venerdì 30 giugno 2017

Noi ciclisti salveremo il mondo

Perché gli automobilisti (a oggi la maggioranza sulle strade di tutti i Paesi industrializzati) dovrebbero fare spazio ad una maggior numero di biciclette? Proviamo a immaginare che cosa accadrebbe se premendo un magico pulsante potessimo aumentare gli spostamenti in biciletta oggi al 2% di tutti gli spostamenti ai livelli olandesi, diciamo al 25%. In un istante, milioni di abitanti malati di sedentarietà cronica sarebbero coinvolti in un’attività fisica di tutto rispetto. La spesa per la sanità pubblica causata dall’inattività, si tradurrebbe in circa 15.000 morti in meno ogni anno.
Moltiplicando la cifra per gli abitanti del pianeta, l’abbandono dell’automobile a favore della bicicletta per tragitti urbani anche brevi potrebbe salvare milioni di vite umane ogni anno. Forse sembrerà esagerato, per un semplice cambiamento delle abitudini di trasporto. Questo perché pochi sono consapevoli della pandemia mondiale rappresentata dalle patologie provocate dalla sedentarietà, che minaccia di portare al collasso i servizi sanitari di tutto il mondo.
Basterebbe questo motivo per dare via libera ai bulldozer e costruire subito piste ciclabili, ma ce ne sono altri, tra cui la riduzione dell’inquinamento e la lotta ai cambiamenti climatici. Inoltre, un minore uso dell’automobile significa meno vittime della strada, e questo riguarda soprattutto le persone più vulnerabili, come i bambini e gli anziani.

Ma soprattutto, dopo avere premuto quel pulsante magico, ci troveremmo all’improvviso a vivere in città più accoglienti e a misura d’uomo, non più costruite per accogliere una massa di scatole di metallo veloci, anonime e pesanti, che sovente trasportano un unico essere umano per una distanza ridicola.
Tratto e adattato
da Peter Walker, Noi ciclisti salveremo il mondo

giovedì 29 giugno 2017

Il Wi-Fi fa male?

Da qualche tempo ci si interroga sui rischi per la salute legati all'utilizzo di apparecchiature che emettono onde elettromagnetiche quali telefoni cellulari e cordless, reti Wi-Fi, forni a microonde.
La medicina ha bisogno di tempo per indagare e capire quanto, effettivamente, certi apparati elettromagnetici possano influire sulla salute umana. Venticinque anni fa non esistevano dispositivi mobili che necessitavano di connessione 3G, Wi-Fi o Bluetooth. Tutto ciò che veniva utilizzato dall'uomo nella quotidianità era legato indissolubilmente ad un filo, eccezion fatta per le radio e le televisioni.
Quando parliamo di emettitori, come ad esempio un router Wi-Fi, dobbiamo considerare che le onde elettromagnetiche che da esso si propagano sono più forti in prossimità dell'antenna, e vanno degradando con l'aumentare della distanza. Concorrono alla diminuzione del segnale anche altre variabili quali lo spessore e la quantità dei muri. La qualità del segnale Wi-Fi può essere inoltre compromessa dalla concomitanza di altre onde elettromagnetiche come un forno a microonde o gli apparati dei vicini di casa.
Quasi tutti gli studi, ad oggi, minimizzano i rischi ed i danni, sottolineando come telefoni cellulari, reti wireless e forni a microonde producano onde elettromagnetiche a bassissima intensità e quindi non nocive ma ricordando che il numero di apparecchiature wireless nel corso degli anni cresce in modo esponenziale.
Si possono tuttavia adottare alcuni accorgimenti come spegnere il Wi-Fi di casa in orario notturno, non tenere il cellulare acceso sul comodino, non posizionare il router nelle camere da letto, non dare ai bambini piccoli dispositivi con wi-fi acceso.

Forse questi accorgimenti risulteranno inutili e saranno smentiti, nel futuro, da studi più aggiornati ma di fronte ad una problematica legata a tecnologie così nuove, sia opportuno mantenere un atteggiamento di prudenza.

martedì 27 giugno 2017

Il bancomat compie 50 anni

Non è chiaro chi sia stato l’inventore: l’ipotesi più accreditata è che il merito vada attribuito a uno scozzese, J.S.Barron, titolare di una tipografia, stufo di fare la coda in banca per rifornirsi di contante. Però ci sono anche altri che rivendicano la paternità dell’invenzione. A dirla tutta ci fu anche un precursore in America nel remoto 1939: troppo in anticipo sui tempi, quel nonno del Bancomat fu chiuso e dimenticato nel giro di sei mesi. In ogni caso neanche la seconda nascita del 1967 è stata coronata da un successo immediato.
È solo nel 1973 che i Bancomat si sono diffusi davvero, in grande numero, nella Gran Bretagna, mentre per vedere il primo in Italia si è dovuto attendere 1983. All’inizio la carta era sfruttabile solo a livello nazionale, e nel 1987 è stata attivata sulla rete internazionale.
All’inizio il Bancomat non somigliava granché a quello di oggi: per ragioni di sicurezza, la tessera si distruggeva dopo ogni prelievo (non molto comodo). Poi col tempo è arrivato il pin, il codice per bloccare la carta, e sono stati sviluppati tutti i sistemi per scoraggiare furti e truffe.

Comunque gli italiani sono affezionati al denaro contante: fra i Paesi più avanzati, il nostro è quello in cui i soldi in biglietti e in monete restano più diffusi. 

domenica 25 giugno 2017

La rete mobile

Il termine cellulare si riferisce proprio al tipo di tecnologia che permette al nostro terminale mobile di funzionare: è solo tramite la divisione del territorio in "celle"che è possibile fornire il servizio di comunicazione mobile che tutti utilizziamo.
La rete cellulare è costituita da uno schema a celle vicine contenenti ognuna un'antenna radio in grado di collegarsi con i terminali mobili. La qualità del segnale degradaman mano che ci si allontana dall'antenna. Come regola generale ogni terminale mobile si connette con l'antenna da cui, in linea d'aria, dista meno. In questo caso si dice che il terminale mobile ricade in una delle celle presiedute da quell'antenna (di conseguenza è anche possibile localizzare la posizione del dispositivo).
Quando ci muoviamo verso il bordo che separa due celle sarà l’antenna della nuova cella a connettersi al nostro terminale mobile. In generale essere agganciati da una nuova antenna implica l'essere scollegati dalla vecchia antenna.
Quando una cella è molto congestionata a causa della presenza di troppi terminali mobili oppure la presenza di ostacoli naturali o architettonici che impediscono o comunque deteriorano la connessione con l'antenna più prossima è preferibile una connessione con un'antenna più distante ma con una linea di vista più sgombra.
Nella telefonia cellulare la possibilità di usufruire, oltre al servizio di trasmissione vocale, anche di un sistema di scambio dati è stato introdotto a partire dalla cosiddetta "seconda generazione" (2G) delle tecnologie di telecomunicazione mobile, conosciuta anche come rete GSM.
Negli ultimi anni la rete dati, a causa della grande espansione subita dai servizi Internet a livello mondiale, ha assunto sempre maggiore importanza nell'ambito della telefonia cellulare, tanto da essere oramai diventata quasi la sua caratteristica principale. I terminali mobili più recenti sfruttano sempre più queste capacità moltiplicando le funzionalità ed i servizi che fanno uso di banda mobile.
La tecnologia di telecomunicazione mobile oggi più diffusa è la cosiddetta "generazione 3.5" (HSDPA). Si tratta di un'evoluzione della più affermata tecnologia di "terza generazione" (3G) meglio nota come UMTS, ma abbastanza velocemente sta prendendo piede la quarta generazione (4G) anche nota come LTE.

venerdì 23 giugno 2017

Android, breve storia

Android nasce nel 2003 dalla neofondata società Android  che aveva come cofondatore Rubin. Egli affermò che quello che stava creando era un sistema operativo “per dispositivi più consapevoli della posizione e delle preferenze del loro proprietario”.
Per i primi due anni di vita la situazione finanziaria della Android non fu delle migliori,  la situazione migliorò quando nel 2005 la società venne acquistata da Google, il quale aveva deciso di entrare nel mercato mobile.
Il robottino verde venne presentato al pubblico  nel 2007 ed il primo telefono equipaggiato con Android era l’HTC Dream che uscì nel  2008.
Con il seguito dagli anni Android fu aggiornato sempre a nuove versioni introducendo funzionalità, maggiore stabilità e sicurezza.
Fin dal principio Android è stato etichettato con dei numeri che indicavano la versione e dalla versione 1.5 vennero poi affidati dei nomi di dolci in ordine alfabetico. I termini AstroBoy e Bender erano usati in privato per le prime due versioni in quanto inizialmente il team di sviluppo voleva dare nomi di robot della televisione o del cinema ad ogni versione di Android. La  versione 1.2 fu chiamata Petit Four (piccoli dolcetti) . Così la tradizione continuò: Cupcake, Donut, Eclair, Froyo, Gingerbread, Honeycomb, Ice cream Sandwich, Jelly Bean, KitKat, Lollipop, Marshmallow e Nougat.
Android negli anni è passato dagli smartphone ai televisori (Android TV) agli occhiali (Google Glass), dagli orologi da polso (Android Wear) alle macchine (Android Auto). 

Essendo un OS basato su Linux e open source, il suo codice sorgente è libero a tutti gli sviluppatori.  Ogni azienda crea una diversa interfaccia grafica e aggiunge funzionalità e applicazioni proprie. Questo crea una certa difficoltà nella diffusione degli aggiornamenti e alcune volte ritardi incredibili.
Android è oggi il sistema operativo più diffuso nel mondo, basti pensare che nel Novembre del 2016 in Italia contava il 79.1% dei dispositivi mobili, rispetto a Apple IOS con 16.4% e Windows 4.0%.

giovedì 22 giugno 2017

Roam like at home: cos'è?

Il 15 giugno 2017, può considerarsi una data storica per le telecomunicazioni in Europa: il roaming internazionale diventa gratis quando si viaggia nei paesi dell’Unione Europea. Questo vuol dire che potrete spostarvi in altri paesi dell’UE e continuare ad utilizzare il vostro smartphone esattamente come se foste in Italia.
Nonostante i legittimi dubbi iniziali il roaming diventa davvero gratuito, potrete usare serenamente lo smartphone anche all’estero e, in linea di massima, tutto quel che dovrete fare sarà abilitare l’apposita opzione per il roaming sul vostro dispositivo. Tuttavia, ci sono alcune piccole norme e vincoli che potrebbe valer la pena approfondire.
Nonostante si fatichi a crederci, è tutto vero e non sembrano esserci fregature. L’Unione Europea ha spinto moltissimo per il cosiddetto roam like at home (conosciuto anche come RLAH), ossia la condizione che permetterà a tutti i cittadini europei di spostarsi di paese in paese senza preoccuparsi troppo della propria tariffa: insomma, attraversare i confini nazionali adesso è (quasi) indifferente nell’utilizzo dello smartphone.
Ogni utente può continuare ad utilizzare il proprio smartphone quando si trova all’estero, attingendo da minuti, SMS e dati inclusi nel pacchetto con il proprio operatore. Non ci sono limiti per chiamate ed SMS (vale a dire che se in Italia avete chiamate ed SMS illimitati, li avrete anche all’estero) ma possono esserci alcune restrizione sull’utilizzo dei dati. In ogni caso tenete presente che non è detto che i limiti descritti sotto vengano applicati dagli operatori: il vostro gestore potrebbe anche darvi all'estero tutti i GB che avete a disposizione in Italia senza sovrapprezzi.
Le condizioni roam like at home permettono agli operatori esteri di applicare un sovrapprezzo se nel paese d’origine pagate 1 GB meno di 3,85€. Questa cifra si abbasserà negli anni a venire.
Questa clausola ci riguarda da vicino, poiché gli italiani sono tra i clienti che pagano meno per navigare da mobile, quindi facciamo ulteriore chiarezza.


lunedì 19 giugno 2017

Fotovoltaico galleggiante: mega progetto in Cina

Il fotovoltaico può servire, oltre che a produrre energia pulita dal sole, anche a riqualificare ex siti minerari fortemente inquinati. Come nel caso del sito di Huainan, nella provincia di Anhui in Cina, che è ha ospitato per decenni una miniera di carbone e che, tra non molto, diventerà la sede del più grande impianto fotovoltaico galleggiante del mondo.

Come in quasi tutte le miniere di carbone abbandonate, anche a Huainan è nato un lago inquinato: scavando in cerca del combustibile fossile più sporco di sempre, infatti, l'industria mineraria normalmente pompa dalle profondità del sottosuolo acqua dolce di risalita. Che è spesso inquinata dalle sostanze chimiche utilizzate per scavare e dai metalli che naturalmente si trovano sotto terra. Quando la miniera viene chiusa e abbandonata quest'acqua non viene più pompata e portata via e, così, in pochi anni si viene a formare un lago artificiale fatto di acqua inquinata. Un sito inutilizzabile per la stragrande maggioranza delle attività economiche, ma non per il fotovoltaico.

Enormi zattere ancorate con dei cavi al fondale ospitano i pannelli solari fotovoltaici mentre, tra una zattera e l'altra, sono stati piazzati gli inverter che convertono l'energia a corrente continua prodotta dai pannelli solari in energia a corrente alternata che può viaggiare nella rete elettrica nazionale cinese. Il nuovo progetto dovrebbe essere ultimato entro l'anno.

17 Giugno - Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità

Sabato 17 giugno si è celebrata la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, promossa annualmente dall’Onu in occasione dell’anniversario dall’approvazione della Convenzione per la lotta contro la desertificazione e la siccità. Ratificata da 200 Paesi nel lontano 1994, tale appuntamento offre ogni anno temi di approfondimento differenti. Lo slogan scelto per il 2017 è: ‘La nostra terra. La nostra casa. Il nostro futuro’.
I numeri relativi all’Italia fanno riferimento a uno studio del CNR secondo il quale il 21% del territorio nazionale è a rischio desertificazione, di cui il 41% localizzato nelle regioni meridionali, in particolare: in Sicilia (70%), in Puglia (57%), in Molise (58%), in Basilicata (55%), mentre in Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania tra il 30 e il 50%.
La situazione è allarmante ed è destinata a peggiorare col passare degli anni a causa del crescente aumento di temperatura e della riduzione delle precipitazioni che – secondo gli esperti – si è accentuata durante la stagione invernale e primaverile.