Essere bravi non basta. Per andare all'università in Corea del Sud, Paese dell'Asia meridionale, bisogna essere i migliori. Genitori e insegnanti lo ripetono da anni. E i ragazzi hanno finito per crederci così tanto che sono disposti a dedicare ogni momento allo studio. Perfino le ore in cui dovrebbero dormire.
I test di ingresso alle tre università più prestigiose - quelle che garantiscono, dopo la laurea, un buon posto di lavoro - sono difficilissimi: per superarli ci vuole un anno di super impegno, con almeno 14 ore al giorno di studio ininterrotto. Per restare svegli e rendere di più, gli studenti ingurgitano ogni genere di pastiglia, mettendo a rischio la propria salute. Disturbi mentali, ipertensione, problemi cardiaci sono molto diffusi tra gli adolescenti a causa del forte stress. Per tanti, essere il primo della classe diventa un'ossessione.
I genitori, preoccupati, hanno chiesto aiuto al governo che ha imposto ai giovani di lasciare penna e quaderno entro le 22. E per far rispettare la legge, ha adottato un provvedimento originale: una pattuglia di funzionari percorre le città la notte alla ricerca degli adolescenti che invece di riposare, stanno fino a tardi sui libri. In Corea, infatti, non si studia a casa ma in appositi centri che fanno lezioni extra, la sera. I vigilanti li visitano uno dopo l'altro e riportano a casa i giovani fuori¬legge.
Le autorità vogliono rendere l'istruzione più umana e soprattutto meno competitiva. La rivalità esasperata è controproducente: i ragazzi diventano aggressivi, inflessibili e poco creativi. Per migliorare la situazione, il governo ha ora deciso di riformare i test di ingresso all'università.
Pensate di essere fra coloro che corrono questo rischio?
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