giovedì 15 dicembre 2011

Green-job

green.jpgIl titolo, visto il periodo di crisi che stiamo vivendo, non vi tragga in inganno: qui non si parla di lavoratori che sono rimasti al verde perchè dosoccupati. Piuttosto di tutte quelle occupazioni che hanno a che fare con l'abiente e quindi sono in espansione. 


Nel 2011 il 38% delle assunzioni riguardano le nuove professioni green, lo testimonia il rapporto Green Italy 2011, realizzato da Symbola e Unioncamere.


I cambiamenti climatici e lo sviluppo di nuove tecnologie per sfruttare fonti di energia alternative, infatti, sono la base su cui si svilupperà il mercato del lavoro anche nei prossimi anni. A confermarlo sono economisti e ricercatori che studiano il settore non solo dal punto di vista dell’impatto ambientale. 


Le figure richieste? Non solo ingegneri e tecnici specializzati. Il lavoro verde ha bisogno di tante professionalità.  Dagli operatori ecologici agli architetti specializzati in architettura sostenibile, dalle imprese di riciclo ai manutentori del verde.

mercoledì 14 dicembre 2011

Rinominare un gruppo di file

Banner_Rinomina_File.jpgQuesta è stata una novità anche per me, non conoscevo questa funzione.


Dopo aver selezionato il file che intendo rinominare èè possibile cliccare il tasto F2 e inserire il nuovo nome.


ma la cosa più interessante è questa: è possibile rinominare un intero gruppo di file. Selezionateli e (con F2 o con il tradizionale tasto destro/rinomina, inserite il nuovo nome.


Il file verranno rinominati con il nuovo nome e con un numero finale: per esempio pippo1, pippo2, pippo3, ...


E' una funzione utile per gruppi di fotografie.

lunedì 12 dicembre 2011

Avviare un programma con combinazione tasti di scelta rapida

ctrl-alt-del-pillows_2-382x300.jpgCredo tutti conosciate le tre più comuni combinazioni tasti di scelta rapida.


CTRL+C (Copia), CTRL+V (incolla), CTRL+X (taglia). Sono molto comode e velocizzano il lavoro quando si fa l'abitudine. Per essere veloci conviene cliccare CTRL (di solito con il dito mignolo) un attimo prima della lettera.


E' possibile creare una combinazione di tasti per avviare in modo veloce un programma.


Andate sull'icone del programma, tasto destro/proprietà. Nella casella tasti di scelta rapida cliccate CTRL e aggiungete una lettera a piacere.


La combinazione visualizzata potrà essere usata per avviare velocemente il programma da tastiera.


 

sabato 10 dicembre 2011

Il microchip

microchip.jpgAnche se non lo vediamo, il microchip è uno degli oggetti più presenti nella nostra vita quotidiana. Oggi praticamente tutti i prodotti elettronici funzionano grazie a un microchip, e il merito è tutto di Jack Kilby. L'uomo che ha reso possibile l'avvento della moderna industria microelettronica.


Nato a Jefferson City, nel Missouri, e laureatosi alla University of Illinois airUrbana-Champaign, Kilby ebbe la sua idea durante l'estate del 1958, mentre lavorava nei laboratori della Texas Instruments di Dallas. Essendo appena stato assunto, Kilby non aveva ancora maturato ferie: era, dunque, fra i pochissimi sfortunati costretti a rimanere in ufficio. In quei periodo stava conducendo alcuni esperimenti sulla miniaturizzazione di un circuito.


Il problema era di difficile soluzione: all'epoca i circuiti elettronici erano realizzati saldando insieme i diversi componenti. Aumentando la complessità dei circuiti, i tecnici si trovarono presto di fronte a un ostacolo: da un lato bisognava introdurre sempre più elementi in grado di svolgere nuove funzioni, dall'altro era necessario ridurre le dimensioni dei circuiti, in modo che potessero essere istallati anche in macchine molto piccole.


Rimpicciolendo i componenti dovevano essere ridimensionate anche le connessioni fra loro, perciò le microsaldature - praticate rigorosamente a mano — diventavano sempre più difficili da eseguire, con il rischio di sbagliare e rendere il circuito inutilizzabile.


Kilby cominciò a lavorare attorno a un'idea tanto semplice quanto straordinaria. Secondo luì, invece di costruire i singoli componenti e poi assemblarli, era necessario costruire tutti i circuiti su un solo supporto semiconduttore. In questo modo sarebbe stato possibile ottenere sistemi piccolissimi annullando le possibilità di errori nella saldutura. Nel silenzio della ditta vuota per le vacanze estive. Kilby prese un singolo pezzo di materiale semiconduttore, il germanio, e vi montò sopra le varie parti: era nato il primo circuito integrato.


A beneficiare dell'invenzione fu la Texas Instruments, che brevettò nel 1959 il microchip. Kilby ottenne soprattutto la fama, che gli permise di essere chiamato a supervisionare moltissimi laboratori di ricerca, fino a diventare professore di Ingegneria Elettronica e a vincere, nel 2000, il Premio Nobel per la fisica.

venerdì 9 dicembre 2011

Quanto costa il censimento?

Perchè da noi tutto costa sempre di più?


Tabella-comparazione-census-budget-2001-www.dovatu.it_.jpg

Avviare automaticamente un programma

windows.jpgVolete che un programma si avvii automaticamente con l'avvio di Windows?


Cercate sull'hard disk del vostro computer il file .exe che avvia il programma da voi scelto: in C:/programmi.


Copiatelo e incollatelo (o trascinatelo) nella cartella che trovate nel menù start/tutti i programmi/esecuzione automatica (tasto destro APRI).


Il vostro programma ora partirà da solo.

giovedì 8 dicembre 2011

Eliminare definitivamente un file

shift.jpgSe volete eliminare definitivamente un file, senza passare p.er il cestino, invece di premere semplicemente CANC tenera anche contemporaneamente premuto SHIFT (la freccia verso l'alto che usiamo per fare le maiuscole).


Il file sarà definitivamente eliminato: attenzione a farne buon uso.

martedì 6 dicembre 2011

Cambiare lo sfondo su Windows 7 starter

windows-7.jpgAlcune persone sono rimaste deluse dalla impossibilità su Windows 7 starter di cambiare lo sfondo del desktop.


Per fortuna ci viene in aiuto questo programma in italiano che simula il "personalizza" delle altre versioni di Windows.


Scaricatelo, installatelo, riavviate il PC, e provate a cambiare sfondo.


http://oceanis-change-background-windows-7.softonic.it/download

lunedì 28 novembre 2011

Centrali solari nello spazio: fantascienza? Forse no

Impianto-solare-nello-spazio.jpgAvete mai sentito parlare di centrali solari nello spazio? Ovviamente non si tratta di un argomento di primissima pagina, tuttavia, se appena qualche decennio fa qualcuno ve ne avesse parlato, avreste probabilmente pensato di aver a che fare con un regista di qualche film di fantascienza. Oggi invece sembrerebbero intravedersi vere possibilità di realizzazione.
Per darvi un’idea di che cosa sia questa tecnologia futuristica, si potrebbe fare uno schema semplificato: in sostanza si tratterebbe di centrali installate nello spazio (quindi oltre l’atmosfera terrestre) e capaci di raccogliere, attraverso degli enormi pannelli solari, l’energia della radiazione solare trasferendola sotto forma di fasci di microonde sul nostro pianeta. Questi stessi fasci verrebbero trasformati in elettricità poi distribuita attraverso le reti.
Esiste un gruppo di studiosi dell’Accademia Internazionale di Astronautica (IAA) di Parigi sta proprio lavorando su un progetto di questo tipo: gli intenti sono quelli della messa in orbita di una stazione sopra l’Equatore (a circa 35.700 km di altezza). I ricercatori si dicono convinti che queste centrali elettriche nello spazio diventeranno realtà fra due o massimo tre decenni.
Il progetto, per quanto la sua realizzazione (o presunta tale) sia ancora distante, è considerato comunque dalla Comunità Scientifica particolarmente serio. I costi dell’intero iter rimangono però ignoti, anche se è facilmente intuibile come il passaggio dalla progettazione alla realizzazione della centrale spaziale presupporrà investimenti nell’ordine dei miliardi di euro. Tuttavia, ci si potrebbe chiedere, al di là dell’aspetto economico, se valga davvero la pena perseguire un simile progetto.
La risposta non può che essere affermativa: infatti, qualora la cosa dovesse convertirsi in realtà, si potrebbe disporre di una tecnologia dalle potenzialità enormi, capace di captare energia solare continuamente senza preoccuparsi del numero di ore di luce stagionale e dell’alternanza del dì e la notte; inoltre si disporrebbe di un quantitativo di energia di gran lunga superiore rispetto a quello che invece si riesce a captare sul suolo, semplicemente per il fatto che la radiazione solare verrebbe raccolta prima dell’ingresso in atmosfera, evitando quindi le dispersioni termiche al passaggio atmosferico.
Tradotto in parole povere significa che si potrebbe entrare in possesso di una fonte di energia non aleatoria, di grande potenza e soprattutto rinnovabile. Certo, le prospettive di realizzazione sono molto lontane, ma è comunque un canale di ricerca che vale la pena perseguire: solamente dalle premesse sembrerebbe già essere più fattibile della tanto pubblicizzata fusione nucleare.

sabato 26 novembre 2011

IPiccy

iPiccy-Logo-150x150.pngIl futuro dei computer è oramai delineato, tra qualche hanno i nuovi pc saranno privi di tutte quelle applicazioni che vengono oggi installate, tutto si potrà e si farà online.


Gli unici programmi che si dovranno per forza installare saranno i software di sicurezza, per tutto il resto si utilizzeranno delle applicazioni online.


Se dovete modificare un immagine non sarete più costretti ad installare nessun programma ma potrete utilizzare delle applicazioni web come iPiccy.


IPiccy è una potente applicazione web gratuita per l’editing e l’elaborazione delle immagini che possono essere caricate dal disco rigido, importate da un sito web, catturate con la nostra webcam o anche disegnate da voi stessi.


Le immagini possono essere ridimensionate, ruotate, ritagliate, ottimizzate nei colori bilanciandoli ma anche regolando la loro luminosità, la saturazione, il contrasto, il bilanciamento e abbellite con diversi effetti come quello cartoon, vecchia foto, le cornici e molto altro ancora grazie a questo editor di immagini con il quale potete ottenere dei risultati professionali.

sabato 19 novembre 2011

Fai la Scuola Giusta

fai la cosa giusta piccolissima.jpgChi considera la professione tecnica o professionale in azienda poco edificante e non meritevole di attenzione forse è ancorato ad una concezione anacronistica non solo delle mansioni industriali, ma delle aziende stesse.


Basta infatti dare una veloce occhiata anche solo parziale al cortometraggio realizzato da Confindustria Cuneo nell'ambito del progetto "Fai la scuola giusta"per rendersi conto che l'automazione e la tecnologia sono ormai parti integranti di ogni processo produttivo. Ma anche l'innovazione ha bisogno di persone preparate a governarla e a gestirla nel migliore dei modi. Proprio nel breve filmato i due giovani protagonisti, un ragazzo e una ragazza entrambi alle prese con la prima importante svolta della loro vita "professionale", la scelta della scuola superiore, sono accompagnati in un viaggio alla scoperta di alcune delle mansioni industriali più conosciute e praticabili nelle aziende della Granda.


In questo percorso di esplorazione il comico di Zelig conduce i due 13enni a conoscere da vicino cinque note realtà meccaniche della provincia di Cuneo (Alstom, Bitron, Brc, Gai e Sito). Ingegneri, periti e tecnici specializzati prendono la parola per descrivere con semplicità e chiarezza i loro compiti principali, mettendo l'accento sull'importanza del lavoro di squadra e sulle opportunità di carriera graduale che una professione tecnica può offrire.


Questo video, che sarà proiettato durante la presentazione del progetto'Fai la scuola giusta", è solamente lo strumento più accattivante con cui Confindustria ha deciso di articolare un percorso molto più ampio fatto di altre due iniziative: un ciclo di 7 incontri nelle 7 città "sorelle", rivolto a genitori e ragazzi, e una serie di visite ad alcune delle realtà industriali più importanti del nostro territorio.


L'obiettivo è quello di orientare il più possibile i diplomati delle scuole medie verso la scelta di una scuola superiore di tipo tecnico, capace di offrire non poche soddisfazioni a chi decide di frequentarla. Secondo una recente ricerca condotta da Almadiploma, infatti, la grande maggioranza dei ragazzi diplomati in istituti tecnici e professionali si dichiara soddisfatta della scelta scolastica e la ripeterebbe. A tre anni dal diploma, poi, ha trovato lavoro la maggioranza dei diplomati in istituti tecnici e professionali, di questi quasi la metà ha un contratto a tempo indeterminato.


Anche dal punto di vista economico, inoltre, la retribuzione media dei diplomati in istituti tecnici e professionali è significativamente più alta rispetto ai diplomati in altre scuole, che sfruttano anche meno ciò che hanno appreso nei rispettivi corsi di studio. La sensazione, tuttavia, è che tutto questo non sia sufficientemente noto da parte delle famiglie e dei ragazzi.


Ecco spiegato il motivo che ha spinto la Confindustria di Cuneo a scendere in campo col progetto "Fai la scuola giusta". Appare essenziale ora come ora riportare sul giusto binario una situazione che, oltre a creare non poche difficoltà alle aziende del territorio, mette sempre più in apprensione una consistente fetta della nostra società alle prese con la ricerca della giusta occupazione, condizione necessaria per costruirsi un futuro.


Fai la scuola giusta è a Saluzzo, nel Salone municipale di Salita al Castello, Lunedì 5 dicembre alle ore 17


http://www.uicuneo.it/uic/associazione/progetti/failascuolagiusta.uic

giovedì 17 novembre 2011

Strade pulite a Londra con i cestini parlanti

cestiniparlanti.jpgCome convincere i sudditi di Sua Maestà a tenere pulita Londra? Divertendoli e incentivantoli con un sorriso a gettare i rifiuti nei cestini parlanti.


Ne sono stati installati, per ora, venticinque a Londra e altrettanti a Liverpool come iniziativa dell’associazione Keep Britain Tidy che con la campagna Love where you live vuole sensibilizzare i cittadini alla pulizia delle strade che costa ogni anno ai contribuenti oltre 1 milione di euro.


Altri cestini parlanti saranno installati nelle prossime settimane e le loro collocazioni saranno rivelate via mail. A animare i cestini le voci (qui l’elenco) di presentatori Tv, campioni dello sport e vincitori delle edizioni inglesi di Xfactor. Dalla candid camera, nel video dopo il salto, sembra emergere che il divertimento è effettivamente un incentivo a gettare rifiuti.




sabato 12 novembre 2011

A Reims l'autobus va a champagne

scania.JPGA Reims città francese della regione Champagne-Ardenne testano per tre mesi OmniCity 100 autobus pubblico alimentato a etanolo ottenuto dagli acini delle uve usate per lo champagne. Il principio è usare carburante locale per il trasporto locale.


A effettuare l’esperimento assieme all’amministrazione di Reims la Veolia-Transdev e Scania. Le due aziende hanno avuto l’idea di iniziare a usare gli scarti delle uve da champagne per produrre bioetanolo. A gestirne la produzione la cooperativa locale Raisinor.


Grazie al bioetanolo si conta di ridurre del 70% le emissioni di C02 e si risparmiano soldi anche grazie alle detrazioni fiscali.

giovedì 10 novembre 2011

Da sarti a falegnami, allarme estinzione mestieri

falegname.jpgIl vecchio orologio del nonno in un prossimo futuro pare destinato a restare nel cassetto, cosi' come sullo scaffale il libro con la copertina staccata, il segno della botta sull'auto o l'orlo del pantalone lungo: c'e' il rischio, infatti, che nessuno sappia piu' porvi rimedio. A dare ascolto alle previsioni della Cgia di Mestre, nei prossimi 10 anni una lunghissima serie di lavori manuali dell'artigianato e dell'agricoltura sono a rischio estinzione. Il perche' e' presto detto: c'e' un problema di ricambio generazionale. La differenza tra gli occupati nei settori presi in esame che sono sopra i 55 anni e i 'giovani' tra i 15 e i 24 anni da' 385.700 unita': il numero di figure professionali che potrebbero mancare da qui al 2021.


La lista dei lavori a rischio, secondo li''associazione artigiani, include gli allevatori di bestiame nel settore zootecnico, i braccianti agricoli e una sequela di mestieri artigiani come i pellettieri, i valigiai, i borsettieri, i falegnami, gli impagliatori, i muratori, i carpentieri, i lattonieri, i carrozzieri, i meccanici auto, i saldatori, gli armaioli, i riparatori di orologi e di protesi dentarie, i tipografi, gli stampatori offset, i rilegatori, i riparatori di radio e Tv, gli elettricisti, gli elettromeccanici, addetti alla tessitura e alla maglieria, i sarti, i materassai, i tappezzieri, i dipintori, gli stuccatori, i ponteggiatori, i parchettisti e i posatori di pavimenti. Nella mappa delle principali professioni a rischio estinzione, anche figure professionali piu' ''generiche'' come gli autisti, i collaboratori domestici, gli addetti alle pulizie, i venditori ambulanti, gli uscieri e i lettori di contatori. Per arrivare alla mappatura di categorie professionali che potrebbero diventare solo un ricordo, la Cgia ha calcolato il numero di occupati presenti oggi nelle principali professioni manuali compresi nelle due fasce d'eta' e ha poi ha misurato il tasso di ricambio, riuscendo cosi' a stilare una prima graduatoria per mestieri. Infine ha stimato il numero delle figure che, presumibilmente, verranno a mancare nei prossimi 10 anni per ciascuna attivita'.


A pagare lo scotto del mancato ricambio nel confronto tra 'giovani' e 'vecchi' del mestiere, sul piano numerico, a guidare la graduatoria e' la categoria''Collaboratori domestici ed assimilati, addetti non qualificati a servizi di pulizia in imprese ed enti pubblici, spazzini e altri raccoglitori di rifiuti ed assimilati'' con -96.783; a seguire 'Autisti di autobus, tram, filobus, camion e mezzi pesanti' con un -51.503; poco piu' sotto 'Agricoltori e operai agricoli di vivai, in pieno campo, coltivatori di fiori' con -49.909.


'Falegnami, impagliatori, cestai e spazzolai'? -12.556; ''Sarti, modellisti, cappellai, tappezzieri, materassai, ricamatori a mano''? - 15.472. ''Premesso che non siamo in grado di prevedere se nei prossimi anni cambieranno i fabbisogni occupazionali del mercato del lavoro italiano - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - siamo comunque certi di tre cose. La prima: fra 10 anni la grandissima parte degli over 55 censiti in questa mappa lascera' il lavoro per raggiunti limiti di eta'.


La seconda: visto il forte calo delle nascite avvenuto in questi ultimi decenni, nel prossimo futuro si ridurra' ancora di piu' il numero dei giovani che entreranno nel mercato del lavoro, accentuando cosi' la mancanza di turn-over. La terza: se teniamo conto che i giovani ormai da tempo si avvicinano sempre meno alle professioni manuali, riteniamo che il risultato ottenuto in questa elaborazione sia molto attendibile''. Ma come si puo' invertire questa tendenza? Per Bortolussi e' ''difficile trovare una soluzione che in tempi ragionevoli sia in grado di colmare un vuoto culturale che dura da piu' di 30 anni''.


Bisogna, dice, rivalutare sul piano sociale il lavoro manuale e non pensare, come avviene in tante famiglie, che sia l'ultima spiaggia in presenza di fallimenti scolastici. ''Attraverso le riforme della scuola avvenute in questi ultimi anni e, soprattutto, con il nuovo Testo unico sull'apprendistato approvato nel luglio scorso - conclude Bortolussi - qualche passo importante e' stato fatto. Ma non basta. Bisogna fare una vera e propria rivoluzione culturale per ridare dignita', valore sociale e un giusto riconoscimento economico'a tutte quelle professioni dove il saper fare con le proprie mani costituisce una virtu' aggiuntiva che rischiamo di perdere''.

lunedì 7 novembre 2011

Marie Curie


marie_curie.jpgE' importante ricordare, nell'anniversario della nascita, uno dei personaggi chiave della scienza moderna, due premi nobel, in chimica e fisica.


Marie Sklodowska Curie nasce il 7 novembre 1867 a Varsavia da una famiglia cattolica assai numerosa, tanto che la futura scienziata e premio Nobel era la più giovane di cinque figlie. 


La madre (morta fra l'altro in seguito a tubercolosi quando lei aveva meno di undici anni), era pianista, cantante e professoressa; il padre, invece, esercitava la professione di insegnante di matematica e fisica. 


Anche la piccola Marie, convinta della sua intelligenza e delle sue capacità, decide di studiare fisica, a dispetto del fatto che questa scelta fosse inizialmente assai osteggiata. L'idea che una donna potesse intraprendere la carriera scientifica era inconcepibile per quel tempo.


Finiti dunque gli studi superiori a quindici anni, per gli otto successivi lavora come precettrice e istitutrice allo scopo di per potersi sostenere le spese universitarie. Infatti, nel novembre del 1891, visto e considerato che l'università di Varsavia era interdetta alle donne, Marie e la sorella maggiore Bronia si trasferiscono in Francia per iscriversi e studiare alla celebre Sorbonne, il prestigioso ateneo parigino. Durante il tempo libero, inoltre, non contenta dei già ardui compiti a cui il programma dell'Università la sottoponeva, cerca di portarsi avanti il più possibile studiando in autonomia matematica e fisica. 


A Parigi, comunque, Marie farà un incontro importante, quello di Pierre Curie, un professore della scuola di Fisica, che il 26 luglio 1895 diventa suo marito e poi, successivamente, "compagno di laboratorio" nella ricerca scientifica. Nel 1897 nasce la prima figlia Irène e nel dicembre del 1904 la seconda, Eve. Nello studio della radioattività, condotto con mezzi rudimentali e senza aiutanti, i due coniugi scoprono due nuovi elementi chimici, il radio e il polonio.


La scoperta viene annunciata il 26 dicembre 1898 all'Accademia delle Scienze a Parigi e, nel 1902, riceve il premio Nobel per la Fisica con Becquerel. 


Dopo la tragica morte del marito avvenuta nel 1906, Marie Curie continua a lavorare nel suo laboratorio, viene chiamata alla cattedra alla Sorbonne (la stessa che fu del marito) e riesce a isolare il polonio puro e il radio puro. Per questo successo, nel 1911, viene insignita con il premio Nobel per la Chimica.


I coniugi Curie avrebbero potuto guadagnare molto dalle scoperte che fecero e dal loro enorme potenziale intellettivo. Invece, per tutta la vita preferirono perseguire una concezione altamente disinteressata della scienza: Marie e Pierre donarono all'umanità i risultati della loro ricerca, senza pretendere mai nulla in cambio. Durante la Prima Guerra mondiale, inoltre, Marie Curie si è prodigata in molti modi per alleviare il dramma dei combattenti. Recatasi al fronte con la figlia Irène per assistere i feriti, inventò le famose Petit Curie, delle automobili attrezzate con apparecchiature a raggi X. Nel 1912 fondò l'Institut du Radium, che diresse fino al 1932 quando la direzione passò alla figlia Irène. Oggi chiamato Institut Curie, è tuttora un'importante istituzione scientifica per la ricerca sul cancro.


Marie Curie, per ironia della sorte, morì il 4 luglio del 1934 di anemia perniciosa in conseguenza della lunga esposizione alle sostanze radioattive.

sabato 5 novembre 2011

Scuola superiore: come fare la scelta giusta

guida_orientamento.jpgE' tempo di iscrizioni alla scuola superiore: prima di fare la scelta definitiva, è importante riflettere un'ultima volta su quali siano le proprie aspirazioni, sul programma che ci si troverà ad affrontare e sui reali sbocchi consentiti dal corso di studi prescelto. Questo perché, stando alle statistiche, i ragazzi italiani abbandonano molto presto la scuola e molti lo fanno prima di aver conseguito un titolo di studio superiore, così quasi la metà degli italiani ha solo la licenza media ed un'obiettiva difficoltà a trovare lavoro. Le cause dell'abbandono possono essere molteplici, ma sopratutto una scelta degli studi superiori poco oculata favorisce il verificarsi di tale fenomeno.


Gli esiti di una scelta sbagliata. In primo luogo, l'interruzione degli studi può essere il risultato dell'impossibilità di proseguire, a causa dei ripetuti fallimenti sul piano del rendimento, di un rifiuto nei confronti di una realtà frustrante (come avere brutti voti all'interno di una classe modello) o di una situazione di disagio psicologico maturato nel contesto scolastico (come il bullismo). In altre situazioni, invece, l'abbandono è il triste epilogo di una scelta scolastica fatta dalla famiglia e non condivisa. Di solito, in questo caso, lo scarso interesse è evidente dall'atteggiamento: senso di noia, di scontentezza, a volte circoscritto alla scuola, ma più spesso generalizzato e al quale non si sa dare un significato. In questi casi non si verifica immediatamente un vero e proprio abbandono della scuola, ma un abbassamento del rendimento accompagnato da scarsa fiducia nelle proprie capacità. Ma un abbassamento di impegno e determinazione fin dall'inizio mette a riscio la prosecuzione e impedisce di superare le normali difficoltà del passaggio ad un ordine di scuola superiore.


Ecco cosa valutare per impedire che un indirizzo di studi sbagliato porti all'abbandono. Una scelta personale. In generale, è normale che la famiglia, come pure gli insegnanti della scuola media, diano consigli su quale possa essere il percorso più affine alle aspirazioni, ma è importante che la scelta definitiva sia stata fatta dal giovane e non da altri al suo posto.


Ma non è facile per un ragazzo di 13 anni operare a tale età una scelta che impatterà sul suo futuro professionale, oltre a non sapere ancora bene che cosa si desidera veramente per sé stessi. Di fronte a tale difficoltà di scegliere molti finiscono col chiedere consiglio ai genitori. Ed in seguito a questa richiesta di consiglio si nasconde una delega alla scelta in cui l'indicazione fornita dal genitore viene fatta propria, pur non desiderandola del tutto o in parte. Gli stessi genitori nel fornire un consiglio potrebbero essere influenzati, inconsapevolmente, dalle proprie aspettative mancate o da desideri, più o meno consci, sul futuro dei propri figli. Ad esempio un genitore che avrebbe voluto fare gli studi classici al posto di quelli tecnici o scientifici, potrebbe “riscattare” la scelta mancata attribuendola come scelta al proprio figlio. O il genitore che da grande avrebbe voluto fare tutt'altro come professione , il medico al posto dell'avvocato ad esempio, potrebbe strutturare per il proprio figlio un percorso di studi finalizzato a realizzare la professione mancata.


In questi casi serve la maturità dei genitori che non devono lasciarsi nè influenzare dalle proprie aspettative mancate, né tentare di sostituirsi al ragazzo. L'ideale sarebbe aiutarlo a capire le sue inclinazioni e i suoi interessi. Inoltre i genitori nel consigliare si trovano di fronte ad un bivio: ‘scuola utile' per il futuro lavorativo o ‘scuola interessante'per il ragazzo ?. Nello scegliere bisogna tener conto che il mercato del lavoro cambia velocemente, ciò che è utile oggi potrebbe non esserlo domani, ma se il ragazzo studia senza interesse potrebbe interrompere precocemente gli studi e non sarebbe felice. E' bene dunque che la famiglia ragioni tenendo sempre come punto di riferimento la personalità del ragazzo, le sue attitudini ed i suoi interessi. Riassumendo: Scelta o consiglio come processo e non come contenuto


Allo stesso modo, non bisogna cadere nel trabocchetto di iscriversi alla scuola che scelgono gli amici. Di solito, questo accade ai giovani più insicuri ed in questo caso, è necessario focalizzare i punti di forza ed i talenti che distinguono ognuno di noi e che possono essere valorizzati solo scegliendo un iter scolastico mirato.


Anche dopo aver fatto la pre-iscrizione è importante fare un sopralluogo della scuola scelta, fissare un incontro con il preside o con una persona che sia preposta all'accoglienza e farsi spiegare esattamente quali discipline saranno affrontate non solo al primo anno, ma nell'arco di tutto l'iter che porta al diploma. Spesso, infatti, c'è il rischio di farsi un'idea molto generica dei vari indirizzi di studio, viziata dalle esperienze di fratelli maggiori o di amici che possono essere state, per vari motivi, positive ma anche negative. Così si crede che fare lo scientifico significhi solo essere molto bravi in matematica, mentre si sceglie il liceo artistico solo se si ama la pittura. Trovarsi di fronte a discipline sconosciute o prese alla leggera è uno dei fattori che porta a “lasciare” nell'arco del tempo.


C'è tempo per cambiare. Anche se l'anno scolastico è iniziato ed i libri sono stati acquistati, non bisogna escludere l'opportunità di cambiare scuola. Se dopo qualche settimana si rimane insoddisfatti verso il nuovo corso di studi, è importante valutare questa ipotesi anche se un leggero smarrimento o una forte tensione possono essere considerate normali nei primi giorni.


Qualche link utile:


http://www.atlantedelleprofessioni.it/index.php?ID=2


http://www.berufskunde.com/4DLINK1/4DCGI/06IPi/settori-professionali

giovedì 3 novembre 2011

Energia dal vento fai da te

Ridgeblade.jpgL'energia del vento è utilizzata fin dall'antichità per la navigazione oppure per azionare i mulini a vento che non sempre macinavano il grano: spesso la loro loro funzione era far funzionare le pompe per attingere acqua. Oggi col vento si fa elettricità e sui crinali montuosi spuntano tralicci che sfoggiano sulla sommità mostruose pale. Sono le torri eoliche, componenti di una strategia per beneficiare di energia gratuita (il vento non si paga). Sono un modo per ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili come il petrolio, il carbone, il gas naturale. Utilissime le torri eoliche, ma ingombranti, rumorose, costose. Impiantate in un contesto ambientale di grande bellezza possono deturparlo: molti ecologisti denunciano questo rischio.


Se al vento non si deve rinunciare, basta sposare la logica del «piccolo è bello» e della produzione energetica a chilometro zero. Come? Con un mini impianto eolico sul tetto di casa, sufficiente al fabbisogno elettrico di una famiglia. Una azienda inglese dello Yorkshire propone il suo Ridgeblade (letteralmente pala da colmo), innovativa turbina che piazzata sulla linea di sommità delle tegole sfrutta ogni alito di vento, anche un soffio di bassa intensità e di direzione variabile. L'impatto visivo è minimo. Il rumore insignificante. Il risultato - dicono - è invece assicurato: le luci si accedono e gli elettrodomestici funzionano.


Peccato che in Piemonte non ci sia molto vento.

mercoledì 2 novembre 2011

Imparare a studiare

647.jpg«Se ti si potesse aprir la testa, ci si troverebbe un pezzo di strutto al posto del cervello». «Hai la testa bacata». «Sei troppo stupido per qualcosa di buono». I tre bambini liquidati con queste amare profezie furono, rispettivamente, lo scrittore inglese G.K. Chesterton, l'inventore americano Thomas Edison e il fisico tedesco Albert Einstein.


Da piccoli non sembravano intelligenti. In seguilo si rivelarono dei veri geni. Casi del genere, anche meno noti, ne sono successi tanti. E ne succedono ancora. Perché è molto difficile dare una definizione di intelligenza. Forse la definizione migliore è quella dello psicologo David Lewis: l'intelligenza è la capacità di vedere e risolvere i problemi.


Questo inserto di Mondo Erre, la nota rivista per ragazzi, penso che possa essere di aiuto a molti studenti che per un motivo o per l'altro non hanno ancora fatto proprio un buon metodo di studio.


Vi invito a leggerlo con attenzione.


scarica

martedì 1 novembre 2011

7 miliardi

World Population and Oil-anteprima-500x330-504207.jpgIn questi giorni l'umanità tocca la soglia dei 7 miliardi di persone. Mai nella storia eravamo stati così tanti. 


I precedenti record venivano celebrati in tutto il mondo come il grande risultato della modernità, come vittoria della nostra specie, come conferma del predominio e del controllo del pianeta ormai acquisito. Ci si compiaceva della vita più lunga, della fame ormai vinta, almeno da noi, delle guerre e delle pestilenze ricordo lontano. Era tutto un rallegrarsi.


Oggi l'evento è annunciato con un sottofondo di paura, una sottointesa preoccupazione.


Date un'occhiata al grafico e vedrete che il mondo è stato poco popolato fino a non molto tempo fa. Anzi, noterete come la crescita esponenziale della popolazione mondiale (linea blu) è stata resa possibile dalla crescente disponibilità di energia relativamente a basso costo, carbone e soprattutto petrolio (linea rossa).


Ma sappiamo bene che il petrolio a basso costo è ormai agli sgoccioli.


Vediamo anche che i Paesi oggi economicamente più in forma sono quelli che crescita demografica: Cina, India, Brasile. Europa e Stati Uniti sono vecchi, impauriti e in crisi. Pernsano: cosa sarà del nostro futuro?


La sfida è grande ma anche le nostre capacità di invenzione e innovazione.


Certo occorrerà essere capaci di uscire da vecchi schemi, vecchie abitudini, vecchi interessi.


Un mondo nuovo si apre davanti a noi.

domenica 30 ottobre 2011

Luca e Maria

Rompicapo.jpgLuca e Maria hanno insieme 18 anni.


Se si raddoppia l'età di Luca e si triplica l'età di Maria si ottengono 40 anni.


Qual è l'età dei due ragazzi?

sabato 22 ottobre 2011

La retata dei super studiosi

studiare_troppo.jpgEssere bravi non basta. Per andare all'università in Corea del Sud, Paese dell'Asia meridionale, bisogna essere i migliori. Genitori e insegnanti lo ripetono da anni. E i ragazzi hanno finito per crederci così tanto che sono disposti a dedicare ogni momento allo studio. Perfino le ore in cui dovrebbero dormire.


I test di ingresso alle tre università più prestigiose - quelle che garantiscono, dopo la laurea, un buon posto di lavoro - sono difficilissimi: per superarli ci vuole un anno di super impegno, con almeno 14 ore al giorno di studio ininterrotto. Per restare svegli e rendere di più, gli studenti ingurgitano ogni genere di pastiglia, mettendo a rischio la propria salute. Disturbi mentali, ipertensione, problemi cardiaci sono molto diffusi tra gli adolescenti a causa del forte stress. Per tanti, essere il primo della classe diventa un'ossessione.


I genitori, preoccupati, hanno chiesto aiuto al governo che ha imposto ai giovani di lasciare penna e quaderno entro le 22. E per far rispettare la legge, ha adottato un provvedimento originale: una pattuglia di funzionari percorre le città la notte alla ricerca degli adolescenti che invece di riposare, stanno fino a tardi sui libri. In Corea, infatti, non si studia a casa ma in appositi centri che fanno lezioni extra, la sera. I vigilanti li visitano uno dopo l'altro e riportano a casa i giovani fuori¬legge.


Le autorità vogliono rendere l'istruzione più umana e soprattutto meno competitiva. La rivalità esasperata è controproducente: i ragazzi diventano aggressivi, inflessibili e poco creativi. Per migliorare la situazione, il governo ha ora deciso di riformare i test di ingresso all'università.


Pensate di essere fra coloro che corrono questo rischio?

venerdì 21 ottobre 2011

Tolleranza zero per i vandali dell'arte

vandalo-danneggia-fontana-piazza-navona-294x165.jpgMartellano, imbrattano, sfregiano. I vandali dell'arte passano il loro tempo a colpire e mutilare il nostro patrimonio culturale. Nel Belpaese hanno gioco facile, dato che ad ogni angolo di strada si può trovare un bersaglio: una chiesa, un palazzo storico, un museo, un monumento, una fontana...


E, si sa, è impossibile controllare tutto, oltre che molto costoso. Inasprire le pene per chi si macchia di questi reati è la soluzione più a portata di mano. «Carcere e multe salate per gli sfregiatori dell'arte» ha promesso il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan, dopo che a Roma qualche settimana fa un uomo si è accanito contro la Fontana del Moro, colpendola ripetutamente con una pietra. Il risultato? Ridotto in frantumi il mascherone di una delle più belle fontane rinascimentali di piazza Navona.


Grazie alla generosità del Belize, un piccolo stato del Centro America, la fontana è stata restaurata a tempi di record. L'ambasciata del Belize a Roma ha deciso di rinunciare a festeggiare il giorno dell'indipendenza del proprio Stato pur di finanziare il restauro con una donazione di 15 mila euro.


Anche il ministro Galan si è dato da fare: ha messo a punto un disegno di legge che.se approvato dal Parlamento, introdurrà il delitto di danneggiamento dei beni culturali e paesaggistici, un reato punito con il carcere (fino a sei anni) e una multa massima di 10 mila euro.


Nel frattempo l'autore del misfatto, ripreso dalle telecamere presenti in piazza, è stato acciuffato. Ma è un senzatetto con problemi psichici: quindi non avrebbe potuto pagare la multa salata, né sarebbe finito dietro le sbarre, ma in un ospedale psichiatrico, dove infatti si trova.

sabato 15 ottobre 2011

In India non più dì 100 sms al dì

sms-gratis.jpgDetta così sembra una prescrizione medica. Si tratta invece di una nuova norma stabilita in India dall'autorità che regola le telecomunicazioni. Da un telefonino non si possono mandare più di 100 messaggini al giorno.


La misura si è resa necessaria per difendere i consumatori dalla pioggia di sms pubblicitari con offerte promozionali, che invade i cellulari e che non si interrompe neppure di notte. Tutti gli operatori telefonici stanno imponendo questo limite per ogni carta Sim.


La restrizione - che non vale per i servizi di emergenza, le banche, le compagnie aeree e i sociale network - ha suscitato polemiche e critiche perché in certi casi, si dice, impedisce comunicazioni utili. Basta pensare alle scuole, agli uffici stampa o alle organizzazioni che vogliono lanciare campagne sociali. Proprio vero?

martedì 11 ottobre 2011

Un sogno al carbonio

pistorius19-703287.jpgFino a un anno d'età, per rincorrere gli altri bambini Haflidi strisciava carponi come Pisellino di Braccio di Ferro. Lui rideva, mentre la sua giovane mamma di nascosto piangeva, perché il bambino era nato senza gambe e lei sapeva che non avrebbe mai potuto correre felice come gli altri per i prati verdi della loro Islanda.


Poi un giorno, i genitori di Haflidi - che oggi ha sei anni - vedono alla tv la storia di Oscar Pistorius, il grande atleta sudafricano, al quale furono amputate le gambe da bambino. Era come se, dal video, Oscar si rivolgesse esclusivamente a quel papa e a quella mamma disperati, quando ripeteva: «Grazie a queste due protesi, ho praticato tutti gli sport e corro talmente veloce che sono diventato un campione paralimpico dei 100 dei 200 e i 400 piani». La mamma di Haflidi quel giorno pianse sì, ma di gioia, prese in braccio il suo piccolo e gli promise: «Presto anche tu correrai come Pistorius».


Promessa mantenuta. Con quelle protesi, simili a quelle di Oscar, ora Haflidi non smette di correre. Si ferma solo quando alla tv trasmettono le gare di Pistorius, il quale bacchetta tutti quelli che non hanno vissuto l'esperienza del papa e della mamma di Haflidi: «Spesso,quando ho i pantaloncini corti, i bambini mi fissano. I genitori li sgridano di nascosto, invece di spiegare loro la mia condizione». La condizione di chi oggi, grazie alla tecnologia, anche senza gambe non si deve accontentare di sognare di correre.

lunedì 10 ottobre 2011

Facebook, i miei dati in 1200 pagine

facebook-privacy.jpgE’ un povero illuso chi pensa di aprire pagine su Facebook, scambiare foto e notizie personali e riuscire contemporaneamente a custodire la propria privacy. Nulla di ciò che pubblichiamo su internet va perduto.Tutto può essere utilizzato e diffuso a nostra insaputa.


Se ancora si volesse una prova di ciò basterebbe la storia di Max Schrems, studente austriaco di 23 anni, che ha chiesto a Facebook di poter visionare - per una ricerca - i dati registrati sul proprio conto. Il risultato è stato impressionante, anzi spaventoso: Max si è visto recapitare un CD con 1200 pagine di dati. Ovvero tutto quanto era stato pubblicato su di lui nel giro di tre anni, perché l'archivio di Facebook non cancella nulla.


Lo studente ha presentato 22 denunce al Garante della privacy contro Facebook ma non ha cancellato il profilo sul social network. Pubblicizzando il proprio caso, ha detto, vuole mettere in guardia i navigatori ingenui e diventare il paladino della trasparenza della Rete dalla parte degli utenti.

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs

steve-jobs.pngDopo lunga malattia il fondatore della Apple e inventore di ipod, iphone, ipad, è morto fra la sua famiglia nella notte scorsa.


Voglio riicordarlo con alcuni brani del discorso che fece all'Università di Stanford il 12 giugno 2005 in occasione della consegna dei diplomi di laurea.


Dovete trovare ciò che amate. E questo è tanto vero per il vostro lavoro quanto per chi vi ama. Il lavoro riempirà gran parte della vostra vita e l'unico modo per essere veramente soddisfatti e quello di fare quello che pensate sia il lavoro migliore. E l'unico modo per fare il lavoro migliore e quello di amare quello che fate. Se non lo avete ancora trovato, continuate a cercare. Non vi fermate. Come tutti gli affari di cuore, lo saprete quando lo troverete. E, come nelle migliori relazioni, diventerà sempre migliore al passare degli anni. Quindi, continuate a cercarlo fino a quando non l'avrete trovato. Non fermatevi.


Nessuno vuole morire. Neanche chi vuole andare in paradiso vuole morire per arrivarci. E nonostante tutto, la morte è la destinazione che condividiamo. Nessuno vi è mai sfuggito. E così dovrebbe essere perchè la Morte è probabilmente l'unica, migliore invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Elimina il vecchio per far spazio al nuovo. Proprio adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo distante da oggi, diventerete gradualmente il vecchio che deve essere eliminato. Mi dispiace essere così drammatico, ma questa è la verità. Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi - che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altri. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui lasci affogare la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ed il vostro intuito. Loro sanno già quello che voi volete veramente diventare. Tutto il resto è secondario.


 


 

domenica 2 ottobre 2011

Chi ha paura dell'istruzione tecnica?

giovani.jpgNegli ultimi anni si registra la tendenza manifestata da studenti in uscita dalla scuola secondaria di primo grado ad iscriversi in prevalenza ai licei, con prevalenza dello scientifico. Gli Istituti tecnici perdono terreno e ancor più gli Istituti professionali. Nello stesso tempo allarmano sempre di più l'aumento della disoccupazione giovanile e la percentuale di giovani che - scoraggiati - hanno rinunciato a studiare ma anche a cercare lavoro. 


Ora alcuni segnali sembra che arrivino dalle istituzioni. Il Ministero dell'Istruzione intende dare nuovo impulso agli istituti tecnici, mentre il Ministro del Lavoro intende ripensare la legge sull'apprendistato per integrare meglio studio e lavoro.


Si tratta anche di ripensare l'orientamento dei giovani che devono intraprendere un nuovo ciclo di studi per colmare in qualche misura il divario tra l'offerta formativa e i fabbisogni lavorativi e professionali scoperti. Certo, non è agevole ridimensionare la diffidenza che le famiglie manifestano verso i percorsi dell'istruzione tecnica e professionale da proporre ai propri figli.


In altri paesi le cose non stanno così. E' assai noto l'esempio che si menziona ricorrentemente delle Fachochschulen tedesche, ma anche in Francia (con le Sezioni di tecnici superiori), in Svezia ( con i corsi AVE, Advanced Voca-tional Education), nella stessa Confederazione Elvetica sono apprezzati convenientemente e valorizzati percorsi d'istruzione tecnica e professionale ai quali viene riconosciuta, come a quelli di formazione generale, dignità non solo giuridica e formativa.


Una cultura tecnica non deve necessariamente essere priva di sapere, che ne è il presupposto per promuoverne il successo e il continuo avanzamento sul terreno dell'ideazione, della progettualità, così come della capacità di risolvere i problemi. E' così difficile riconoscere che una cultura è degna di questo nome anche quando consente all'uomo di nutrire il proprio spirito attraverso la scien¬za, la tecnica e la tecnologia e non soltanto con le lettere e la filosofia?

venerdì 30 settembre 2011

L’Italia tra 150 anni

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Vi ricordate il Concorso “L’Italia tra 150 anni” lanciato da Google lo scorso anno scolastico?


Si è conclusa la competizione nel corso della quale migliaia di studenti delle scuole italiane si sono impegnati a riflettere sul significato dell’Unità d’Italia e sul futuro del nostro Paese.


Sono stati inviati più di 5000 Doodle - versioni personalizzate del logo di Google - che sono stati sottoposti ad una durissima selezione, prima ad opera di una giuria interna di Google, poi di una giuria ufficiale composta da personaggi d’eccezione fra cui Lorenzo Jovanotti. Ecco i tre vincitori. 


Per la scuola primaria, Avanti con energia, Scuola Primaria Borgo Rosselli, Porto San Giorgio


Per la secondaria di primo grado, W i nuovi simboli, Istituto Comprensivo A. Gramsci, Aprilia


Per la secondaaria di secondo grado, I Miti continuano, Liceo Artistico Statale P. Petrocchi, Pistoia


Il vincitore assoluto è il Doodle “Avanti con energia!” Questo Doodle è esposto oggi sulla home page di Google.it.


Tantissime le tematiche emerse riflettendo sul futuro del nostro Paese. In particolare, quelle più ricorrenti sono state: l’integrazione razziale, l’importanza dell’ambiente e l’utilizzo di energia pulita, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano e infine il ruolo di spicco che l’Italia dovrà conquistare in Europa.


Auguriamoci che gli spunti di riflessione forniti dagli studenti italiani possano realmente ispirare i prossimi 150 anni del nostro Paese.

martedì 27 settembre 2011

Google compie 13 anni

Googles_13th_Birthday-2011-hp.jpgVi sembra - come a me - che Google esista da sempre? E no!  Il più grande motore di ricerca al mondo, festeggia solamente il suo tredicesimo compleanno. E' un giovanotto.


Tutto è iniziato con un investimento relativamente modesto di 100.000 dollari, e dopo poco tempo ha cambiato il modo di navigare su internet, il modo di cercare e trovare le pagine web, rivoluzionando il mondo. Una volta si usava Yahoo o Altavista come motori di ricerca principali. Ma il debutto di Google in questo giorno nel 1998, ha cambiato il World Wide Web per sempre.


Il 4 settembre del 1998, Larry Page e Sergey Brin hanno presentato la società Google Inc per ricevere un assegno da 100.000 dollari da un investitore.


Tutto è nato all’Università di Standford, quando Page e Brin dopo aver sviluppato la teoria del motore di ricerca basato sulle analisi matematiche delle relazioni tra i siti web crearono un servizio di ricerca denominato BackRub nel gennaio del 1996.


Poco tempo dopo i due ragazzi rivalutarono il nome e il logo a favore di Google, un gioco sulla figura matematica, “googol”, che rappresentava il numero 1 seguito da 100 zeri. Il nome incarna la missione di creare una quantità infinita di risorse web. Ed è quello che hanno fatto.Da quel momento, Google è diventato un nome di famiglia con miliardi di richieste in tutto il mondo, e altrettanti dollari di guadagno.


Ma Google non è solo un motore di ricerca è un browser (Chrome), è due sistemi operativi (Android e Chrome OS), è un servizio di pubblicità (Adwords e Adsense), è un social network (Google+), è… Tutti questi servizi sono di Google è mostrano la sua grandezza che è in quasi tutto nel WWW. Così, buon compleanno, Google.


Che Internet sarebbe senza Google?

sabato 24 settembre 2011

Idraulico, infermiere, estetista, lavoro assicurato

sos_idraulico2.jpgTrovare un lavoro, e più ancora un lavoro fìsso, è di questi tempi e per molte persone un vero rompicapo. Il mercato del lavoro è davvero una piazza strana. Prendete per esempio gli idraulici, gli infermieri, i parrucchieri o le estetiste: per questi lavoratori la domanda supera l'offerta. Significa che pochi giovani intraprendono questi mestieri ricercati invece dal mercato, dove il posto sarebbe assicurato. Le imprese di costruzioni possono impiegare anche un anno nella ricerca di idraulici e carpentieri.


Negli ospedali gli infermieri scarseggiano mentre molte aziende pagherebbero a peso d'oro progettisti meccanici e metalmeccanici, pare introvabili.Avrebbero ottime possibilità di impiegarsi anche i farmacisti, gli addetti al ricevimento dei clienti e gli operatori di mensa, i tornitori e gli autisti di pullman.


La mappa dei lavoratori introvabili è il risultato di una ricerca che il sistema informativo delle Camere di commercio, industria e artigianato hanno compiuto con il Ministero del Lavoro. Dobbiamo tenerne conto quando si decide cosa fare da grandi.

giovedì 22 settembre 2011

Raffreddore addio

raffreddore.jpgLa scienza studia i segreti dello sternuto e intanto ci promette che presto arriverà uno spray per sconfiggere il raffreddore. Si parte dallo sternuto, che è un sintomo della congestione, ma anche un mare di insidiose goccioline sparate nell'aria. Con un nuovo strumento laser, nei laboratori della Drexel University di Filadelfia (Stati Uniti), sono state misurate le fuoriuscite da naso e bocca. A ogni colpo di tosse corrisponde un'onda di 3 mila goccioline. Uno sternuto può contenere anche centinaia di milioni di virus, alcuni viaggiano a 320 km all'ora. Le particene più pesanti si depositano al suolo, le più piccole sono visibili soltanto al microscopio e restano sospese indefinitamente.


Intanto in Inghilterra, nel reparto biologia dell'università di Cambridge, si è scoperto che le difese immunitarie del corpo umano possono distruggere il virus del raffreddore dopo che questo ha invaso l'interno di una cellula umana. II dottor James, che guida la ricerca, spiega: «È come un'imboscata: una volta che il meccanismo immunitario entra in funzione, il virus viene eliminato in meno di 2 ore».


L'agente che distrugge il raffreddore è una proteina chiamata Trim 21, situata nelle cellule. Lavorando su questa proteina, entro una decina di anni (si spera meno) dovrebbe essere possibile produrre uno spray nasale capace di debellare il malessere più diffuso dei nostri tempi, per il quale oggi non ci sono medicine specifiche , ma soltanto la vitamina C per rafforzare le difese dell'organismo.


La stessa scoperta sarà utile anche nella lotta a molti altri virus più pericolosi, come quelli che causano la gastroenterite, e che uccidono ogni anno migliaia di bambini nei Paesi in via di sviluppo.

martedì 20 settembre 2011

Fu la marina militare a lanciare la chiusura lampo

img189.jpgLa marina militare americana diede un contributo importante al lancio della chiusura lampo quando, nel 1918, ne ordinò 10.000 esemplari per le tute dei suoi uomini.


La prima forma di chiusura scorrevole, antenata della lampo, era stata ideata nel 1893 dall'ingegnere americano Whitcomb Judson, che aveva progettato una chiusura a ganci e anelli con cursore per chiudere in fretta gli stivali, in sostituzione dei bottoni allora di moda. Era, però, un sistema un po' ingombrante.


Il salto di qualità si ebbe vent'anni dopo, quando Judson assunse un ingegnere svedese, Gideon Sundback, per migliorare questo tipo di chiusura. Sundback progettò il cosiddetto Hookless 2, molto simile alla moderna lampo, e costruì le macchine per produrre i dentini e fissarli ai nastri portanti. Nel 1918 la marina militare americana fece la sua ordinazione, e la cerniera lampo si avviò a diventare una delle chiusure per indumenti più comuni.


La lampo normale è formata da due strisce di tessuto sul cui bordo sono fissati dentini di metallo o di plastica, sfalsati in modo da potersi incastrare a coda di rondine; essi  hanno  una  sporgenza da un lato e un incavo dall'altro, cosicché, quando vengono a contatto, le sporgenze vanno ad alloggiare nelle rientranze. Quando la cerniera lampo viene chiusa, le due    strisce  entrano nel cursore metallico con  un certo  angolo che incastra e unisce i dentini. Quando si apre la lampo, avviene l'inverso: i dentini uniti entrano nella parte inferiore del cursore,  che  da loro l'angolatura più adatta per sbloccarsi.

lunedì 19 settembre 2011

Tunnel ferroviario del Frejus

000tunnelfrejus.JPGIl 17 settembre 1871 venne inaugurato il Tunnel ferroviario del Frejus. L'idea di realizzare un traforo ferroviario venne lanciata da un doganiere di Bardonecchia già  nel 1832. Nel 1840 presentò l’idea al re Carlo Alberto ma probabilmente i tempi non erano maturi per un’opera del genere. 


Solo il 31 agosto 1857, il re Vittorio Emanuele II ordinò l'inizio dei lavori di scavo del tunnel con un finanziamento di 42 milioni di lire su progetto degli ingegneri Sommeiller, Grandis e Grattoni


La cessione della Savoia alla Francia da parte del Piemonte nell’anno successivo mise in forse il proseguimento dell'opera ma fu Cavour a ordinarne la prosecuzione. I francesi accettarono che i lavori venissero continuati dagli Italiani e si impegnarono a contribuire alla spesa: il costo totale fu di circa 70 milioni di lire, di cui 26 milioni versati dai francesi e il resto dall’Italia.


L'opera era tecnicamente molto complessa, ed il lavoro nel cantiere rischioso tanto che alla fine dei lavori si contarono 48 morti fra i circa 4.000 operai che prestarono il loro lavoro: 18 dei caduti però non furono vittime di incidenti ma di una epidemia di colera scoppiata nel 1864. Il numero dei decessi, per quanto significativo, è contenuto se confrontato ad altre imprese simili compiute negli anni successivi.


Oltre a essere il primo tunnel sotto le Alpi, escludendo il buco di Viso, fu anche il primo al mondo dove vennero utilizzati in modo significativo strumenti meccanici di scavo: gli ingegneri Sommeiller, Grandis e Grattoni idearono e brevettarono nel 1854, per quest'opera, la perforatrice automatica pneumatica, funzionante ad aria compressa. La perforatrice in realtà non veniva utilizzata direttamente per lo scavo, bensì per realizzare i fori di mina dove collocare le cariche esplosive.


Lo scavo della galleria venne completato il 25 dicembre 1870 ed il traforo fu inaugurato il 17 settembre 1871.


Lungo poco meno di 13 chilometri, al momento dell'apertura era il più lungo tunnel ferroviario del mondo e rimase tale fino al giugno 1882, quando fu aperto al traffico quello del San Gottardo che arriva a 15 chilometri.

giovedì 15 settembre 2011

Quelli che guardavano la Melevisione e oggi hanno vent'anni

11-settembre-2001.jpgI più grandi adesso hanno circa vent'anni; i più piccoli, quindici o sedici. Ma tutti ricordano quel pomeriggio di dieci anni fa. Uno di quei pomeriggi di fine estate, quando le vacanze sono già un ricordo e la scuola deve ancora iniziare. Il pomeriggio dell' 11 settembre 2001.


Quel giorno molti bambini in tutta Italia stanno guardando su Raitre la Melevisione: c'è un cartone animato, quando all'improvviso le trasmissioni vengono interrotte e sugli schermi appare un aereo che si infila in una torre. Anni dopo, ad alcuni di quei bambini è venuto in mente di contattare chi ricordava la stessa esperienza. Così sono nati diversi gruppi su Facebook, tutti con lo stesso nome: «Quelli che 1' 11 settembre stavano guardando la Melevisione». E qualcuno precisa: «Per chi, a causa dell'edizione speciale del Tg3, non è riuscito a sapere a cosa serviva lo spago giallo a Tordo Cartonio e non è riuscito a vedere la fine del programma».


Al posto del cartone, come scrive Alice, «uscì una stanza bianca con dei paletti come quelli della polizia, e poi le torri... Non lo dimenticherò mai. Avevo 6 anni». E Martina: «Hanno stoppato il programma per la pubblicità di un film ed ero molto arrabbiata. Quando ho scoperto che non era un film sono rimasta talmente chioccata che non ho più guardato quella trasmissione». Chi saltava sul letto, chi mangiava la Nutella col cugino e chi il gelato. Tutti si sono fermati, all'improvviso, e hanno capito che qualcosa di brutto stava succedendo.

lunedì 12 settembre 2011

Gli studenti italiani non brillano

trovarex.gifOggi si torna sui banchi di scuola. Ma come è finito lo scorso anno scolastico? Con quali risultati?


Il sole gira intorno alla Terra e consente l'alternarsi del giorno e della notte". Risposta: vero.


Non è una battuta, ma è quello che scrivono molti studenti rispondendo a questo quesito. A certificarlo è la Commissione Europea dopo aver analizzato una serie di test rivolti a ragazzi di scuola media e superiore realizzati dall'Ocse-Pisa, l'Istituto che da anni analizza il rendimento scolastico degli studenti.


Sono domande di cultura generale, prove di grammatica, riassunti e temi: un vero knock-out su tutti i fronti. Gli studenti italiani inciampano sui sinonimi, sbagliano l'apostrofo, fanno disa-stri con l'analisi logica e grammaticale.


Agli ultimi esami di scuola media poco meno della metà dei candidati ha preso a malapena la sufficienza ai test preparati dall'Istituto Nazionale perla Valutazione (INVALSI). Quasi il 15% ha riportato insufficienze gravi: in italiano sono state azzeccate mediamente sei domande su dieci, e in matematica cinque su dieci. Insomma, un vero disastro.


Come al solito, sono gli Stati del Nord Europa ad aver registrato i risultati migliori: danesi, olandesi e svedesi sono al top della classifica, mentre noi ce la "giochiamo" con spagnoli, portoghesi e inglesi. Per giunta con un distacco notevole.


A preccupare gli esperti è che, rispetto al passato, non sono solo gli studenti con problemi di apprendimento a conseguire risultati negativi, ma ragazzi normalissimi, cui sono state date tutte le possibilità per studiare. Un fenomeno più marcato al sud cui si associa un elevatissimo abbandono scolastico.


Secondo gli esperti il fenomeno è strettamente legato al boom delle tecnologie fra i teenager. Il massiccio uso dei nuovi media influisce sulla qualità dell'apprendimento. Si dedica meno tempo allo studio e si approfondisce meno la materia. 


Il problema è sentito in tutta l'Unione Europea. Se non si trovano rimedi il rischio è che i nostri ragazzi saranno tagliati fuori dal mondo del lavoro con un futuro da disoccupati assicurato. 

domenica 11 settembre 2011

Non dimentichiamoli

bambini.jpgI minori sono i protagonisti dimenticati del grande esodo che corre lungo le rotte insidiose del Mediterraneo. L'allarme è dell'organizzazione umanitaria Save the Children : la pressione di guerre e rivolte spinge alla traversata intere famiglie.


La maggioranza fugge dalla Libia, dal Mali, dal Ghana e dalla Costa d'Avorio. E un migrante su dieci non ce la fa: nel 2011 saranno quasi duemila le persone inghiottite dalle onde, mentre tentavano di raggiungere Lampedusa. Stragi senza precedenti, così frequenti che rischiano di diventare una cronaca consueta e quindi di non commuovere più.


L'amara osservazione è di Claudio Magris, uno dei nostri scrittori più sensibili e acuti. L'assuefazione alle sciagure dei profughi rischia di accrescere la distanza tra chi soffre e noi. «Forse - dice lo scrittore triestino - una delle più grandi miserie della condizione umana consiste nel fatto che perfino il cumulo di dolori e disgrazie, oltre una certa soglia, non sconvolge più».


Gli ha subito risposto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Caro Magris, lei ha dolorosamente ragione. Ma se è istintiva l'assuefazione, è fatale che essa induca all'indifferenza?». Il capo dello Stato richiama tutti al dovere delle nazioni civili: «Occorre reagire con forza, moralmente e politicamente, per prevenire i viaggi della morte e aprirsi - regolandola - all'accoglienza».


Grazie Presidente.

sabato 10 settembre 2011

La tasse è meglio pagarle

bassotti.jpgLa domanda era: è più grave non pagare le tasse o rubare? Niccolo, 13 anni, ha risposto: «Rubare. Perché tu rubi a una persona. Nessuno dei miei amici lo fa. Se, invece, non paghi le tasse, rubi allo Stato. È una cosa che più o meno fanno tutti».


Niccolo è uno dei duemila ragazzi di seconda e terza media intervistati per un'indagine svolta dall'Università Cattolica di Milano sull'atteggiamento dei teenager verso l'evasione fiscale.


I risultati mi sembrano sconfortanti, come la risposta di Niccolo. Il dato più significativo riguarda il commento alla frase: «Non pagare le tasse è un reato»: soltanto il 61% degli studenti si è dichiarato d'accordo.


Non è facile capire il nesso tra tasse e servizi pubblici, se nessuno lo spiega. Qualche insegnante, per la verità, ci ha provato, come registra l'indagine: Alessandra si domanda perché sua madre dovrebbe pagare al dentista 90 euro, se lui senza fattura si accontenta di 70. Il prof replica: «Quando tua sorella è svenuta e l'hanno portata all'ospedale, ha aspettato 24 ore perché non c'erano i soldi per i medici e i macchinati anche per colpa degli evasori fiscali come il tuo dentista».


A 13 anni non si può avere un'esperienza diretta di tasse. Si ascoltano i discorsi degli adulti. Con i risultati che abbiamo visto.

mercoledì 7 settembre 2011

L'enigma di Alice

cioccolatini.jpgAlice ha una nonna, di nome Carla, appassionata di enigmi matematici.


Un giorno la nonna le mostra 9 cioccolatini e 4 sacchetti di carta e le dice: "Ti regalerò tutti i cioccolatini se sarai in grado di infilarne un numeero dispari in ogni sacchetto"!


Alice riflette un po' e poi trova la soluzione, guadagnando tutti i cioccolatini. Sapresti dire come?

lunedì 5 settembre 2011

A scuola un'ora dopo e la pagella migliora

sleepschool.jpgSvegliarsi presto per gli adolescenti è una gran faticaccia. Ma non è solo questione di pigrizia: più di uno studio scientifico ha dimostrato che l'orologio biologico dei ragazzi gira in ritardo di almeno un'ora o due rispetto a quello dei bambini e degli adulti.


Colpa della melatonina - l'ormone che regola l'alternanza di veglia e sonno - che entra in azione in ritardo. Forte dei dati scientifici, Paul Kelly - preside della Monkseaton School diTyneside, nel nord dell'Inghilterra - ha messo in atto un esperimento senza precedenti: per tutto lo scorso anno scolastico ha posticipato di un'ora l'inizio delle lezioni, consentendo ai ragazzi di entrare in classe alle dieci.


La cosa non è piaciuta a tutti ma il preside — accusato di eccessiva indulgenza verso la pigrizia dei suoi alunni e di grande stravaganza - ha ottenuto risultati straordinari: quei sessanta minuti di sonno in più hanno fruttato ottime pagelle, i voti migliori degli ultimi 40 anni.


Alle nove del mattino, i ragazzi erano a malapena svegli - ha spiegato Kelly - e la loro capacità di concentrazione molto compromessa. È stato sufficiente lasciarli dormire a volontà per averli in classe riposati, vigili e pronti a imparare.


Bastasse sempre così poco.

domenica 4 settembre 2011

Chi ha inventato il calcio-balilla?

calciobalilla.jpgAlexandre Campos Ramirez nacque a Fisterra, in Galizia, nel 1919. Conosciuto come Alexandre de Fisterra o Alexandre Finisterre in onore della sua città, cominciò a lavorare a Madrid come editore indipendente, vendendo i suoi giornali per strada. Nel 1936, durante la Guerra civile spagnola, rimase ferito in un bombardamento. Nelle giornate passate in ospedale, a Montserrat, notò che insieme a lui erano ricoverati molti bambini, alcuni dei quali presentavano gravi mutilazioni e mai più avrebbero potuto giocare a pallone.


Finisterre, appassionato di ping-pong, si disse: se è possibile giocare a tennis su un tavolo, perché non giocarci anche a calcio? Così, aiutato dal falegname basco Francisco Javier Altuna, costruì un prototipo di calcio-balilla.


In realtà qualcosa di simile era già stato inventato in Germania da Broto Wachter che, sei anni prima, ne aveva realizzato una versione più semplice senza le sagome dei giocatori, ma il modello di Finisterre è quello che segna la nascita del calcio-balilla moderno.


Finita la guerra, Finisterre brevettò la sua invenzione, ma la sfortuna era in agguato: mentre valicava il confine tra la Spagna e la Francia portando con sé tutti i documenti del brevetto, un tremendo acquazzone li ridusse in poltiglia.


A Parigi brevettò il voltapagine a pedali per gli spartiti dei pianisti, ma poi fu costretto a fuggire ancora, prima in Ecuador e poi in Guatemala, dove perfezionò e iniziò a fabbricare il calcio-balilla.


Al suo ritorno in Spagna, dopo la caduta del regime dittatoriale del generale Franco, il calcio-balilla era già diventato un successo, so¬rattutto grazie a Marcel Zosso, un imprenditore di Marsiglia che già nel 1947 aveva iniziato a produrre e a distribuire il gioco nel sud della Francia. Due anni dopo Zosso decise di esportarlo anche in Italia, dove arrivò in treno una notte di dicembre del 1949, trovando i fornitori soprattutto tra i produttori di casse da morto.


Fu così che nel gennaio del 1950 comparve il primo calcio-balilla italiano, prodotto dalla famiglia Cariando, oggi il principale produttore italiano. Il calcio-balilla, così chiamato in Italia perché usato nella riabilitazione psicomotoria dei reduci di guerra, gli ex balilla, è diventato negli anni seguenti uno dei giochi da bar più praticati al mondo, approdando nel 2008, seppure in via sperimentale, ai Giochi Olimpici di Pechino.

sabato 3 settembre 2011

L'orgoglio di arrivare ultimo

pistorius.jpegArrivare ultimi a un Mondiale d'atletica ed essere felici come se si fosse vinta la medaglia d'oro.Voi direte: non si può. E invece è possibile. Ma solo se si è un atleta eccezionale, come il 24enne sudafricano Oscar Pistorius, ultimo a tagliare il traguardo della semifinale dei 400 metri sulla pista di Daegu (Corea del Sud), ma a petto in fuori e con l'orgoglio di chi - nella storia dello sport - verrà ricordato come il primo atleta disabile ammesso a una gara per normodotati.


Un'impresa straordinaria: Oscar non aveva neppure uh anno quando per una grave malformazione gli amputarono le gambe. Eppure quel marmocchietto che sprizzava vita da tutte le parti, non voleva saperne di starsene fermo, piantato lì in casa come un palo. Cominciò a uscire e a praticare tutti gli sport, dalla pallanuoto al ruvidissimo rugby, dove servono spalle e gambe forti per resistere agli urti violenti in mischia.Tutto questo Oscar è riuscito a farlo grazie alle protesi che con il tempo sono diventate sempre più tecnologiche. Con quelle al posto delle gambe e dei piedi che non ricorda di avere mai avuto, Pistorius è diventato il disabile più veloce del pianeta. Irraggiungibile per quelli della sua categoria, atleti paralimpici.


Ma quando ha iniziato a battere gli awersari dotati di gambe e piedi naturali, allora qualcuno ha insinuato che quei successi derivassero proprio dalle sue protesi. Una commissione scientifica si pronunciò: quegli arti al carbonio «a ogni appoggio restituiscono il 90% dell'energia trasmessa alla pista, anziché il 60% come un piede umano».Tradotto: il ragazzo vince solo grazie all'aiuto della tecnologia. Ma quelle stesse protesi inserite nel fisico di un altro atleta disabile non garantirebbero le prestazioni che Pistorius ha ottenuto in questi anni grazie al talento e al sacrificio quotidiano, frutto di ore e ore di allenamento. Solo così l'atleta è riuscito a strappare il tempo necessario per sfidare i campioni normodotati.


Ha fatto la sua corsa, è arrivato ultimo, ma ha dimostrato che con la passione e la forza di volontà anche un uomo senza gambe può correre insieme agli altri. E se riesce a tagliare il traguardo, è una vittoria per tutti.

venerdì 2 settembre 2011

L'invenzione dello Scotch

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Richard Drew cominciò a lavorare nel 1923 alla Minnesota Manufacturing and Mining Company di Saint Paul, Minnesota, nota in tutto il mondo come 3M. La società produceva principalmente carta vetrata e Drew fu incaricato di testarne un nuovo tipo, la Wetordry, ideata per scrostare il colore dalle parti in lamiera delle auto.


All'epoca erano di moda le auto bicolore, ma per gli operai addetti alla verniciatura erano un incubo: avevano infatti grossi problemi nel tracciare un confine netto ogni volta che dovevano utilizzare due colori diversi. Osservando alcuni operai in una carrozzeria, Drew cominciò ad appassionarsi al problema. Abbandonò il suo lavoro sulla Wetordry e si mise a cercare una soluzione alla questione appena scoperta.


Nel 1925, dopo molti esperimenti, registrò il brevetto del nastro per le mascherature, che veniva attaccato, senza incollarsi in modo permanente, alla carrozzeria delle auto. In questo modo dipingendo le sbavature finivano sul nastro, e quando questo veniva tolto i contorni fra i colori restavano netti: al limite si colorava un po' il nastro stesso, ma il risultato finale era perfetto.


Mentre Drew studiava la quantità giusta di colla da mettere sul prodotto, il capofficina, esasperato dal fatto che il nastro non rimaneva mai attaccato a lungo, gli gridò di riprenderselo e di dire ai suoi pa-droni scozzesi di metterci più adesivo sopra. "Scozzesi", in lingua inglese Scotch, è spesso usato come sinonimo di "risparmiatori".


Drew si mise al lavoro, studiando le tipologie di collanti che meglio si adattavano allo scopo e sperimentandole su diversi materiali. Nel 1930 brevettò lo scotch, un nastro a prova di acqua, trasparente e applicabile con la semplice pressione delle dita. Il suo utilizzo passò rapidamente dalle autorimesse al settore alimentare, dove fu impiegato per sigillare i sacchi della spesa e i contenitori per il cibo, estendendosi successivamente a ogni settore della vita e del lavoro.


Fu una grande invenzione, particolarmente apprezzata negli anni della Grande depressione: grazie allo scotch fu più facile riparare gli oggetti che si rompevano, evitando di doverne comprare di nuovi. Libri, giocattoli, finestre, persine vestiti e banconote strappate vennero riparati grazie al nastro adesivo di Drew, che oggi trova posto nelle case e negli uffici di tutto il mondo.


 

mercoledì 31 agosto 2011

La scoperta del vetro infrangibile

vetro.jpgImmaginiamo il classico laboratorio ricolmo di ampolle, alambicchi, provette in cui bollono liquidi improbabili, e uno scienziato che, solitario, si muove maldestramente e affannosamente al suo interno: all'improvviso, una disattenzione, la rabbia dello scienziato e subito dopo la constatazione di un'incredibile scoperta.


È quanto accadde al chimico francese Edouard Benedictus, pittore, scrittore, musicista e appassionato di chimica molto conosciuto nell'ambiente culturale parigino a cavallo tra Ottocento e Novecento.


Un giorno del 1903 Benedictus era nel suo laboratorio quando, voltandosi, urtò un tavolo e fece cadere una bottiglia di vetro che vi era appoggiata sopra. Passata la rabbia per la disattenzione, notò subito che il fiasco, pur essendosi frantumato, non aveva lasciato cadere nemmeno una scheggia sul pavimento. Superato il primo momento di stupore, Benedictus si accorse che nella parte interna della bottiglia si era formata una patina di collodio, una soluzione di nitrocellulosa mischiata ad alcol ed etere, che ai tempi si adoperava come adesivo. 


L'evaporazione del liquido aveva formato una sottile pellicola, simile alla plastica, che, aderendo alla superficie interna della bottiglia, aveva impedito che il vetro andasse in mille pezzi. Sul momento il chimico francese non pensò di sfruttare la scoperta; rimise in ordine il laboratorio e tornò al suo lavoro.


L'occasione gli fu offerta qualche giorno dopo da alcuni articoli di giornale, che riportavano la notizia di incidenti stradali in cui i passeggeri avevano riportato gravi ferite a causa della rottura del parabrezza. Solo allora Benedictus andò nel suo laboratorio, deciso a investigare sulla strana pellicola che aveva impedito alla bottiglia di rompersi: dopo una giornata intera di prove ed esperimenti riuscì a produrre una lastra di vetro composita, costituita da due lastre di vetro normale tenute insieme da una pellicola adesiva di collodio che ne impediva la frantu-mazione in schegge. Chiamò il suo prodotto Triple, per ricordare la sua tripla stratificazione. Nacque così il vetro infrangibile, usato sia nel settore automobilistico, dove ogni giorno salva la vita a molte persone, sia nell'edilizia, dove ha avviato la nascita delle costruzioni in vetro.

sabato 20 agosto 2011

Sono triste, mi sento blu

blue-stormb.jpgIl mare è blu perché riflette il ciclo o il cielo è blu perché riflette il mare? Davvero non lo so. Se vuoi fare la prova e versi un po' di acqua in un bicchiere, la vedrai limpida, o quasi. Se catturi l'aria in un bicchiere, la vedrai ancor più trasparente. E allora il blu dove sta? «Il pianeta blu» è la nostra Terra per chi la vede da lontano, per esempio per gli extraterrestri, e il blu in passato era un colore molto prezioso e difficile da ottenere; in certi casi erano necessari alcuni tipi di pietre preziose, per esempio gli zaffiri. In natura, a parte il cielo e il mare, non è un colore diffusissimo. Se immagini dì avventurarti in un bosco, troverai soprattutto il verde, il marrone, il giallo, il rosso.


Il blu abita nei petali dì certi fiorellini, o sulle ali delle farfalle, ma se ci pensi è davvero raro. D'estate, se ci stai attento, puoi vedere «l'ora blu». Si tratta di un fenomeno atmosferico che in passato è stato di ispirazione per poeti e pittori. Di che colore è il tramonto? Ovvio, rosso. Ma, tra la scomparsa del sole sotto l'orizzonte e l'arrivo del buio della notte, c'è un momento in cui tutto il mondo, prati, case, alberi, le tue mani e i tuoi capelli, sono blu, intensamente blu. Dura solo pochi minuti: vuoi provare a intercettare l'ora blu? Provaci con i tuoi amici e una macchina fotografìca.


Vuoi fare colpo sul tuo gruppo e preparare una pasta condita di blu? Fatti aiutare da un adulto, ma è molto semplice. Basta un colorante per alimenti e un po' di panna (non panna del gelato, ma panna per cucinare), oppure un po' di ricotta: in una ciotola colora la ricotta con alcune gocce di colorante blu, mentre l'adulto che ti aiuta avrà cotto la pasta. Condisci poi la pasta con la ricotta blu, e ti sembrerà di cenare sopra un'astronave del futuro.


Negli Stati Uniti, «blue» è addirittura un sentimento: una specie di malinconia accesissima, un desiderio appassionante. Da quel sentimento nasce un genere musicale: il blues, che non c'entra più nulla col colore ma c'entra eccome con la malinconia.


E tu quando sei blu? Non dico blu sulla pelle (non sei un Puffo, o almeno credo, e se lo sei per te questo foglio di giornale è grande come un campo da basket). Insomma, non blu sulla pelle come uno spilungone di Avatar, ma blu dentro: sei blu dentro? Quando senti di avere desideri avvincenti, sei blu. Quando senti di poter viaggiare col pensiero come nel cielo o come sul mare, e di voler raccontare tutto alle persone a cui vuoi bene, sei blu. Quando ti senti bellissimo, come l'ora blu... ma ti senti bellissimo??! Oppure quando hai malinconico capisci dentro di te che ti manca qualcuno o qualcosa, allora sei blu. Ma sei blu anche quando riesci ad avere tanti ricordi, uno in fila all'altro, e a tenerli nella memoria per sempre. Non a caso il più moderno disco per archiviare memorie si chiama Blu-ray, che in inglese vuoi dire «raggio blu».

giovedì 18 agosto 2011

Ombra gratis per mezz'ora

OMBRELLONE DA SPIAGGIA 3.jpgCon la sua generosità il signor Cordoni ha suscitato un mare di polemiche. Anzi, le polemiche al mare, lui che lavora gestendo il bagno Vittoria a Marina di Pisa, in Toscana.


Per alleviare la fatica delle decine di venditori ambulanti che percorrono le spiagge con tante carabattole in spalla ha predisposto «l'ombrellone del viandante», così lo ha chiamato, trenta minuti di ombra gratis per chiunque voglia fermarsi. Gli ambulanti hanno apprezzato, i clienti del bagno pure. Non così i gestori degli stabilimenti balneari confinanti: così - hanno spiegato - si vanifica la lotta all'abusivismo commerciale, alla vendita di prodotti falsi, senza licenza e senza scontrino.


Malgrado le critiche, l'ombrellone è sempre affollato e, a sorpresa, non solo dai venditori: anche gli anziani ne approfittano, ristorandosi durante la passeggiata sulla spiaggia.

mercoledì 17 agosto 2011

Genitori e Facebook

facebook1.jpgChe mamma e papa vogliano scoprire i segreti dei figli succede da sempre. E siccome i tempi cambiano, anche i genitori si adeguano: prima cercavano indizi sui diari, oggi tentano di controllare i pargoli usando la rete. È quel che svela una ricerca di Retrevo, un istituto di indagine statunitense, con cui mille genitori si sono confessati: quasi la metà -il 47 per cento - non nasconde di usare Facebook per curiosare nella vita dei figli, cercando di capire chi sono i loro amici virtuali e reali.


Qualcuno si spinge anche più in là: sono tre su dieci le mamme e i papa che attraverso il social network cercano di saperne di più anche sui genitori degli amici. Una buona notizia - per i ragazzi - c'è: l'interesse dei genitori per la vita sentimentale e di relazione dei propri figli diminuisce quasi del tutto una volta che raggiungono la maggiore età.


Basta saper aspettare.