Il sultanato di Oman, (siamo nella terra del petrolio) ha commissionato ad una compagnia indiana per le energie rinnovabili, un impianto fotovoltaico da 200 MW.
La prima cosa che ho pensato è stata: ma che diavolo ci devono illuminare? In Oman si produce anche petrolio e gas. Ma evidentemente non basta. O non basterà. Le peculiarità del sultanato dell’Oman sono: tanto petrolio e interessi turistici.
Dunque si è proceduto dalla fine degli anni ‘90 a metà 2000 alla costruzione di tantissimi alberghi extralusso, destinati ai ricchi europei. L’edilizia è frutto degli enormi guadagni derivati dal petrolio ovviamente. Si vive con i condizionatori a palla e si importa tutto per sostenere i ristoranti, i centri commerciali immensi, le piste da sci (sì in pieno deserto ci sono anche quelle). I campi da golf verdissimi costano enormi quantità di energia: l’acqua dolce è rara e si deve desalinizzare quella del mare. I posti sono belli e le attrezzature superbe. E anche se il petrolio non manca certo, viene però da chiedersi come si pensa di sostenere tali infrastrutture nel corso dei decenni.
Ma oggi si inizia a pompare meno greggio. Ecco correre in soccorso il sole. Ma perchè i ricchi arabi non puntano a costruire centrali nucleari? Perchè richiedono quanto meno una decina di anni per la costruzione, prima di essere accese. L’impianto fotovoltaico, invece, viene installato in un paio di anni e produce immediatamente energia. Che non sarà il petrolio ma che più o meno dovrebbe garantire la sussistenza di questo immenso parco giochi per ricchi adulti.
Dunque, il picco è più vicino di quanto ci possiamo immaginare e presto assisteremo alla galoppata del prezzo del petrolio?
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