sabato 5 novembre 2011

Scuola superiore: come fare la scelta giusta

guida_orientamento.jpgE' tempo di iscrizioni alla scuola superiore: prima di fare la scelta definitiva, è importante riflettere un'ultima volta su quali siano le proprie aspirazioni, sul programma che ci si troverà ad affrontare e sui reali sbocchi consentiti dal corso di studi prescelto. Questo perché, stando alle statistiche, i ragazzi italiani abbandonano molto presto la scuola e molti lo fanno prima di aver conseguito un titolo di studio superiore, così quasi la metà degli italiani ha solo la licenza media ed un'obiettiva difficoltà a trovare lavoro. Le cause dell'abbandono possono essere molteplici, ma sopratutto una scelta degli studi superiori poco oculata favorisce il verificarsi di tale fenomeno.


Gli esiti di una scelta sbagliata. In primo luogo, l'interruzione degli studi può essere il risultato dell'impossibilità di proseguire, a causa dei ripetuti fallimenti sul piano del rendimento, di un rifiuto nei confronti di una realtà frustrante (come avere brutti voti all'interno di una classe modello) o di una situazione di disagio psicologico maturato nel contesto scolastico (come il bullismo). In altre situazioni, invece, l'abbandono è il triste epilogo di una scelta scolastica fatta dalla famiglia e non condivisa. Di solito, in questo caso, lo scarso interesse è evidente dall'atteggiamento: senso di noia, di scontentezza, a volte circoscritto alla scuola, ma più spesso generalizzato e al quale non si sa dare un significato. In questi casi non si verifica immediatamente un vero e proprio abbandono della scuola, ma un abbassamento del rendimento accompagnato da scarsa fiducia nelle proprie capacità. Ma un abbassamento di impegno e determinazione fin dall'inizio mette a riscio la prosecuzione e impedisce di superare le normali difficoltà del passaggio ad un ordine di scuola superiore.


Ecco cosa valutare per impedire che un indirizzo di studi sbagliato porti all'abbandono. Una scelta personale. In generale, è normale che la famiglia, come pure gli insegnanti della scuola media, diano consigli su quale possa essere il percorso più affine alle aspirazioni, ma è importante che la scelta definitiva sia stata fatta dal giovane e non da altri al suo posto.


Ma non è facile per un ragazzo di 13 anni operare a tale età una scelta che impatterà sul suo futuro professionale, oltre a non sapere ancora bene che cosa si desidera veramente per sé stessi. Di fronte a tale difficoltà di scegliere molti finiscono col chiedere consiglio ai genitori. Ed in seguito a questa richiesta di consiglio si nasconde una delega alla scelta in cui l'indicazione fornita dal genitore viene fatta propria, pur non desiderandola del tutto o in parte. Gli stessi genitori nel fornire un consiglio potrebbero essere influenzati, inconsapevolmente, dalle proprie aspettative mancate o da desideri, più o meno consci, sul futuro dei propri figli. Ad esempio un genitore che avrebbe voluto fare gli studi classici al posto di quelli tecnici o scientifici, potrebbe “riscattare” la scelta mancata attribuendola come scelta al proprio figlio. O il genitore che da grande avrebbe voluto fare tutt'altro come professione , il medico al posto dell'avvocato ad esempio, potrebbe strutturare per il proprio figlio un percorso di studi finalizzato a realizzare la professione mancata.


In questi casi serve la maturità dei genitori che non devono lasciarsi nè influenzare dalle proprie aspettative mancate, né tentare di sostituirsi al ragazzo. L'ideale sarebbe aiutarlo a capire le sue inclinazioni e i suoi interessi. Inoltre i genitori nel consigliare si trovano di fronte ad un bivio: ‘scuola utile' per il futuro lavorativo o ‘scuola interessante'per il ragazzo ?. Nello scegliere bisogna tener conto che il mercato del lavoro cambia velocemente, ciò che è utile oggi potrebbe non esserlo domani, ma se il ragazzo studia senza interesse potrebbe interrompere precocemente gli studi e non sarebbe felice. E' bene dunque che la famiglia ragioni tenendo sempre come punto di riferimento la personalità del ragazzo, le sue attitudini ed i suoi interessi. Riassumendo: Scelta o consiglio come processo e non come contenuto


Allo stesso modo, non bisogna cadere nel trabocchetto di iscriversi alla scuola che scelgono gli amici. Di solito, questo accade ai giovani più insicuri ed in questo caso, è necessario focalizzare i punti di forza ed i talenti che distinguono ognuno di noi e che possono essere valorizzati solo scegliendo un iter scolastico mirato.


Anche dopo aver fatto la pre-iscrizione è importante fare un sopralluogo della scuola scelta, fissare un incontro con il preside o con una persona che sia preposta all'accoglienza e farsi spiegare esattamente quali discipline saranno affrontate non solo al primo anno, ma nell'arco di tutto l'iter che porta al diploma. Spesso, infatti, c'è il rischio di farsi un'idea molto generica dei vari indirizzi di studio, viziata dalle esperienze di fratelli maggiori o di amici che possono essere state, per vari motivi, positive ma anche negative. Così si crede che fare lo scientifico significhi solo essere molto bravi in matematica, mentre si sceglie il liceo artistico solo se si ama la pittura. Trovarsi di fronte a discipline sconosciute o prese alla leggera è uno dei fattori che porta a “lasciare” nell'arco del tempo.


C'è tempo per cambiare. Anche se l'anno scolastico è iniziato ed i libri sono stati acquistati, non bisogna escludere l'opportunità di cambiare scuola. Se dopo qualche settimana si rimane insoddisfatti verso il nuovo corso di studi, è importante valutare questa ipotesi anche se un leggero smarrimento o una forte tensione possono essere considerate normali nei primi giorni.


Qualche link utile:


http://www.atlantedelleprofessioni.it/index.php?ID=2


http://www.berufskunde.com/4DLINK1/4DCGI/06IPi/settori-professionali

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