giovedì 20 luglio 2017

L'impianto fotovoltaico a forma di panda in Cina

E' stato connesso alle rete elettrica della provincia cinese dello Shanxi il parco fotovoltaico a forma di panda di Datong. Si tratta dei primi 50 MW su 100 MW totali, che stupiscono più per la creatività che per le soluzioni tecniche adottate.

Non si tratta, infatti, dell'impianto fotovoltaico più grande del mondo ma, sicuramente, del più originale e simpatico. Che porta con sé anche un bel messaggio.

L'idea, infatti, è quella di lanciare un messaggio ai giovanissimi in un paese, la Cina, che è fondamentale per il futuro dell'intero pianeta. E' noto, infatti, che le scelte che faranno i cinesi nei prossimi 20-30 anni influiranno pesantemente sullo sviluppo economico e sociale del resto del mondo.
Il parco di Datong è stato costruito da Panda Green Energy. La storia del parco solare a forma di panda è iniziata a maggio 2016.

Al di là del forte impatto comunicativo, specialmente nei confronti dei più giovani, quando l'impianto fotovoltaico a forma di panda di Datong sarà ultimato potrà produrre 3,2 miliardi di kWh di energia elettrica pulita, nel corso dei 25 anni di operatività prevista dal progetto. Ciò comporterà un risparmio di emissioni di CO2 pari a 2,74 miliardi di tonnellate, che sarebbero state prodotte se l'energia elettrica fosse stata generata da 1.065 milioni di tonnellate di carbone.

Panda Green Energy prevede di costruire, nei prossimi cinque anni, altri parchi fotovoltaici dalle forme insolite (come anche centrali elettriche con altre tecnologie pulite) lungo la via della seta con il progetto "Panda 100 Program".

giovedì 6 luglio 2017

Come funziona Google Translate?

Lo usiamo un po’ tutti, ma pochi lo ammettono. E i traduttori, quelli in carne e ossa, inorridiscono. 
«Google Translate non vuole competere con i traduttori di professione», spiegano da Google. «Il nostro obiettivo è sviluppare il prodotto più utile per le persone comuni nella vita di tutti i giorni, aiutando per esempio gli utenti dei Paesi in via di sviluppo che usano Internet per la prima volta a rompere le barriere linguistiche, o semplicemente facilitando la comunicazione durante una vacanza. È un uso diverso dalla traduzione professionale».

Eppure se si entra dentro il traduttore di Google, si scopre che gli ingranaggi che lo compongono sono tutt’altro che codici e rotelle virtuali. Le traduzioni che appaiono sul lato destro dello schermo sono il risultato di un sistema incrociato di testi già scritti e tradotti. Dai traduttori professionisti, appunto. Translate usa una combinazione di sistemi di apprendimento automatico e intelligenze artificiali. Alla base c’è la Machine Translation, che analizza milioni di documenti sul Web già tradotti, come libri o trascrizioni che arrivano da fonti istituzionali come l’Onu, dove per i testi ufficiali vengono prodotti in lingue diverse. I computer di Google scansionano i testi e individuano i campioni statistici più significativi che collegano la traduzione con il testo originale. Questi milioni e milioni di campioni vengono poi usati dagli algoritmi per creare schemi per tradurre testi simili in futuro.

Alcune lingue, come l’inglese, funzionano meglio delle altre. Soprattutto quando l’inglese è la lingua tradotta e la lingua di partenza è una delle lingue dell’Unione europea, grazie all’uso dei numerosi testi dell’Unione europea tradotti nelle diverse lingue comunitarie. Il problema sorge quando per alcune lingue non ci sono abbastanza documenti tradotti sul web che si possono usare per sviluppare campioni e istruire il sistema. La difficoltà esiste soprattutto con lingue come il greco, il cirillico, il cinese o l’arabo, che hanno alfabeti diversi da quello latino: in questo caso i testi possono essere traslitterati automaticamente dagli equivalenti fonetici, ma esistono anche le opzioni di scrittura a mano sullo schermo e la traduzione vocale.

Anche gli utenti, comunque, possono contribuire a educare il sistema fornendo un giudizio sulla traduzione che hanno ottenuto. E in molti casi l’intervento degli utenti è stato risolutivo. Ci sono persone che chiedevano come potevano contribuire a a rendere migliore Google Translate nella loro lingua, così è stata creata una Translate Community. Una storia di successo è quella della lingua kazaka. Il governo ha invitato le comunità di lingua inglese e kazaka a contribuire al progetto di sviluppo di Google Translate in kazako. E oggi anche in Kazakistan possono usare il traduttore automatico.

Al momento Google Translate è disponibile per 90 lingue, compresi zulu, yiddish e swahili. C’è anche il latino per le versioni. Si lavora per introdurre anche lingue come il cantonese, il curdo, il tibetano e il samoano. Per gli smartphone e tablet che supportano Android, si può scaricare un linguaggio di riferimento prima del viaggio, in modo che si possa usare Translate anche senza connessione quando si è all’estero.


Una delle ultime novità lanciate è Word Lens, il sistema che permette di tradurre cartelli e segnali stradali puntando la videocamera dello smartphone. Funzionalità che al momento esiste solo per alcune lingue.

sabato 1 luglio 2017

Come funziona il Bluetooth

Ci sono molteplici modi per far comunicare due o più dispositivi elettronici. Il più comune è sicuramente quello di utilizzare un cavo. Utilizziamo cavi per connettere il PC con la stampante, il televisore allo stereo, Il decoder al videoregistratore, il cellulare ad una cassa audio, il portatile alla rete.
Quante volte avete litigato con il groviglio di cavi nascosti dietro al vostro PC o dietro al vostro televisore? Quante volte avete pensato alla comodità di una connessione senza fili ?
Tutto questo è possibile grazie al Bluetooth, una tecnologia abbastanza recente che permette di eliminare il problema dei cavi e dei protocolli di comunicazione tra i differenti dispositivi. Il Bluetooth è uno standard creato affinché una vasta gamma di prodotti possano comunicare tra loro utilizzando le onde radio a corto raggio. Il nome deriva da Harald Bluetooth, un re Vichingo vissuto in Danimarca nel X Secolo che unificò i regni di Danimarca e Norvegia.
Le caratteristiche principali della comunicazione BlueTooth sono tre: l'assenza completa di cavi e fili, il costo limitato derivato dall'uso di una tecnologia semplice ed economica e la completa automazione.
I dispositivi Bluetooth stabiliscono in modo automatico una connessione tra loro, senza che l'utente faccia nulla e conosca nulla del loro funzionamento. Lo standard Bluetooth prevede l'utilizzo di una banda radio a 2.45Ghz con una velocità di trasferimento fino a 1 -3 e 24 Mbit al secondo nell'ultima versione.
Il raggio di azione del Bluetooth varia a seconda della potenza dell'antenna radio installata ma la maggior parte dei dispositivi sono di bassa potenza quindi con raggio max di 10 m.
Il dispositivo può usare fino a 79 frequenze in modo casuale, cambiandole secondo un certo ordine fino a 1600 volte al secondo: è molto improbabile che due dispositivi riescano a trasmettere sulla stessa frequenza allo stesso tempo e quindi disturbarsi. Nel caso piuttosto raro che questo avvenga, l'interferenza è comunque limitata ad una piccola frazione millesimale di secondo.

Una delle applicazioni più in uso riguarda il collegamento del cellulare al kit vivavoce della nostra auto o ad una cassa audio.