Nella capitale francese blindata ha preso il via la Cop21, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Per i 150 leader mondiali riuniti a Parigi si tratta dell'ultima chiamata per salvare il pianeta. Sarà un vertice fuori misura per una sfida colossale il cui primo obiettivo è siglare un accordo storico che limiti il riscaldamento climatico per evitare una catastrofe ambientale irreversibile. La vigilia della manifestazione è stata segnata da scontri tra polizia e manifestanti che hanno portato al fermo di 208 persone.
Ambiente contro sviluppo. Dai primi interventi della giornata di oggi si sono delineate subito due posizioni contrastanti: da un lato i paesi ricchi dell'Occidente che si pentono per aver inquinato troppo finora, sono pronti a rimediare e spingono per un accordo forte. Dall'altro, gli stati in via di sviluppo, i cosiddetti 'giganti emergenti' come India e Cina che, viceversa, frenano e rivendicano l'uso del carbone, ancora necessario, perchè a buon mercato, per la loro crescita economica.
"Abbiamo un obbligo di successo" e "la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso", ha detto il ministro degli Esteri francese e presidente della conferenza, Laurent Fabius, in apertura dei lavori. "L'11 dicembre", il giorno in cui si concluderà la Cop21, "il mondo si aspetta da noi quattro parole: la missione è compiuta". "L'accordo" per limitare il surriscaldamento globale "non è scontato ma è alla nostra portata", ha sottolineato, promettendo che la presidenza francese "veglierà affinché tutti i punti di vista siano tenuti in considerazione".
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