalla rete domestica in 6 ore, che assicura all’auto, quando marcia in modalità totalmente elettrica, un’autonomia di circa 70 chilometri. Oltre all’unità elettrica, la XAM 2.0 ha anche un piccolo motore a benzina (il cui serbatoio ha la capacità di circa 10 litri) , la cui funzione non è di far muovere l’auto, ma di alimentare il generatore che carica la batteria: nella modalità ibrida, il prototipo torinese raggiunge l’autonomia, come si è detto, di oltre 400 chilometri.
L’idea è nata una decina di anni fa, nelle aule del Politecnico: «Nel 2007 serviva un ricercatore che seguisse il team di studenti dedicato alla progettazione di veicoli per partecipare alla Shell Eco Marathon — racconta Massimiliana Carello, professore aggregato al dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale, co-fondatrice di BeOnD —, così mi sono proposta. All’inizio eravamo pochissimi, in seguito si sono uniti parecchi studenti, diventati poi dottorandi. Man mano, l’attività di ricerca è diventata anche un’idea imprenditoriale».
Dai prototipi della Shell Eco Marathon, il team è passato a realizzare un vero veicolo da strada, lo XAM 2.0 appunto. Il sogno dei fondatori (oltre alla Carello, due ex studenti, Andrea Airale e Alessandro Ferraris, più Paolo Massai, ingegnere che ha trascorso gran parte della vita professionale nel mondo dell’auto, dalla Lancia all’Alfa Romeo, e oggi è professore a contratto del Politecnico di Torino) è quello di vedere un giorno il prototipo diventare un veicolo di serie. Ma lo scopo immediato è un altro: «Vogliamo progettare soluzioni innovative per il settore automotive — spiega la docente — applicabili anche ad altri veicoli». Ed è questo il core business che oggi tiene in piedi la startup che, per fatturare e proseguire nella ricerca, offre consulenze tecniche ad aziende del settore.