lunedì 31 luglio 2023

Come ricaricare il cellulare

Il primo grosso errore che molti commettono è proprio quello di non togliere la custodia. Per pigrizia o per ignoranza, tendiamo a caricare il telefonino senza estrarlo dal suo "case", d'altra parte questi presentano sempre un buchetto all'altezza della porta della ricarica, quindi perché mai dovremmo pensare di non usufruire di tale comodità? E invece, specialmente d'estate, o se la presa che utilizziamo è posta vicino a fonti di calore, sarebbe bene estrarre lo smartphone dalla custodia. Il motivo è molto semplice: evitare che si surriscaldi, la condizione peggiore per ogni batteria agli ioni di litio, in quanto ne accelera il degrado.

Un'altra pessima abitudine è quella di lasciare scaricare il telefonino fino allo 0% oppure, viceversa, caricarlo fino al 100%; andrebbe invece sempre tenuto tra il 30% e il 70%. Questo perché le batterie agli ioni di litio funzionano con lo spostamento continuo, tra gli elettrodi, di minuscole particelle mobili chiamate "portatori di carica". Facendo ciò, le parti costitutive vengono poste sotto stress, e con il tempo l'efficienza cala inevitabilmente. Caricare il telefono per troppo tempo oppure farlo andare a zero sono due ottimi modi per ridurre la durata della batteria e accelerare tale processo.

E qui torniamo all'errore più comune: caricare i dispositivi di notte. Il problema non è tanto che così facendo si raggiungerebbe la carica massima, ma piuttosto che per ore e ore il caricatore continuerebbe a fornire energia inutile alla batteria, surriscaldandola e danneggiandola.

Insomma, se volete che la batteria del vostro cellulare mantenga standard ottimali il più a lungo possibile, non fatelo scaricare del tutto, togliete la custodia al momento della ricarica e collegatelo alla corrente magari la sera dopo cena (staccandolo prima di andare a dormire), o al mattino appena svegli.


lunedì 24 luglio 2023

Facciamo un giro nel box Ducati Lenovo

Il retro-box della scuderia di Borgo Panigale (Bologna) è un brulicare di tecnici in tuta rossa che non solo assemblano e costruiscono, controllano e riparano, disegnano e inventano soluzioni per le moto, ma anche, e soprattutto, raccolgono e analizzano dati al fine di comprendere ogni dettaglio di ciò che avviene in pista durante i singoli giri dei propri piloti.

Tutto ciò avviene grazie alla sinergia con il personale specializzato di Lenovo, che per Ducati non è solo lo sponsor principale, ma piuttosto un vero e proprio partner tecnologico, parte integrante della struttura tecnica dal 2018, anno in cui è stato inaugurato l'accordo tra le due aziende.

Innanzitutto, è una questione di metodologia - ci spiega Gigi Dall'Igna, General Manager di Ducati Corse. Abbiamo otto moto in pista e condividiamo i dati di tutti i piloti al fine di migliorare la nostra performance. Ogni box è speculare, diviso in due, e ogni pilota ha il suo team e il suo tecnico di riferimento: l'ingegnere di pista. Quando Bagnaia gira sul tracciato, porta a spasso con sé la bellezza di oltre 60 sensori sparsi su tutta la moto, che servono a svelare i segreti di ogni singolo giro, le traiettorie percorse, le velocità raggiunte, le accelerazioni e le frenate effettuate, la temperatura raggiunta delle gomme, eccetera. Una volta rientrato ai box, la prima cosa che gli uomini in rosso fanno è collegare la moto a un cavo ad altissima velocità di trasmissione che scarica tutti i dati su un server e li rende disponibili in pochi secondi sui tablet di tutti gli ingegneri. Si tratta di un processo che avviene quasi in tempo reale - specifica Gabriele Conti, Il Direttore dei Sistemi Elettronici di Ducati. Questo perché la telemetria in diretta è vietata dal regolamento, perciò fino a che il pilota non rientra ai box noi siamo al buio, o quasi, circa ciò che sta succedendo sul mezzo.

Per conoscere i motivi di un problema tecnico o di una curva percorsa più lentamente del previsto, dunque ai box sono tutti in febbrile attesa del rientro del bolide che, una volta collegato ai server, inizia a far fluire dati e grafici in grado di fornire un quadro chiaro della situazione. Il solo a non essere del tutto ignaro di cosa succede mentre è in pista, in realtà, è il pilota, la cui moto è "addestrata" a riconoscere i problemi e ad avvisarlo con messaggi sul display che arrivano – questi sì – in tempo reale.

In pratica, se uno pneumatico è troppo caldo o troppo freddo, se il sistema pensa che sia troppo usurato, o se si sta andando troppo forte e dunque consumando qualche decilitro di benzina in più con il rischio non arrivare al traguardo (visto che il carburante caricato è sufficiente a compiere la distanza di gara e poco più), ecco compare sul display l'avviso elaborato direttamente dal software della moto: "I consumi sono troppo elevati", "La gomma anteriore è troppo calda" e via dicendo.

La questione delle gomme è preponderante nella MotoGP attuale, ogni mescola fornita dalla Michelin dà il meglio in una determinata fascia di temperatura molto stretta e non sempre è facile da individuare. Mentre in una sessione di prove libere, o anche in una di qualifica (anche se con tempi molto più serrati), si riesce ad analizzare i dati telemetrici raccolti tra un run (una serie di giri consecutivi) e l'altro e ad apportare eventuali correttivi, durante i 100 km di un Gran Premio, i tecnici ai box restano totalmente al buio, senza sapere (se non per ipotesi) se le gomme stiano funzionando al meglio e perché.

Al termine di ogni weekend di gara, i dati rilevati dai sensori vengono spediti ai server della sede Ducati dove avviene una seconda rielaborazione per creare un profilo del comportamento della moto e della guida dei piloti su ogni circuito.


lunedì 17 luglio 2023

Gerd, la diga della discordia

L’acqua sta incendiando i rapporti tra popoli, governi e industrie. L’immensa diga voluta dall’Etiopia a sbarramento del corso del Nilo Azzurro al confine con il Sudan negli ultimi mesi ha fatto alzare ad un livello altissimo gli attriti non solo tra Etiopia e Sudan, ma anche con l’Egitto, che vede messe pericolo le vitali inondazioni del fiume che da millenni coprono di fertile limo il suo suolo.

Contrasti analoghi generati sono causati dall’altra possente diga intitolata la cosiddetta ‘JNHPP’, che in Tanzania sommergerà entro poche stagioni vaste porzioni dello straordinario Parco nazionale del Selous (e che per questo l’Unesco ha cancellato dall’elenco dei siti protetti classificati come ‘Patrimoni dell’umanità’, e nei mesi scorsi preoccupazioni sono nate inoltre attorno agli stravolgimenti naturali causati dal completamento di un’altra diga, questa volta la ‘Gibe III’, opera italiana, che sbarra in Kenya il celeberrimo lago Turkana. La JNHPP è alimentata da un lago artificiale lungo 100 chilometri e  la Gibe III è simile con un  lago lungo 151 Km.

Poi ci sono le dispute sulle sempre più scarse acque del lago Ciad, fondamentali per le economie di quattro Stati del centro Africa, Niger, Nigeria, Camerun e Ciad. Il gigantesco lago ha perso in neanche mezzo secolo il 90 per cento delle sue risorse idriche, un po’ per la siccità e un po’ per il continuo prelievo di acqua per l’irrigazione, mettendo in bilico la sopravvivenza di pescatori e allevatori e generando vasti conflitti sociali che coinvolgono anche gli stessi agricoltori.

Tornando in Etiopia, tutto si gioca nel voler fornire adeguata energia alle industrie di cui si sta cercando a tutti i costi di ampliare la capacità produttiva, giudicata l’unica possibilità di sviluppo economico del Paese, mettendo in secondo piano altre esigenze.

La Gerd, acronimo di Grand Ethiopian Renaissance Dam, un nome che la dice lunga a tal proposito, è in fase di completamento ed è arrivata già al suo terzo riempimento. Si tratta della più grande diga mai realizzata in Africa, oltre il triplo della sua collega JNHPP e della Gibe III. I lavori iniziarono più di decennio fa affidati alla Webuild, impresa italiana conosciuta fino al 2020 con il nome di Salini Impregilo. E’ alta 155 metri, lunga 1,79 chilometri e affiancata da una diga secondaria alta 50 metri e lunga 5,2 chilometri con due centrali elettriche dotate di16 turbine in totale.

Quale significato abbia avuto il Nilo nella plurimillenaria storia egiziana non è il caso di ricordarlo qui, se non per dire che le periodiche alluvioni del fiume da sempre hanno permesso la vita con il loro apporto di limo, con il conseguente straordinario sviluppo di una civiltà in un luogo altrimenti totalmente desertico, e inospitale, privo di altri approvvigionamenti idrici.

Questo significa che è assolutamente doveroso trovare un accordo fra i Paesi per la gestione dell’acqua, ma il fatto che se ne discuta da 15 anni senza essere ancora arrivati ad una soluzione condivisa tra Etiopia, Sudan ed Egitto è un problema molto serio. C’è persino chi pensa che se non si troverà un accordo a tavolino tra i tre Paesi, il conflitto potrebbe trasferirsi sul piano delle armi, scatenando una vera e propria guerra per impossessarsi delle risorse idriche. 


lunedì 10 luglio 2023

Che cos’è una Gigafactory?

Il primo a dare questo nome è stato Elon Musk in capo di Tesla, e si intende una enorme fabbrica di batterie per auto elettriche (e non solo). Il primato lo detiene l’americana Tesla, ma anche Europa e Italia si stanno muovendo per aumentare la capacità di produzione e far fronte alla crescente richiesta di veicoli elettrici.

Attualmente, le batterie agli ioni di litio sono 30 volte più economiche di quando sono entrate per la prima volta nel mercato nei primi anni Novanta, si prevede che il costo scenderà ancora. Per produrre l’elettricità, le batterie funzionano sul fenomeno del trasporto degli ioni di litio da un polo chiamato anodo a un altro il catodo separati da un elettrolita. Il catodo è il principale fattore limitante nelle prestazioni della batteria, l’elemento dove si trovano i metalli preziosi. Durante la carica gli ioni di litio vengono inviati all’anodo e immagazzinati: durante la scarica si spostano verso il catodo. Lo spostamento di queste cariche elettriche è l’elettricità che fa funzionare il motore elettrico.

I migliori produttori di celle per batterie agli ioni di litio di livello automobilistico sono la giapponese Panasonic, Samsung e SK Innovation della Corea del Sud, Immagina AESC, CATL e BYD cinesi. In Europa sono presenti 7 produttori di batterie agli ioni di litio, di cui ai primi posti LG in Polonia con 32 GWh e Samsung in Ungheria con 20 GWh. L’Europa sta facendo un grande sforzo sul fronte batterie: tre anni fa le previsioni per il 2030 erano di 120 GWh mentre oggi le stesse previsioni sono state portate a quasi 800 GWh, sufficienti per la fabbricazione di quasi 15 milioni di veicoli elettrici puri.

lunedì 3 luglio 2023

Google non è solo Google

Nel 2015 Google ha subito una profonda riorganizzazione, con la creazione di una società madre di nome Alphabet. Ma oggi che cos’è Alphabet? È un colosso con un giro di affari di 260 miliardi di dollari (superiore al PIL di Pakistan, Cile, Finlandia e quasi tutti i Paesi africani) che ingloba ogni attività di Google. È divisa in diversi settori, ognuno dei quali si occupa di affari differenti come: biotecnologie, investimenti finanziari, tecnologia, ricerca. Google è sicuramente la società più nota di Alphabet ma è solo una delle tante.

La sede si trova in California e fino al 2019 è stata guidata dai due fondatori d Goolge, Larry Page e Sergey Brin, che hanno poi deciso di lasciare il timone nelle mani di un amministratore, Sundar Pichai. La nascita di Alphabet è dovuta principalmente al bisogno di riorganizzare una società che era diventata troppo grande. Alphabet è divisa in due principali unità: Google e Other Bets, ossia Google da una parte e tutto il resto dall’altra. Se tutti conoscono Google come motore di ricerca non si può dire lo stesso di Other Bets: vediamo cosa contiene.

YouTube - Tutti conoscono il sito che ospita video, acquistato nel 2006 da Google e ora facente parte della galassia Alphabet. Si tratta del sito di condivisione video più utilizzato al mondo e tra i siti più visitati in senso assoluto sul web.

Android – Il celebre sistema operativo mobile di Google, utilizzato da miliardi di smartphone in tutto il mondo nelle sue varie versioni.

Google AdSense – E’ la società che raccoglie la pubblicità e proprio dalla pubblicità arrivano la maggior parte dei guadagni di Google.

Divisione Access - Questa azienda offre una connessione ad Internet ad alta velocità, servizio telefonico e televisivo a velocità davvero sorprendenti. E’ presente solo negli USA ma non si sta espandendo.

Sidewalk Labs – Si occupa di smart city. Gli obiettivi di questa azienda sono molto ambiziosi, non si tratta infatti di aumentare semplicemente la mobilità nelle città o di riconvertire parte degli edifici ma ha l’ambizioso obiettivo di rendere smart contemporaneamente ogni singolo aspetto della città. Non si sta espandendo perché molto criticata per gli aspetti legati alla sorveglianza di massa.

Verily Life Sciences – E’ un’azienda che concentra le sue attività sulla ricerca di assistenza sanitaria ed anche sulla prevenzione delle malattie. Lavora a numerosi progetti davvero interessanti come ad esempio la creazione di polsini e lenti a contatto che visualizzano dati della salute, un cucchiaino per persone affette da tremore, la lotta alle zanzare nelle zone dove è diffusa la malaria. 

Calico -  Ha già investito milioni e milioni di dollari per lo sviluppo di farmaci che possano aiutare l’umanità a prolungare la propria vita, cercando di combattere le malattie legate all’invecchiamento, come ad esempio il morbo di Alzheimer o il cancro. Progetti insomma molto ambiziosi, frutto della filantropia e della visione globale dei due fondatori di Google.

Google Capital - Meglio nota come CapitalG, Google Capital è un vero e proprio fondo di investimento: si concentra sullo sviluppo di startup, aziende innovative.

Jigsaw – Offre a enti governativi e aziende private analisi dei dati (la vera ricchezza di cui Google è in possesso).

Waymo - Si tratta del progetto di auto a guida autonoma.

Google DeepMind – Si occupa di intelligenza artificiale sin dal 2014, anno in cui è stata acquisita per ben 500 milioni di dollari. DeepMind è alla base dell’aggiunta di qualsiasi tecnologia di intelligenza artificiale nei vari prodotti Google ed è in uno stato di ricerca molto avanzato.

X – E’ un laboratorio di ricerca e sviluppo che punta a realizzare progetti molto importanti e sbalorditivi. Per esempio portare l’accesso al web a tutto il mondo attraverso mongolfiere a raggi infrarossi, un servizio di distribuzione affidato a droni, oppure servizi per le aziende per bloccare e prevenire gli attacchi informatici.

Divisione Hardware – Tra il resto ha sviluppato i Chromebook e gli smartphone Pixel.

ATAP - Si tratta di una divisione segreta di Google che lavora a progetti avveniristici come la produzione di tessuti smart, o sviluppare radar per il controllo dei gesti senza che sia necessario alcun contatto, o la creazione dio filmati di realtà virtuale. 

Google Cloud - La piattaforma di cloud computing che comprende Workspace for education, ossia gli strumenti che utilizziamo quotidianamente a scuola: GMail, Drive, Classroom, Meet.