giovedì 24 ottobre 2019

In Danimarca hanno spostato un faro a causa dell’erosione della costa

In Danimarca, nel nord, c’è un vecchio faro chiamato Rubjerg Knude. Il faro è alto 23 metri, è stato costruito nel 1899 e inaugurato nel 1900, ma ormai da diversi anni è inattivo ed è diventato nel corso del tempo una popolare meta turistica. Quando fu costruito, il faro si trovava a circa 200 metri dal mare ma negli anni l’erosione della costa ha accorciato sempre di più questa distanza, fino ad arrivare agli attuali sei metri.
Per evitare che l’erosione potesse far crollare il faro – cosa che secondo le previsioni degli esperti sarebbe potuta avvenire entro il 2023 – si è deciso di spostarlo di 70 metri verso l’entroterra. Per farlo nell’ultimo anno è stata studiata un’operazione dal costo complessivo di 5 milioni di corone danesi (circa 670mila euro), allo scopo di salvarlo.
L’operazione è stata messa in pratica il 22 ottobre quando il faro, pesante 720 tonnellate, è stato sollevato dalla base e spostato lungo due rotaie costruite per questo scopo. Lo spostamento è durato in tutto 10 ore, con il faro che è stato trasportato a una velocità media di circa 8 metri all’ora.
 Il faro e le suggestive dune di sabbia che lo circondano attirano ogni anno circa 250mila turisti da tutto il mondo.

domenica 20 ottobre 2019

Il Khalifa Stadium

Si sono appena svolti  i campionati del mondo di atletica leggera nel Khalifa Stadium di Doha, in Quatar, sulla pista appositamente realizzata da Mondo di Alba (CN).
Costruito nel 1976, questo impianto è stato appena trasformato in una struttura ultramoderna dotata di caratteristiche all’avanguardia come la l’illuminazione a LED, i proiettori digitali, la climatizzazione (si la climatizzazione) offrendo condizioni ottimali di performance per gli atleti e un’esperienza visiva spettacolare per gli spettatori.

Le gare all'esterno dello stadio sono state disputate in piena notte, ma pur sempre a 30 °C e con grandi difficoltà per gli atleti, ma per fortuna almeno all’interno dell’impianto che farà da teatro alla manifestazione – che pure resta un impianto a cielo aperto - gli atleti hanno goduto di condizioni migliori.
Il Khalifa International Stadium, un assoluto prodigio che sarà anche tra le sedi della Coppa del Mondo di calcio 2022, presenta infatti – primo al mondo - un avveniristico sistema di climatizzazione.
Anche gli spettatori in tribuna (40.000 posti a sedere) sono stati al fresco. Il sistema di condizionamento dell’aria ha funzionato a una meraviglia. Volendo, può sparare folate gelate o quasi e ha permesso agli  spettatori di vedere e  agli atleti di correre in pieno deserto a 25°C.

venerdì 18 ottobre 2019

E’ vero che l’energia prodotta per produrre un pannello fotovoltaico è maggiore di quella che il pannello produrrà nel corso di tutta la sua vita?

Forse era così 20 anni fa, quando la tecnologia era quella che era 20 anni fa. I pannelli di nuova generazione, invece, hanno un’efficenza ben maggiore. Esiste un indice creato apposta per questi calcoli, chiamato EROEI.
L’Energy Returned on Energy Invested è, semplicemente, un indicatore che calcola l’energia prodotta in tutta la sua vita da una data fonte di energia e divide questo valore per l’energia spesa per costruirlo.
Per calcolare l’energia spesa si considera l’energia necessaria per costruire, mantenere e smantellare l’impianto. Da questo calcolo matematico ne deduciamo che una tecnologia deve avere un EROEI superiore a 1 per essere conveniente: maggiore è l’EROEI, migliore è la tecnologia.
Quanto equivale l’EROEI del fotovoltaico?
Uno studio del 1994 produceva un valore < 1. Questo valore, decisamente datato, ha dato origine alla diffusa leggenda urbana che ci vuole più energia per produrre un pannello fotovoltaico di quanto questo ne possa ridare nel corso della sua vita operativa. Ovviamente la resa dei pannelli è migliorata molto e le tecniche di produzione sono state ottimizzate (risparmiando energia e facendo scendere i costi) permettendo agli impianti attuali di arrivare fino a un valore  di EROEI pari a 10 (ma secondo un altro studio anche 14). Questo significa che un pannello fotovoltaico di ultima generazione produrrà nel corso della sua vita utile (oltre 25 anni) più di 10 volte più energia di quella che è stata necessaria per produrlo.
Inoltre, se si considerano i pannelli fotovoltaici a film sottile, che non utilizzano il costoso silicio e in generale usano una quantità minore di materiali, l’EROEI riesce ad arrivare a valori molto più alti.
E il petrolio?
Pensate che il petrolio partiva da un EROEI di 100 negli anni ’40, per dimezzarsi negli anni ’70 e arrivare a un 5-8 degli ultimi studi effettuati. Questo perché l’estrazione risulta ogni giorno più difficile e costosa.

martedì 15 ottobre 2019

Da Viverone a Capo Nord con la Graziella

Mai nessuno si era spinto fino a Capo Nord con una vecchia bicicletta Graziella, un po' arrugginita e cigolante. Ma qualcuno ha deciso di provarci e scrivere il proprio nome su un'impresa senza precedenti. Omar Chinea, videomaker biellese di 27 anni e amante dei viaggi in solitaria, è riuscito a siglare un nuovo record mondiale pedalando con «Rosy» (cosi ha chiamato affettuosamente la sua bici) da Viverone (in Piemonte) fino al Circolo Polare Artico, partendo solo con un coltellino. «Tutto il resto me 10 sono procurato strada facendo - ha detto Omar —. Volevo uscire dalle comodità che ci fanno sentire tranquilli». Cosi dopo 4 mesi di pedalata macinando oltre 5 mila chilometri, il biellese entrato di diritto tra recordman mondiali immortalandosi insieme a «Rosy» di fronte al monumento del Globo, simbolo di Capo Nord. «Mi piace viaggiare e farlo lentamente - spiega Omar -. Niente di meglio, allora, che farmi accompagnare da una Graziella».
Per lui, però, non la prima esperienza di questo genere. Aveva infatti iniziato con «camminate» con gli amici da Torino a Genova, poi negli anni successivi un tour della Sardegna e della Cornovaglia e l'anno scorso una camminata da Trieste ad Atene. Insomma, l'esperienza non mancava

sabato 12 ottobre 2019

Nel Regno Unito le colonnine per la ricarica superano le stazioni di rifornimento

Un sorpasso storico nella patria che ha dato vita alla rivoluzione industriale basata sui combustibili fossili. Le colonnine per la ricarica delle auto elettriche hanno superato le stazioni di rifornimento. Oggi si registrano un totale di 9.300 stazioni di ricarica per i veicoli elettrici, rispetto alle 8.400 stazioni di servizio che offrono ai clienti diesel e benzina.
A renderlo noto è Nissan che ha recentemente raccolto i numeri e che, dal 2011, è presente sul mercato britannico con la prima versione della Leaf. Secondo Nissan molti consumatori affermano che la loro prossima auto sarà elettrica.
le stazioni di carburante invece arretrano: dal 1970 ad oggi nel Regno Unito hanno chiuso quasi l’80 per cento delle pompe mentre le colonnine sono passate da poco più di cento nel 2011 a più di 9mila in otto anni. Di queste stazioni, più di 1.600 offrono la ricarica rapida che consente la ricarica della batteria fino all’80 per cento in meno di un’ora.
Tuttavia il mercato è ancora dominato dai veicoli a benzina e diesel, ma è in netto calo: il cambio di rotta è iniziato, nello stesso paese che fece del carbone il proprio “credo” industriale.

giovedì 10 ottobre 2019

Quanto consuma e inquina un aereo e quanti aerei viaggiano nel mondo?

In una giornata vengono anche superati i 200 mila voli di linea al giorno, oltre 100 al minuto. Tanti? Tantissimi, significa circa 30 milioni di persone al giorno che prendono un aereo.
Ma quanto inquinano tutti questi aerei messi insieme?
I motori a reazione degli aerei sono alimentati a cherosene avio, carburante molto simile al gasolio per auto, ma il motore a getto, per sua natura, non può essere dotato di tutti i dispositivi che nei motori  terrestri ne limitano le emissioni.
Alcune stime hanno quantificato che il traffico aereo di un aeroporto come Fiumicino o Malpensa emetta giornalmente gas inquinanti pari  a 350 mila auto non catalizzate, cioè un aereo inquina come 600 auto non catalizzate.
E' ben noto che l'industria automobilistica mondiale, nell'ultimo ventennio, ha dovuto investire cifre enormi per ridurre le emissioni e continua a farlo, mentre negli ultimi 10 anni i viaggi lowcost hanno incrementato a dismisura il traffico aereo e il conseguente inquinamento atmosferico e si può affermare che il trasporto su ali sia la fonte di emissioni di gas serra e di sostanze inquinanti più in crescita.
Secondo alcuni studi il trasporto aereo incide per oltre il 10%  sul totale dell'effetto serra da CO2 ma mentre la benzina e il gasolio per autotrazione sono pesantemente tassate in molti Paesi  il cherosene per aerei avio è esentasse ovunque. Tale regola è imposta dall'Organizzazione Internazionale per l'Aviazione Civile (ICAO), organismo dell'ONU.
Grazie all'assenza di una tassa sul carburante o di qualunque altroprelievo fiscale basato sulle emissioni, le compagnie aeree possono tenere bassi i prezzi dei biglietti. 
Come se non bastasse, a causa delle ricorrenti crisi delle compagnie aeree, si calcola che in Europa il settore dell'aviazione civile riceva oltre 45 milioni di dollari l'anno di aiuti economici.
Ma c'è una seconda clamorosa anomalia: le emissioni del trasporto aereo sono  rimaste fuori dal Protocollo di Kyoto del 1997 sulle riduzioni dei gas serra perchè la comunità internazionale non si è accordata a quaòle Paese conteggiare le emissioni di CO2 per i voli internazionali: Paese di partenza o Paese di arrivo?
Ma quanto consumano realmente gli attuali aerei di linea? I consumi sono enormi: si va da 1 a 4 litri di kerosene al secondo, a seconda del tipo di aereo in funzione dei passeggeri trasportati.
Le fasi di decollo e di raggiungimento della quota di crociera sono quelle che richiedono il maggior consumo di carburante (nei voli brevi fino a 1/3 dell'intero consumo).
A titolo di confronto riportiamo anche l'esorbitante consumo del celebre supersonico Concorde (fuori servizio dal 2003), pari a 7 litri al secondo o diu n aereo da caccia tipo F15 o F16 che consuma circa 5 litri al secondo.

venerdì 4 ottobre 2019

Produrre energia pulita e tutelare il paesaggio

Parchi eolici con decine di pale alte pio di cento metri in Cima alle colline, campi fotovoltaici con distese di pannelli solari; ma anche dighe che bloccano torrenti e flumi che alimentano centrali di cemento, grovigli di tubi e nuvole di vapore intorno a quelle geotermiche. Non si può negare, gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili hanno un impatto evidente sul territorio e sul paesaggio; cosi c'é chi le osteggia per la loro scarsa sostenibilitå "estetica". Le polemiche infuriano da tempo, ma al netto di prese di posizione dure, la necessità di integrare le rinnovabili nell'ambiente è innegabile.
Esistono anche molte contraddizioni: pannelli solari che quasi non si notano, perché sono simili alle tegole dei tetti ma è impossibile installarli nelle nostre cittå d'arte dove invece abbondano le antenne satellitari e i motori dell'aria condizionata.
In Italia abbiamo 73.000 chilometri di linee dell'alta tensione, 250.000 tralicci e li consideriamo normali. Ma basterebbero 15.000 pale eoliche per sopperire al 30% del nostro fabbisogno energetico. Resta il fatto che in un Paese basato sul turismo come il nostro, il paesaggio una risorsa economica da salvaguardare.
L'eolico è uno degli interventi più discussi, perché difficile dissimulare le torreggianti pale. Si potrebbe allora puntare a diminuirne il numero (una macchina di nuova concezione può sostituire 7 di quelle esistenti), o provare a renderle più gradevoli e meno invasive.

giovedì 3 ottobre 2019

La prima ferrovia italiana oggi compie 180 anni

Il 3 ottobre del 1839, 180 anni fa, venne inaugurata la prima linea ferroviaria italiana, che collegava Napoli alla vicina località di Portici. A questo evento Google oggi dedica il suo doodle, l’immagine che compare di tanto in tanto al posto del logo nella homepage del motore di ricerca.
La costruzione della Napoli-Portici venne affidata all’ingegnere francese Armando Giuseppe Bayard, che aveva esposto il suo progetto tre anni prima a Ferdinando II di Borbone, re dell’allora Regno delle due Sicilie. Il progetto prevedeva di collegare Napoli a Nocera Inferiore con una diramazione per Castellammare. I lavori, diretti da Bayard, incominciarono l’8 agosto 1838 e dopo tredici mesi venne ultimato il primo tratto a un solo binario, a cui prima dell’inaugurazione venne aggiunto un secondo binario.
Il giorno dell’inaugurazione il convoglio, composto da otto vagoni, impiegò circa dieci minuti a percorrere 7,25 chilometri. A bordo c’erano 48 invitati oltre a una rappresentanza dell’esercito reale costituto da 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri e 60 marinai. Nell’ultima vettura c’era la banda della guardia reale.
I vagoni furono costruiti a Napoli, nello stabilimento di San Giovanni a Teduccio, mentre la locomotiva a vapore, chiamata “Vesuvio”, venne acquistata dalla società inglese Longridge Starbuck e Co. di Newcastle-upon-Tyne. Nei quaranta giorni successivi all’inaugurazione, 85.759 passeggeri viaggiarono sulla linea Napoli-Portici.
Il 1º agosto 1842 la ferrovia venne ampliata raggiungendo Castellammare di Stabia, il 20 dicembre 1843 fu inaugurato il tratto Napoli-Caserta e un anno dopo il treno arrivò a Pompei e Nocera. Nei successivi anni anche negli altri regni italiani venne avviata la costruzione dei primi tratti ferroviari, e al momento dell’Unità d’Italia c’erano circa 2mila chilometri di tracciati ferroviari in tutto il paese.

mercoledì 2 ottobre 2019

Una teleferica Terra-Luna

Se l'ascensore spaziale - da qualcuno ipotizzato - rimane ancora impossibile, una teleferica Luna- Terra potrebbe in futuro essere più facilmente realizzabile e abbasserebbe i costi delle missioni future. 
Costi e difficoltà dei lanci spaziali mettono un freno alle umane capacità di esplorazione del cosmo: abbandonare la morsa della gravità terrestre comporta ancora notevoli rischi economici e tecnologici. Per questo di tanto in tanto ritorna l'idea dell'ascensore spaziale per portare in orbita astronauti e merci. Ma fatta eccezione per alcuni prototipi in miniatura, l'idea rimane al momento irrealizzabile.
Alcuni scienziati delle Università di Cambridge (Regno Unito) e Columbia (New York) hanno pensato a un'alternativa: non un ascensore, ma una teleferica ancorata alla Luna che si estenda fino al pozzo gravitazionale terrestre (la regione di Spazio interessata dal campo gravitazionale del nostro pianeta).
Secondo i due ricercatori, con i materiali e le tecnologie attuali sarebbe possibile far arrivare questa funicolare - la Spaceline - a 42.164 km dalla superficie terrestre. Completerebbe attorno al nostro pianeta soltanto un'orbita al mese (così come fa la Luna), riducendo di molto la trazione dovuta alla forza centrifuga. Se realizzata, la funicolare permetterebbe di tagliare drasticamente i costi della tratta Terra-Luna.
Per la costruzione si potrebbe utilizzare un cavo di zylon, un polimero in carbonio già usato nei sistemi di atterraggio dei rover marziani, lungo oltre 300.000 km.
Lo studio, precisano i suoi autori, è soltanto una dimostrazione di fattibilità: l'impianto potrebbe essere teoricamente progettato con materiali e tecnologie attuali, ma ciò non implica che sarà costruito in un futuro vicino.