mercoledì 26 dicembre 2007

Cos'è il World Wide Web, ovvero il www.

a9f51240fca832d73d3fd063fe2188e8.jpgII World Wide Web, abbreviato in WWW o Web, è un enorme mare d'informazioni sparse in giro per il mondo su migliaia di computer chiamati server Web. Questi contengono dei siti Web composti a loro volta da una singola pagina a migliaia di pagine elettronicamente collegate una all'altra. Il numero totale di pagine sul Web si conta ormai in centinaia di miliardi. Tutte insieme formano una biblioteca globale di informazioni che ognuno può consultare usando un browser sul PC.

Il World Wide Web è composto da un numero sterminato di pagine collegate con LINK attraverso una rete mondiale di comunicazione fornita da Internet. Il LINK è usualmente una parola o una parte di testo (puo essere anche di tipo grafico: disegno, vignetta, foto, ecc), definito dal creatore della pagina web, che consente, tramite un click con il mouse, di visualizzare un'altra pagina - sullo stesso sito Web oppure verso un computer all'altro capo del pianeta - o di accedere ad una funzione particolare. Un link testuale è in genere di colore azzurro e sottolineato. Quando la freccina del mouse viene posta su un link cambia di forma assumendo l'aspetto di una manina con l'indice rivolto verso l'alto.

Gli indirizzi Web o URL (Universal Resource Locator) sono composti da due parti distinte:
• protocollo: una serie di regole che determinano come i computer devono comunicare fra di loro
• indirizzo vero e proprio: l'equivalente di un indirizzo postale
Esistono vari tipi di protocollo:
• http (hyper text trasfer protocol) un sito Web
• ftp (file trasfer protocol) un sito per trasferimento file
L'indirizzo è separato dal protocollo da un segno di 2 punti e due barre oblique o slash.
http://www.rai.it
L'indirizzo vero e proprio e diviso in 3 parti separate da un segno di punto:
www: la maggior parte degli indirizzi web presenta questo prefisso (abbreviazione di World Wide Web) come prima parte dell'indirizzo. A volte può mancare
host name: questa parte detta anche dominio è scelto dal proprietario del sito web e può essere, per esempio, il nome della società a cui appartiene.
tipo sito o nazionalità: la parte finale dell'indirizzo indica il tipo di sito o la sua nazionalità. Nella tabella che segue sono indicati alcune sigle indicanti il tipo o la nazionalità del sito.

martedì 25 dicembre 2007

20 anni di internet in Italia

2936fd8a843676ca05bf2141b434e807.jpg MILANO (Reuters) - A 20 anni dalla creazione del primo dominio Internet in Italia, i siti che terminano in ".it" sono diventati oggi un milione e mezzo, con l'Italia sesta al mondo per numero di domini attivi. A dirlo oggi una nota del Cnr che registrò nel dicembre 1987 il primo dominio italiano e che con l'Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Iit-Cnr) funge da 20 anni anche da Registro Internet .it. "Nessuno, tra i ricercatori che allora contribuirono a realizzare la prima infrastruttura di rete avrebbe mai creduto che quello strano modo di far parlare tra loro computer diversi, sparsi in ogni luogo nel mondo, un giorno avrebbe rappresentato uno dei principali mezzi di comunicazione. E non per gli scienziati, ma per la gente comune", osserva l'ingegner Enrico Gregori, direttore dell'Iit-Cnr. Il primo collegamento alla rete Internet -- il 30 aprile del 1986, da Pisa agli Stati Uniti, passando per il satellite -- fu frutto del lavoro dei ricercatori dell'allora neonato Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (Cnuce). Un'anagrafe vera e propria dei domini ".it" nati tra il dicembre 1987 e il 1993 non esiste: "le registrazioni si contavano sulle dita di una mano, solo su richiesta di enti di ricerca e università, ed erano gestite informalmente", si legge nella nota. Il `boom' è avvenuto tra il 1999 e il 2000, grazie all'esplosione della "new-economy" mentre dall'estate 2004 ciascun cittadino maggiorenne appartenente a un Paese dell'Unione Europea può registrare un numero illimitato di domini ".it".

lunedì 24 dicembre 2007

Vajont 3D

8b9d956eba9eb3f0f01c05ac88e6ddc9.jpgGiusto per essere insistente, vi segnalo, anche se in ritardo, un abella iniziativa del Museo di Scienze Naturali di Torino. Purtroppo un po' in ritardo perchè la mostra si conclude già il 6 gennaio, ma non l'ho saputo prima.  Tra le altre visite che si possono fare al Museo c'è anche una ricostruzione in 3D della Valle del Vajont e dell'incidente disastroso del 9 ottobre 1963.

Se qualcuno di voi vuol farsi portare dai genitori ... entro il 6 gennaio.

Visitate il sito del museo per avere informazioni.

http://www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali/eventi/2007/3diga_vajont.htm

mercoledì 19 dicembre 2007

L'Italia e il nucleare

656fec30fa0b61d402fefcb1182b70a4.jpgAvvenire 18 dic 2007
Cos’è questa ritrovata passione per
il nucleare che da qualche mese
condiziona ragionamenti e analisi
di politici, industriali e accademici?
Cosa c’è di concreto dietro alla proposta
di tornare a fare ricerca sull’atomo,
dopo vent’anni di silenzi e di veti? L’impressione
è che da un lato ci sia la comprensibile
buona volontà di recuperare
il terreno perduto, non prima di aver
chiarito alcune incognite su questa tecnologia,
dall’altro la voglia di fughe in avanti
che però rischiano di non contemplare
quanto è stato fatto in questi
ultimi anni. Perché, questa è la novità,
qualcosa si è mosso e si muove: nei centri
di ricerca universitari, nei piani di sviluppo
oltrefrontiera dei colossi italiani
dell’energia, nei rapporti di collaborazione
con le agenzie nucleari dell’Onu
e dell’Ocse e nelle alleanze bilaterali tra
governi. Ieri a Roma un convegno organizzato
dall’Ain, l’associazione italiana
nucleare, ha chiesto di riconsiderare
l’opzione nucleare e di puntare su un
piano energetico nazionale. La nascita
recente di un «intergruppo» parlamentare
che in modo trasversale sostenga
queste necessità è il segno che la spinta
di ricercatori e aziende, a differenza
del passato, sta facendo breccia anche
nel Palazzo.
Le competenze da aggiornare
È vero che, dopo il referendum del
1987, in Italia non esistono le condizioni
per realizzare nuovi impianti nucleari,
però questo non significa che
competenze e ricerca non siano state
gelosamente conservate da alcuni nuclearisti
convinti. È il caso del professor
Maurizio Cumo, ordinario di Impianti
nucleari alla Sapienza di Roma.
«La ripresa delle attività di ricerca –
spiega Cumo – serve in primo luogo
per mantenere e aggiornare le competenze
necessarie per portare a compimento
le attività di smantellamento
delle centrali dismesse».
È la cosiddetta fase di decommissioning,
gestita dalla Sogin di cui lo stesso
Cumo è presidente, sugli impianti
di Caorso, Trino, Garigliano e Latina.
C’è poi un altro aspetto, relativo agli
sviluppi della tecnologia nucleare
made in Italy all’estero. La notizia più
importante, in questo senso, è stata
la firma a inizio dicembre dell’intesa
tra Enel e Edf per la realizzazione del
reattore nucleare di terza generazione
Epr, nel cui azionariato la società
italiana sarà presente con una quota
del 12%.
L’offensiva industriale
Ma Enel aveva già compiuto un passo
strategicamente rilevante nell’atomo
con l’acquisizione in Slovenia della
maggioranza della società slovacca
Slovenske Elektrarne e delle sue centrali
nucleari. Se a ciò aggiungiamo la
vitalità delle aziende di casa nostra
che lavorano su componenti degli impianti
nucleari, come Ansaldo Nucleare,
Ansaldo Camozzi o Techint , il
panorama industriale ne emerge
tutt’altro che rassegnato al declino.
Esiste infine un terzo ambito di ricerca:
quella universitaria. Alcuni atenei
italiani hanno dato vita al Cirten, il
consorzio interuniversitario per la ricerca
tecnologica nucleare: si tratta
dei Politecnici di Milano e Torino e
delle Università di Padova, Palermo,
Pisa e Roma La Sapienza, atenei in cui
sono previsti corsi di laurea o insegnamenti
in Ingegneria nucleare. Un consorzio
che lavora in stretto collegamento
con l’Enea, che ha continuato
ad operare in questi anni nell’ambito
dei programmi europei sull’atomo.
Resta invece sul tavolo il nodo sicurezza:
ricordate il caso di Scanzano Jonico,
con la rivolta popolare che nell’autunno
2003 portò alla sospensione
del progetto che aveva individuato
nella città lucana il sito unico per la
raccolta delle scorie radioattive? Quei
fatti dimostrarono allora che le difficoltà
di comunicazione, soprattutto
nei confronti dei territori, quando si
parla di nucleare erano ben lontane
dall’essere risolte.
Un sito per l’Europa?
Oggi il tema della messa in sicurezza
resta attuale, anche se il dibattito europeo
potrebbe condurre all’identificazione
di un unico sito ad hoc per lo
smaltimento dei rifiuti in tutto il Vecchio
continente. Ciò detto, «se si è fatto
fatica a trovare una comunità locale
che fosse disposta a farsi carico del
problema negli anni scorsi – argomenta
Cumo – si farà ancora più fatica
nel riaprire eventualmente alle
centrali nucleari in futuro». Stando agli
esperti, il problema sta tutto ancora
nella mancata moral suasion da
parte delle istituzioni, visto che «non
c’è alcuna legge che impedisce di fare
progetti in materia». Mentre il gigante
della ricerca si muove, seppur lentamente
e a piccoli passi, riemergono le
note difficoltà politiche, unite alle perplessità
di tipo economico. Se un domani
si dovesse investire sul nucleare,
infatti, bisognerebbe tenere conto che
i costi di costruzione dell’impianto incidono
molto di più rispetto a quanto
avviene per l’energia prodotta da centrali
termoelettriche a gas: il 50-60%
contro il 15-20%. Non solo: le spese da
sostenere all’inizio sono più elevate e
non tutti i costi sono preventivabili.
«Ma da questo punto di vista – osserva
Cumo – la miglior garanzia che prima
o poi ci si dovrà decidere per il nucleare,
dipenderà dal prezzo del petrolio:
se continuerà a costare intorno ai 90-
100 dollari al barile, arriverà anche per
noi il tempo delle scelte».

 

 

ITALIA SOFFOCATA DALLO SMOG, MEGLIO ACQUA E VERDE

» 2007-12-18 16:22
 

ROMA - Sono inquinamento atmosferico e acustico, consumi energetici e rifiuti le note dolenti dell'Italia, mentre si salvano ancora acqua e foreste. Continuano ad essere superati i limiti stabiliti per le polveri sottili (Pm10) ed è il Nord Italia a respirare peggio: nel 2006 risultavano fuorilegge già a febbraio Milano, Torino,Venezia e Bologna; a marzo Roma; a giugno Genova e Firenze; a ottobre Bari. Il trasporto è la prima sorgente di inquinamento di Pm10 con un contributo complessivo del 43% sul totale, dove il 27% arriva da quello su strada. Questa la fotografia scattata dall'Annuario Apat 2007 presentato oggi a Roma. Nel mirino il trasporto su gomma, per il quale gli italiani detengono il record europeo di 43 milioni di veicoli (compresi motocicli e vetture commerciali), circa 0,74 per abitante.

Dal 1990 al 2005 cresce poi il trasporto merci di oltre il 30%, dove quello su strada costituisce circa il 70% del totale. C'é poi l'inquinamento acustico, per cui i cittadini segnalano disagi per attività commerciali e di servizio. Crescono i consumi di energia nazionali e la regione più "energivora" è la Lombardia. Sale inoltre la produzione di rifiuti e non decolla la raccolta differenziata. Diversa, invece, la situazione ecologica di fiumi, che rientrano nelle classi "ottima e buona" e di laghi, che si guadagnano un giudizio compreso tra "sufficiente e ottimo". Crescono i boschi, anche se questo trend ha subito un duro colpo dai 7.000 incendi nei primi otto mesi del 2007.

Ecco una panoramica dei principali dati:
INQUINAMENTO: sul fronte delle polveri sottili (Pm10), nel 2006, sei stazioni di monitoraggio su sei (61%) hanno superato il valore limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo, che non andrebbe oltrepassato più di 35 volte l'anno. Per l' ozono, durante il periodo estivo 2007, sono stati registrati superamenti dell'obiettivo a lungo termine nel 93% delle stazioni. A livello di inquinamento elettromagnetico, tra il 2003 e il 2006 incremento dei superamenti dei limiti sia negli impianti radiotelevisivi (RTV) sia nelle stazioni radiobase (SRB), rispettivamente pari al 25% e 50%. Per l'inquinamento acustico, sulla base di esposti presentati dai cittadini, le più rumorose sono attività commerciali e di servizio (38%), le attività produttive (26%), i cantieri (11%) e le infrastrutture stradali (10%);
TRASPORTI: nel 2006, rispetto al 1990, aumenta del 29% il trasporto stradale privato che arriva a costituire l' 81,2% della domanda di trasporto passeggeri (di cui solo le autovetture il 75,3%). Dal 1990 al 2005 cresce il trasporto merci di oltre il 30%, di cui quello su strada costituisce circa il 70% del totale; via mare segna il 16,1%, rotaia il 9,9%, 0,4% l'aereo. Cresce del 58% circa il traffico veicolare su autostrade, tra il 1990 e il 2004; RIFIUTI: la produzione dal 1997 al 2004 cresce del 60% e passa da 87,5 milioni di tonnellate a poco meno di 140 milioni .

Aumentano del 5,5% i rifiuti urbani tra 2003 e 2005, con circa 31,7 milioni di tonnellate. Nel 2005 il Centro produce circa 633 kg per abitante, seguito dal Nord con 533 kg per abitante e poi dal Sud, con 496 kg per abitante;
ENERGIA: gli impieghi finali di energia elettrica sono cresciuti del 43,2% tra il 1990 e il 2006 (dato provvisorio); scendono i consumi nell'industria, dal 51,7% al 46% nel 2005, mentre salgono quelli dei settori residenziale, servizi e agricoltura, dal 45,2% al 50,7%;
BIODIVERSITA': boschi minacciati dagli incendi: da gennaio 2007 ad oggi sono stati oltre 7.000 gli incendi nelle foreste, per 110mila ettari di territorio di cui 54.000 boscati. L'Italia protetta: il 14,5% del territorio ospita Zone di protezione speciale (Zps); il 15% Siti di importanza comunitaria (Sic); il 9,7% aree terrestri, mentre il 30% delle acque costiere nazionali è riserva marina;
CLIMA: incremento di 1,54 gradi dal 1981 al 2006 e nel corso degli ultimi 46 anni, di circa 0,94 gradi. Dal 1981 al 2006 + 21 notti tropicali rispetto allo stesso periodo, con temperatura minima uguale o sopra 20 gradi.

 

(dal sito ANSA) 

mercoledì 12 dicembre 2007

Il nucleare sicuro? E’ già tra noi

05f7c3cc6fbb6624c2f19a5b6988fa19.jpgCi sono 440 reattori delle prime due generazioni nel mondo e hanno un alto record di affidabilità
Ora si realizzano quelli di terza dopo anni di test. E gli impianti di quarta obbediranno a parametri severissimi.

Vale la pena, per l'Italia di rientrare nel nucleare?

Per quanto tempo potremo avere ancora energia in abbondanza se passiamo al nucleare anche in Italia?

Leggete l'articolo di Tuttoscienze.

 

tuttoscienze_nucleare sicuro tra noi.pdf

venerdì 7 dicembre 2007

Patentino

e99f3924983c054fae3d22cce11d9303.gifFra poco arriverà il tempo per il corso del patentino.

Nell'attesa potete cominciare a visitare il bel sito creato dal professor Mastri del Liceo Malpighi di Bologna.

Dal sito potete scaricare il programma per eseguire i test del patentino, che tra l'altro, useremo anche a scuola.

Buona guida.

Anzi  ... prima Buon Studio

Ricordate che di Valentino Rossi (di fianco)  ce n'è solo uno.

Non provate a imitarlo: lui poi corre in pista. 

http://www.liceomalpighi.bo.it/webpatente/

sabato 1 dicembre 2007

Regali di Natale

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Volete un regalo intelligente per Natale?

Naturalmente un libro di tecnologia 

Come diavolo funziona la tecnologia? (256pag)

 

Descrizione

Gli oggetti che usi tutti i giorni sfruttano le tecnologie più incredibili. Ma... quali sono i loro segreti? Immergiti in questo libro e scopri: come funziona il tuo telefono cellulare; cosa si nasconde dentro un iPod; come si fa a saltare più in alto grazie a una scarpa da ginnastica ipertecnologica; com'è possibile vincere le Olimpiadi correndo con una gamba bionica. Età di lettura: da 14 anni.