venerdì 26 ottobre 2012

La Cappella Sistina compie 500 anni

sistina.jpgIl 31 ottobre 1512, esattamente 500 anni fa, Michelangelo Buonarroti 1475-1564, protagonista del Rinascimento italiano, portava a compimento in Vaticano, la realizzazione del ciclo di affreschi di quasi 1000 m² nella volta della Cappella Sistina, considerato traguardo insuperabile dell'ingegno creativo, uno dei capolavori assoluti dell'arte occidentale. 


"Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere", scriveva il poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe 1749-1832. 


Il tema generale degli affreschi della volta è il mistero della Creazione di Dio, che raggiunge il culmine nella realizzazione dell'uomo a sua immagine e somiglianza. Con l'incarnazione di Cristo, oltre a riscattare l'umanità dal peccato originale, si raggiunge il perfetto e ultimo compimento della creazione divina, innalzando l'uomo ancora di più verso Dio. In questo senso appare più chiara la celebrazione che fa Michelangelo della bellezza del corpo umano nudo. Inoltre la volta celebra la concordanza fra Antico e Nuovo Testamento, dove il primo prefigura il secondo, e la previsione della venuta di Cristo in ambito ebraico, con i profeti, e pagano, con le sibille. 


In definitiva, la difficile sfida su un'impresa di dimensioni colossali 40x13 metri, con oltre trecento personaggi, e con una tecnica a lui non congeniale, con il diretto confronto coi grandi maestri fiorentini presso i quali si era formato, poté dirsi pienamente riuscita oltre ogni aspettativa. Lo straordinario affresco venne inaugurato la vigilia di Ognissanti del 1512.


I lavori, che avevano avuto come committente il papa Giulio II, erano cominciati quattro anni prima, nel 1508, e avevano presentato sin dall’inizio non poche difficoltà, anche in virtù delle dimensioni che andò assumendo, nel tempo, l’impresa. Inizialmente infatti Michelangelo era stato incaricato di dipingere solo le dodici figure degli Apostoli, ma a lavoro concluso, i personaggi raffigurati, tratti dalla Genesi e dal Vecchio Testamento, erano più di trecento, distribuiti su una superficie di oltre cinquecento metri quadri. 

Combustibili fossili

Combustibili-fossili.jpgUn nostro antenato, che aveva già scoperto il fuoco, cercando altre cose da bruciare oltre alla legna, si accorse che c'erano dei curiosi sassi neri e lucidi che, diversamente da tutte le altre pietre, potevano incendiarsi. Soprattutto bruciavano molto lentamente, avevano una fiamma bella calda e praticamente non facevano né fumo né cenere. Quelle pietre nere erano anche leggere e facili da trasportare. Il difficile era trovarle: si doveva andare a cercarli sottoterra o in fondo a qualche caverna.


Il carbon fossile era ben conosciuto dall'uomo preistorico e ce lo dimostrano le numerose tracce rinvenute in Italia e in Grecia in villaggi risalenti all'età del bronzo. Era poi usato come combustibile in Cina e tra gli indigeni dell'America pre-colombiana già mille anni prima di Cristo. Ma si trattava sempre di carbone "di superficie" che si incontrava quasi casualmente (e infatti era destinato solo a re e sacerdoti). Furono i cinesi, nel 600-500 a. C., a cominciare a scavarlo con metodo. Intorno all'anno mille quest'attività si diffuse anche in Europa, specialmente in Gran Bretagna e in Germania.


Anche il petrolio ha una storia più antica di quel che si crede. In Persia il petrolio grezzo, denso e appiccicoso, trasudava spontaneamente da alcune rocce. Dopo qualche piccola scossa di terremoto poteva anche capitare, nel deserto, di vedere un getto di petrolio fuoriuscire dal terreno a mo' di geyser (secoli più tardi Marco Polo descrisse le fontane di olio nero che aveva visto nella regione di Baku, nell'attuale Azerbaigian). Il bitume (una miscela semisolida di vari tipi di petrolio) veniva usato in Persia, 6000 anni or sono, per asfaltare le strade più importanti. Così come gli Egizi usavano la pece per rendere più impermeabile il fondo delle imbarcazioni.


Se il carbone era molto facile da utilizzare come fonte di calore o di luce, il petrolio non era considerato un buon combustibile. Era assai più difficile da maneggiare, bruciava in modo irregolare e il fumo nero era decisamente puzzolente. Giocare col petrolio era roba da maghi, cioè da chi si interessava di chimica. Tant'è che nel 673 a.C., quando Costantinopoli era assediata dalla flotta araba e stava per cadere, un alchimista di nome Callinicus (di origine siriana, guarda caso) propose di incendiare il mare. Come "incendiare il mare"? Callinicus dimostrò che era possibile grazie a una miscela a base di petrolio da lui preparata: stava a galla, non si mescolava con l'acqua e poteva così bruciare anche sul mare. Immaginatevi gli arabi quando videro le fiamme che lentamente si avvicinavano alle loro navi. Furono presi dal panico (pensarono a chissà quale sortilegio), scapparono e Costantinopoli fu salva.


Carbone e petrolio (e anche il gas naturale) sono detti combustibili "fossili" perché si sono formati nella stessa maniera. Milioni e milioni di anni fa, al tempo dei dinosauri, la Terra era molto più selvaggia di oggi: c'erano foreste ovunque e molti più animali di oggi. Anche il mare era molto più ricco, specie di alghe e di plancton. Inoltre la Terra stava terminando la sua evoluzione: eruzioni vulcaniche e terremoti imperversavano ancora. Così, man mano che morivano, le piante e gli animali venivano ricoperti da nuovi strati di terra e roccia. Sottoterra (in particolare sotto i fondali marini), le sostanze chimiche che componevano tali esseri viventi si disgregarono per il grande peso dei materiali che li ricoprivano trasformandosi in petrolio e gas, mentre il legno si trasformò per lo più in carbone. Fu così che nacquero tutti i grandi giacimenti di combustibili fossili che ora sfruttiamo per produrre energia.

sabato 20 ottobre 2012

L'energia solare è contagiosa

fotovoltaico-casa.jpgL'energia solare è contagiosa. Se i nostri vicini di casa hanno installati pannelli solari (termici o fotovoltaici) anche noi saremo indotti a installarli.


Lo dice uno studio condotto da due università americane che ha preso in esame i pannelli installati in tutta la California dal 2001 al 2011. I ricercatori hanno dedotto che sono sufficienti 10 installazioni in una zona residenziale perchè si verifichi un incremento dell'8% di nuovi pannelli.


Gli esperti di marketing spiegano che questo fenomeno è già stato osservato in altre occasioni: chi installa i pannelli gode degli incentivi economici e ne parla con i vicini di casa. Inoltre i nostri vicini non vogliono apparire meno ecologici di noi e quindi sono indotti a imitarci.


E' stato constatato che è più probabile l'installazione sui tetti delle famiglie numerose (confermo che è vero) e sui tetti delle case abitate dagli ingegneri. 

giovedì 11 ottobre 2012

Combustibili fossili

Ufossili.jpgn nostro antenato, che aveva domato il fuoco, cercando altre cose da bruciare oltre alla legna, si accorse che c'erano dei curiosi sassi neri e lucidi che, diversamente da tutte le altre pietre, potevano incendiarsi. Soprattutto bruciavano molto lentamente, avevano una fiamma bella calda e praticamente non facevano né fumo né cenere. Quelle pietre nere erano anche leggere e facili da trasportare. Il difficile era trovarle: si doveva andare a cercarli sottoterra o in fondo a qualche caverna.


Il carbon fossile era ben conosciuto dall'uomo preistorico e ce lo dimostrano le numerose tracce rinvenute in Italia e in Grecia in villaggi risalenti all'età del bronzo. Era poi usato come combustibile in Cina e tra gli indigeni dell'America pre-colombiana già mille anni prima di Cristo. Ma si trattava sempre di carbone "di superficie" che si incontrava quasi casualmente (e infatti era destinato solo a re e sacerdoti). Furono i cinesi, nel 600-500 a. C., a cominciare a scavarlo con metodo. Intorno all'anno mille quest'attività si diffuse anche in Europa, specialmente in Gran Bretagna e in Germania.


Anche il petrolio ha una storia più antica di quel che si crede. In Persia il petrolio grezzo, denso e appiccicoso, trasudava spontaneamente da alcune rocce. Dopo qualche piccola scossa di terremoto poteva anche capitare, nel deserto, di vedere un getto di petrolio fuoriuscire dal terreno a mo' di geyser (secoli più tardi Marco Polo descrisse le fontane di olio nero che aveva visto nella regione di Baku, nell'attuale Azerbaigian). Il bitume (una miscela semisolida di vari tipi di petrolio) veniva usato in Persia, 6000 anni or sono, per asfaltare le strade più importanti. Così come gli Egizi usavano la pece per rendere più impermeabile il fondo delle imbarcazioni.


Se il carbone era molto facile da utilizzare come fonte di calore o di luce, il petrolio non era considerato un buon combustibile. Era assai più difficile da maneggiare, bruciava in modo irregolare e il fumo nero era decisamente puzzolente. Giocare col petrolio era roba da maghi, cioè da chi si interessava di chimica. Tant'è che nel 673 a.C., quando Costantinopoli era assediata dalla flotta araba e stava per cadere, un alchimista di nome Callinicus (di origine siriana, guarda caso) propose di incendiare il mare. Come "incendiare il mare"? Callinicus dimostrò che era possibile grazie a una miscela a base di petrolio da lui preparata: stava a galla, non si mescolava con l'acqua e poteva così bruciare anche sul mare. Immaginatevi gli arabi quando videro le fiamme che lentamente si avvicinavano alle loro navi. Furono presi dal panico (pensarono a chissà quale sortilegio), scapparono e Costantinopoli fu salva.


Carbone e petrolio sono detti combustibili "fossili" perché si sono formati nella stessa maniera. Milioni e milioni di anni fa, al tempo dei dinosauri, la Terra era molto più selvaggia di oggi: c'erano foreste ovunque e molti più animali di oggi. Anche il mare era molto più ricco, specie di alghe e di plancton. Inoltre la Terra stava terminando la sua evoluzione: eruzioni vulcaniche e terremoti imperversavano ancora. Così, man mano che morivano, le piante e gli animali venivano ricoperti da nuovi strati di terra e roccia. Sottoterra (in particolare sotto i fondali marini), le sostanze chimiche che componevano tali esseri viventi si disgregarono per il grande peso dei materiali che li ricoprivano trasformandosi in petrolio e gas, mentre il legno si trasformò per lo più in carbone. Fu così che nacquero tutti i grandi giacimenti di combustibili fossili che ora sfruttiamo per produrre energia.


Questo procedimento di trasformazione si chiama mineralizzazione: vegetali e animali diventano petrolio e carbone, cioè minerali.


 

mercoledì 10 ottobre 2012

Spari su Malala, ragazza coraggio anti-talebani

malala.jpgLotta tra la vita e la morte Malala Yousufzai, la ragazza che ha osato sfidare i talebani. L'adolescente pachistana di 14 anni, che tempo fa aveva coraggiosamente denunciato i soprusi della cultura talebana nella Valle dello Swat e che per questo aveva ricevuto ad Islamabad il Premio nazionale della pace, e' stata presa di mira oggi a colpi d'arma da fuoco a Mingora da un commando armato che l'ha ferita gravemente. 


L'azione e' stata rivendicata con una telefonata spiegando che la ragazzina e' stata ''colpita perche' insisteva a sviluppare una propaganda anti-talebana ed un pensiero 'occidentale' fra i giovani della zone pashtun''. Da tempo il gruppo fondamentalista l'aveva iscritta in una lista di nemici da colpire.


 Poco piu' di un anno fa l'intraprendente ragazzina pachistana aveva raggiunto una certa notorieta' nazionale ed internazionale per le sue decise critiche alla cultura talebana e alle limitazioni che essa impone soprattutto alle donne. Le sue critiche al governo nella Valle pachistana dello Swat nel 2009 erano state affidate ad un blog pubblicato con uno pseudonimo dalla Bbc. Una ong che si batte per la protezione dell'infanzia, la Kids Rights Foundation, l'aveva a sua volta candidata lo scorso anno senza successo per l'assegnazione del Premio internazionale per la pace per i bambini.

martedì 2 ottobre 2012

La bicicletta sorpassa l'auto

obama2.jpgNel 2011 in Italia si sono vendute più biciclette che automobili. Un sorpasso storico che non accadeva dal Dopoguerra. Le auto immatricolate sono state 1.748.143, le bici vendute 1.750.000. Quasi duemila pezzi in più.UNO scarto minimo, se la si butta in matematica. In realtà simbolico di come le due ruote stiano marciando alla conquista del cuore degli italiani.


Sarà la crisi, la maggiore attenzione all’ambiente, sicuramente una rivoluzione negli stili di vita. Ripeteva in continuazione lo scrittore inglese di fantascienza Herbert George Wells: “Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per il genere umano ci sia ancora speranza”. La fantascienza è diventata realtà, la bicicletta oggi si vende più della macchina. E anche se dall’altro lato della medaglia si scorge la più grave crisi del settore automobilistico degli ultimi decenni (il mercato è ripiombato ai livelli del 1964, ad agosto si è avuta la nona contrazione consecutiva a due cifre, con un meno 20 per cento di vendita rispetto al 2011), qualcosa si muove in avanti. Anche perché alle biciclette vendute vanno aggiunte 200 mila vecchie biciclette tirate fuori da cantine e garage, spolverate e rimesse in sesto.


Ma perché? Cos’è cambiato? La crisi, il prezzo della benzina arrivato a 2 euro al litro e i 7 mila euro all’anno (calcolati da Federconsumatori) per mantenere l’auto ci hanno sicuramente convinto a pedalare di più. «Ma non è solo questo — sostiene Nigrelli — il segreto del successo sta nel fatto che la bici è easy, facile da usare, costa poco, è maneggevole, comoda, oggi anche hi-tech nelle versioni ibride ed elettriche. Su un tratto di 5 km batte qualsiasi altro mezzo». Sarà per questo che è l’unico mezzo di trasporto privato che non ha subito un crollo di vendita. I produttori ne fanno di pieghevoli, a tre ruote, rétro, anfibie, senza pedali, placcate d’oro e in pelle di struzzo per chi vuole sì pedalare, ma con glamour.


Si usa per andare al lavoro, per spostarsi in città, per fare le gite. Eccolo, un altro motivo del successo: la vacanza a pedali. «La tendenza è quella di ricercare sempre di più il “turismo personalizzato” — dice Franco Isetti, presidente del Touring Club Italiano — le persone scelgono da sole mete e itinerari non omologati, che uniscono la visita ai beni culturali, il tour enogastronomico e il contatto con l’ambiente e i centri storici. La bicicletta è il mezzo ideale, il più semplice per coniugare tutto questo. Oltretutto, con i modelli ibridi la pedalata assistita e la possibilità di sfruttare anche il motore elettrico, si è aperto il mercato ai più anziani».


Il sorpasso della bicicletta sull’automobile è avvenuto anche in Germania. C’era da aspettarselo, lì le città sono decisamente “bikefriendly”, grazie al record europeo: 40 mila km di piste ciclabili.  «Questo rinnovato amore — ragiona Antonio Della Venezia, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta — aprirà la mentalità a chi ha sempre usato soltanto l’auto. Non credo che l’Italia tornerà ai livelli di vendita di auto precedenti al 2008. È l’occasione per cambiare stile di vita».