lunedì 21 marzo 2011

Fukushima: il fantasma di Chernobyl

fukushima.jpgUna nube radioattiva si aggira per l’Oceano Pacifico. È sospinta dai venti, a volte deboli e incerti a volte forti e impetuosi. Minaccia le grandi città come Tokyo, da cui molti stranieri sono in fuga, però nessuno finora è riuscito a capire come misurare il grado di contaminazione. Di sicuro, chi si trova più vicino alla centrale di Fukushima, cioè chi abita in un raggio di 100 chilometri da dove si è verificato l’incidente, rischia di più.

Tutti dicono che non è una nuova Chernobyl – la centrale che andò in tilt nel 1986 in Ucraina emanando una nube tossica che arrivò fino in Italia – ma anche l’Europa è costretta a riflettere sulle fonti da cui trarre energia. Il primo Paese a parlarne è stato la Germania, dove alcune centrali nucleari sono vecchie. Il governo ha chiesto alle imprese di pensarci su due volte prima di ammodernarle di nuovo, visto che gli impianti degli anni Settanta non sono sicuri come quelli più avanzati. Poi è stata la volta della Svizzera che ha bloccato le autorizzazioni a chi voleva costruire le centrali.

Infine è toccato all’Italia. «Fermiamoci in tempo» dicono gli ambientalisti al governo, che pensava di rilanciare il nucleare dopo il 2020. I rischi sono tanti, soprattutto per la sicurezza, e dopo qualche resistenza anche il nostro Paese sembra volerci ripensare.

Nessun commento:

Posta un commento