sabato 19 febbraio 2011

Fotovoltaico nella terra del petrolio

 

sci.jpgIl sultanato di Oman, (siamo nella terra del petrolio) ha commissionato ad una compagnia indiana per le energie rinnovabili, un impianto fotovoltaico  da 200 MW.

La prima cosa che ho pensato è stata: ma che diavolo ci devono illuminare? In Oman si produce anche petrolio e gas. Ma evidentemente non basta. O non basterà. Le peculiarità del sultanato dell’Oman sono: tanto petrolio e interessi turistici.

Dunque si è proceduto dalla fine degli anni ‘90 a metà 2000 alla costruzione di tantissimi alberghi extralusso, destinati ai ricchi europei. L’edilizia è frutto degli enormi guadagni derivati dal petrolio ovviamente. Si vive con i condizionatori a palla e si importa tutto per sostenere i ristoranti, i centri commerciali immensi, le piste da sci (sì in pieno deserto ci sono anche quelle). I campi da golf verdissimi costano enormi quantità di energia: l’acqua dolce è rara e si deve desalinizzare quella del mare. I posti sono belli e le attrezzature superbe. E anche se il petrolio non manca certo, viene però da chiedersi come si pensa di sostenere tali infrastrutture nel corso dei decenni.

Ma oggi si inizia a pompare meno greggio. Ecco correre in soccorso il sole. Ma perchè i ricchi arabi non puntano a costruire centrali nucleari? Perchè richiedono quanto meno una decina di anni per la costruzione, prima di essere accese. L’impianto fotovoltaico, invece, viene installato in un paio di anni e produce immediatamente energia. Che non sarà il petrolio ma che più o meno dovrebbe garantire la sussistenza di questo immenso parco giochi per ricchi adulti.

Dunque, il picco è più vicino di quanto ci possiamo immaginare e presto assisteremo alla galoppata del prezzo del petrolio?

 

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