Il 22 aprile si è celebrata, in tutto il mondo, l’Earth Day, la Giornata della Terra. Quest’anno il WWF ha lanciato un appello contro la deforestazione.
Il 38% della superficie forestale originaria del Pianeta è già stata persa. Attualmente soltanto il 31% della superficie del Pianeta è ricoperto di foreste e vengono persi 50 campi da calcio ogni minuto.
Nella graduatoria dei 10 paesi che nel decennio 2000-2010 hanno deforestato di più, dopo il primo posto del Brasile, l’Australia che supera l’Indonesia, terra di conquista per le aziende produttrici di olio di palma e di carta.
1) il Brasile
2) l’Australia
3) l’Indonesia,
4) la Nigeria,
5) la Repubblica di Tanzania,
6) lo Zimbabwe,
7) la Repubblica Democratica del Congo,
8) la Birmania (Myanmar),
9) la Bolivia,
10) il Venezuela.
Le maggiori cause sono la crescente domanda di carta, la “fame” di terra per un agricoltura che deve soddisfare la richiesta di una popolazione crescente, la legna per le abitazioni e la filiera che produce soia, olio di palma, carne e pelli da trasformare. L’Europa, anche se non è presente nei quartieri alti di queste poco onorevoli classifiche sulla deforestazione, ha comunque le proprie responsabilità visto che i maggiori consumatori mondiali di prodotti derivati da processi di deforestazione illegali arrivano sui mercati dell’Unione Europea.
Ma c’è un altra percentuale allarmante: solamente il 15% delle foreste che rimangono nel pianeta si troverebbero in buone condizioni ecologiche.
E a rischio è anche l’acqua dolce visto che i serbatoi dell’acqua continentale sono i grandi ecosistemi forestali, su tutti la Foresta Amazzonica che custodisce 100mila km di corsi d’acqua.
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