lunedì 12 settembre 2011

Gli studenti italiani non brillano

trovarex.gifOggi si torna sui banchi di scuola. Ma come è finito lo scorso anno scolastico? Con quali risultati?


Il sole gira intorno alla Terra e consente l'alternarsi del giorno e della notte". Risposta: vero.


Non è una battuta, ma è quello che scrivono molti studenti rispondendo a questo quesito. A certificarlo è la Commissione Europea dopo aver analizzato una serie di test rivolti a ragazzi di scuola media e superiore realizzati dall'Ocse-Pisa, l'Istituto che da anni analizza il rendimento scolastico degli studenti.


Sono domande di cultura generale, prove di grammatica, riassunti e temi: un vero knock-out su tutti i fronti. Gli studenti italiani inciampano sui sinonimi, sbagliano l'apostrofo, fanno disa-stri con l'analisi logica e grammaticale.


Agli ultimi esami di scuola media poco meno della metà dei candidati ha preso a malapena la sufficienza ai test preparati dall'Istituto Nazionale perla Valutazione (INVALSI). Quasi il 15% ha riportato insufficienze gravi: in italiano sono state azzeccate mediamente sei domande su dieci, e in matematica cinque su dieci. Insomma, un vero disastro.


Come al solito, sono gli Stati del Nord Europa ad aver registrato i risultati migliori: danesi, olandesi e svedesi sono al top della classifica, mentre noi ce la "giochiamo" con spagnoli, portoghesi e inglesi. Per giunta con un distacco notevole.


A preccupare gli esperti è che, rispetto al passato, non sono solo gli studenti con problemi di apprendimento a conseguire risultati negativi, ma ragazzi normalissimi, cui sono state date tutte le possibilità per studiare. Un fenomeno più marcato al sud cui si associa un elevatissimo abbandono scolastico.


Secondo gli esperti il fenomeno è strettamente legato al boom delle tecnologie fra i teenager. Il massiccio uso dei nuovi media influisce sulla qualità dell'apprendimento. Si dedica meno tempo allo studio e si approfondisce meno la materia. 


Il problema è sentito in tutta l'Unione Europea. Se non si trovano rimedi il rischio è che i nostri ragazzi saranno tagliati fuori dal mondo del lavoro con un futuro da disoccupati assicurato. 

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