giovedì 24 febbraio 2011

Tutti promossi (in Austria)

bimbi-a-scuola.jpgIl ministro dell’Istruzione pubblica austriaco, Claudia Schmied, ha annunciato per il prossimo anno una riforma consistente del sistema scolastico nazionale che prevede l’abolizione della bocciatura. Il ministro intende così modificare un sistema di istruzione che si sta dimostrando inadeguato: i quindicenni austriaci ai test dell’esame europeo Studio Pisa che misura le abilità e la preparazione degli studenti di diversi Paesi, si sono piazzati agli ultimi posti. L’idea è di introdurre corsi di recupero che rimpiazzino la drastica bocciatura. Ma una buona scuola si misura sulla possibilità di bocciare o non bocciare?

Prima di parlare di bocciatura o non bocciatura, dobbiamo chiederci: che cos’è oggi la scuola? Che cosa ci aspettiamo dalle persone che vi insegnano? Chi sono i bambini e i ragazzi che la frequentano? La scuola non è un recinto nel quale i maestri si rinchiudono con i bambini, i professori con i ragazzi, come in un mondo a parte: la scuola è lo specchio della nostra società perché in un edificio scolastico entra ciò che di buono e di cattivo sta intorno a noi.

Ma la scuola dev’essere il fiore all’occhiello di un Paese e gli insegnanti le persone delle quali essere più orgogliosi: bisogna che li sosteniamo tutti affinché possano svolgere bene il loro lavoro. Dobbiamo ricordare che i bambini e i ragazzi che entrano in un’aula scolastica hanno imparato a conoscere sin da piccolissimi il mondo che li circonda. Si sono già fatti un’idea di come vivono le persone e hanno cominciato a immaginarsi un futuro. Che cosa vedono intorno a loro? A quali comportamenti assistono andando per strada, a bordo di un’auto, in un centro commerciale, guardando la televisione? A scuola portano idee, emozioni, ansie, dubbi. A scuola trovano adulti che vivono le loro stesse esperienze con figli, fratelli, sorelle. Adulti che vogliono insegnare non solo un comportamento più giusto ma anche quante forme prende la cultura per una persona che vuole essere completa: attraverso una poesia, un romanzo, uno strumento elettronico, un mezzo di comunicazione.

Gli insegnanti sono adulti che hanno il compito di dire a un ragazzo che ha una lunga storia alle spalle, e che se oggi è così com’è, è grazie a quello che hanno fatto le generazioni che lo hanno preceduto. La scuola prepara il futuro di una nazione ma tutta la collettività è responsabile dell’educazione e dell’istruzione di un Paese: è interesse di tutti, e non solo degli insegnanti, che i bambini e i ragazzi studino con passione e severità e guardino con fiducia al loro avvenire.

Quando questo avverrà, si potrà parlare seriamente di bocciatura o non bocciatura. E tuttavia non aspettiamo che siano sempre gli altri a cominciare. I bambini e i ragazzi sono i primi a dover fare la loro parte. Devono sapere che impegnarsi nello studio è un titolo di onore, non una vergogna.

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