L’aria che ci entra nei polmoni e nella quale ci muoviamo è forse l’unica e ultima cosa gratis che abbiamo, ma è spesso inquinata. «Necessario come l’aria che respiriamo», si dice, ma di cosa parliamo, quando parliamo di «aria»?
Cos’è l’aria?
E’ un insieme di gas, in cui prevalgono azoto (circa 80%) e ossigeno (circa 20%), con percentuali di vapore acqueo e varie quantità di anidride carbonica, idrogeno e gas nobili. È nella cosiddetta atmosfera, meglio dire troposfera, lo strato sottile di «aria» che circonda la Terra per una dozzina di km. È il velo che avvolge il pianeta come una pelle di cipolla, nel quale avvengono i fenomeni meteorologici.
L’atmosfera è cambiata?
La composizione dei suoi gas ha registrato drammatici cambiamenti nell’ultimo secolo e mezzo, da quando è iniziata la Rivoluzione industriale. Da metà Ottocento è aumentata l’anidride carbonica: da 290 parti per milione a 400 parti per milione. Il 30% in più, all’incirca, variazione enorme: una concentrazione più alta di CO2 si registrò solo nel Vulcanesim milioni di anni fa.
Cosa respiriamo oggi?
Un adulto in condizioni di riposo respira dai 6 ai 9 litri di aria al minuto; durante un’attività fisica moderata ne respira 60 litri al minuto, con attività fisica intensa 130. L’aria inalata è composta per il 20% da ossigeno, quella esalata ne ha solo il 15%; quindi circa un quarto dell’ossigeno viene consumato a ogni respiro.
E’ aria pulita o «mal’aria»?
Occorre distinguere ciò che nuoce all’uomo e ciò che nuoce agli altri viventi. L’anidride carbonica è utile alle piante. Quella nell’atmosfera danneggia l’uomo, perché agisce come i vetri di una serra: trattiene energia, calore, riscalda il Pianeta. Ogni grado in più ha effetti sconvolgenti sugli oceani e gli ecosistemi. Poi c’è l’aria che respiriamo in città, contiene i gas di combustione di auto e centrali di riscaldamento e particelle solide microscopiche dell’usura dei penumatici: i famigerati Pm10.
Cosa sono?
Le polveri sottili (Pm10 perché hanno un diametro inferiore ai 10 micron) sono una miscela di particelle solide e liquide: possono rimanere sospese nell’aria a lungo, essere inalate e arrivare nei polmoni. Il Pm10 è formato da metalli (Piombo, Cadmio, Zinco, Nichel, Rame), solfati, nitrati, sabbie, ceneri, fibre di amianto, polveri di cemento e carbone
L’atmosfera può rigenerarsi da sola?
In qualche misura sì: un inverno molto piovoso può abbattere le polveri sottili, inverni di bassa pressione e aria stagnante le concentrazioni salgono. Senza contare che in natura esistono inquinanti, come le microparticelle del vento di sabbia o le emissioni dal sottosuolo o il metano dalla digestione dei ruminanti (non tanto dall’intestino ma dalla bocca): circa 20 litri per animale al giorno. Ruminanti vuol dire vacche e vitelli: mangiare meno bistecche aiuta il Pianeta.
Quindi è un problema politico e individuale?
Sì, oltre al determinante intervento di politici, industriali e amministratori ognuno di noi può fare qualcosa. Le scelte individuali influenzano il mercato: mangiare uva o fragole a dicembre che arrivano da oltreoceano significa trasporti inutili ed emissioni enormi. Se usassimo fibre tessili come lino, cotone o canapa, anziché composti del petrolio, faremmo un bel passo avanti.
L’aria del Pianeta può tornare salubre?
Sì, ma il discorso va affrontato più in generale: dopo 150 anni di emissioni dovute a un modello economico obsoleto, che ha prodotto grandi benefici in alcuni Paesi ma che ora si rivela a livello mondiale catastrofico, va rivisto il modo di produrre che deve diventare «compatibile». L’umanità ha bisogno di energia, ma dev’essere pulita e non basata sulle energie fossili. Le tecnologie rinnovabili esistono, occorre cambiare modello economico. E si tornerà a respirare meglio.
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