lunedì 28 novembre 2011

Centrali solari nello spazio: fantascienza? Forse no

Impianto-solare-nello-spazio.jpgAvete mai sentito parlare di centrali solari nello spazio? Ovviamente non si tratta di un argomento di primissima pagina, tuttavia, se appena qualche decennio fa qualcuno ve ne avesse parlato, avreste probabilmente pensato di aver a che fare con un regista di qualche film di fantascienza. Oggi invece sembrerebbero intravedersi vere possibilità di realizzazione.
Per darvi un’idea di che cosa sia questa tecnologia futuristica, si potrebbe fare uno schema semplificato: in sostanza si tratterebbe di centrali installate nello spazio (quindi oltre l’atmosfera terrestre) e capaci di raccogliere, attraverso degli enormi pannelli solari, l’energia della radiazione solare trasferendola sotto forma di fasci di microonde sul nostro pianeta. Questi stessi fasci verrebbero trasformati in elettricità poi distribuita attraverso le reti.
Esiste un gruppo di studiosi dell’Accademia Internazionale di Astronautica (IAA) di Parigi sta proprio lavorando su un progetto di questo tipo: gli intenti sono quelli della messa in orbita di una stazione sopra l’Equatore (a circa 35.700 km di altezza). I ricercatori si dicono convinti che queste centrali elettriche nello spazio diventeranno realtà fra due o massimo tre decenni.
Il progetto, per quanto la sua realizzazione (o presunta tale) sia ancora distante, è considerato comunque dalla Comunità Scientifica particolarmente serio. I costi dell’intero iter rimangono però ignoti, anche se è facilmente intuibile come il passaggio dalla progettazione alla realizzazione della centrale spaziale presupporrà investimenti nell’ordine dei miliardi di euro. Tuttavia, ci si potrebbe chiedere, al di là dell’aspetto economico, se valga davvero la pena perseguire un simile progetto.
La risposta non può che essere affermativa: infatti, qualora la cosa dovesse convertirsi in realtà, si potrebbe disporre di una tecnologia dalle potenzialità enormi, capace di captare energia solare continuamente senza preoccuparsi del numero di ore di luce stagionale e dell’alternanza del dì e la notte; inoltre si disporrebbe di un quantitativo di energia di gran lunga superiore rispetto a quello che invece si riesce a captare sul suolo, semplicemente per il fatto che la radiazione solare verrebbe raccolta prima dell’ingresso in atmosfera, evitando quindi le dispersioni termiche al passaggio atmosferico.
Tradotto in parole povere significa che si potrebbe entrare in possesso di una fonte di energia non aleatoria, di grande potenza e soprattutto rinnovabile. Certo, le prospettive di realizzazione sono molto lontane, ma è comunque un canale di ricerca che vale la pena perseguire: solamente dalle premesse sembrerebbe già essere più fattibile della tanto pubblicizzata fusione nucleare.

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