lunedì 17 settembre 2012

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto ...

eneterm2.jpgQualsiasi cosa, dall’accendere un ventilatore a fare un gioco, consuma energia. L’energia non si può né creare né distruggere ma solo convertire in un’altra forma di energia. Se sono diverse le forme sotto cui si presenta a noi l’energia: calore, elettricità, movimento, ecc. Tutte le forme di energia possono essere trasformate le une nelle altre.


Energia potenziale


E’ l’energia posseduta da un oggetto che può essere convertita in un’altra forma. Un oggetto posto in alto finché è ben appoggiato possiede energia potenziale ma se viene lasciato cadere trasforma la sua energia potenziale in energia di movimento. L’energia potenziale dipende quindi dalla forza di gravità ed in particolare dall’altezza a cui è posto l’oggetto.


Energia cinetica


E’ l’energia di movimento, ogni oggetto in movimento possiede energia cinetica. Aumentando la velocità aumenta l’energia del corpo. Un corpo fermo invece non possiede energia cinetica.


Energia chimica


Le molecole di un composto sono legate insieme le une alle altre dall’energia chimica. Quando una reazione chimica crea o distrugge questi legami può rilasciare energia. Nel processo digestivo il cibo fornisce energia chimica al nostro corpo. Oppure la combustione è una reazione chimica che libera una notevole quantità di energia sotto forma di calore e luce.


L’energia necessaria per svolgere un compito è detta “lavoro”. La quantità di lavoro compiuto è uguale all’energia. Energia e lavoro si misurano in joule. Un joule è l’energia sviluppata da una forza di 1 newton (un decimo di Kg) per lo spostamento di 1 metro. Se sollevo di un metro un etto di prosciutto impiego un joule di energia.


Ogni volta che l’energia si trasforma da una forma ad un’altra si parla di efficienza: una macchina efficiente trasforma tutta – o quasi tutta – l’energia dalla prima alla seconda forma, senza sprechi. Una macchina poco efficiente disperde molta energia. Il motore di un’automobile è poco efficiente: trasforma in movimento l’energia chimica del carburante ma disperde anche molta energia sotto forma di calore. Anche la lampadina è poco efficiente perchè non trasforma tutta l’energia elettrica in luce ma produce anche molto calore.


Un lavoro può essere svolto in poco tempo o molto tempo impiegando sempre la stessa quantità di energia. Il concetto di potenza invece tiene conto del tempo: la potenza è una certa quantità di lavoro svolto in un certo tempo. Se impiego poco tempo significa che sono potente, viceversa se impiego molto tempo significa che sono poco potente. Lo stesso vale per una macchina.

lunedì 3 settembre 2012

Auguri al papà della Porsche

 


00.jpg137 anni fa nasce Ferdinand Porsche, fondatore della celebre casa automobilistica. Le automobili erano il suo destino. Ferdinand Porsche, lo sapeva sin da bambino. Era nato il 3 settembre 1875 in Boemia, nell'allora impero austroungarico ora Repubblica Ceca e fin dalla nascita era cresciuto a pane e motori. Già da ragazzo aiutava il padre nella sua officina meccanica, frequentando le lezioni serali alla Scuola tecnica imperiale di Liberec. A 18 anni riuscì a trovare un lavoro a Vienna, e qui “ proseguì gli studi” intrufolandosi alle lezioni di ingegneria dell'Università  ogni volta che gli era possibile. 


Per il resto della sua vita continuò la sua formazione direttamente sul campo, disegnando e creando automobili. E i risultati non si fecero attendere: all' Esposizione Universale del 1900 di Parigi, impiegato alla Jakob Lohner & Co, la casa di produzione delle carrozze della famiglia imperiale e dei reali di Inghilterra, Svezia e Romania, presentò la System Lohner-Porsche la prima macchina elettrica. La cui evoluzione, dotata sia di batterie elettriche sia un motore a petrolio della Daimler, sarebbe poi stata la prima automobile ibrida della storia. Ed era appena il 1901. 


Da allora il suo astro non fece altro che splendere più intensamente, nonostante i casi della vita e della storia. Venne assunto dalla Daimler, realizzò – su ordine di Adolf Hitler – la prima Volksvagen, il famoso Maggiolino, e poi -  grazie al figlio Ferry (Ferdinand Anton) – nel 1948 trasformò la sua azienda di “ consulenza ingegneristica e meccanica” di Stoccarda, in una vera e propria casa automobilistica. Mentre lui era imprigionato in Francia con l'accusa di collaborazionismo con i nazisti, infatti, Ferry lavorava disperatamente per portare avanti gli affari di famiglia e oltre a fornire consulenze e disegni, collaborava anche alla produzione. Insieme, dopo la liberazione di Ferdinand, i due crearono la prima macchina a portare il loro nome: la Porsche 356. 


Porsche morì nel 1951 a causa delle conseguenze di un ictus, consapevole di lasciare l'azienda di famiglia in ottime mani: quelle di suo figlio Ferry e di suo nipote, Ferdinand Alexander ( Butzi), che diedero presto vita a quelli che forse sono i più famosi modelli della casa automobilistica di Stoccarda. Nel 1953 il primo creò la 550 Spyder, la stessa su cui James Dean si sarebbe schiantato due anni dopo. Nel 1963, invece, Butzi svelò al mondo la Porsche 901, che subito dopo la sua nascita fu costretta a cambiare nome in 911. 


Il cambio di nome fu d'obbligo perché la casa francese  Peugeot aveva già registrato tutti i numeri con uno zero in mezzo per i propri modelli. L'imprevisto non turbò nessuno nell'azienda di Stoccarda e soprattutto non compromise affatto il successo del modello. La 911, creata per sostituire la 356 come simbolo della Porsche, è una delle più famose auto sportive mai realizzate, ed è tutt'ora in produzione.