La neutralizzazione del carbonio è veramente difficile: ridurre le emissioni almeno del 60% e riassorbire la restante quota, con tecnologie di stoccaggio del carbonio atmosferico (ad esempio nelle profondità geologiche) ha molte incertezze sia di natura tecnologica che economica e di rischio ambientale. Quindi non rimane che lo stoccaggio del carbonio per via biologica, ovvero la fotosintesi delle piante che trasformano il carbonio atmosferico in biomassa. Ebbene sì, un tavolo di legno non è altro che la condensazione del gas CO2 atmosferico in materia: in realtà non è niente di magico bensì un processo affascinante e complesso che chiamiamo fotosintesi che peraltro ha dato anche il nostro pianeta circa un miliardo di anni fa l'ossigeno dell'atmosfera.
L'opzione di incrementare lo stoccaggio del carbonio in biomassa forestale è inevitabile se vogliamo raffreddare il pianeta. Ecco perché si moltiplicano oggi i progetti di riconversione delle terre in superfici forestali oppure di riduzione della deforestazione tropicale o di miglioramento della gestione delle foreste. Ma qual è la durata del carbonio delle foreste? E' una soluzione definitiva? A molti altri organismi del bosco, dai microbi ai funghi agli insetti, interessa il carbonio delle foreste e quindi con la loro azione potrebbero rimetterlo in circolo.
Poi c'è il grande problema degli incendi boschivi con cui ad ogni nuova estate dobbiamo confrontarci in modo sempre più drammatico: in pochi giorni sono in grado di liberare il carbonio accumulato in centinaia di anni.
Nessun commento:
Posta un commento