Nei primi trent'anni della sua vita Samuel Morse fu un artista, soprattutto pittore di ritratti e scultore. Si diplomò nel 1810 al college di Yale e l'anno successivo partì per l'Europa, dove frequentò le lezioni della Royal Academy of Arts di Londra. Una volta tornato negli Stati Uniti nel 1826 fu tra i fondatori - e primo presidente - della National Academy of Design di New York. Nel 1929 tornò in Europa per migliorare la sua preparazione artistica, ma sulla nave che lo riportava in patria ebbe modo di ascoltare a lungo i discorsi di un compagno di viaggio, un dottore di Boston di nome Charles T. Jackson, che gli descrisse numerosi fenomeni di elettromagnetismo.
Affascinato dal modo in cui l'elettricità si propaga, si appassionò e cominciò a pensare a un modo per trasmettere segnali usando un interruttore che inviasse impulsi elettrici intermittenti. Nel 1835 realizzò la sua macchina, e iniziò a collaborare con due amici: Leonard Gale, professore di Scienze all'università di New York, e Alfred Vail, proprietario di una fabbrica per la lavorazione del ferro in New Jersey.
Nel dispositivo di Morse un interruttore posto nella stazione trasmittente apriva e chiudeva il passaggio di corrente lungo un filo collegato alla stazione ricevente. Qui un'elettrocalamita era collegata a una punta scrivente, che tracciava su un foglio di carta tratti più o meno lunghi, a seconda di quanto era stato premuto l'interruttore della stazione trasmittente.
Morse brevettò anche il sistema a punti e linee per trasmettere messaggi e associò ogni singola lettera a un codice punto-linea. Era nato l'universale codice Morse.
La diffusione del telegrafo avvenne rapidamente, spinta dalla decisione del Congresso degli Stati Uniti di stanziare - 30.000 dollari per la costruzione di linea telegrafica fra Washington DC e Baltimora. Il 24 maggio 1844 fu trasmesso il primo messaggio in Morse: dalla Corte Suprema in Campidoglio, a Washington.
Fili del telegrafo vennero stesi ovunque, e già nel 1854 oltre 37.000 km di cavi attraversavano l'America.
Nessun commento:
Posta un commento