domenica 30 agosto 2009

La Pianura Padana è una camera a gas

300px-Val_padana.jpg

Tutti voi siete già stati sulle nostre montagne e guardando il panorama verso la pianura avete avuto la visione offuscata da una densa nube grigia di smog (o più propriamente dalle codiddette polveri sottili PM10, PM5).

Un nuovo studio ci dice che il caldo e l’afa uniti all’intensa attività industriale, agricola, di allevamento e la presenza di una rete viaria complessa e alle alte montagne che la circondano rendono la Pianura Padana una camera a gas in cui le polveri sottili vanno oltre le soglie limite. La maggiore concentrazione si verifica tra le 4 e le 8 del mattino e tra mezzogiorno e il primo pomeriggio. Il desolante quadro emerge dalle analisi effettuate dall’ Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna. Risulta così che per i livelli di inquinamento, la Pianura Padana sia uno dei “punti caldi” in Europa.

Questi studi dimostrano che non siamo lontani dal momento in cui diventerà comune avere, assieme alle previsioni del tempo anche previsioni riguardanti l’inquinamento atmosferico.

lunedì 24 agosto 2009

L'incredibile storia dei fratelli McDonald

20061213mcdonalds.gifQuarantacinque milioni di persone in tutto il mondo entrano ogni giorno da Mc Donald's. Dai primi anni novanta, la maggior parte degli italiani predilige il fast food come tipo di ristorazione. Per non parlare degli adolescenti, che ne hanno fatto un vero punto di ritrovo, così come accadeva a Fonzie e ai suoi amici alla tavola calda di Arnold's nel telefilm "Happy Days". Mentre i giovanissimi stanno mettendo a rogo i ristoranti classici, il fast food entra sempre di più nel costume. Eppure in America questo sistema di ristorazione risale agli anni cinquanta. Nonostante le crisi altalenanti, Mc Donald's non può affatto lamentarsi. Oramai nascono come funghi in ogni angolo delle nostre città. Solo in Italia se ne contano più di trecento. Rivolgiamo la domanda a tutti i golosoni ed appassionati dei panini tondi con l'hamburger: sapete chi era Ray Kroc, il deus ex machina di questa catena di ristorazione milionaria?

HAMBUNGER MADE IN CALIFORNIA - Tutto comincia nel 1937 in una cittadina della californiana. A San Bernardino i fratelli Richard e Maurice McDonald aprono un piccolo ristorante e cominciano a sfornare hamburger per gli abitanti del luogo. Dopo 17 anni di attività, ricevono la visita di Ray Kroc, un commesso viaggiatore che distribuisce frullatori multiuso. Il commerciante cinquantaduenne ha fiuto e rimane colpito dal sistema a catena di montaggio, adottato dai due fratelli per l'incremento dell'attività. Si offre ai McDonald come agente licenzatario e il 15 aprile 1955 apre il primo ristorante a Des Plaines, nell'Illinois. In un primo momento Kroc è interessato soltanto a piazzare più frullatori possibili. Il successo dell'apertura del primo franchising è tale da spingere il commerciante americano ad andare avanti in un'impresa che, nel solo primo giorno, gli ha fatto incassare la strepitosa somma di 399 dollari. Comincia la scalata verso il successo seguendo una sola parola d'ordine: "Qualità, servizio, pulizia e vantaggiosità". I ristoranti si moltiplicano in tutti gli Stati Uniti e nel 1959 a Chicago apre il Mc Donald's n.100.

IL BRAND - Il mitologico marchio della "M gialla" comincia a varcare i confini statunitensi con il Canada (1967) e il Giappone (1971). Gli abitanti del Sol Levante vengono convinti che, soltanto mangiando hamburger e patatine fritte, diventeranno "alti, biondi e con la pelle bianca". Non è uno scherzo della genetica ma di un'aggressiva campagna pubblicitaria. Anche l'Europa cede al fascino irresistibile dei fast food: nel 1971 viene inaugurato ad Amsterdam il primo Mc Donald's d'oltre oceano. Quindici anni dopo, tra polemiche e irritazioni da intellettuali, toccherà anche a l'Italia. Nel 1986, infatti, a piazza di Spagna a Roma sorge Mc Donald's, provocando molteplici proteste. I francesi invece sono più agguerriti e nel 1993 riescono a bloccare l'apertura del fast food a stelle e strisce sotto la Torre Eiffel. L'espansione è planetaria e, dopo la caduta del muro di Berlino, il Big Mac arriva persino sulla tavola dei moscoviti e dei cinesi. Allo stato dei fatti, i numeri parlano chiaro: 30.000 locali in tutto il mondo per un totale di oltre 2 milioni di dipendenti. Odore di crisi? Di recente, secondo un'inchiesta del settimanale Time, le vendite sono calate. Infatti, i dirigenti americani stanno adottando nuove strategie di mercato così come hanno fatto nei vari decenni introducendo nuove pietanze: dal Fillet-o-Fish (1964) al Big Mac (1968), dal Chicken McNuggets (1983) al più recente Happy Meal per i bambini.

IL SELF-MADE MAN - La leggendaria storia di Kroc e dei fratelli Mcdonald ci riporta tra le dune del sogno americano e del "self-made man", ovvero l'uomo che si fa da sé. Tutto è nato da un panino ed è andata a finire sulla rotta di una colonizzazione alimentare. L'ennesima conquista statunitense che ha sbarazzato via con arroganza la nostra succulenta gastronomia mediterranea. I nostri piatti sono amati ed apprezzati in tutto il mondo. Resta un problema: non abbiamo mai avuto il senso dell'impresa e ci lasciamo poco tentare dal rischio di un sogno. 

 

giovedì 20 agosto 2009

Facebook e MySpace pericolosi

amicizia15kk.jpgFacebook e MySpace pericolosi, perché causano traumi psicologici che portano a tragedie, compreso il suicidio. Il verdetto è dell'arcivescovo Vincent Nichols, capo della chiesa cattolica in Inghilterra e nel Galles, che in un'intervista al Sunday Times lancia un vero e proprio allarme sui siti di networking sociale. "L'amicizia non è una merce - dice Nichols - l'amicizia è qualcosa che implica impegno e dura quando funziona bene". L'alto prelato si dichiara preoccupato dalla crescente incapacità di costruire relazioni inter-personali" proprio a causa dell'eccessivo uso di messaggini, e-mail e scambi via internet al posto di incontri e conversazioni faccia a faccia o perlomeno al telefono. L'effetto è "disumanizzante", argomenta, e le comunità virtuali non potranno mai creare circoli di persone "a tutto tondo". Così, i giovani si ritrovano a coltivare rapporti che, in realtà, non esistono e quando se ne rendono conto, subiscono un trauma psicologico gravissimo. E "Tra i giovani spesso un fattore chiave per arrivare al suicidio è il trauma da relazioni effimire", avverte Nichols.

sabato 15 agosto 2009

Google

 

logo_google.gifModesti non erano, neppure da ragazzi. Quando i due studenti ventenni di Stanford, Larry Page l'americano e Sergey Brin il russo, registrarono dal solito garage in California il buffo nome della loro aziendina, "Google. com" il 15 settembre 2007 : l'obbiettivo dichiarato era questo: "Organizzare la conoscenza del mondo intero e renderla accessibile a tutti". Modestamente.

Un Dio geloso avrebbe potuto offendersi molto per lo sfacciato tentativo di ricostruire la Torre di Babele, renderla questa volta accessibile a tutti e farli secchi. Ma quel giorno di settembre l'Onnipotente doveva essere di buon umore, perché li lasciò fare e dovette anche benedirli. Oggi "Google" è la terza religione del mondo, dopo l'Islam e il Cristianesimo, con 600 milioni di fedeli al giorno che si inginocchiano davanti al suo altare del sapere infinito dischiuso sul monitor del Pc dal meccanismo di ricerca, l'algoritmo, inventato da quei due. E il milione di dollari prestato ai due ventiquattrenni da lungimiranti finanzieri di ventura per fondarla è diventato, sul mercato azionario, 164 miliardi di dollari. Più del prodotto interno lordo di 170 nazioni.


Non c'è al mondo, neppure nella Cina dei miracoli abbaglianti, una società, una banca, un'azienda, che sia cresciuta tanto, in così poco tempo e negli anni dell'uragano catastrofico che sembrò travolgere il brodo primordiale della nuova economia: 164 mila volte il capitale iniziale. E se ancora Page e Brin, i due profeti della nuova Babele comprensibile, non hanno ancora raggiunto le dimensioni della Microsoft di Bill Gates che controlla il funzionamento del 90% dei personal computers del mondo attraverso il proprio sistema operativo Windows, la "Google" è il cuore di Internet e la sua crescita è mostruosa.

Alla fine del 2001, il volume di incassi era appena di 86 milioni di dollari. Alla fine del 2006 cinque anni dopo, era a 6 mila e 500 milioni di dollari, sei miliardi e mezzo. Sul fatto che i due soci fondatori, ciascuno dei quali si assegna uno stipendio da impiegato di banca, di 40 mila dollari lordi l'anno, ma che ha nel portafoglio titoli per oltre 20 miliardi, abbiano qualche benigno complesso di Dio, è ovvio. Non soltanto nelle loro parole, ma nell'atmosfera conventuale, da chiostro benedettino high tech, palpabile nella loro sede di Menlo Park a Palo Alto, sotto San Francisco.

Nell'ora, labora et programma del monastero, dove i monaci e le monache di internet scivolano via nel silenzio increspato soltanto da fruscii e dagli occasionali bip-bip dei computers, si mangia insieme, si gioca insieme, si ricerca insieme, ci si fanno tagliare i capelli e otturare le carie insieme. Tutto è trasparente, nella Babele di cristalli, perché tutti possano vedere tutto, anche Brin e Page che giocano con le automobiline radiocomandante e le riprogrammano, nei momenti di pausa dalla fatica di essere "buoni". Perché l'altro motto centrale di Google è "Noi non facciamo il Male".

Non deliberatamente, forse, ma quando si diventa il Tirannosaurus fra le lucertole, qualche spavento si provoca. Google, che è la rappresentazione di una formula matematica, (Page è figlio di un professore universitario di matematica) ha divorato oltre il 50% di tutte le richieste e le ricerche via Internet ed è stato ormai canonizzato in un verbo, "to google". Pesa come una spada sulla testa di politici che citano fatti sbagliati o a sproposito, perché nei millisecondi necessari per "google", per compiere una ricerca nell'universo dello scibile, le loro panzane, i loro precedenti imbarazzanti e le loro contraddizioni saranno illuminati.

Divora concorrenti o altre creature del mondo Internet, come quella YouTube, l'archivio video globale, che l'anno scorso inghiottì per 1 miliardo e 600 milioni. Un boccone per Brin e Page che hanno disponibili 8 miliardi di dollari pronta cassa, da spendere come e dove vogliono. Hanno rastrellato, in quelle loro pagine apparentemente umili e senza fronzoli, su fondo bianco, senza irritanti santini danzanti od odiosi "pop up" interstiziali, ormai l'80% dei 40 miliardi di dollari investiti su Internet dalla pubblicità e le grandi network televisive, ormai i piccoli dinosauri, tremano.

Il popolo di Madison Avenue, che piazza gli annunci a caro prezzo per essere i primi nella lista degli inserzionisti, sa che la pubblcità sistemata lì, raggiunge esattamente i contatti, i clienti potenziali, e dai "click", dalle risposte degli utenti sa quanti l'abbiano vista davvero. L'opposto della dispendiosa forma di pubblicità a pioggia fatta dalle televisioni, dove si tenta di allagare un'intera nazione, nella speranza di trovare un assetato.

E nel monastero del nuovo Dio, tutti i 13 mila dipendenti devono, per contratto, dedicare almeno il 20% del proprio tempo a farsi venire idee nuove. Nacquero così la mappe geografiche e le immagini satellitari, la posta elettronica gratuita, l'idea folle e magnifica di catalogare e mettere a disposizione tutti i libri esistenti al mondo, che ha sollevato le reazioni inviperite di molti editori e, ora, nell'ultima e più luciferina delle tentazioni, l'offerta di 30 milioni di dollari al primo uomo che spedirà un robot sulla Luna con mezzi privati e rimanderà immagini continue del nostro satellite, naturalmente via Google.

E infatti persino la Nasa, la sussiegosa ma squattrinata ex signora dello spazio, ha dovuto cercare l'alleanza di Brin e Page e firmare un accordo per utilizzare la loro tecnologia nella elaborazione dei dati. L'agenzia che portò l'America nello spazio, deve tornare sulla terra e inchinarsi a un immigrato russo e a un ex studente.

Storia americana, dunque, dal garage di papà alla Luna. Storia della genialità di due giovani e della disponibilità di capitali di ventura per rendere possibili i loro progetti, sapendo che finanziando cento cavalli, basta che uno arrivi, per remunerare sontuosamente il rischio. Ed ennesima parabola della ambizione umana, quella che neppure la distruzione della Torre di Babele è mai riuscita fermare.

martedì 11 agosto 2009

Ragazzi senza sonno

sleep3-thumb.jpgIl riposo notturno dei teenager è diminuito in media di 3 ore. Colpa di telefonini, Internet e videogame. Una volta, la fine di Carosello segnava un limite invalicabile: bisognava andare a dormire. Oggi tra sms, i-Pod, Internet, videogame e l'eterna tv - la giornata dei ragazzi sembra non finire mai. Cosi riposano due ore in meno rispetto alle generazioni passate. Secondo uno studio pubblicato in Francia, lo sforzo tecnologico non solo ruba tempo al riposo, ma provoca anche un danno biologico: “Qualsiasi stimolo di luce bianca emanata dagli schermi uccide la melatonina, l'ormone che facilita il sonno”.

Gli esperti consigliano ai ragazzi di andare a dormire non oltre le 22,30. È il momento della "curva termica" del corpo che favorisce un buon sonno. Con una soglia di tolleranza fino alle 23 e sveglia alle 7, si riesce a dormire 8 ore. Nove sarebbe meglio, anche se il tempo necessario per il riposo non è per tutti uguale. La ricerca francese conferma, però, che i ragazzi europei dormono in media soltanto 7 ore e 45 minuti: troppo poco.

Il sonno è un bisogno primario, come mangiare e respirare La mancanza di riposo provoca irritabilità, malinconia e obesità. E impedisce la concentrazione, azzera la memoria breve, rallenta il pensiero creativo.

Tutti sintomi che molti professori conoscono ogni mattina, quando vedono arrivare in classe studenti stanchi e svogliati. Come rimediare?

C'è chi propone di posticipare l'ingresso a scuola, ma secondo altri sarebbe sbagliato. Per i genitori resta il dilemma su quando e come spegnere i troppi interruttori.

La conclusione è che vanno spenti. A meno che non si voglia fare come Leonardo da Vinci, che dormiva a cicli di 45 minuti ogni 3 ore.

venerdì 7 agosto 2009

Chi ha inventato l'iPod?

 

ipod_nano_3g_argento.jpgChi ha inventato l'iPod? La credenza popolare punta naturalmente verso Apple, nella realtà l'azienda californiana ha solo acquistato e rimarchiato un prodotto già pronto, ma la guerra dei brevetti, come sempre, ha portato in tribunale anche il colosso dalla mela morsicata per la paternità del primo lettore musicale portatile non dotato di nastri o cd.

Il vero creatore dell'iPod, o per meglio dire del "lettore portatile", è in realtà Kane Kramer, un inventore inglese che nel 1979 brevettò un dispositivo che consentiva di scaricare da apposite stazioni di distribuzione la musica e condividerla anche attraverso un telefono.

Kramer ha testimoniato, su invito di Apple stessa, nella causa contro Burst.com che voleva un risarcimento di 60 milioni di dollari per aver infranto alcuni brevetti riguardanti la parternità del lettore multimediale portatile. La svolta avvenne nel 2005 quando Kramer ammise su un giornale di essere il reale inventore dell'iPod e di tutta la famiglia di prodotti derivati, solo che il suo brevetto del 1979 era scaduto per mancanza dei fondi necessari a rinnovarlo.

Apple convinse quindi Kramer a testimoniare portando i suoi disegni originali e raccontando questa triste storia. Concluso il suo lavoro, invece di essere ringraziato con un cospicuo rimborso, a Kramer sono state accreditate esclusivamente le spese di viaggio e albergo insieme a un piccolo extra per la testimonianza.

L'iPod, si è quindi scoperto, è un prodotto "vecchio" di 30 anni...

 

lunedì 3 agosto 2009

Antivirus e sicurezza Come difendere il proprio pc a costo zero

 

antivirus.jpgE' ahimè un'esigenza sempre molto attuale la difesa del proprio pc da virus e attacchi informatici di vario tipo. A volte è sufficiente aprire un file allegato ad una mail oppure copiarsi un documento dalla chiavetta usb per compromettere seriamente il funzionamento del computer o diffondere senza saperlo preziosi dati personali. Importanti precauzioni vanno però adottate soprattutto nella navigazione su internet e nella scelta di un servizio di posta elettronica di buon livello. Ad esempio alcuni browser di nuova generazione, come Firefox 3, hanno al loro interno un agente di rilevazione dei siti contraffatti, che avvisa l'utente nel momento in cui capiti su una pagina che è stata predisposta al fine di effettuare un attacco informatico, tipo furto di identità o installazione di software pericoloso. Spesso si finisce su siti di questo tipo partendo da una mail ingannevole arrivata sulla casella di posta, si tratta di attacchi come il phishing, che porta, ad esempio, l'ignaro utente su un sito molto simile a quello di una banca, per registrare tutti i suoi dati di accesso. Ma attraverso la posta elettronica arrivano anche altri attacchi, come lo scam, con cui si invita via mail a versare una somma di denaro per ritirare una vincita o altre ingenti quantità di dollari. Per questo è importante navigare con un buon browser e utilizzare un servizio di posta elettronica anche gratuito, perché no, ma con un buon filtro anti-spam. Inoltre bisogna sempre fare molta attenzione, in generale, alle mail che provengono da persone non conosciute e, considerato quanto è facile falsificare il mittente di una email, anche a quelle mail che arrivano da amici o banche ma ci fanno richieste un po' strane. Queste sono alcune raccomandazioni, per così dire, di buon senso, ma è importante avere sui propri pc tutto il software necessario a individuare e contrastare virus e altre insidie informatiche.

 

Per prima cosa, come è ovvio, è fondamentale la scelta di un buon antivirus, e fortunatamente tra quelli migliori ne sono presenti diversi gratuiti. Garantiscono ad esempio un buon livello di sicurezza sia AVO Free Antivirus sia Avira Free AntiVir, sebbene il migliore in assoluto resti, secondo le classifiche 2009, la suite dell'azienda russa Kaspersky Lab, purtroppo, questa sì, a pagamento. Ma per chi ambisce ad un elevato livello di sicurezza non basta un antivirus, ma è necessario dotarsi di un buon firewall, per evitare comunicazioni incontrollate da e verso il pc mentre si naviga, e di un efficiente antispyware, per contrastare quei programmi nascosti che inviano dati personali verso la rete. Quasi sempre il software antivirus (a pagamento) svolge anche queste funzioni. A questo proposito ci sono firewall, come Firewall ZoneAlarm o Comodo Firewall, che si possono installare gratuitamente e sono facili da usare, mentre fra gli antispyware il leader è ancora lo storico Ad-Aware della Lavasoft, ma è facile trovarne altri nuovi con semplici ricerche su siti come download.cnet.com, che aiutano e indirizzano l'utente nella ricerca di software in rete. In definitiva, sebbene la "totale" sicurezza nel mondo informatico non sia un obiettivo realistico, tuttavia, coniugando molto buon senso a un po' di software gratuito, non è difficile raggiungere un livello di sicurezza "ragionevole".