39 miliardi di metri cubi di acqua, 185 metri di altezza, 2309 di lunghezza: sono i numeri che descrivono la Diga delle Tre Gole, l’enorme diga sul fiume Yangtze nella provincia del Hubei, in Cina. Terminata nel 2009, la diga alimenta una centrale idroelettrica dotata di 26 turbine Francis con una potenza complessiva di 18,2 GW.
L'impianto produce 84,7 TWh di energia, pari al 3% dell’intero fabbisogno cinese (il 25% dell'energia consumata in Italia) ed eviterà l’emissione nell’atmosfera di oltre 50 milioni di tonnellate di CO2 (oggi quasi l’85% dell’energia elettrica cinese viene prodotta dal carbone).
La realizzazione di questo ciclopico impianto ha però avuto conseguenze pesantissime per l’ambiente: la creazione del bacino ha comportato l’allagamento di oltre 1300 siti archeologici e 116 insediamenti urbani. 1,4 milioni di persone sono state spostate e secondo le autorità cinesi almeno altri 4 milioni dovranno traslocare entro il 2023.
Non solo: la distruzione degli habitat naturali, l’inquinamento delle acque e il traffico navale comporteranno la distruzione di numerose specie animali e vegetali. La prima vittima di questo processo distruttivo è stato il lipote, un delfino d'acqua dolce che popolava le acque del fiume Yangtze, dichiarato estinto nel 2006.
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