venerdì 30 settembre 2011

L’Italia tra 150 anni

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Vi ricordate il Concorso “L’Italia tra 150 anni” lanciato da Google lo scorso anno scolastico?


Si è conclusa la competizione nel corso della quale migliaia di studenti delle scuole italiane si sono impegnati a riflettere sul significato dell’Unità d’Italia e sul futuro del nostro Paese.


Sono stati inviati più di 5000 Doodle - versioni personalizzate del logo di Google - che sono stati sottoposti ad una durissima selezione, prima ad opera di una giuria interna di Google, poi di una giuria ufficiale composta da personaggi d’eccezione fra cui Lorenzo Jovanotti. Ecco i tre vincitori. 


Per la scuola primaria, Avanti con energia, Scuola Primaria Borgo Rosselli, Porto San Giorgio


Per la secondaria di primo grado, W i nuovi simboli, Istituto Comprensivo A. Gramsci, Aprilia


Per la secondaaria di secondo grado, I Miti continuano, Liceo Artistico Statale P. Petrocchi, Pistoia


Il vincitore assoluto è il Doodle “Avanti con energia!” Questo Doodle è esposto oggi sulla home page di Google.it.


Tantissime le tematiche emerse riflettendo sul futuro del nostro Paese. In particolare, quelle più ricorrenti sono state: l’integrazione razziale, l’importanza dell’ambiente e l’utilizzo di energia pulita, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano e infine il ruolo di spicco che l’Italia dovrà conquistare in Europa.


Auguriamoci che gli spunti di riflessione forniti dagli studenti italiani possano realmente ispirare i prossimi 150 anni del nostro Paese.

martedì 27 settembre 2011

Google compie 13 anni

Googles_13th_Birthday-2011-hp.jpgVi sembra - come a me - che Google esista da sempre? E no!  Il più grande motore di ricerca al mondo, festeggia solamente il suo tredicesimo compleanno. E' un giovanotto.


Tutto è iniziato con un investimento relativamente modesto di 100.000 dollari, e dopo poco tempo ha cambiato il modo di navigare su internet, il modo di cercare e trovare le pagine web, rivoluzionando il mondo. Una volta si usava Yahoo o Altavista come motori di ricerca principali. Ma il debutto di Google in questo giorno nel 1998, ha cambiato il World Wide Web per sempre.


Il 4 settembre del 1998, Larry Page e Sergey Brin hanno presentato la società Google Inc per ricevere un assegno da 100.000 dollari da un investitore.


Tutto è nato all’Università di Standford, quando Page e Brin dopo aver sviluppato la teoria del motore di ricerca basato sulle analisi matematiche delle relazioni tra i siti web crearono un servizio di ricerca denominato BackRub nel gennaio del 1996.


Poco tempo dopo i due ragazzi rivalutarono il nome e il logo a favore di Google, un gioco sulla figura matematica, “googol”, che rappresentava il numero 1 seguito da 100 zeri. Il nome incarna la missione di creare una quantità infinita di risorse web. Ed è quello che hanno fatto.Da quel momento, Google è diventato un nome di famiglia con miliardi di richieste in tutto il mondo, e altrettanti dollari di guadagno.


Ma Google non è solo un motore di ricerca è un browser (Chrome), è due sistemi operativi (Android e Chrome OS), è un servizio di pubblicità (Adwords e Adsense), è un social network (Google+), è… Tutti questi servizi sono di Google è mostrano la sua grandezza che è in quasi tutto nel WWW. Così, buon compleanno, Google.


Che Internet sarebbe senza Google?

sabato 24 settembre 2011

Idraulico, infermiere, estetista, lavoro assicurato

sos_idraulico2.jpgTrovare un lavoro, e più ancora un lavoro fìsso, è di questi tempi e per molte persone un vero rompicapo. Il mercato del lavoro è davvero una piazza strana. Prendete per esempio gli idraulici, gli infermieri, i parrucchieri o le estetiste: per questi lavoratori la domanda supera l'offerta. Significa che pochi giovani intraprendono questi mestieri ricercati invece dal mercato, dove il posto sarebbe assicurato. Le imprese di costruzioni possono impiegare anche un anno nella ricerca di idraulici e carpentieri.


Negli ospedali gli infermieri scarseggiano mentre molte aziende pagherebbero a peso d'oro progettisti meccanici e metalmeccanici, pare introvabili.Avrebbero ottime possibilità di impiegarsi anche i farmacisti, gli addetti al ricevimento dei clienti e gli operatori di mensa, i tornitori e gli autisti di pullman.


La mappa dei lavoratori introvabili è il risultato di una ricerca che il sistema informativo delle Camere di commercio, industria e artigianato hanno compiuto con il Ministero del Lavoro. Dobbiamo tenerne conto quando si decide cosa fare da grandi.

giovedì 22 settembre 2011

Raffreddore addio

raffreddore.jpgLa scienza studia i segreti dello sternuto e intanto ci promette che presto arriverà uno spray per sconfiggere il raffreddore. Si parte dallo sternuto, che è un sintomo della congestione, ma anche un mare di insidiose goccioline sparate nell'aria. Con un nuovo strumento laser, nei laboratori della Drexel University di Filadelfia (Stati Uniti), sono state misurate le fuoriuscite da naso e bocca. A ogni colpo di tosse corrisponde un'onda di 3 mila goccioline. Uno sternuto può contenere anche centinaia di milioni di virus, alcuni viaggiano a 320 km all'ora. Le particene più pesanti si depositano al suolo, le più piccole sono visibili soltanto al microscopio e restano sospese indefinitamente.


Intanto in Inghilterra, nel reparto biologia dell'università di Cambridge, si è scoperto che le difese immunitarie del corpo umano possono distruggere il virus del raffreddore dopo che questo ha invaso l'interno di una cellula umana. II dottor James, che guida la ricerca, spiega: «È come un'imboscata: una volta che il meccanismo immunitario entra in funzione, il virus viene eliminato in meno di 2 ore».


L'agente che distrugge il raffreddore è una proteina chiamata Trim 21, situata nelle cellule. Lavorando su questa proteina, entro una decina di anni (si spera meno) dovrebbe essere possibile produrre uno spray nasale capace di debellare il malessere più diffuso dei nostri tempi, per il quale oggi non ci sono medicine specifiche , ma soltanto la vitamina C per rafforzare le difese dell'organismo.


La stessa scoperta sarà utile anche nella lotta a molti altri virus più pericolosi, come quelli che causano la gastroenterite, e che uccidono ogni anno migliaia di bambini nei Paesi in via di sviluppo.

martedì 20 settembre 2011

Fu la marina militare a lanciare la chiusura lampo

img189.jpgLa marina militare americana diede un contributo importante al lancio della chiusura lampo quando, nel 1918, ne ordinò 10.000 esemplari per le tute dei suoi uomini.


La prima forma di chiusura scorrevole, antenata della lampo, era stata ideata nel 1893 dall'ingegnere americano Whitcomb Judson, che aveva progettato una chiusura a ganci e anelli con cursore per chiudere in fretta gli stivali, in sostituzione dei bottoni allora di moda. Era, però, un sistema un po' ingombrante.


Il salto di qualità si ebbe vent'anni dopo, quando Judson assunse un ingegnere svedese, Gideon Sundback, per migliorare questo tipo di chiusura. Sundback progettò il cosiddetto Hookless 2, molto simile alla moderna lampo, e costruì le macchine per produrre i dentini e fissarli ai nastri portanti. Nel 1918 la marina militare americana fece la sua ordinazione, e la cerniera lampo si avviò a diventare una delle chiusure per indumenti più comuni.


La lampo normale è formata da due strisce di tessuto sul cui bordo sono fissati dentini di metallo o di plastica, sfalsati in modo da potersi incastrare a coda di rondine; essi  hanno  una  sporgenza da un lato e un incavo dall'altro, cosicché, quando vengono a contatto, le sporgenze vanno ad alloggiare nelle rientranze. Quando la cerniera lampo viene chiusa, le due    strisce  entrano nel cursore metallico con  un certo  angolo che incastra e unisce i dentini. Quando si apre la lampo, avviene l'inverso: i dentini uniti entrano nella parte inferiore del cursore,  che  da loro l'angolatura più adatta per sbloccarsi.

lunedì 19 settembre 2011

Tunnel ferroviario del Frejus

000tunnelfrejus.JPGIl 17 settembre 1871 venne inaugurato il Tunnel ferroviario del Frejus. L'idea di realizzare un traforo ferroviario venne lanciata da un doganiere di Bardonecchia già  nel 1832. Nel 1840 presentò l’idea al re Carlo Alberto ma probabilmente i tempi non erano maturi per un’opera del genere. 


Solo il 31 agosto 1857, il re Vittorio Emanuele II ordinò l'inizio dei lavori di scavo del tunnel con un finanziamento di 42 milioni di lire su progetto degli ingegneri Sommeiller, Grandis e Grattoni


La cessione della Savoia alla Francia da parte del Piemonte nell’anno successivo mise in forse il proseguimento dell'opera ma fu Cavour a ordinarne la prosecuzione. I francesi accettarono che i lavori venissero continuati dagli Italiani e si impegnarono a contribuire alla spesa: il costo totale fu di circa 70 milioni di lire, di cui 26 milioni versati dai francesi e il resto dall’Italia.


L'opera era tecnicamente molto complessa, ed il lavoro nel cantiere rischioso tanto che alla fine dei lavori si contarono 48 morti fra i circa 4.000 operai che prestarono il loro lavoro: 18 dei caduti però non furono vittime di incidenti ma di una epidemia di colera scoppiata nel 1864. Il numero dei decessi, per quanto significativo, è contenuto se confrontato ad altre imprese simili compiute negli anni successivi.


Oltre a essere il primo tunnel sotto le Alpi, escludendo il buco di Viso, fu anche il primo al mondo dove vennero utilizzati in modo significativo strumenti meccanici di scavo: gli ingegneri Sommeiller, Grandis e Grattoni idearono e brevettarono nel 1854, per quest'opera, la perforatrice automatica pneumatica, funzionante ad aria compressa. La perforatrice in realtà non veniva utilizzata direttamente per lo scavo, bensì per realizzare i fori di mina dove collocare le cariche esplosive.


Lo scavo della galleria venne completato il 25 dicembre 1870 ed il traforo fu inaugurato il 17 settembre 1871.


Lungo poco meno di 13 chilometri, al momento dell'apertura era il più lungo tunnel ferroviario del mondo e rimase tale fino al giugno 1882, quando fu aperto al traffico quello del San Gottardo che arriva a 15 chilometri.

giovedì 15 settembre 2011

Quelli che guardavano la Melevisione e oggi hanno vent'anni

11-settembre-2001.jpgI più grandi adesso hanno circa vent'anni; i più piccoli, quindici o sedici. Ma tutti ricordano quel pomeriggio di dieci anni fa. Uno di quei pomeriggi di fine estate, quando le vacanze sono già un ricordo e la scuola deve ancora iniziare. Il pomeriggio dell' 11 settembre 2001.


Quel giorno molti bambini in tutta Italia stanno guardando su Raitre la Melevisione: c'è un cartone animato, quando all'improvviso le trasmissioni vengono interrotte e sugli schermi appare un aereo che si infila in una torre. Anni dopo, ad alcuni di quei bambini è venuto in mente di contattare chi ricordava la stessa esperienza. Così sono nati diversi gruppi su Facebook, tutti con lo stesso nome: «Quelli che 1' 11 settembre stavano guardando la Melevisione». E qualcuno precisa: «Per chi, a causa dell'edizione speciale del Tg3, non è riuscito a sapere a cosa serviva lo spago giallo a Tordo Cartonio e non è riuscito a vedere la fine del programma».


Al posto del cartone, come scrive Alice, «uscì una stanza bianca con dei paletti come quelli della polizia, e poi le torri... Non lo dimenticherò mai. Avevo 6 anni». E Martina: «Hanno stoppato il programma per la pubblicità di un film ed ero molto arrabbiata. Quando ho scoperto che non era un film sono rimasta talmente chioccata che non ho più guardato quella trasmissione». Chi saltava sul letto, chi mangiava la Nutella col cugino e chi il gelato. Tutti si sono fermati, all'improvviso, e hanno capito che qualcosa di brutto stava succedendo.

lunedì 12 settembre 2011

Gli studenti italiani non brillano

trovarex.gifOggi si torna sui banchi di scuola. Ma come è finito lo scorso anno scolastico? Con quali risultati?


Il sole gira intorno alla Terra e consente l'alternarsi del giorno e della notte". Risposta: vero.


Non è una battuta, ma è quello che scrivono molti studenti rispondendo a questo quesito. A certificarlo è la Commissione Europea dopo aver analizzato una serie di test rivolti a ragazzi di scuola media e superiore realizzati dall'Ocse-Pisa, l'Istituto che da anni analizza il rendimento scolastico degli studenti.


Sono domande di cultura generale, prove di grammatica, riassunti e temi: un vero knock-out su tutti i fronti. Gli studenti italiani inciampano sui sinonimi, sbagliano l'apostrofo, fanno disa-stri con l'analisi logica e grammaticale.


Agli ultimi esami di scuola media poco meno della metà dei candidati ha preso a malapena la sufficienza ai test preparati dall'Istituto Nazionale perla Valutazione (INVALSI). Quasi il 15% ha riportato insufficienze gravi: in italiano sono state azzeccate mediamente sei domande su dieci, e in matematica cinque su dieci. Insomma, un vero disastro.


Come al solito, sono gli Stati del Nord Europa ad aver registrato i risultati migliori: danesi, olandesi e svedesi sono al top della classifica, mentre noi ce la "giochiamo" con spagnoli, portoghesi e inglesi. Per giunta con un distacco notevole.


A preccupare gli esperti è che, rispetto al passato, non sono solo gli studenti con problemi di apprendimento a conseguire risultati negativi, ma ragazzi normalissimi, cui sono state date tutte le possibilità per studiare. Un fenomeno più marcato al sud cui si associa un elevatissimo abbandono scolastico.


Secondo gli esperti il fenomeno è strettamente legato al boom delle tecnologie fra i teenager. Il massiccio uso dei nuovi media influisce sulla qualità dell'apprendimento. Si dedica meno tempo allo studio e si approfondisce meno la materia. 


Il problema è sentito in tutta l'Unione Europea. Se non si trovano rimedi il rischio è che i nostri ragazzi saranno tagliati fuori dal mondo del lavoro con un futuro da disoccupati assicurato. 

domenica 11 settembre 2011

Non dimentichiamoli

bambini.jpgI minori sono i protagonisti dimenticati del grande esodo che corre lungo le rotte insidiose del Mediterraneo. L'allarme è dell'organizzazione umanitaria Save the Children : la pressione di guerre e rivolte spinge alla traversata intere famiglie.


La maggioranza fugge dalla Libia, dal Mali, dal Ghana e dalla Costa d'Avorio. E un migrante su dieci non ce la fa: nel 2011 saranno quasi duemila le persone inghiottite dalle onde, mentre tentavano di raggiungere Lampedusa. Stragi senza precedenti, così frequenti che rischiano di diventare una cronaca consueta e quindi di non commuovere più.


L'amara osservazione è di Claudio Magris, uno dei nostri scrittori più sensibili e acuti. L'assuefazione alle sciagure dei profughi rischia di accrescere la distanza tra chi soffre e noi. «Forse - dice lo scrittore triestino - una delle più grandi miserie della condizione umana consiste nel fatto che perfino il cumulo di dolori e disgrazie, oltre una certa soglia, non sconvolge più».


Gli ha subito risposto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Caro Magris, lei ha dolorosamente ragione. Ma se è istintiva l'assuefazione, è fatale che essa induca all'indifferenza?». Il capo dello Stato richiama tutti al dovere delle nazioni civili: «Occorre reagire con forza, moralmente e politicamente, per prevenire i viaggi della morte e aprirsi - regolandola - all'accoglienza».


Grazie Presidente.

sabato 10 settembre 2011

La tasse è meglio pagarle

bassotti.jpgLa domanda era: è più grave non pagare le tasse o rubare? Niccolo, 13 anni, ha risposto: «Rubare. Perché tu rubi a una persona. Nessuno dei miei amici lo fa. Se, invece, non paghi le tasse, rubi allo Stato. È una cosa che più o meno fanno tutti».


Niccolo è uno dei duemila ragazzi di seconda e terza media intervistati per un'indagine svolta dall'Università Cattolica di Milano sull'atteggiamento dei teenager verso l'evasione fiscale.


I risultati mi sembrano sconfortanti, come la risposta di Niccolo. Il dato più significativo riguarda il commento alla frase: «Non pagare le tasse è un reato»: soltanto il 61% degli studenti si è dichiarato d'accordo.


Non è facile capire il nesso tra tasse e servizi pubblici, se nessuno lo spiega. Qualche insegnante, per la verità, ci ha provato, come registra l'indagine: Alessandra si domanda perché sua madre dovrebbe pagare al dentista 90 euro, se lui senza fattura si accontenta di 70. Il prof replica: «Quando tua sorella è svenuta e l'hanno portata all'ospedale, ha aspettato 24 ore perché non c'erano i soldi per i medici e i macchinati anche per colpa degli evasori fiscali come il tuo dentista».


A 13 anni non si può avere un'esperienza diretta di tasse. Si ascoltano i discorsi degli adulti. Con i risultati che abbiamo visto.

mercoledì 7 settembre 2011

L'enigma di Alice

cioccolatini.jpgAlice ha una nonna, di nome Carla, appassionata di enigmi matematici.


Un giorno la nonna le mostra 9 cioccolatini e 4 sacchetti di carta e le dice: "Ti regalerò tutti i cioccolatini se sarai in grado di infilarne un numeero dispari in ogni sacchetto"!


Alice riflette un po' e poi trova la soluzione, guadagnando tutti i cioccolatini. Sapresti dire come?

lunedì 5 settembre 2011

A scuola un'ora dopo e la pagella migliora

sleepschool.jpgSvegliarsi presto per gli adolescenti è una gran faticaccia. Ma non è solo questione di pigrizia: più di uno studio scientifico ha dimostrato che l'orologio biologico dei ragazzi gira in ritardo di almeno un'ora o due rispetto a quello dei bambini e degli adulti.


Colpa della melatonina - l'ormone che regola l'alternanza di veglia e sonno - che entra in azione in ritardo. Forte dei dati scientifici, Paul Kelly - preside della Monkseaton School diTyneside, nel nord dell'Inghilterra - ha messo in atto un esperimento senza precedenti: per tutto lo scorso anno scolastico ha posticipato di un'ora l'inizio delle lezioni, consentendo ai ragazzi di entrare in classe alle dieci.


La cosa non è piaciuta a tutti ma il preside — accusato di eccessiva indulgenza verso la pigrizia dei suoi alunni e di grande stravaganza - ha ottenuto risultati straordinari: quei sessanta minuti di sonno in più hanno fruttato ottime pagelle, i voti migliori degli ultimi 40 anni.


Alle nove del mattino, i ragazzi erano a malapena svegli - ha spiegato Kelly - e la loro capacità di concentrazione molto compromessa. È stato sufficiente lasciarli dormire a volontà per averli in classe riposati, vigili e pronti a imparare.


Bastasse sempre così poco.

domenica 4 settembre 2011

Chi ha inventato il calcio-balilla?

calciobalilla.jpgAlexandre Campos Ramirez nacque a Fisterra, in Galizia, nel 1919. Conosciuto come Alexandre de Fisterra o Alexandre Finisterre in onore della sua città, cominciò a lavorare a Madrid come editore indipendente, vendendo i suoi giornali per strada. Nel 1936, durante la Guerra civile spagnola, rimase ferito in un bombardamento. Nelle giornate passate in ospedale, a Montserrat, notò che insieme a lui erano ricoverati molti bambini, alcuni dei quali presentavano gravi mutilazioni e mai più avrebbero potuto giocare a pallone.


Finisterre, appassionato di ping-pong, si disse: se è possibile giocare a tennis su un tavolo, perché non giocarci anche a calcio? Così, aiutato dal falegname basco Francisco Javier Altuna, costruì un prototipo di calcio-balilla.


In realtà qualcosa di simile era già stato inventato in Germania da Broto Wachter che, sei anni prima, ne aveva realizzato una versione più semplice senza le sagome dei giocatori, ma il modello di Finisterre è quello che segna la nascita del calcio-balilla moderno.


Finita la guerra, Finisterre brevettò la sua invenzione, ma la sfortuna era in agguato: mentre valicava il confine tra la Spagna e la Francia portando con sé tutti i documenti del brevetto, un tremendo acquazzone li ridusse in poltiglia.


A Parigi brevettò il voltapagine a pedali per gli spartiti dei pianisti, ma poi fu costretto a fuggire ancora, prima in Ecuador e poi in Guatemala, dove perfezionò e iniziò a fabbricare il calcio-balilla.


Al suo ritorno in Spagna, dopo la caduta del regime dittatoriale del generale Franco, il calcio-balilla era già diventato un successo, so¬rattutto grazie a Marcel Zosso, un imprenditore di Marsiglia che già nel 1947 aveva iniziato a produrre e a distribuire il gioco nel sud della Francia. Due anni dopo Zosso decise di esportarlo anche in Italia, dove arrivò in treno una notte di dicembre del 1949, trovando i fornitori soprattutto tra i produttori di casse da morto.


Fu così che nel gennaio del 1950 comparve il primo calcio-balilla italiano, prodotto dalla famiglia Cariando, oggi il principale produttore italiano. Il calcio-balilla, così chiamato in Italia perché usato nella riabilitazione psicomotoria dei reduci di guerra, gli ex balilla, è diventato negli anni seguenti uno dei giochi da bar più praticati al mondo, approdando nel 2008, seppure in via sperimentale, ai Giochi Olimpici di Pechino.

sabato 3 settembre 2011

L'orgoglio di arrivare ultimo

pistorius.jpegArrivare ultimi a un Mondiale d'atletica ed essere felici come se si fosse vinta la medaglia d'oro.Voi direte: non si può. E invece è possibile. Ma solo se si è un atleta eccezionale, come il 24enne sudafricano Oscar Pistorius, ultimo a tagliare il traguardo della semifinale dei 400 metri sulla pista di Daegu (Corea del Sud), ma a petto in fuori e con l'orgoglio di chi - nella storia dello sport - verrà ricordato come il primo atleta disabile ammesso a una gara per normodotati.


Un'impresa straordinaria: Oscar non aveva neppure uh anno quando per una grave malformazione gli amputarono le gambe. Eppure quel marmocchietto che sprizzava vita da tutte le parti, non voleva saperne di starsene fermo, piantato lì in casa come un palo. Cominciò a uscire e a praticare tutti gli sport, dalla pallanuoto al ruvidissimo rugby, dove servono spalle e gambe forti per resistere agli urti violenti in mischia.Tutto questo Oscar è riuscito a farlo grazie alle protesi che con il tempo sono diventate sempre più tecnologiche. Con quelle al posto delle gambe e dei piedi che non ricorda di avere mai avuto, Pistorius è diventato il disabile più veloce del pianeta. Irraggiungibile per quelli della sua categoria, atleti paralimpici.


Ma quando ha iniziato a battere gli awersari dotati di gambe e piedi naturali, allora qualcuno ha insinuato che quei successi derivassero proprio dalle sue protesi. Una commissione scientifica si pronunciò: quegli arti al carbonio «a ogni appoggio restituiscono il 90% dell'energia trasmessa alla pista, anziché il 60% come un piede umano».Tradotto: il ragazzo vince solo grazie all'aiuto della tecnologia. Ma quelle stesse protesi inserite nel fisico di un altro atleta disabile non garantirebbero le prestazioni che Pistorius ha ottenuto in questi anni grazie al talento e al sacrificio quotidiano, frutto di ore e ore di allenamento. Solo così l'atleta è riuscito a strappare il tempo necessario per sfidare i campioni normodotati.


Ha fatto la sua corsa, è arrivato ultimo, ma ha dimostrato che con la passione e la forza di volontà anche un uomo senza gambe può correre insieme agli altri. E se riesce a tagliare il traguardo, è una vittoria per tutti.

venerdì 2 settembre 2011

L'invenzione dello Scotch

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Richard Drew cominciò a lavorare nel 1923 alla Minnesota Manufacturing and Mining Company di Saint Paul, Minnesota, nota in tutto il mondo come 3M. La società produceva principalmente carta vetrata e Drew fu incaricato di testarne un nuovo tipo, la Wetordry, ideata per scrostare il colore dalle parti in lamiera delle auto.


All'epoca erano di moda le auto bicolore, ma per gli operai addetti alla verniciatura erano un incubo: avevano infatti grossi problemi nel tracciare un confine netto ogni volta che dovevano utilizzare due colori diversi. Osservando alcuni operai in una carrozzeria, Drew cominciò ad appassionarsi al problema. Abbandonò il suo lavoro sulla Wetordry e si mise a cercare una soluzione alla questione appena scoperta.


Nel 1925, dopo molti esperimenti, registrò il brevetto del nastro per le mascherature, che veniva attaccato, senza incollarsi in modo permanente, alla carrozzeria delle auto. In questo modo dipingendo le sbavature finivano sul nastro, e quando questo veniva tolto i contorni fra i colori restavano netti: al limite si colorava un po' il nastro stesso, ma il risultato finale era perfetto.


Mentre Drew studiava la quantità giusta di colla da mettere sul prodotto, il capofficina, esasperato dal fatto che il nastro non rimaneva mai attaccato a lungo, gli gridò di riprenderselo e di dire ai suoi pa-droni scozzesi di metterci più adesivo sopra. "Scozzesi", in lingua inglese Scotch, è spesso usato come sinonimo di "risparmiatori".


Drew si mise al lavoro, studiando le tipologie di collanti che meglio si adattavano allo scopo e sperimentandole su diversi materiali. Nel 1930 brevettò lo scotch, un nastro a prova di acqua, trasparente e applicabile con la semplice pressione delle dita. Il suo utilizzo passò rapidamente dalle autorimesse al settore alimentare, dove fu impiegato per sigillare i sacchi della spesa e i contenitori per il cibo, estendendosi successivamente a ogni settore della vita e del lavoro.


Fu una grande invenzione, particolarmente apprezzata negli anni della Grande depressione: grazie allo scotch fu più facile riparare gli oggetti che si rompevano, evitando di doverne comprare di nuovi. Libri, giocattoli, finestre, persine vestiti e banconote strappate vennero riparati grazie al nastro adesivo di Drew, che oggi trova posto nelle case e negli uffici di tutto il mondo.