giovedì 17 marzo 2016

Chi ha inventato l'airbag?

Uscire illesi da un brutto incidente spesso porta a riflettere sul senso della vita e sulla sua caducità. Per John Hetrick fu l'occasione di ragionare su un dispositivo che, in seguito, avrebbe salvato la vita di migliaia di persone.
Nella primavera del 1952 si trovava a bordo della sua Chrysler insieme alla moglie e alla figlia di sette anni, al rientro da una gita domenicale. Superato un dosso, si trovarono davanti un masso che, dalla scarpata che costeggiava la carreggiata, era franato in mezzo alla strada. John fu rapido a schivare il masso e, insieme alla moglie, ad alzare le braccia per impedire che la figlia sbattesse contro il cruscotto. Finirono nel fosso laterale, dove il fango attutì il colpo: tutti illesi, conducente, passeggeri e macchina.
Tornato a casa sotto shock, Hetrick si mise subito a studiare un sistema che permettesse di frapporre qualcosa fra i passeggeri e il cruscotto dell'auto. Si ispirò a un evento che gli era capitato quando era in marina qualche anno prima: stava riparando un siluro coperto da una telo, quando venne rilasciata l'aria compressa contenuta nel siluro, che gonfiò il telo facendolo schizzare sul soffitto. Cominciò pertanto a pensare a un cuscino da posizionare sotto il volante, che si gonfiasse in una frazione di secondo per poi sgonfiarsi a poco a poco. Depositò il brevetto nell'agosto del 1952, pochi mesi dopo l'incidente, ma ci volle molto tempo prima che l'airbag si diffondesse tra le case automobilistiche.
L'idea di Hetrick, per funzionare correttamente, richiese numerosi test e miglioramenti tecnologici, tra cui il sensore di impatto, inventato da Allen K. Breed, per cui solo negli anni Settanta le case automobilistiche americane iniziarono a commercializzare i primi modelli con questo dispositivo a bordo. Ma non fu un successo e fu abbandonato.
Ritornò sul mercato nel 1984 quando fu presentato dalla Mercedes prima sui modelli di alta gamma, poi anche su tutti gli altri. Sulla scia del successo tedesco, dopo qualche anno Ford e General Motors lo riproposero come optional, fino a quando una legge del governo americano lo impose a tutti i veicoli costruiti dopo il 1989, rendendolo un equipaggiamento standard. Ma intanto erano passati più di trent'anni, e Hetrick non ebbe alcun compenso per la sua invenzione, se non la gratitudine di coloro a cui aveva salvato la vita

mercoledì 9 marzo 2016

L'invenzione del telefono cellulare

Una mattina di dicembre del 1972, Rudy Krolop, uno dei migliori ingegneri della Motorola, fu convocato d'urgenza da Martin Cooper, direttore Ricerca e Sviluppo dell'azienda, affinché progettasse, in solo un mese e mezzo, un telefono senza fili. La fretta nasceva dalla necessità di dover presentare, entro sei settimane da quel giorno, un prototipo funzionante di telefono cellulare alla FCC (Federal Communications Commission, l'ente americano per le telecomunicazioni) per essere inseriti in un progetto pilota, cui avrebbe partecipato anche la concorrente AT&T, volto al perfezionamento dei vecchi telefoni trasportabili per auto, inventati nel 1946.
Fu così che Krolopp riunì i suoi tecnici e si mise a lavorare per tre giorni e tre notti consecutivi. Alla fine il suo team presentò due modelli, uno più grande e uno più piccolo. Al termine di una lunga cena fu scelto il telefono mattone più grande: era nato il DynaTAC, il primo telefono cellulare della storia. Fu un'impresa straordinaria.
Il 3 aprile 1973, tra lo stupore dei passanti, Martin Cooper, da una strada di New York, telefonò al rivale Joel Engel, direttore Ricerca e Sviluppo dei Laboratori Bell, di proprietà della AT&T. Fu la prima telefonata da un telefono cellulare.
Prima di lanciare un modello commerciale, però, era necessario costruire tutta l'infrastruttura di ponti radio e di ripetitori in grado di garantire la copertura del territorio. Così bisognò aspettare il 21 settembre 1983 per il debutto del Motorola DynaTAC 8000X, dal peso di 800 grammi e grande come una scarpa. E proprio da una scarpa era nata l'idea del modello. Krolopp seguiva con interesse le avventure dell' "agente Smart", protagonista di un telefilm molto popolare negli anni Sessanta. Nel suo equipaggiamento tecnologicamente avanzato, il personaggio aveva una scarpa con una tastiera sotto la suola che si trasformava in un telefono. Con quell'immagine in mente, Krolopp mise a punto il suo modello. Fu un successo, soprattutto dopo l'apparizione nel film Wall Street, dove Micheal Douglas usò il cellulare per chiamare all'alba Martin Sheen dalla spiaggia.
Il Motorola 8000X costava 3.995 dollari, ma con l'avvento del successivo MicroTAC e del fondamentale StarTAC nel 1996 (evoluzione del modello piccolo scartato nel 1973, opportunamente aggiornato e perfezionato) il telefonino cominciò a entrare nelle tasche di tutti.