lunedì 12 dicembre 2022

Gli 8 stadi dei Mondiali in Qatar 2022

 

Il Lusail Stadium, 80.000 posti, ospiterà la finale del mondiale. Costruito nella zona del circuito di Formula 1 e MotoGP. Ha la forma della tipica lanterna fanar. Gran parte degli spalti sarà poi rimossa e utilizzata per altri progetti sportivi in giro per il mondo.




Il Al-Bayt Stadium, con una capienza di 60.000 spettatori, è stato costruito riproducendo la forma di una tenda beduina. È un impianto caratterizzato dalla presenza di alcune suite con camera da letto, cucina, bagno e accesso riservato in tribuna.








Lo stadio Al Janoub, (40.000 posti di capienza) ha le forme ispirate alla storia e alle tradizioni locali: ricorda il dau, la tradizionale barca a vela araba: il tetto richiama gli scafi dell’imbarcazione e le facciate le pieghe delle vele. 




Stadium 974. 974 è il prefisso internazionale del Qatar, ma anche il numero esatto dei container che compongono l’impianto. Una costruzione decisamente originale: i container hanno colori diversi, ciascuno dei quali indica una tipologia di uso all’interno (bar, bagni, uffici, lounge, spogliatoi).



Al Thumama, ha la capienza di 40.000 posti, è stato aperto per la prima volta a ottobre 2021 in occasione della finale della Coppa dell’Emiro. La sua forma ricorda quella della shashia, un tipico copricapo maschile arabo.








L’esterno dell’Education City riproduce (o almeno vorrebbe) le caratteristiche di un diamante. Anche questo stadio ha una capienza di 40.000 posti, metà dei quali saranno smantellati alla fine della manifestazione.








Prende il nome da Ahmad Bin Ali Al Thani, emiro del Qatar dal 1960 al 1972. La struttura originaria, costruita nel 2003, aveva una capienza di 21.282 posti ed è stata demolita nel 2015.









Il Khalifa International Stadium, ospiterà 40.000 spettatori. Questo stadio è considerato la casa del calcio in Qatar. Fu costruito nel 1976 e poi è stato oggetto di un massiccio lavoro di ammodernamento. Nel maggio del 2017 si è svolta la nuova inaugurazione.







lunedì 5 dicembre 2022

Il cobalto nelle auto elettriche

Nel dibattito sempre più acceso tra favorevoli e contrari alla diffusione dell’auto elettrica tra i materiali più controversi il cobalto, minerale ormai diventato sempre più raro e con notevoli problemi per la sua estrazione.

Il cobalto, simbolo chimico "Co", è un minerale duro,  simile al ferro, resistente ad acqua e aria, mentre risulta più sensibile all’aggressione degli acidi. Viene usato per molteplici attività come la produzione di leghe per turbine dei motori degli aerei a reazione.

E poi c’è l’impiego per il funzionamento delle batterie all’interno delle auto elettriche. Proprio il cobalto è il materiale protagonista del polo negativo della batteria. Il cobalto serve a  estendere il più possibile la durata delle batterie al litio e quindi incrementare l’autonomia delle auto elettriche, aspetto fondamentale per il futuro.

Dopo il 2035, almeno in Europa, rimarranno in vendita solo auto elettriche e la richiesta di cobalto crescerà in modo esponenziale. Il cobalto non è infinito, anzi, è tutt’altro che diffuso sulla Terra e la richiesta sempre maggiore sta abbattendo le riserve a disposizione: ogni automobile necessita circa di 10 kg di cobalto.

Il maggiore produttore mondiale di cobalto è la Repubblica Democratica del Congo, seguita dall’Australia e Indonesia. A questo podio si aggiungono altri Paesi produttori, anche se con riserve ben più limitate come le isole Filippine, la Cina o la Russia.  Con le riserve conosciute di cobalto si potrebbero realizzare 750 milioni di batterie per altrettanti mezzi elettrici e considerando una produzione media annuale di circa 80-90 milioni di veicoli, si potrebbe andare avanti al massimo per 9 anni.  Ma non dimentichiamo che il bobalto estratto ha molti altri usi. E poi ci sono da considerare i costi: una richiesta crescente di cobalto che va esaurendosi comporta un prezzo in crescita, crescita del prezzo delle auto elettriche già oggi troppo care.

La Repubblica Democratica del Congo detiene le maggiori riserve ma i giacimenti sono stati acquistati nella stragrande maggioranza da aziende cinesi. In ogni caso, il Congo rappresenta più della metà della produzione di cobalto a livello mondiale. E quindi vengono i problemi maggiori. Il cobalto del Congo è estratto a mano per oltre il 20% da minatori quasi sempre in età scolare. Di fatto la produzione di cobalto in Congo è direttamente collegata allo sfruttamento del lavoro minorile e alla violazione dei diritti umani. Ci sono alternative per realizzare batterie senza cobalto ma tali soluzioni ancora non garantiscono la stessa affidabilità.

Per evitare lo sfruttamento di migliaia di minorenni dobbiamo quindi rimetterci nelle mani della scienza. La ricerca infatti va avanti e le ultime notizie ci portano negli Stati Uniti. Qui si stanno facendo passi in avanti interessanti per quella che potrebbe essere la miglior alternativa alle batterie contenenti cobalto. La batteria in questione è agli ioni di sodio e potrebbe fare a meno anche del litio, ma per ora la durata è veramente bassa.

In Cina invece si sta lavorando ad una nuova batteria senza nichel e cobalto, con una notevole autonomia

Le case automobilistiche sono desiderose, per problemi di immagine, di liberarsi dal cobalto estratto dai bambini, ma rimangono in attesa che gli studi proseguano perché non producono le batterie ma le comprano da fornitori esterni.  Nel frattempo ci sono brand, come ad esempio Bmw e Mercedes, che si sono schierati apertamente contro l’estrazione di cobalto nella Repubblica Democratica del Congo scegliendo di acquistare il prezioso minerale da Australia e Marocco.