venerdì 20 agosto 2021

Come nasce il diritto d'autore

Nel mondo antico, quando l’unico modo per copiare un libro era quello di farsene una copia a penna, non c’era il copyright: chiunque sapesse scrivere poteva copiare un libro. Non solo non si sentiva la necessità di impedire il diritto di copia, ma copiare era considerato un bene e non un male. Creare una copia era considerato una forma d'arte, e contemporaneamente un riconoscimento del valore dell'originale. Il copista era un artista che non faceva un lavoro diverso da quello dell'artista da cui copiava, e quindi firmava anche la copia con il suo nome. Gli autori, letterati, pittori, scultori si mantenevano perché al servizio di un signore, principe, papa (mecenate). Col tempo accadde che l’autore chiedesse sempre più al sovrano il diritto di esclusiva sulle proprie opere. Per diverso tempo questo diritto fu riconosciuto attraverso alcuni privilegi concessi dal principe alle singole opere: era comunque forte l’idea che l’opera scaturita dalla creatività dovesse essere di pubblico dominio.

L’invenzione di Gutemberg della stampa a caratteri mobili portò a significative conseguenze: i costi di produzione dei libri calarono, aumentando dunque il numero degli stampati, e così la diffusione degli stessi. Prima la circolazione dei volumi interessava pochissimi individui letterati, di alta estrazione sociale, in quanto unici a poterne fruire sia per disponibilità economica sia per capacità di apprezzarne il contenuto. D'ora in poi i contenuti saranno accessibili a un maggior numero di persone e dunque diventerà di estrema importanza porsi il problema sui diritti di chi crea, distribuisce o dispone di tali contenuti.

Nel 1710 in Gran Bretagna, sotto il regno della regina Anna Stuart, venne abbattuto il sistema dei privilegi con uno Statuto che prende il nome della stessa sovrana: lo Statuto di Anna. Tale atto aveva l'intento di garantire il copyright agli autori delle opere per una durata di quattordici anni. Questo modello normativo riscosse molto successo e si diffuse rapidamente in tutta Europa con la Rivoluzione Francese e in seguito in  Italia con lo Statuto Albertino.




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