giovedì 22 settembre 2011

Raffreddore addio

raffreddore.jpgLa scienza studia i segreti dello sternuto e intanto ci promette che presto arriverà uno spray per sconfiggere il raffreddore. Si parte dallo sternuto, che è un sintomo della congestione, ma anche un mare di insidiose goccioline sparate nell'aria. Con un nuovo strumento laser, nei laboratori della Drexel University di Filadelfia (Stati Uniti), sono state misurate le fuoriuscite da naso e bocca. A ogni colpo di tosse corrisponde un'onda di 3 mila goccioline. Uno sternuto può contenere anche centinaia di milioni di virus, alcuni viaggiano a 320 km all'ora. Le particene più pesanti si depositano al suolo, le più piccole sono visibili soltanto al microscopio e restano sospese indefinitamente.


Intanto in Inghilterra, nel reparto biologia dell'università di Cambridge, si è scoperto che le difese immunitarie del corpo umano possono distruggere il virus del raffreddore dopo che questo ha invaso l'interno di una cellula umana. II dottor James, che guida la ricerca, spiega: «È come un'imboscata: una volta che il meccanismo immunitario entra in funzione, il virus viene eliminato in meno di 2 ore».


L'agente che distrugge il raffreddore è una proteina chiamata Trim 21, situata nelle cellule. Lavorando su questa proteina, entro una decina di anni (si spera meno) dovrebbe essere possibile produrre uno spray nasale capace di debellare il malessere più diffuso dei nostri tempi, per il quale oggi non ci sono medicine specifiche , ma soltanto la vitamina C per rafforzare le difese dell'organismo.


La stessa scoperta sarà utile anche nella lotta a molti altri virus più pericolosi, come quelli che causano la gastroenterite, e che uccidono ogni anno migliaia di bambini nei Paesi in via di sviluppo.

martedì 20 settembre 2011

Fu la marina militare a lanciare la chiusura lampo

img189.jpgLa marina militare americana diede un contributo importante al lancio della chiusura lampo quando, nel 1918, ne ordinò 10.000 esemplari per le tute dei suoi uomini.


La prima forma di chiusura scorrevole, antenata della lampo, era stata ideata nel 1893 dall'ingegnere americano Whitcomb Judson, che aveva progettato una chiusura a ganci e anelli con cursore per chiudere in fretta gli stivali, in sostituzione dei bottoni allora di moda. Era, però, un sistema un po' ingombrante.


Il salto di qualità si ebbe vent'anni dopo, quando Judson assunse un ingegnere svedese, Gideon Sundback, per migliorare questo tipo di chiusura. Sundback progettò il cosiddetto Hookless 2, molto simile alla moderna lampo, e costruì le macchine per produrre i dentini e fissarli ai nastri portanti. Nel 1918 la marina militare americana fece la sua ordinazione, e la cerniera lampo si avviò a diventare una delle chiusure per indumenti più comuni.


La lampo normale è formata da due strisce di tessuto sul cui bordo sono fissati dentini di metallo o di plastica, sfalsati in modo da potersi incastrare a coda di rondine; essi  hanno  una  sporgenza da un lato e un incavo dall'altro, cosicché, quando vengono a contatto, le sporgenze vanno ad alloggiare nelle rientranze. Quando la cerniera lampo viene chiusa, le due    strisce  entrano nel cursore metallico con  un certo  angolo che incastra e unisce i dentini. Quando si apre la lampo, avviene l'inverso: i dentini uniti entrano nella parte inferiore del cursore,  che  da loro l'angolatura più adatta per sbloccarsi.

lunedì 19 settembre 2011

Tunnel ferroviario del Frejus

000tunnelfrejus.JPGIl 17 settembre 1871 venne inaugurato il Tunnel ferroviario del Frejus. L'idea di realizzare un traforo ferroviario venne lanciata da un doganiere di Bardonecchia già  nel 1832. Nel 1840 presentò l’idea al re Carlo Alberto ma probabilmente i tempi non erano maturi per un’opera del genere. 


Solo il 31 agosto 1857, il re Vittorio Emanuele II ordinò l'inizio dei lavori di scavo del tunnel con un finanziamento di 42 milioni di lire su progetto degli ingegneri Sommeiller, Grandis e Grattoni


La cessione della Savoia alla Francia da parte del Piemonte nell’anno successivo mise in forse il proseguimento dell'opera ma fu Cavour a ordinarne la prosecuzione. I francesi accettarono che i lavori venissero continuati dagli Italiani e si impegnarono a contribuire alla spesa: il costo totale fu di circa 70 milioni di lire, di cui 26 milioni versati dai francesi e il resto dall’Italia.


L'opera era tecnicamente molto complessa, ed il lavoro nel cantiere rischioso tanto che alla fine dei lavori si contarono 48 morti fra i circa 4.000 operai che prestarono il loro lavoro: 18 dei caduti però non furono vittime di incidenti ma di una epidemia di colera scoppiata nel 1864. Il numero dei decessi, per quanto significativo, è contenuto se confrontato ad altre imprese simili compiute negli anni successivi.


Oltre a essere il primo tunnel sotto le Alpi, escludendo il buco di Viso, fu anche il primo al mondo dove vennero utilizzati in modo significativo strumenti meccanici di scavo: gli ingegneri Sommeiller, Grandis e Grattoni idearono e brevettarono nel 1854, per quest'opera, la perforatrice automatica pneumatica, funzionante ad aria compressa. La perforatrice in realtà non veniva utilizzata direttamente per lo scavo, bensì per realizzare i fori di mina dove collocare le cariche esplosive.


Lo scavo della galleria venne completato il 25 dicembre 1870 ed il traforo fu inaugurato il 17 settembre 1871.


Lungo poco meno di 13 chilometri, al momento dell'apertura era il più lungo tunnel ferroviario del mondo e rimase tale fino al giugno 1882, quando fu aperto al traffico quello del San Gottardo che arriva a 15 chilometri.

giovedì 15 settembre 2011

Quelli che guardavano la Melevisione e oggi hanno vent'anni

11-settembre-2001.jpgI più grandi adesso hanno circa vent'anni; i più piccoli, quindici o sedici. Ma tutti ricordano quel pomeriggio di dieci anni fa. Uno di quei pomeriggi di fine estate, quando le vacanze sono già un ricordo e la scuola deve ancora iniziare. Il pomeriggio dell' 11 settembre 2001.


Quel giorno molti bambini in tutta Italia stanno guardando su Raitre la Melevisione: c'è un cartone animato, quando all'improvviso le trasmissioni vengono interrotte e sugli schermi appare un aereo che si infila in una torre. Anni dopo, ad alcuni di quei bambini è venuto in mente di contattare chi ricordava la stessa esperienza. Così sono nati diversi gruppi su Facebook, tutti con lo stesso nome: «Quelli che 1' 11 settembre stavano guardando la Melevisione». E qualcuno precisa: «Per chi, a causa dell'edizione speciale del Tg3, non è riuscito a sapere a cosa serviva lo spago giallo a Tordo Cartonio e non è riuscito a vedere la fine del programma».


Al posto del cartone, come scrive Alice, «uscì una stanza bianca con dei paletti come quelli della polizia, e poi le torri... Non lo dimenticherò mai. Avevo 6 anni». E Martina: «Hanno stoppato il programma per la pubblicità di un film ed ero molto arrabbiata. Quando ho scoperto che non era un film sono rimasta talmente chioccata che non ho più guardato quella trasmissione». Chi saltava sul letto, chi mangiava la Nutella col cugino e chi il gelato. Tutti si sono fermati, all'improvviso, e hanno capito che qualcosa di brutto stava succedendo.

lunedì 12 settembre 2011

Gli studenti italiani non brillano

trovarex.gifOggi si torna sui banchi di scuola. Ma come è finito lo scorso anno scolastico? Con quali risultati?


Il sole gira intorno alla Terra e consente l'alternarsi del giorno e della notte". Risposta: vero.


Non è una battuta, ma è quello che scrivono molti studenti rispondendo a questo quesito. A certificarlo è la Commissione Europea dopo aver analizzato una serie di test rivolti a ragazzi di scuola media e superiore realizzati dall'Ocse-Pisa, l'Istituto che da anni analizza il rendimento scolastico degli studenti.


Sono domande di cultura generale, prove di grammatica, riassunti e temi: un vero knock-out su tutti i fronti. Gli studenti italiani inciampano sui sinonimi, sbagliano l'apostrofo, fanno disa-stri con l'analisi logica e grammaticale.


Agli ultimi esami di scuola media poco meno della metà dei candidati ha preso a malapena la sufficienza ai test preparati dall'Istituto Nazionale perla Valutazione (INVALSI). Quasi il 15% ha riportato insufficienze gravi: in italiano sono state azzeccate mediamente sei domande su dieci, e in matematica cinque su dieci. Insomma, un vero disastro.


Come al solito, sono gli Stati del Nord Europa ad aver registrato i risultati migliori: danesi, olandesi e svedesi sono al top della classifica, mentre noi ce la "giochiamo" con spagnoli, portoghesi e inglesi. Per giunta con un distacco notevole.


A preccupare gli esperti è che, rispetto al passato, non sono solo gli studenti con problemi di apprendimento a conseguire risultati negativi, ma ragazzi normalissimi, cui sono state date tutte le possibilità per studiare. Un fenomeno più marcato al sud cui si associa un elevatissimo abbandono scolastico.


Secondo gli esperti il fenomeno è strettamente legato al boom delle tecnologie fra i teenager. Il massiccio uso dei nuovi media influisce sulla qualità dell'apprendimento. Si dedica meno tempo allo studio e si approfondisce meno la materia. 


Il problema è sentito in tutta l'Unione Europea. Se non si trovano rimedi il rischio è che i nostri ragazzi saranno tagliati fuori dal mondo del lavoro con un futuro da disoccupati assicurato. 

domenica 11 settembre 2011

Non dimentichiamoli

bambini.jpgI minori sono i protagonisti dimenticati del grande esodo che corre lungo le rotte insidiose del Mediterraneo. L'allarme è dell'organizzazione umanitaria Save the Children : la pressione di guerre e rivolte spinge alla traversata intere famiglie.


La maggioranza fugge dalla Libia, dal Mali, dal Ghana e dalla Costa d'Avorio. E un migrante su dieci non ce la fa: nel 2011 saranno quasi duemila le persone inghiottite dalle onde, mentre tentavano di raggiungere Lampedusa. Stragi senza precedenti, così frequenti che rischiano di diventare una cronaca consueta e quindi di non commuovere più.


L'amara osservazione è di Claudio Magris, uno dei nostri scrittori più sensibili e acuti. L'assuefazione alle sciagure dei profughi rischia di accrescere la distanza tra chi soffre e noi. «Forse - dice lo scrittore triestino - una delle più grandi miserie della condizione umana consiste nel fatto che perfino il cumulo di dolori e disgrazie, oltre una certa soglia, non sconvolge più».


Gli ha subito risposto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Caro Magris, lei ha dolorosamente ragione. Ma se è istintiva l'assuefazione, è fatale che essa induca all'indifferenza?». Il capo dello Stato richiama tutti al dovere delle nazioni civili: «Occorre reagire con forza, moralmente e politicamente, per prevenire i viaggi della morte e aprirsi - regolandola - all'accoglienza».


Grazie Presidente.

sabato 10 settembre 2011

La tasse è meglio pagarle

bassotti.jpgLa domanda era: è più grave non pagare le tasse o rubare? Niccolo, 13 anni, ha risposto: «Rubare. Perché tu rubi a una persona. Nessuno dei miei amici lo fa. Se, invece, non paghi le tasse, rubi allo Stato. È una cosa che più o meno fanno tutti».


Niccolo è uno dei duemila ragazzi di seconda e terza media intervistati per un'indagine svolta dall'Università Cattolica di Milano sull'atteggiamento dei teenager verso l'evasione fiscale.


I risultati mi sembrano sconfortanti, come la risposta di Niccolo. Il dato più significativo riguarda il commento alla frase: «Non pagare le tasse è un reato»: soltanto il 61% degli studenti si è dichiarato d'accordo.


Non è facile capire il nesso tra tasse e servizi pubblici, se nessuno lo spiega. Qualche insegnante, per la verità, ci ha provato, come registra l'indagine: Alessandra si domanda perché sua madre dovrebbe pagare al dentista 90 euro, se lui senza fattura si accontenta di 70. Il prof replica: «Quando tua sorella è svenuta e l'hanno portata all'ospedale, ha aspettato 24 ore perché non c'erano i soldi per i medici e i macchinati anche per colpa degli evasori fiscali come il tuo dentista».


A 13 anni non si può avere un'esperienza diretta di tasse. Si ascoltano i discorsi degli adulti. Con i risultati che abbiamo visto.