mercoledì 29 maggio 2019

Un giorno senza carbone

Un giorno intero di produzione elettrica senza bruciare un grammo di carbone. E' accaduto in Gran Bretagna il 21 aprile ed è una piccola rivoluzione. Anzi, una cosa che proprio non si vedeva dai tempi della Rivoluzione industriale, dagli anni Ottanta del diciannovesimo secolo.

La metà dell'elettricità di Sua Maestà arriva dagli impianti a gas, il 30% circa dalle rinnovabili e dagli scambi con l'estero,  il restante dall'atomo. D'altra parte, il Regno Unito è stato un precursore delle energie verdi soprattutto nel mondo delle turbine eoliche offshore (leader globale), mentre con i pannelli solari - a dispetto del clima inclemente - ha installato la stessa capacità che gli sarebbe garantita da sette reattori nucleari. Il calendario governativo dice che entro il 2025 gli impianti a carbone dovrebbero essere spenti.
L'abbandono del carbone procede a ritmo serrato in tutta Europa. "Un decennio fa era impensabile un giorno senza carbone, e in altri dieci anni il nostro sistema energetico sarà nuovamente cambiato in modo radicale", hanno spiegato da Greenpeace.

lunedì 27 maggio 2019

Liberi dalla plastica

Apre ad Amsterdam all’interno della catena Ekoplaza il primo reparto al mondo senza plastica, tutti i prodotti sono realizzati in vetro, metallo o materiale compostabile. Un totale di 680 articoli plastic free.
Ci sono salse, latticini, frutta, verdura e perfino carne e riso. La catena olandese combatte l’inquinamento da plastica con una svolta decisamente green e lancia un esperimento che presto sarà replicato anche negli altri 74 supermercati di Ekoplaza entro la fine dell’anno.
Dal 1 gennaio 2018 i market italiani hanno detto addio ai sacchetti di plastica, tutte le buste utilizzate nei reparti ortofrutta, gastronomia, macelleria, pescheria e panetteria, sono biodegradabili e compostabili con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile del 40%.
Adesso in Olanda si fa un altro passo in avanti per evitare quella catastrofica previsione che entro il 2050 nei nostri mari ci sarà più plastica che pesci. Basti pensare che già ora, gli oceani contengono oltre 165 milioni di tonnellate di plastica.
Parliamo sempre più spesso di spiagge e di vere e proprie isole di plastica, per questo ogni iniziativa che ne vuole la riduzione va accolta con entusiasmo.

lunedì 20 maggio 2019

L'Urbanizzazione continua

Com’è noto, la popolazione mondiale urbana da anni ha superato quella rurale e genera squilibri soprattutto in Asia e Africa perché nei due continenti mancano programmi urbanistici e lo sviluppo industriale non è sufficientemente controllato. Tuttavia moltissime persone migrano verso le città nella speranza di trovare opportunità di lavoro stabile, attraente per chi desidera sfuggire dalla provvisorietà della campagna, dove i raccolti sono subordinati ai capricci del tempo.
Le persone cercano un futuro migliore per sé e per i figli. Nelle città ci sono servizi che altrove mancano: ospedali, scuole, mercati, tutto è vicino. L’urbanesimo non si fermerà, malgrado i dubbi che suscita in alcuni, compreso il fatto che sia un habitat favorevole alla criminalità. Ci si chiede anche se la densità porterà la morte delle stesse città, ma sempre queste si rinnovano, e migliorano col tempo. Il Italia il fenomeno è noto da secoli. Tra la fine dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento Roma è passata da poco più di duecentomila abitanti a quasi tre milioni; Milano da meno di trecentomila a oltre un milione. 
Grazie alle prime fotografie dallo spazio, si constata il dilagare urbano tra Londra, Parigi, la Ruhr, lungo l’arco ligure e della Costa Azzurra, nella Pianura Padana. Tokyo diventa la maggiore conurbazione al mondo: oggi tocca i quaranta milioni di abitanti.
E c’è il caso della Cina: 20 anni fa nelle sue campagne era impegnata quasi la metà dei lavoratori  ma già 10 anni dopo vi restava solo il 3 percento. Nel frattempo sorgevano aree urbane sconfinate: la circonvallazione esterna di Pechino è lunga circa circa 1000 chilometri e la conurbazione tra Hong Kong e Macao si avvia verso i sessanta milioni di abitanti.
L’urbanesimo, almeno nei suoi primi anni, si associa all’inquinamento: in Cina all’inizio del nuovo millennio è giunto a livelli insostenibili, ma sembra cominciare a ridursi. Il modello di sviluppo urbano segue ovunque lo stesso andamento: una prima epoca di crescita disordinata con periferie povere, igiene carente, inquinamento, mancanza di infrastrutture e servizi. Anche nella prospera Londra della prima industrializzazione, a inizio ’800, l’inquinamento era fortissimo, poi si costruiscono infrastrutture, si aprono parchi, migliora l’ambiente.
Per il 2050 ci si aspetta che il 66 percento dei circa 8 miliardi di persone della popolazione mondiale vivrà in città. E aumenterà ancora il numero delle megacittà, come sono definite quelle con più di dieci milioni di abitanti: se nel 1990 erano una decina, già nel 2018 sono diventate 47.

sabato 18 maggio 2019

Leonardo da Vinci - Un genio multiforme

Fra tutte le ricorrenze del 2019, i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci è senz'altro una delle più importanti. 
Leonardo è pittore, scultore, architetto, ingegnere e scienziato, sperimenta soluzioni innovative nei campi dell’arte e della scienza. Nelle sue pitture si basa sull'osservazione della natura, ma non si limita a rappresentare lo spazio secondo le regole della prospettiva, bensì raffigura anche l’atmosfera in cui sono immerse le cose. A tale scopo utilizza la tecnica dello sfumato, che gli consente di passare da un tono di colore all'altro, senza contrasti netti. 
Spirito critico e razionale, Leonardo indaga la realtà con intenzioni scientifiche e con passione, per scoprirne i segreti. Approfitta di ogni occasione che gli si presenti per sperimentare e approfondire la propria conoscenza dei fenomeni naturali.
Nato a Vinci, in Valdarno, nel 1452, compie a Firenze la sua formazione nella bottega di Andrea del Verrocchio, imparando differenti tecniche. Realizza quindi le sue prime opere e nel 1472 risulta iscritto alla Compagnia di San Luca, che raccoglie i pittori.
A trent’anni si reca a Milano, alla corte degli Sforza, dove Ludovico Sforza, detto il Moro, signore di Milano (1480-99) aveva reso la città un vivissimo centro economico, culturale e artistico. In questo ambiente, assai diverso da quello della Firenze dei Medici, Leonardo si presenta prima come ingegnere e in seguito come artista, ed esprime liberamente le sue doti di umanista estremamente versatile: progetta chiese, fortificazioni, ponti, macchine; si occupa di scienze naturali e di matematica; dipinge e scolpisce.

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