lunedì 20 dicembre 2021

Sobrietà digitale

Prima di pubblicare foto e video sui Social pensate all’impatto ambientale di quel click. Perché magari non mangiate carne, vi muovete solo a piedi o in bici, non toccate una bottiglia di plastica da anni, ma se postate decine di video e foto, bhe, allora sappiate che inquinate molto di più.

Volete stupirvi? Tutti i voli aerei messi insieme producono  il 2% della CO2 del pianeta, il mondo digitale il doppio, il 4%, di cui la metà viene dai social: i voli aerei producono CO2 quanto i social. L’energia consumata per usare tutte le apparecchiature digitali che sono sul pianeta cresce al ritmo del 9% annuo: significa che in 10 anni raddoppia. Naturalmente sono soprattutto i video a "pesare" e quindi a consumare più energia. Dunque i grandi accusati sono Netflix, You Tube, Prime Video, Tik Tok, Facebook. Oltre all’energia utilizzata dai dispositivi, c’è soprattutto quella consumata dai server e dalle reti che distribuiscono i contenuti. Se consideriamo il digitale come se fosse una nazione, sarebbe al quarto posto per il livello d’inquinamento, dopo Cina, Stati Uniti e India. 

E allora se siete indecisi se pubblicare o no una foto, un video, lasciate stare, pensate all'ambiente. Pubblicate solo qualcosa per cui "vale la pena". Significa tornare alle caverne? No. Significa, come per ogni cosa, farne buon uso, non esagerare, darsi un limite. 

venerdì 17 dicembre 2021

Cos’è il V2G e perché rappresenta una svolta per le auto elettriche

FCA ha inaugurato a Torino l’impianto pilota per il V2G – Vehicle to Grid – che diventerà il più grande al mondo. Ma cos’è il V2G? E perché è così importante per il futuro delle auto elettriche?

La tecnologia Vehicle to Grid consente il flusso elettrico bidirezionale attraverso le colonnine di ricarica fra i veicoli elettrici e la rete, garantendo la possibilità alle batterie delle auto di cedere energia elettrica così che le auto in carica connesse alla rete possano essere di aiuto nelle ore di massima richiesta di energia . Grazie al sistema V2G inoltre è possibile modulare la velocità della ricarica della macchina, regolando i kW emessi. Immaginando che la maggior parte delle ricariche saranno effettuate nel corso della notte si potrà approfittare di questa possibilità per abbattere ulteriormente i costi.

L’impianto presentato da FCA è 100% made in Italy e – una volta completato – sarà il più grande al mondo. Grazie alla tecnologia bidirezionale le auto restituiranno potenza alla rete gestita da Terna, trasformando la sosta dei veicoli in una immensa batteria. Il progetto prevede l’interconnessione di 700 veicoli elettrici e la costruzione di una pensilina composta da 12mila pannelli fotovoltaici.

In Italia all’inizio del 2020 c’erano in circolazione circa 20mila auto elettriche ma nel 2030 potrebbero essere più di 5 milioni e allora si comprende meglio l’importanza del V2G. Naturalmente gli automobilisti nel momento in cui cedono energia ricevono un compenso, che potrebbe dimezzare i costi di ricarica.

Il V2G comporta un maggior numero di cicli di carica-scarica e più rapido deterioramento degli accumulatori: le nuove generazioni di batterie dovranno superare questo ostacolo.

martedì 14 dicembre 2021

Batterie non sostituibili, un ostacolo da superare.

La maggior parte delle batterie ricaricabili contenute nei dispositivi elettronici, così come nelle e-bike o negli scooter, non sono né sostituibili né riparabili. Questo porta ad una riduzione della durata dei prodotti, ad un aumento dei rifiuti elettronici, alla perdita di materiali rari e a spese inutili per i consumatori.

Il guasto della batteria è uno dei problemi più comuni per molti dispositivi elettronici ed è spesso il primo componente ad avere un malfunzionamento nelle e-bike e negli scooter. Secondo un recente studio il 43% delle riparazioni degli smartphone e il 27% di quelle dei laptop sono legate proprio alla sostituzione della batteria. Batterie che tra design inaccessibile, blocchi software, mancanza di parti di ricambio e strumenti e informazioni per la riparazione, sono destinate a non essere mai sostituite, riparate o riciclate.

Garantire che tutti i nuovi telefoni e tablet venduti nell’UE da qui al 2030 abbiano batterie facilmente rimovibili e sostituibili, potrebbe ridurre le emissioni annuali di questi dispositivi del 30% rispetto al normale funzionamento. Potrebbe inoltre ridurre la perdita di materie prime critiche come cobalto e indio, e risparmiare ai consumatori europei 19,8 miliardi di euro.

La Commissione Europea ha proposto un “Regolamento sulle batterie” che mira ad affrontare l’intero ciclo di vita delle stesse, dalla catena di approvvigionamento allo smaltimento, ed è attualmente nelle mani del Parlamento e del Consiglio Europeo. 

venerdì 10 dicembre 2021

Auto con schermi sempre più grandi

Sono ormai molte le auto che al loro interno montano almeno uno schermo sul cruscotto. Quelli che in gergo vengono definiti “sistemi di infotainment” dalla fusione delle parole “information” e “entertainment”, perché offrono appunto un po’ di entrambe le cose. Fino a qualche anno fa i sistemi di infotainment più evoluti erano montati su vetture di fascia alta: oggi stanno arrivando su ogni auto.

Ci sono parecchie ragioni per ritenere questi sistemi distraenti e quindi molto pericolosi. Tuttavia si ritiene che i sistemi di infotainment siano comunque meno peggio dell’uso degli smartphone alla guida: che è vietato, ma piuttosto comune.

Di schermi all’interno delle auto si iniziò a parlare con una certa concretezza intorno al 2010, tre anni dopo l’arrivo sul mercato dei primi iPhone e quando già si stavano diffondendo i sistemi di navigazione satellitare. Già da decenni i volanti, le autoradio e i quadri strumenti delle auto (prima analogici e poi digitali) rappresentavano una relativa distrazione dalla guida. L’arrivo degli schermi sui cruscotti ha segnato però un chiaro peggioramento.

Mancano dati chiari e completi su come e quanto siano usati  i sistemi di infotainment, e su quanto eventualmente siano pericolosi. Mancano anche regole chiare che ne definiscano l’uso: è complicato regolare cosa si possa fare con gli schermi, e quando.

Tutto questo mentre nel futuro (anche senza spingersi in quello ipotetico e di certo non vicino delle auto che si guidano da sole) potrebbero arrivare sempre più sistemi il cui scopo sarà automatizzare vari elementi della guida, di fatto dando agli autisti meno cose da fare e quindi rendendoli più sensibili e disponibili a ogni distrazione.

mercoledì 1 dicembre 2021

Rete elettrica mondiale

Moltissimi paesi stanno lavorando per collegare tra loro le rispettive reti elettriche, anche quando non condividono confini e c’è un mare (o un oceano, perfino) a separarli. In futuro avere una rete elettrica globale il più possibile interconnessa è un prerequisito importante della transizione energetica perché la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili è più imprevedibile di quella fatta con combustibili fossili, dipende dal vento e dalla presenza di luce solare, tra le altre cose. Possono esserci momenti in cui l’energia prodotta è sovrabbondante  e momenti in cui non è sufficiente. Inoltre, non è detto che i luoghi in cui l’energia viene generata siano gli stessi in cui sarà poi consumata.

Con i combustibili fossili questi problemi sono relativamente facili da risolvere, perché sia il gas sia il petrolio possono essere stoccati, conservati e trasportati, e poi usati in futuro ma l’energia elettrica è difficile da stoccare, e di solito quella prodotta deve essere consumata immediatamente.

Con una rete globale i luoghi in cui il bisogno di energia da fonti rinnovabili è più sostenuto saranno collegati ai luoghi di produzione anche se distanti centinaia o migliaia di chilometri.

L’Italia ha una configurazione geografica molto particolare, è una striscia allungata in cui il fabbisogno di energia è soprattutto al Nord, dove si concentra la maggior parte della produzione industriale, mentre le risorse rinnovabili sono prevalentemente al Sud, per ovvie ragioni climatiche». Questo problema non si pone con i combustibili fossili, perché le centrali termoelettriche sono collocate soprattutto al nord. Ma quando il grosso della produzione energetica rinnovabile sarà nel sud Italia, sarà necessario che la rete sia ancor più interconnessa per consentire consentire il trasporto dell’energia dai luoghi di generazione a quelli di consumo.

Nel mondo ci sono anche progetti eccezionali e mastodontici. Alcuni sono in fase di pianificazione, come per esempio la realizzazione di un cavo nel Mediterraneo che colleghi Israele alla Grecia, e un altro Israele alla Francia. Altri sono per ora soltanto idee, ma molto ambiziose: un consorzio vuole realizzare un cavo che colleghi gli impianti solari del Marocco con il Regno Unito. Un altro ancora progetta di collegare Australia, Indonesia e Singapore con un insieme di cavi lunghi in tutto 4.200 chilometri.