lunedì 20 agosto 2012

La percorrenza ideale di un'auto elettrica è 100 km

auto_elettrica_ricarica.jpgE' un fatto assodato che in Europa il 60% dei guidatori percorre meno di 30 chilometri al giorno e più del 90% non supera i 100 chilometri. Quindi almeno il 90 % della popolazione continentale che usufruisce dell'auto potrebbe utilizzare tranquillamente un'auto elettrica.


Domanda: che senso avrebbe tenere a bordo costosissime (per ora) batterie al litio con la sicurezza di non utilizzare a pieno l'energia disponibile? Ancora più inopportuna la spesa per quei cittadini che non percorrono più di 30 miseri chilometri al giorno che sono la bellezza del 60 %.


Del tutto insensato è affannarsi per progettare auto elettriche con percorrenze inutilizzabili e tanto meno complicarsi la vita con le auto ibride appesantite da due motori a bordo, batterie, serbatoio,  e elettronica di controllo non certo semplice e suscettibile di malfunzionamenti, prima o poi.


La soluzione è questa: possedere un'auto personale per un utilizzo quotidiano e prendere a occasionalmente a noleggio delle auto che offrano percorrenze congrue, siano esse con motorizzazione tradizionale o elettriche, da utilizzare solo 5, 10 volte o più all'anno secondo necessità. Quel risicato 10% che deve percorrere più di 100 km al giorno può benissimo continuare ad utilizzare un'auto a benzina o gasolio, a sua scelta.


L'auto di tutti i giorni può essere benissimo l'auto che abbiamo avuto per anni con il motore termico e trasformata in elettrica con un kit di conversione, che costa di meno di un'auto nuova sia essa termica sia ancor di più elettrica.

venerdì 17 agosto 2012

Reazioni chimiche

002.jpgLe reazioni chimiche avvengono continuamente intorno a noi e persino nel nostro corpo, quando le molecole si separano e si uniscono tra loro per creare nuove molecole. Le sostanze che vengono modificate da una reazione chimica sono dette reagenti, mentre quelle prodotte si chiamano, appunto, prodotti. Alcune reazioni chimiche possono ridurre una molecola ad un elemento puro. Non possono però separare un atomo: per questo ci vuole una reazione nucleare.


Azioni, come il tritare, tagliare e schiacciare cambiano l’aspetto di una sostanza, ma non le molecole che la compongono. Si tratta, infatti, di cambiamenti fisici, non chimici. Quando le sostanze subiscono un cambiamento chimico, le molecole al loro interno vengono riorganizzate per creare nuove sostanze. Un esempio è quello del ferro esposto all’aria: gli atomi di ferro si combinano con gli atomi di ossigeno per formare molecole di ossido di ferro, noto come ruggine. Durante una reazione chimica, i legami che tengono assieme gli atomi delle molecole si spezzano, mentre altri legami si creano, formando nuove molecole. Gli atomi in sé invece non cambiano. Una reazione chimica non crea atomi, né li distrugge, ma li riorganizza: tutti gli atomi dei prodotti di una reazione, quindi, sono presenti nei reagenti.


In gran parte delle reazioni chimiche, i prodotti non possono essere ritrasformati in reagenti. Bruciando, un prodotto reagisce con l’ossigeno dell’aria che dà luogo a fumo e ceneri, che non potranno mai essere ritrasformati nel materiale originario. Alcune reazioni chimiche possono essere invertite. La reazione iniziale trasforma i reagenti in prodotti, mentre la reazione inversa ritrasforma i prodotti in reagenti.


L’equazione chimica spiega in modo matematico cosa succede in una reazione chimica. I nomi delle sostanze sono sostituiti dai simboli chimici. Per mostrare che gli stessi atomi esistono prima e dopo la reazione, ci devono essere uguali quantità di ogni atomo da entrambe le parti dell’equazione.

giovedì 16 agosto 2012

Le proprietà della materia

022.jpegL’aspetto e il comportamento di una sostanza sono determinati dal tipo di atomi di cui essa è composta e dal modo in cui questi sono disposti. Alcune proprietà sono comuni a tutti gli stati della materia, come la densità (la quantità di materia contenuta in un determinato spazio). Altre proprietà invece, esistono solo in certi stati della materia: l’elasticità, ad esempio, appartiene solo ai solidi.


Le molecole di gran parte dei solidi sono sistemate secondo schemi tridimensionali regolari e danno luogo a cristalli a forma di cubo, piramide o prisma. La struttura geometrica dei cristalli delle pietre preziose è evidente, mentre in gran parte dei solidi i cristalli possono essere visti solo al microscopio.


In alcuni solidi , come il vetro, le molecole non formano cristalli regolari. Privo di questi forti legami cristallini, il vetro solido si comporta in realtà come un lentissimo liquido: ecco perché un vecchio bicchiere può essere più spesso alla base.


Le molecole che si trovano sulla superficie di un liquido sono attratte verso il basso dalla molecole sottostanti, formando un’invisibile pellicola elastica. Questo effetto, detto tensione superficiale, permette a minuscoli insetti di camminare sull’acqua. A causa delle variazione della tensione superficiale di un liquido nel punto in cui tocca il suo contenitore, la superficie del liquido forma una curva, detta menisco. Poiché le molecole d’acqua sono più attratte dal contenitore che l’una all’altra, il menisco dell’acqua si curva verso l’alto; con il mercurio invece succede il contrario.


Le molecole di alcuni solidi sono disposte in filamenti in grado di scivolare facilmente gli uni sugli altri, permettendo al solido di essere allungato, compresso o piegato. Quando la forza che causa l’allungamento, la compressione o il piegamento viene a mancare, le forze presenti tra le molecole riportano il solido alla sua forma iniziale.


Le molecole dei gas possono essere compresse per adattarsi ad uno spazio più piccolo. Quando la pressione cala bruscamente, il gas si espande con forza. Ecco perché un gas, disciolto in un liquido sotto pressione, fa le bollicine o frizza quando il suo contenitore viene aperto.


Quando la materia viene scaldata, si espande perché le molecole si allontanano tra loro. Allo stesso modo, quando il gas di una mongolfiera viene riscaldato, si espande, gonfiando il pallone. La mongolfiera quindi sale perché l’aria all’interno del pallone è meno densa dell’aria circostante.

domenica 12 agosto 2012

Facebook: fasulli 83 milioni di utenti

f.jpgTanti sono gli utenti finti sul celebre social network. E' quanto emerge da un'attenta analisi effettuata dalla società. Da quando si è quotato in borsa, Facebook dev'esser il più trasparente possibile. Ecco perché la società che lo gestisce ha vagliato con attenzione gli oltre 950 milioni di utenti. Ne sono emersi dati molto interessanti. 


Per cominciare è risultato che circa 83 milioni di profili sono fasulli (quasi il 10% del totale e sono in crescita) . Di questi circa il 5% del totale, sono profili duplicati, appartenenti a utenti che oltre al loro hanno deciso di aprire un secondo o un terzo account. C'è poi un ulteriore 2,5% di utenti definiti come mal-classificati, ovvero profili di società, organizzazioni o addirittura animali (sembra che molti creino profili del proprio gatto...). A chiudere il quadro ci sono i profili creati ad hoc per ingannare gli altri utenti e veicolare spam o messaggi pubblicitari (tipicamente con foto di donne o uomini particolarmente attraenti). Questi rappresentano un ulteriore 1,5%. 

martedì 7 agosto 2012

Abebe Bikila, vincere la maratona olimpica senza scarpe

Abebe_Bikila.jpgNasce il 7 agosto 1932 in Etiopia; nello stesso giorno in cui viene alla luce, a Los Angeles si sta correndo la maratona olimpica. Figlio di un pastore, prima di diventare un eroe nazionale per le sue imprese sportive, la sua professione era quella di agente di polizia, nonché guardia del corpo personale dell'imperatore Haile Selassie.


Rimane una leggenda in ambito sportivo da quando ai Giochi Olimpici di Roma del 1960 vinse correndo scalzo la gara della maratona. E' il 10 settembre: Abebe si ritrova a far parte della nazionale olimpica etiope in sostituzione di Wami Biratu, infortunatosi poco prima della partenza durante una partita di calcio. Le scarpe fornite dallo sponsor tecnico non risultano comode, così due ore prima della gara decide di correre scalzo.


Aveva iniziato con l'atletica agonistica solo quattro anni prima, allenato dallo svedese Onni Niskanen. Il percorso della maratona di Roma supera la consuetudine che voleva la partenza ed il traguardo all'interno dello stadio olimpico. Alla vigilia della gara erano pochissimi quelli che annoveravano Abebe Bikila tra i nomi favoriti, nonostante l'etipe avesse fatto segnare un tempo notevole nei giorni precedenti.


Con indosso la maglia verde numero 11, ingaggia da subito una sfida contro un fantasma: Abebe vuole tenere d'occhio il concorrente numero 26, il marocchino Rhadi Ben Abdesselam, che invece parte con il 185. Bikila rimane tra i gruppi di testa e non non trovando l'avversario, pensa che questi sia più avanti. Alla fine sarà l'etiope il vincitore. Dopo la gara, quando gli viene chiesto il motivo della sua decisione di correre scalzo, avrà modo di dichiarare: "Volevo che il mondo sapesse che il mio paese, l'Etiopia, ha sempre vinto con determinazione ed eroismo".


Quattro anni dopo, Abebe Bikila si presenta alla XVIII Olimpiade (Tokyo 1964) in condizioni di forma non ottimali: solo sei settimane prima aveva subito un'operazione chirurgica all'appendice e il tempo dedicato agli allenamenti si era molto ridotto. Nonostante questa circostanza sfavorevole è lui l'atleta che taglia per primo il traguardo e che indosserà al collo la medaglia d'oro. In questa occasione gareggia con le scarpe e stabilisce il miglior tempo mondiale sulla distanza. Nella storia di questa faticosa disciplina, Abebe Bikila è il primo atleta di sempre ad aver vinto la maratona olimpica due volte di seguito. Ai Giochi Olimpici del 1968, che si tengono a Città del Messico, il trentaseienne etiope deve subire e sopportare diversi handicap, dovuti all'altitudine, agli infortuni e in generale all'età ormai avanzata. Si ritirerà dalla gara prima di raggiungere il traguardo.


In carriera corre quindici maratone, vincendone dodici (due ritiri e un quinto posto a Boston, nel maggio 1963). L'anno seguente, nel 1969, rimane vittima di un incidente automobilistico nei pressi di Addis Abeba: rimane paralizzato dal torace in giù. Nonostante le cure e l'interesse internazionale non riuscirà più a camminare. Aveva sempre amato praticare sport alternandosi in varie discipline, come calcio, tennis e pallacanestro. Impossibilitato nell'uso degli arti inferiori non perde la forza di continuare a gareggiare: nel tiro con l'arco, nel ping pong, perfino in una gara di corsa di slitte (in Norvegia). Abebe Bikila morirà a causa di un'emorragia cerebrale alla giovane età di quarantuno anni, il 25 ottobre 1973. Lo stadio nazionale di Addis Abeba sarà a lui dedicato.

sabato 4 agosto 2012

Hydro, turbina eolica galleggiante

hywind405x490.jpgSi chiama Hydro il primo prototipo al mondo di turbina eolica galleggiante. L’aerogeneratore è stato installato al largo delle coste norvegesi, 10 km a sud-est della città di Karmoy.


Hywind ha dimensioni davvero notevoli: le sue pale hanno un diametro di 82 metri e si estende per 65 metri sopra il livello del mare e per circa 100 al di sotto della superficie. L’aerogeneratore è ancorato sul fondale con tre cavi di acciaio e galleggia grazie alla parte inferiore del pilone, su cui sono installate le pale, che è cava.


Gli impianti offshore convenzionali vengono appoggiati sul fondale e possono essere installati solo in prossimità delle coste, o comunque dove la profondità del mare non superi i 60-70 metri. Le caratteristiche tecnologiche di Hywind invece lo rendono utilizzabile in fondali profondi tra i 120 e i 700 metri, ampliando notevolmente i contesti marini in cui è possibile utilizzarlo.


L’installazione a grande distanza dalle coste comporta ulteriori vantaggi: non pone problemi di visibilità né dal punto di vista estetico-turistico (argomento più volte discusso dalle associazioni ambientaliste), né da quello dell’interferenza con le rotte mercantili. Cosa ancor più importante, anche le prestazioni sono migliori rispetto ai sistemi tradizionali: in prima istanza perché in mare aperto il vento è più forte e continuo e poi anche perché un impianto del genere è più resistente alle sollecitazioni strutturali, risultando più flessibile con venti di forza maggiore rispetto agli impianti con fondamenta rigide.


Pur essendo ancora un prototipo e avendo comunque dei limiti (sostanzialmente l’ancoraggio al fondo e il costo del collegamento elettrico) Hywind apre enormi potenzialità per lo sviluppo dell’eolico offshore

mercoledì 1 agosto 2012

Londra 2012 i padiglioni per le gare di Tiro

La sede delle gare di tiro di Londra 2012 (tiro a segno e tiro a volo), progettata dallo studio Magma Architecture nel quartiere sudorientale di Woolwich, ospiterà le discipline di tiro ai Giochi Olimpici e Paraolimpici di Londra del 2012: tiro a segno, tiro a volo, tiro con l'arco in tre location indoor e tre all'aria aperta. 


big_386401_8973_02_web_RAB1998-JLDiehl.jpgLe gare di tiro sono specialità difficili da seguire a occhio nudo. Il progetto dei padiglioni è stato improntato, per questo, dal desiderio di offrire l'esperienza del flusso e della precisione, propria di questo sport, attraverso la creazione di uno spazio curvo e dinamico. Il risultato è una facciata bianca curvilinea, composta da una doppia membrana e costellata di aperture dai colori sgargianti. Oltre che ad animare la facciata, questi "bolli" svolgono la funzione di punti di tensione per l'intera struttura. 


Le aperture nei 18.000 mq di superficie della membrana, realizzata in PVC senza, hanno funzione di bocchette di ventilazione e, al piano terra, di porte d'ingresso. L'aspetto fresco e leggero degli edifici aumenta il carattere festoso e celebrativo dell'evento olimpico. Sapendo che gli edifici sarebbero stati smantellati dopo l'evento, un obiettivo ulteriore è stato quello di creare un progetto fuori dal comune, in modo che fosse ricordato dai visitatori e dalla comunità locale. 


Si stima che oltre 104.000 spettatori assisteranno alle gare. I tre padiglioni offrono 3.800 posti suddivisi tra due tribune parzialmente chiuse e una tribuna chiusa. Le facciate sono lunghe 107 metri complessivi. La sostenibilità è stata un altro fattore chiave del progetto: tutti i materiali saranno riutilizzati o riciclati. Tutti e tre gli edifici sono mobili, ogni giuntura è stata progettato in modo da poter essere rimontata, e non sono stati utilizzati materiali compositi o adesivi. Inoltre, le facciate semitrasparenti, che coprono due terzi della superficie, consentono di ridurre la necessità d'illuminazione artificiale, mentre la ventilazione è completamente naturale. La doppia curvatura è il risultato di un uso ottimale della membrana, che lo studio Magma ha sperimentato per diversi anni. A Olimpiadi concluse, i tre edifici temporanei saranno smantellati e ricostruiti a Glasgow dove ospiteranno i Giochi del Commonwealth nel 2014.


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