lunedì 27 dicembre 2010

Calano i consumi energetici

risparmio-energetico.jpgIl Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il Bilancio Energetico Nazionale relativo all’anno 2009. E' importante osservare il segno più della quota relativa alle energie rinnovabili: si è registrato infatti un aumento del 15% (sulla parte rinnovabile ovviamente, non naturalmente sul totale) rispetto all’anno precedente.

In generale, il Bilancio energetico rileva un calo dei consumi energetici nazionali, probabilmente imputabile alla crisi economica che ha colpito soprattutto il settore industriale. Lo scorso anno, rispetto al 2008, è stato infatti utilizzato il 5% di energia in meno rispetto al 2008.

Un dato che incuriosisce è infine quello della voce importazioni di elettricità: sembrerebbe infatti che, nonostante il calo dei consumi in generale, sia aumentata del 12% la quota di elettricità comprata dall’estero.

Un dato quest’ultimo su cui riflettere: troppo caro produrre energia qui da noi o minor capacità per soddisfare la domanda durante i picchi energetici?

Fra le note positive è importante sottolineare come ci sia stato un aumento del numero degli impianti rinnovabili presenti nella penisola.

giovedì 23 dicembre 2010

Quale scuola vogliamo?

scuola_scioperi_marzo.jpgIn questi giorni avrete sentito dai TG della grande protesta degli studenti (e professori) contro la riforma dell'università che è in approvazione in parlamento), la cosiddetta Riforma Gelmini. Noi non vogliamo cercare di capire se la riforma è buona, quanto è buona, perchè siamo ragazzi di 12-13 anni.

Un centinaio di studenti di un famoso liceo di Catania (prima firmataria Chiara Aiello) hanno sottoscritto una bella lettera aperta ai 35 professori che con un documento chiedevano agli alunni di partecipare alla protesta con lo 'sciopero delle gite'.

Ecco la bella lettera, è per ragazzi più grandi di voi, ma penso che possiate cominciare ad apprezzarla.

Cari professori, mi rattrista che vi rivolgiate a noi studenti con una lettera aperta, solo per comunicarci il malcontento per i tagli del governo, il precariato, ecc. Non che non siano motivi validi per cui ci si debba lamentare. A essere sincera, mi aspettavo che in un momento così difficile e confuso ci interpellaste innanzitutto per comunicarci il motivo per cui vale la pena venire a scuola e insegnare. Noi ragazzi soffriamo, di rimando, di tutte le insicurezze di cui soffrite voi adulti. E quindi, forse sbagliando, vorremmo che la scuola fosse un luogo di formazione della nostra persona. Così da sentire la scuola, non solo come un dovere per 'assicurarci un fu­turo', bensì come un luogo in cui coltivare le nostre domande.

Non vogliamo essere considerati contenitori da riempire di nozioni. Vorremmo capire cos’è lo studio, a cosa serva, cosa c’entri con noi e soprattutto quanta importanza gli si debba attribuire. Se fossimo capaci di rispondere autonomamente a questi quesiti non verremmo neanche a scuola. Ma per ottenere tutto ciò, abbiamo bisogno di professori che ci prendano sul serio e che si discostino dalla frenetica applicazione scialba dei programmi, e che quindi non si limitino a mettere voti in registri anonimi, ma che si propongano come vere guide.

Certe volte ci sentiamo come in televisione, in cui l’unico criterio per valutare le trasmissioni è l’audience; e come sapete benissimo il 'Grande Fratello' ha un’audience altissima. Anche le gite, in qualsiasi modo vengano fatte, hanno un’audience altissima. Sembrerebbe che la gita sia diventata 'il momento fondamentale' della scuola, quello che fa più audience, e sapete bene che colpendo questo, disturbate un mondo che calpesta i vostri e i nostri diritti, e quindi otterreste il nostro consenso per la lotta. Ma dobbiamo credere che voi ci pensiate come dei bambocci, a cui si dà il contentino della gita per farci tirare avanti un anno e ottenere 'buoni risultati'? Se fosse così, verrebbe da dire che la scuola non interessa e non attrae per quello che è, cioè per il gusto d'imparare e di confrontarsi. Anche se riuscissimo ad ottenere tutti i fondi di cui abbiamo bisogno, basterebbero per farci appassionare alla scuola?


Chiara Aiello 1^C, Liceo classico Nicola Spedalieri, Catania se­guono 110 firme di studenti

venerdì 17 dicembre 2010

La formica

formica.jpe.jpgUna formica deve percorrere 500 m.

Si sa che riesce a percorrerne 100 all'ora.

Parte alle 7 del mattino e dopo ogni ora di cammino si ferma per riposare una mezz'ora.

A che ora la formica arriverà a destinazione?

Plastica di mais?

una borsa e per sempre.jpgI nuovi sacchetti saranno in bioplastica, un tipo di plastica biodegradabile derivante da materie prime vegetali che per decomporsi impiega solo qualche mese contro i mille anni necessari alla plastica derivata dal petrolio. Le bioplastiche sono composte principalmente da farina o amido di mais, grano o altri cereali. Oltre a essere rigorosamente biodegradabili hanno il pregio di non rendere sterile il terreno sul quale vengono depositate.

Tuttavia questa non è la soluzione migliore. Tutto ciò che nella nostra socità è usa e getta deve tendenzialmente scomparire.

Perchè coltivare mais (mezzo chilo per 100 sacchetti) per produrre un sacchetto che ha poche ore di vita?
Usiamo borse di cotone che possiamo riutilizzare ad ogni spesa: questa è la scelta migliore.

mercoledì 15 dicembre 2010

Nuovo anno, nuovi sacchetti

no_buste_plastica1243071125.jpgSono almeno trecento all’anno i sacchetti di plastica che ogni italiano compera, usa brevemente e mette in pattumiera (spesso come contenitore per gli altri rifiuti). Tra le mani dei consumatori hanno vita breve – giusto il tempo di arrivare dal supermercato a casa – ma nell’ambiente i sacchetti sopravvivono per secoli, infestando spiagge e mari, boschi e fiumi.

Dal primo gennaio nessuno potrà produrne di nuovi mentre – ancora per un po’ – circoleranno i sacchetti che ingombrano i magazzini di negozi e supermarket. Ma quando le scorte saranno esaurite alle casse dei rivenditori si troveranno solo sacchetti biodegradabili, cioè che si decompongono in tempi (relativamente) brevi. I produttori si lamentano e l’Unionplast, la federazione che raggruppa le aziende produttrici, protesta: non è vero che il sacchetto è un problema per l’ambiente. È riutilizzabile e quando viene separato dal resto della pattumiera è anche riciclabile.

sabato 11 dicembre 2010

La vespa con il pannello solare

Vespa-a19125831.jpgLa vespa orientalis custodisce un curioso segreto energetico nella striscia gialla del proprio addome: l’insetto si porterebbe appresso in questa zona una sorta di pannello solare che incamerando la luce produce l’energia che l’aiuta a volare. A scoprire il marchingegno naturale della vespa è stato un gruppo di ricercatori israeliani.

Avendo osservato una maggiore attività dell’insetto durante le ore centrali della giornata – quelle più luminose – gli studiosi lo hanno messo al microscopio e sono risaliti alla struttura dell’addome, costituito di infinite piccole celle capaci di captare la luce e convertirla in elettricità. Proprio come i pannelli solari.

giovedì 9 dicembre 2010

La classifica del tonno

tonno.jpgTi piace il tonno in scatole?

Attenzione la pesca del tonno sta distruggendo l'ecosistema marino, pescando troppi esamplari, e soprattutto esamplari troppo giovani.

Cosa possiamo fare?

Mangiare meno tonno in scatola ma soprattutto acquistare i marchi che si impegnano maggiormente nella tutela dell'ecosistema.

mercoledì 8 dicembre 2010

Togliere la chiavetta USB senza disattivarla può romperla?

USB.jpgIl procedimento di rimozione di una qualunque periferica Usb permette al sistema operativo di completare tutte le operazioni pendenti e togliere l'alimentazione al dispositivo; condizioni di sicurezza assolute per evitare qualunque problema. In realtà le possibilità di rottura di un dispositivo Usb rimosso direttamente sono infinitesime, e le conseguenze dell'azione diverse in base al tipo di periferica.

Togliere un mouse o una tastiera non comporta alcun rischio, mentre la rimozione di un dispositivo di archiviazione (peer esempio la pen drive, comunemente chiamata "chiavetta" USB) può comportare, se il sistema sta scrivendo dati in quel preciso istante, la perdita dei documenti presenti su di esso. Un chiavetta Usb rimossa brutalmente dal sistema non si rompe dunque in senso stretto, ma è possibile perdere i dati in essa contenuti'


Quindi è meglio seguire la procedura di rimozione, o lasciare passare qualche secondo dala salvataggio in modo da essere sicuri che il PC abbia terminato l'operazione.

Nell'immagine potete vedere come fatto l'interno di uno di questi dispositivi: se pensate che questi minuscoli quadretti neri possono contenere un intero film, o anche più di uno, vi rendete conto dei progressi tecnologici dell'informatica.

domenica 5 dicembre 2010

Il caffè

CaffePosters.jpgII caffè fu introdotto in Europa dai viaggiatori veneziani e olandesi, che a partire dal 1615, di ritorno dall'Oriente, portavano con sé i chicchi. Ma fu con la battaglia di Vienna del 1683, che in Europa si diffuse una bevanda.

Il merito è comunemente attribuito al viaggiatore polacco Georg Kolschitzky, che nel 1683 si trovava a Vienna quando i Turchi posero sotto assedio la città. La conoscenza della lingua e delle usanze turche acquisita da giovane, unita a una buona dose di coraggio, gli permise di prestare servizio come informatore.

Fu così che il 14 agosto, quando l'assedio era iniziato già da un mese, Kolschitzky insieme a un aiutante uscì dalla città per raccogliere informazioni preziose sulle truppe nemiche e per portare una lettera al duca Carlo di Lorena. In occasione della sua uscita vide, tra le altre cose, 500 libbre di bacche verdi di caffè, di cui aveva imparato a preparare la bevanda durante i suoi viaggi. Secondo la tradizione, liberata la città dal re di Polonia Giovanni III con la battaglia dell'II settembre, Kolschitzky chiese che gli venisse offerta una ricompensa: pensava di poter avere come bottino le bacche che i Turchi, nella fuga, avevano lasciato nell'accampamento. Dopo alcuni anni e molti ricorsi fu accontentato e aprì il primo caffè a Vienna. All'inizio trovò un mercato limitato, così decise di aggiungere latte e zucchero per addolcire il gusto. Fu la svolta. Il caffè ebbe un enorme successo in tutta Vienna, diventando presto una delle bevande più diffuse al mondo.

Secondo alcuni studiosi, però, già prima della battaglia nella capitale austriaca erano stati aperti alcuni caffè, e sarebbe stato l'armeno Joannes Diodato il primo ad aprirne uno. Diodato, figlio di un turco convertito al cristianesimo, aveva ottenuto una licenza, ma le sue strette relazioni con i Turchi divennero sospette dopo l'inizio dell'assedio. Fu costretto a fuggire a Venezia, lasciando alla moglie la gestione del locale. Quando tornò, nel 1701, il caffè, che prende il nome dalla parola turca qahwe, a sua volta derivata dall'arabo qabwa, "bevanda eccitante", era diventato di uso comune. Tutti lo bevevano nelle numerose sale da caffè che intanto erano sorte: erano gli albori di un successo mondiale.

domenica 28 novembre 2010

Siamo nel Guinnes dei primati

sculturasacchettirecord.jpgIl ”Monviso” di Fossano ha superato il record di Los Angeles ed è quindi entrato nel Guinnes dei primati come scultura composta dal maggior numero di sacchetti di plastica.

La gigantesca scultura, ”costruita” con ben 120.000 sacchetti (quella di Los Angeles con ‘’solo” 36.700 sacchetti), è stata realizzata nell’ambito dell’iniziativa ”Una borsa è per sempre”.

Ogni cittadino che consegnava 5 sacchetti di plastica poteva ricevere una borsa di cotone riutilizzabile.

Già sappiamo quanti problemi procuri la plastica all'ambiente: ora ci sono 120.000 sacchetti in meno in circolazione.

 

sabato 20 novembre 2010

20 Novembre, giornata mondiale dei diritti dell’infanzia

Logo-Mani2.jpgIl 20 novembre 1989 i rappresentanti degli Stati di tutto il mondo, presso la sede dell’O.N.U. hanno sottoscritto la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.

Il 20 Novembre è la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, che celebra la data in cui la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia venne approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Era il 20 novembre 1989; la data coincide con un duplice anniversario: la dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1789) e la Dichiarazione dei Diritti del Bambino (1959).

I DATI UNICEF SUI DIRITTI NEGATI DELL’INFANZIA NEL MONDO

  • 11 milioni di minori muoiono ogni anno, prima di avere compiuto i 5 anni, per malattie o problemi che potrebbero essere facilmente eliminati: malattie intestinali, polmoniti, e malattie prevenibili con le vaccinazioni come morbillo, pertosse, tetano, difterite, tubercolosi
  • 150 milioni di bambini soffrono di malnutrizione
  • 123 milioni di bambini non hanno mai frequentato la scuola. Di questi, la maggioranza sono bambine
  • 211 milioni di bambini lavorano
  • 600 milioni di bambini, cioè un quarto dei bambini di tutto il mondo, vivono in condizioni di estrema povertà
  • 2 milioni di bambini sono morti, nel corso dello scorso decennio, a causa di conflitti armati
  • 20 milioni sono stati costretti a abbandonare le loro case
  • 300 mila bambini sono stati reclutati e combattono in diversi paesi africani, asiatici e del Medio Oriente in eserciti regolari e gruppi armati di opposizione
  • 130 milioni di donne hanno subito, da bambine, mutilazioni sessuali e ogni anno altri due milioni di bambine le subiscono
  • oltre 1 milione di bambini ogni anno sono vittime dei trafficanti, vengono “comprati” e costretti a subire abusi e sfruttamento
  • 14 milioni di bambini hanno perso la madre, il padre o entrambi i genitori a causa dell’Aids


Bambini schiavi, costretti a lavorare, vittime di guerre civili, di abusi familiari, di malattie….
Questa giornata è dedicata a tutti quei bambini che in modi differenti, per cause diverse e in luoghi diversi si trovano ad avere in comune l’impossibilità di vivere la loro “infanzia”.

Qualche bell'aforisma sui bambini.

"Dici: è faticoso frequentare i bambini.
Hai ragione.
Aggiungi: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, scendere, piegarsi, farsi piccoli.
Ti sbagli.
Non è questo l'aspetto più faticoso.
E' piuttosto il fatto di essere costretti ad elevarsi, fino all'altezza dei loro sentimenti.
Di stiracchiarsi, allungarsi, sollevarsi sulle punte dei piedi.
Per non ferirli"
di Janusz Korczac

Lega un albero di fico nel modo in cui dovrebbe crescere, e quando sarai vecchio potrai sederti alla sua ombra
Charles Dickens

I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie
Michel Eyquem de Montaigne

Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose
Antoine de Saint Exupéry

Nella nostra infanzia c'è sempre un momento in cui una porta si apre e lascia entrare l'avvenire
Graham Greene

I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini trovano il nulla nel tutto
Giacomo Leopardi

lunedì 8 novembre 2010

I raggi X

raggi-x-google.JPGRaggi X, Google festeggia l’anniversario della scoperta A Wilhelm Konrad Roentgen  scienziato tedesco dobbiamo la scoperta dei Raggi X. Il grande fisico nato vicino a Remscheid il 27 marzo 1845 studio’ in Olanda ed in Svizzera dove al Politecnico di Zurigo si laureo’ in ingegneria meccanica. L’8 novembre 1895 mentre stava effettuando delle sperimentazioni sugli effetti della propagazione di fasci di energia elettrica attraverso i gas, casualmente rilevo’ un fenomeno di fluorescenza su un foglio di carta trattato con sostanze sensibili. Da notare che alla casualita’ concorse anche il fatto che, dato che Roentgen era daltonico, gli esperimentio venivano spesso fatti in ambiente oscuro e che questo facilito’ l’osservazione del fenomeno di fluorescenza sopra riportato.

Lo scienziato chiamo’ i raggi prodotti nel corso del suo esperimento Raggi X in attesa che venisse accertata la loro esatta natura. Il nome tuttavia rimase invariato sino ad oggi.

La scoperta apri’ le porta a tutta una seria di sperimentazioni e di ricerche in ambito scientifico in generale e medico in particolare, che consentirono grandi passi avanti.

La scoperta venne naturalmente contestata da molti altri studiosi e fu oggetto di controversie e discussioni, ma indubbiamente servi’ a cambiare le sorti dell’umanita’ aiutando nella lotta a molte patologie.

A Wilhelm Konrad Roentgen nel 1901 fu assegnato anche il primo Premio Nobel per la fisica, istituito di recente per volonta’ dell’industriale svedese Alfred Nobel inventore della dinamite.

Google ha voluto festeggiare il 115mo anniversario della scoperta dei Raggi X con uno dei suoi originali loghi. Questa volta il logo usa le lettere del nome del motore di ricerca come se fossero delle lastre radiografiche attraverso le quali si vedono avvolte in una luce fosforescente ossa e altri oggetti (una chiave un giochino delle monete) che si immaginano contenute negli organi di un ipotetico paziente.

venerdì 5 novembre 2010

Nel Pacifico l'Isola della spazzatura

pacif.jpgLo chiamano Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura dell'Oceano Pacifico, ha un diametro di circa 2500 chilometri è profondo 30 metri ed è composto per l'80% da plastica e il resto da altri rifiuti che giungono da ogni dove. "E' come se fosse un'immensa isola nel mezzo dell'Oceano Pacifico composta da spazzatura anziché rocce. Nelle ultime settimane la densità di tale materiale ha raggiunto un tale valore che il peso complessiva di questa "isola" di rifiuti raggiunge i 3,5 milioni di tonnellate", spiega Chris Parry del California Coastal Commission di San Francisco, che è da poco tornato da un sopralluogo.

Questa incredibile e poco conosciuta discarica si è formata a partire dagli anni Cinquanta, in seguito all'esistenza della North Pacific Subtropical Gyre, una lenta corrente oceanica che si muove in senso orario a spirale, prodotta da un sistema di correnti ad alta pressione. L'area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci.

Per la mancanza di vita questa superficie oceanica è pochissimo frequentata da pescherecci e assai raramente è attraversata anche da altre imbarcazioni. Ed è per questo che è poco conosciuta ai più. Ma proprio a causa di quel vortice l'area si è riempita di plastica al punto da essere considerata una vera e propria isola galleggiante. Il materiale poi, talvolta, finisce al di fuori di tale vortice per terminare la propria vita su alcune spiagge delle Isole Hawaii o addirittura su quelle della California.

In alcuni casi la quantità di plastica che si arena su tali spiagge è tale che si rende necessario un intervento per ripulirle, in quanto si formano veri e propri strati spessi anche 3 metri. La maggior parte della plastica giunge dai continenti, circa l'80%, solo il resto proviene da navi private o commerciali e da navi pescherecce.

Nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all'anno di plastica, dei quali, grosso modo, il 10% finisce in mare. Il 70% di questa plastica poi, finirà sul fondo degli oceani danneggiando la vita dei fondali. Il resto continua a galleggiare.

La maggior parte di questa plastica è poco biodegradabile e finisce per sminuzzarsi in particelle piccolissime che poi finiscono nello stomaco di molti animali marini portandoli alla loro morte. Quella che rimane si decomporrà solo tra centinaia di anni, provocando da qui ad allora danni alla vita marina.

Guarda a questo indirizzo l'animazione del vortice creato dalle correnti

martedì 19 ottobre 2010

Teflon, un materiale scivoloso come il ghiaccio

teflon2.jpgL'interno antiaderente delle padelle che abbiamo in cucina è il materiale più scivoloso noto alla tecnologia: ha press'a poco lo stesso coefficiente di attrito del ghiaccio. Se le strade ne fossero rivestite, sarebbe quasi impossibile camminarvi a piedi o passarvi in automobile. Il rivestimento antiaderente consente di cucinare frittate e bistecche o altri cibi senza lasciare residui attaccati al fondo del tegame. La sua scivolosità lo rende ideale anche per rivestire articolazioni artificiali che devono funzionare con il minimo attrito possibile. Inoltre, è un materiale che resiste sia alle temperature più varie, dalle altissime alle bassissime, sia all'attacco di quasi tutte le sostanze chimiche, e non conduce elettricità.

Questa sostanza, chiamata in chimica politetrafluoroetilene (PTFE), fu scoperta quasi per caso nel 1938 dall'ingegnere americano Roy Plunkett, mentre stava conducendo esperimenti per la società Du Pont su una sostanza chimica usata come refrigerante. Il marchio di fabbrica registrato dalla Du Pont è Teflon, e questo è il nome che tutti conoscono.

Si trattava di una sostanza per la quale era difficile trovare applicazioni pratiche e, infatti, non se ne trovarono finché, a metà degli anni Cinquanta, un ingegnere francese, Mare Grégoire, seppe apprezzarne le applicazioni domestiche e commercializzò le prime padelle antiaderenti sotto il nome di Tefal. Altre società produssero poi una grande quantità di pentole, tegami e recipienti da forno con rivestimento antiaderente.

Comunque, già dall'inizio degli anni Quaranta si era trovata una serie di usi industriali di questa sostanza. La sua scivolosità fu sfruttata nei cuscinetti a sfere detti "autolubrificanti", perché non hanno bisogno di altra lubrificazione. Per accrescere la loro resistenza meccanica, sono di solito rinforzati con altri materiali, come fibra di vetro e grafite. Essi sono usati soprattutto in ambienti chimicamente difficili, in cui i cuscinetti di metallo si corroderebbero: per esempio, nelle pompe degli impianti di trattamento acido.

II Teflon non subisce l'azione di alcuna sostanza chimica comune, compresi alcali e acidi bollenti. Persino l'acqua regia (un miscuglio di acidi concentrati), che è capace di sciogliere l'oro e l'argento, lo lascia indenne. Le uniche sostanze capaci di attaccarlo sono il sodio fuso, il calcio fuso e il fluoro a temperature molto elevate.

L'inerzia chimica del Teflon ha come conseguenza che esso non contamina il cibo che vi viene cotto; infatti, non ha alcuna influenza sulla materia organica, compresi i tessuti umani. A ciò si deve il suo utilizzo nella chirurgia sostitutiva, per l'applicazione delle protesi; nel caso poi delle articolazioni artificiali, la sua scivolosità gli conferisce un ulteriore vantaggio.

Un'altra proprietà importante del Teflon è la resistenza elettrica, che lo rende ideale per il rivestimento di fili. Esso ha, inoltre, il grande vantaggio di conservare la sua flessibilità a temperature variabili da — 270°C (qualche grado sopra lo zero assoluto) a +260°C, per cui viene usato per isolare i fili elettrici nei veicoli spaziali, che vanno soggetti a temperature estreme: mentre orbitano attorno alla Terra, sono esposti al calore bruciante del sole e a temperature molto inferiori a 0°C quando entrano nell'ombra'terrestre.

Questa concentrazione unica di proprietà è una conseguenza della composizione chimica del Teflon. La sua molecola è formata da una lunga struttura di atomi di carbonio, a ciascuno dei quali sono fissati due atomi di fluoro. I legami chimici tra il carbonio e il fluoro sono fortissimi, cosa che spiega perché il Teflon non reagisca con altre sostanze chimiche. Questo legame, inoltre, fa sì che le sue stesse molecole si attraggano l’un l'altra più di quanto non facciano con le molecole di altre sostanze: ecco perché non gli si attacca nulla.

Per la stessa ragione il Teflon non fonde completamente nemmeno a temperature molto elevate. La fusione si verifica quando le molecole di una sostanza, ricevendo energia sufficiente da una sorgente esterna di calore, si staccano l'una dall'altra. Nel Teflon l'attrazione intermolecolare è talmente forte che le molecole hanno  grande difficoltà a separarsi.

domenica 17 ottobre 2010

Perché un film di plastica aderisce

pvcbanco_big.jpgLe pellicole di plastica hanno la caratteristica di aderire strettamente agli oggetti che avvolgono. Questo singolare comportamento è dovuto a due ragioni: quando il film viene teso, la sua elasticità tende a farlo tornare alla forma originaria; inoltre, esso possiede una carica elettrostatica che crea una certa attrazione verso molti oggetti.

L'elasticità della pellicola è dovuta alla sua struttura molecolare. La plastica è formata da molecole "lunghe"; per esempio, una molecola di politene è l'insieme di centinaia di migliaia di unità formate da un atomo di carbonio e da due di idrogeno. Invece, la maggior parte delle sostanze comuni è composta da molecole piccole: quella dell'acqua ha solo due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Le molecole dei film di plastica sono avvolte in spire e attorcigliate come le fibre della lana. Quando la pellicola viene tesa, esse si distendono, ma conservano la tendenza a tornare allo stato originario.

L'adesività è una caratteristica della maggior parte delle pellicole plastiche sottili, dovuta al fatto che esse acquistano facilmente una carica elettrostatica: per esempio, si possono caricare negativamente quando, per sfregamento, sottraggono elettroni alla superficie di un secondo pezzo di pellicola di altro materiale; questo acquista carica positiva e perciò le due parti si attirano.

Le pellicole adesive possono essere di due materie plastiche: il PVC (cloruro di polivinile) e il politene. Il PVC chimico è di solito duro, ma viene ammorbidito con l'aggiunta di una sostanza chiamata plastificante, mentre il politene è naturalmente morbido. La pellicola di PVC è più trasparente, ma sopporta meno la "fatica": a 24 ore dall'uso essa perde più di due terzi della sua elasticità, mentre quella di politene ne perde solo un terzo.

venerdì 1 ottobre 2010

Il Velcro copia la natura

velcro3.jpgLe fettucce adesive Velcro hanno trovato una varietà di applicazioni nella vita quotidiana e nell'alta tecnologia, in questo mondo e fuori, nello spazio. Nell'industria dell'abbigliamento esse sono usate oggi in sostituzione di bottoni automatici e di cerniere lampo, ma sono usate anche in medicina. Nella navetta spaziale, gli astronauti usano nastri Velcro per fissare alle pareti vassoi, confezioni di cibo, apparecchiature scientifiche e a volte perfino se stessi, per non vagare in aria in assenza di gravità.

Fu l'ingegnere svizzero Georges de Mestral a concepire l'idea del Velcro, dopo una passeggiata nei boschi un giorno del 1948. Tornato a casa con degli acheni spinosi attaccati alle calze e al pelo del suo cane (gli acheni sono frutti secchi di varie piante), decise di studiare come facessero a fissarsi cosi tenacemente alla lana. Al microscopio vide come dei minuscoli uncini alle estremità delle spine degli acheni si agganciavano ad anelli di lana.

Mestral escogitò subito un modo per riprodurre quella disposizione a uncini e anelli con il nailon, e chiamò il prodotto Velcro, contrazione delle parole francesi velours (velluto) e crochet (uncino). Il brevetto originale è scaduto nel 1978 e oggi ci sono molte imitazioni, ma il Velcro rimane un marchio registrato.

Viene fabbricato tessendo il nailon in modo da produrre un tessuto ricchissimo di piccoli anelli. Cosi com'è, viene usato per la parte più liscia del Velcro, mentre per quella con gli uncini si tagliano a metà molti anelli. Il tessuto viene riscaldato in modo da mettere anelli e uncini permanentemente in forma; poi viene tinto, fissato a un rinforzo e tagliato in misura.

Il Velcro ha una durata particolarmente lunga: può essere fissato e staccato molte migliaia di volte e può sopravvivere al prodotto a cui è attaccato. È progettato in modo da poter essere aperto a mano con poco sforzo, eppure ha una grandissima resistenza a forze laterali. Un quadrato di 12 cm di lato può resistere al peso di 1 tonnellata.
Questa proprietà ha sollecitato esperi-menti in vista del suo uso nella costruzione di aerei: l'intento è quello di sostituirlo ai rivetti, riducendo cosi il peso e rendendo più semplice il montaggio.

mercoledì 29 settembre 2010

Post it: Un incidente di laboratorio che ha lasciato il segno

post it.jpgNel 1980, cominciarono a fare la loro apparizione negli uffici di tutto il mondo pezzetti di carta adesiva di colore giallo, che, di solito appiccicati a documenti, recavano messaggi indirizzati da un dirigente all'altro. Il loro grande vantaggio consisteva nel fatto di poter essere staccati facilmente dopo essere stati letti, senza lasciare   alcun   segno.   Nel corso del decennio, con il marchio Post-it Notes, essi si diffusero nella scuola e infine anche in casa: studenti e ricercatori cominciarono a usarli per segnare passi importanti nei libri, e mariti e mogli che lavorano per lasciarsi messaggi attaccati al frigorifero.

I bigliettini adesivi ebbero origine da una scoperta casuale fatta in un laboratorio a Saint Paul nel Minnesota, dove nel 1968 si stavano facendo ricerche su una supercolla. Avevano prodotto un adesivo cosi debole che la società, la 3M,lo scartò giudicandolo inutile. Uno dei dipendenti, però, il chimico Art Frye, che cantava in un coro, si servì di quella debole colla per attaccare pezzetti di carta nei punti importanti del  suo libro di canto, carta  che poteva poi togliere senza danneggiare le pagine, quando non serviva più.

Frye cercò di convincere i dirigenti della società che si stava gettando via un'idea che avrebbe potuto avere moltissimi usi su scala mondiale. Solo nel 1980 la 3M cominciò a vendere blocchetti di carta per appunti con una striscia di adesivo lungo un lato, per uso d'ufficio.
Vista al microscopio, la superficie ricoperta di colla di un foglietto Post-it è cosparsa da migliaia di minuscole bolle di resina ureica o carbammidica, che contengono un adesivo. Sotto la pressione delle dita le bolle si rompono, ma non tutte assieme, cosicché il foglietto è riutilizzabile.

 

domenica 19 settembre 2010

Mi hanno rubato l’identità!

identità_continentali.gifAttenti a quel che raccontate quando siete in rete. Evitate di dare informazioni personali: quel che finisce su internet difficilmente si perde e si cancella e può finire sotto gli occhi di chiunque. Anche di chi non ha buone intenzioni. E potreste ritrovarvi vittima di un «furto di identità»: succede quando qualcuno riesce a ottenere i dati di accesso di un altro utente e si spaccia per lui su internet magari rovinandone la reputazione.

Ma può succeder anche di incappare in un furto vero e proprio.
E' successo ad una coppia inglese: hanno salutato gli amici di Facebook, hanno promesso messaggini e foto via cellulare della splendida meta scelta per le vacanze, informando tutti sul viaggio, la data di partenza e il giorno del ritorno. Un ritorno per nulla allegro: la casa era stata ripulita dai ladri che li pedinavano da tempo. Non seguendoli per la strada ma su internet: proprio in Facebook hanno trovato tutte le informazioni necessarie a pianificare il furto alla perfezione. I delinquenti sapevano che i proprietari della casa erano in vacanza e che avrebbero potuto agire indisturbati. La polizia li ha presi lo stesso: agli agenti, i ladri hanno confessato i loro metodi e i loro trucchetti. I siti dei social network – ha spiegato il portavoce della polizia – forniscono tutte le informazioni di cui hanno bisogno i criminali che, seduti alla scrivania di casa, devo solo aspettare che le vittime prescelte sbandierino i loro spostamenti. L’attività dei ladri è ancor più facile dopo l’uscita di «Places», l’applicazione che permette di inserire su Facebook la propria posizione e farla vedere a tutti gli amici. E ai malintenzionati.

lunedì 13 settembre 2010

Nutri la tua testa

 

 

geoeq.jpgMath.it è un bel sito didattico che ha come sottotitolo NUTRI LA TUA TESTA

A questo link trovate un esercizio denominato geoequazioni, ma trovate anche molto altro.

Buon gioco

Bottiglie e bicchieri

 

Bottiglie.jpgSe 3 bottiglie e 1 bicchiere pesano come 1 bottiglia e 4 bicchieri, allora quanti bicchieri pesano come 2 bottiglie?

giovedì 9 settembre 2010

Sono il mago delle moltiplicazioni

moltipl.jpgChiedi a un tuo amico di digitare sulla calcolatrice un numero qualsiasi di tre cifre e di riferirtelo.

Poi digli di eseguire le seguenti operazioni:

  • moltiplicare il numero per 7
  • moltiplicare il risultato per 11
  • moltiplicare il risultato per 13.

Prima che il tuo amico abbia eseguito la prima operazione, tu sarai in grado di dare il risultato finale.
Basterà scrivere due volte il numero originale.

Per esempio, se il numero iniziale era 462 il risultato delle operazioni sarà 462.462.

Provare per credere!


sabato 4 settembre 2010

Roma 1960, i Giochi della gioia

 

new_logo_roma_60_jpg_interno.jpgCome Roma 1960 nessuno mai. A cinquant’anni esatti, le Olimpiadi della Città eterna rimangono un’edizione unica e irripetibile: per l’atmosfera entusiasta che si respirava sono passati alla Storia come i «Giochi della felicità».

Dopo Roma, ogni Olimpiade ha avuto boicottaggi (nazioni che per ragioni politiche non facevano partecipare i loro atleti) e momenti tragici, come la strage nel 1972 dei 17 israeliani uccisi dai terroristi palestinesi nel villaggio olimpico di Monaco. A Roma invece l’atmosfera era gioiosa e rilassata per le 83 delegazioni straniere che portarono uno squadrone di 5.346 atleti (4.734 uomini e appena 612 donne).

La Germania partecipò unita con i suoi campioni dell’Est e dell’Ovest. Solo la Cina rinunciò, perché non accettava la presenza di Taiwan, l’isola ribelle. Roma ospitò perfino il Sudafrica, assurto a vergogna internazionale per la politica dell’apartheid – cioè la segregazione razziale della gente di colore – che praticava.

I Giochi si inaugurarono il 25 agosto davanti a 80 mila spettatori nello stadio Olimpico e accolsero fino all’11 settembre oltre un milione e mezzo di turisti-tifosi. Quei Giochi segnarono anche l’inizio della grande era mediatica, cioè della tv padrona degli eventi sportivi: da tutto il mondo i telespettatori rimasero incantati dalle immagini che arrivavano (ancora in bianco e nero) delle gare di lotta libera e di ginnastica che si tenevano negli affascinanti set archeologici della Basilica di Massenzio e delle terme di Caracalla. A Castelgandolfo andò in scena il canottaggio e tutta l’Urbe era illuminata a festa, dal nuovo PalaEur, fino al villaggio del Foro Italico.

 

mercoledì 1 settembre 2010

Alluvioni: il disastro del Pakistan causato dalla deforestazione

pak.jpgUn interessante articolo di un giornale scozzese avanza una tesi inquietante sul disastro ecologico  attualmente in corso in Pakistan, paese massacrato da una stagione delle piogge eccezionalmente lunga e violenta.

Se la causa delle alluvioni, cioè la pioggia eccessiva, poteva essere prevista ma non certo evitata ben diversa sarebbe la situazione per quanto riguarda gli effetti: la deforestazione massiccia del territorio, infatti, avrebbe incrementato notevolmente il disastro.

Le abbondantissime piogge che scendono dalle montagne, infatti, se avessero incontrato lungo la via verso valle le foreste non avrebbero dato luogo agli enormi torrenti che vediamo in questi giorni grazie ai reportage televisivi. Il fango, infatti, sarebbe stato enormemente rallentato, e in buona parte trattenuto, dagli alberi a monte delle pianure abitate da milioni di pakistani.

La situazione attuale, affermano i giornali locali, era abbondantemente prevedibile. Anzi, prevista: numerosi gli allarmi lanciati dagli ambientalisti e puntualmente ignorati dalle autorità. Una bomba ad orologeria che aspettava solo un innesco. Che è arrivato.

lunedì 30 agosto 2010

La storia della biro

bic.gifNell'Ottocento si scriveva con cannucce di legno munite di pennini di acciaio che, essendo fabbricati a mano, erano costosissimi.
Verso la fine del 1800 fecero la loro comparsa le prime penne stilografiche. La penna stilografica è uno strumento composto da una cannetta piena d'inchiostro e da un pennino dal quale l'inchiostro stesso fuoriesce sul foglio. La storia di questo strumento inizia nel 1780 quando Scheller di Lepizig ne sviluppa un prototipo in bronzo e corno.

Le penne hanno una camera interna riempita con un inchiostro vischioso che viene distribuito sulla carta dalla punta grazie al rotolamento di una piccola sfera metallica (del diametro compreso tra 0.7 e 1 millimetro).
L'inchiostro si secca quasi immediatamente al contatto della carta, che deve essere preferibilmente un poco porosa.
Tuttavia fu immessa sul mercato con un prezzo di vendita assai elevato sia per l’unicità delle sue caratteristiche, associandola dunque ad un prodotto d’élite ed in un certo senso “stravagante”, sia a causa gli oggettivi costi di realizzazione.
Queste prime esperienze negative di commercializzazione fecero sì che i fratelli Biro cedessero i diritti di utilizzo al francese (nato a Torino): Marcel Bich.

Nel 1950 Bich, avendo risolto anche alcuni problemi tecnologici, commercializzò con successo la penna “Bic”.
La penna fu venduta ad un prezzo assai più appetibile (la riduzione fu di oltre il 90% rispetto al primo prezzo di vendita).
Quanto la strategia di Bich sia stata corretta ne è prova oggi il largo utilizzo della penna a sfera rispetto a quello marginale della penna stilografica.

Pare che la NASA, alle prese col problema di scrivere nello spazio in assenza di peso, abbia speso milioni di dollari per realizzare una biro col serbatoio d'inchiostro pressurizzato. Infatti senza la pressurizzazione e senza la gravità l'inchiostro non scorreva verso la punta e quindi la biro non scriveva. Ma a fine ottobre 2003, l'astronauta Pedro Duque ha condotto un esperimento a bordo di una navicella Soyuz ed è riuscito a scrivere i propri appunti usando una comune biro.


"23 ottobre 2003 - Sto scrivendo questi appunti a bordo della Soyuz usando una penna a sfera da quattro soldi. Perché è importante questa cosa? Si dà il caso che lavoro nei programmi spaziali da diciassette anni, undici dei quali trascorsi come astronauta, e ho sempre creduto, perché così mi hanno sempre detto, che le normali penne a sfera non funzionassero nello spazio."

sabato 28 agosto 2010

Cosa è il GPS?

gps.jpgIl problema fondamentale del viaggiatore, in particolare del navigante, è sempre stato quello di conoscere con esattezza la propria posizione. In passato il proble­ma è stato risolto grazie all’osservazione degli astri e all’uso di orologi sempre più precisi. Oggi, oltre ai corpi celesti naturali, vi sono nel firmamento moltissimi satelliti artificiali, alcuni dei quali possono fungere da punti di riferimento per risolvere il proble­ma della posizione. Fu su questa base che il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti allestì un sistema satellitare a copertura globale e continua, che nel 1991 fu messo a disposizione di tutto il mondo, gratuitamente, col nome di Sps (Standard Positioning System). L’Sps derivava dal sistema militare Pps (Precision Positioning System), di cui era una versione degradata in quanto la precisione nel rilevamento della posizione era inferiore, circa 100150 metri. Questo peggioramento intenzionale delle prestazioni rispetto sistema militare fu abolito nel 2000 dal presidente Bill Clinton e quindi il Pps, che ormai aveva assunto il nome di Gps (Global Posi­tioning System) ed era a disposizione di tutti, raggiunse la precisione di 10-20 metri.

Il Gps consiste in tre componenti: ventiquattro satelliti in orbita intorno al nostro pianeta, cinque stazioni di controllo e un centro di calcolo a terra, i ricevitori degli utenti. I satelliti, la cui traiettoria è costantemente seguita ed eventualmente corretta dalle stazioni di controllo, emettono segnali radio che sono raccolti e identificati dai ricevitori. Ciascun ricevitore capta i segnali di almeno cinque satelliti ed è in grado di ricavarne la propria posizione (latitudine, longitudine e altezza) con una precisione di 10-20 metri e l’ora esatta. Quest’ultimo dato è fornito da quattro orologi atomici di elevatissima precisione che sono a bordo di ciascun satellite, così che gli utenti non hanno bisogno di dotarsi di questi costosi strumenti per avere un’informazione di prima qualità.

Il sistema consente di rilevare non solo la posizione,ma anche la quota e la velocità di persone, veicoli e quant’altro.

I satelliti sono 24, più alcuni di scorta, e sono collocati in gruppi di quattro su sei piani orbitali inclinati di 55 gradi rispetto all’equatore. Questa disposizione fa sì che ogni utente possa ricevere in ogni istante il segnale di almeno cinque satelliti. Le orbite ellittiche, poco schiacciate, sono a una distanza di circa ventimila chilometri dalla terra e ogni satellite compie un giro completo ogni 12 ore, trasmettendo periodicamente i dati orbitali che lo riguardano. Oltre agli orologi atomici, ciascun satellite possiede dei razzi per la correzione della traiettoria, due pannelli solari di oltre 7 metri quadrati per l’alimentazione elettrica, e batterie di riserva in caso di eclissi. Il peso di un satellite è di 845 chilogrammi e la sua durata di progetto è di sette anni e sei mesi.

Il GPS è divenuto di fondamentale importanza per aerei, navi, treni, ma anche per il semplice automobilista che percorre strade sconosciute, nel caso di calamità naturali come terremoti. Ormai anche gli sportivi ciclisti, podisti, sono dotati di ricevitore GPS per misurare i loro percorsi.

giovedì 26 agosto 2010

Quanto manca al tramonto?

 

060328-tramonto.jpg

Come sapere quante ore di luce avete a disposizione nel tardo pomeriggio? Tenete una mano aperta, a distanza di braccio, con le dita unite e parallele all'orizzonte, sotto al disco solare. Contate quante dita stanno tra il Sole e l'orizzonte: alle latitudini italiane, ogni dito corrisponde a circa 15 minuti di luce.

 

Cento anni fa nasceva Madre Teresa

madre teresa.jpgL'India e il mondo intero celebrano il centenario della nascita di Madre Teresa di Calcutta, la suora albanese diventata simbolo universale della carità verso i poveri. Nata a Skopje in Albania il 26 agosto del 1910, Madre Teresa dedicò la sua vita ai "poveri tra i poveri" e nel 1979 vinse il premio Nobel per la Pace.

Figura tra le più carismatiche del Novecento, Madre Teresa dedicò l'intera vita agli emarginati e ai poveri di Calcutta. La sua esistenza è stata esempio di carità, figlia di quella "chiamata nella chiamata" che lei stessa scrisse di aver avuto dopo una visita nella periferia di Calcutta.

Nel 1950 fonda le "Missionarie della carità", la congregazione dalla tipica veste bianca a strisce azzurre. Il suo operato e la sua dedizione verso quei poveri per i quali rappresenta una vera e propria salvezza, non passano inosservati e le consentono di guadagnarsi il rispetto dei potenti, tra cui il Papa e lady Diana. Il 5 settembre 1997, all'età di ottantasette anni, Madre Teresa si spegne nella sua Calcutta. Il 19 ottobre del 2003, la suora albanese è salita agli onori degli altari ed è stata beatificata in tempi record da Giovanni Paolo II.

mercoledì 25 agosto 2010

Terremoto: tutti a letto!

terrem.jpgL’ invenzione è di marca cinese: un letto che, in caso di terremoto, si chiude a guscio, trasformandosi in una utilissima protezione. L’originale invenzione è nata dalla fantasia e dall’abilità di un pensionato: il letto a due piazze non solo chiudendosi ripara gli occupanti da eventuali crolli. L’interno del guscio – provvisto di scorte d’acqua, cibo in scatola, martello e megafono – consente di sopravvivere per diversi giorni. Una casa nella casa.

martedì 24 agosto 2010

Adolescenti: musica alta udito a rischio

udito.jpgNon è la prima volta che scrivo dei probabili problemi all'udito per i giovani. Tutta colpa di lettori cd ed mp3, delle cuffiette nelle orecchie e della musica a tutto volume. Se tutto procede così tra vent’anni un adulto su tre sarà costretto a portare l’apparecchio acustico. Le statistiche elaborate in America parlano chiaro: l’ascolto smodato di musica al alto volume ha incrementato del trenta per cento, negli ultimi vent’anni, i disturbi all’udito. I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston hanno confrontato i dati sulla perdita di udito di centinaia di giovani tra 12 e 19 anni tra 1988 e il 1994 con quelli del 2005-2006. Ne esce un quadro preoccupante: in quel biennio un ragazzo su cinque ha perso l’udito.

lunedì 23 agosto 2010

L'uomo della pasta

cenagratis.gifDalle 17 stanno lì, fermi, ad aspettare. Sanno che entro mezz’ora, come ogni sera, il pulmino della pasta – così lo chiamano – arriverà a prenderli. E li porterà al ristorante “White House” (Casa Bianca) di Anaheim, nel centro dell’omonima città della California, una parte degli Stati Uniti. Dove potranno cenare a base di maccheroni e spaghetti a un prezzo davvero speciale: gratis.

Per 150 bambini dei quartieri più poveri, il pasto nel locale è gratuito. Offre il proprietario, Bruno Serato, un italiano di Verona arrivato in America a 25 anni con appena 200 dollari nel portafogli in cerca di fortuna. Non è stato facile trovarla. Bruno ha dovuto lavorare sodo, imparare una lingua straniera, mantenersi in un Paese straniero. «È stata dura – racconta – per questo ho deciso di aiutare chi è meno fortunato di me».

L’idea della cena ai bimbi di famiglie in difficoltà gliel’ha data sua madre, Caterina. «Cinque anni fa, venne a trovarmi e la portai a visitare i club, luoghi dove i minori poveri trascorrono le serate.  Si commosse quando le dissi che la maggior parte di quei piccoli avrebbe saltato la cena perché i genitori non avevano soldi», dice Bruno. Caterina gli chiese di preparare per loro cento pasti, Bruno ha obbedito con gioia. Però ha deciso: «Ne farò almeno 150 e non solo questa volta, ma tutti i giorni». Un bell’impegno.

I bambini arrivano nel ristorante, mangiano e poi giocano con gli educatori fino a sera, quando il pullmino li riporta a casa. Un vero e proprio progetto di solidarietà nato per caso. E finanziato sempre grazie ai deliziosi spaghetti di Bruno. Il ristorante White House è il più famoso della città. Per gustare i suoi manicaretti vengono anche dalle altre città del Paese. Perfino grandi personaggi, come gli ex presidenti George Bush, Jimmy Carter e Bill Clinton, sono incapaci di resistere al richiamo dei piatti di Bruno. E, per loro, il conto è salato. Ma si paga volentieri: è per una buona causa.

mercoledì 18 agosto 2010

Cad 2D

archl.jpgRicorderete che durante l'anno scolastico abbiamo provate a disegnare con ArchLine, un software per la progettazione architettonica. La versione disponibile a scuola è di prova e solo in 2D. Oltrettutto da qualche anno non è più in distribuzione e quindi alcuni dei nostri PC ne sono sprovvisti.

Con mia grande gioia ora è nuovamente disponibile una versione gratuita: ArchLine 2010 Free.
Vi invito quindi ad installarla scaricandola da questo sito. Il Download è parecchio lento e quindi è consigliabile solo a chi ha la connessione internet di tipo flat (canone mensile senza limiti di connessione).

L'installazione si esegue con il doppio clic sul file e seguento le indicazioni del software.
Potete scaricare  invece il primo tutorial che vi accompagna nel disegno di una semplice costruzione.

mercoledì 4 agosto 2010

Il cane

cane.jpgIn cortile c'è un cane legato al collo con una corda lunga 5 metri.

C'è anche un gustoso osso, che però è posto alla distanza di 6 metri.

Il cane, tuttavia, riesce a prendere l'osso senza nessuna diffcoltà.

Come si spiega?

Il distrattto

penne-1flex.jpgUn distratto perde ogni giorno il doppio delle penne biro del giorno precedente.

In 10 giorni ne perde una cassa intera.

Quanto ci mettono due perdi-penne a perdere la stessa cassa?