sabato 14 gennaio 2017

L'intelligenza cambia nel corso della vita

Tra diventare più belli, più giovani o più intelligenti, cosa scegliereste? Chiudete gli occhi e pensateci un attimo. Fatto? Bene. Se siete  furbi avrete optato per la terza risposta: più intelligenti. Non possiamo cambiarci i connotati, né modificare l'età anagrafica. Ma il cervello sì, quello possiamo plasmarlo, trasformarlo, migliorarlo. Il che può rivelarsi una formidabile spinta per il rendimento scolastico, la carriera lavorativa.
Per decenni gli scienziati hanno creduto che l'intelligenza fosse un po' come l'altezza: quella che si raggiunge al termine dello sviluppo si stabilizza e rimane tale per il resto della vita. Idem per il quoziente intellettivo. Sembrava assodato che a 18 anni i giochi fossero ormai fatti, in termini di abilità di pensiero. E invece no l'intelligenza può acuirsi nel tempo. Perché «il cervello è come un muscolo: più lo alleni, più si rafforza.
Nell'ultimo secolo il quoziente intellettivo si è alzato di oltre 30 punti nelle nazioni sviluppate.  I figli ottengono punteggi più alti dei genitori, e ancora più alti rispetto ai nonni, con un vantaggio, in media, di tre punti ogni 10 anni. Un guadagno così massiccio, rapido e su larga scala non si poteva certo spiegare con un improvviso perfezionamento genetico della specie umana. L'evoluzione agisce su centinaia di migliaia di anni, non in qualche lustro.
La società è cambiata radicalmente dopo la rivoluzione industriale: migliori condizioni di vita e di salute, più istruzione scolastica,  figli meglio accuditi, maggiori svaghi creativi, professioni sempre più qualificanti, e un incessante progresso scientifico e tecnologico, sono le cause di questo balzo cognitivo.
Ma quello che conta di più è che ognuno può guadagnare punti di quoziente intellettivo nell'arco della propria esistenza.
A parità di Dna, più un bambino è stimolato, più connessioni neurali si creano nel suo cervello e tanto più sarà capace di sprigionare il massimo del suo potenziale genetico.
Parlare ai figli sin da neonati, leggere favole, incoraggiare il gioco, la manipolazione, la socializzazione, esercitarli al calcolo, fare indovinelli o portarli a vedere una mostra sono attività che contribuiscono a crescere ragazzi più arguti». Perché la materia grigia viene, letteralmente, plasmata da piccoli, con miliardi di nuovi collegamenti fra i neuroni della corteccia cerebrale. Ed è qui, in questa fittissima rete su cui sfrecciano gli impulsi elettrochimici, che nascono le idee e il pensiero.
Ma poiché ciascuno è anche artefice del proprio destino, le scelte individuali possono rendere una fortuna in termini di potenziamento mentale (si possono guadagnare 10 punti e oltre): scegliere amici brillanti, sposare una persona più intelligente e trovare un lavoro che non spenga il cervello. Imparare una nuova lingua, leggere un libro, sionare uno strumento.
Certamente utile è poi l'esercizio fisico, che ossigena il cervello, stimola la formazione di nuovi neuroni e previene le malattie neurodegenerative.