Parchi eolici con decine di pale alte pio di cento metri in Cima alle colline, campi fotovoltaici con distese di pannelli solari; ma anche dighe che bloccano torrenti e flumi che alimentano centrali di cemento, grovigli di tubi e nuvole di vapore intorno a quelle geotermiche. Non si può negare, gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili hanno un impatto evidente sul territorio e sul paesaggio; cosi c'é chi le osteggia per la loro scarsa sostenibilitå "estetica". Le polemiche infuriano da tempo, ma al netto di prese di posizione dure, la necessità di integrare le rinnovabili nell'ambiente è innegabile.
Esistono anche molte contraddizioni: pannelli solari che quasi non si notano, perché sono simili alle tegole dei tetti ma è impossibile installarli nelle nostre cittå d'arte dove invece abbondano le antenne satellitari e i motori dell'aria condizionata.
In Italia abbiamo 73.000 chilometri di linee dell'alta tensione, 250.000 tralicci e li consideriamo normali. Ma basterebbero 15.000 pale eoliche per sopperire al 30% del nostro fabbisogno energetico. Resta il fatto che in un Paese basato sul turismo come il nostro, il paesaggio una risorsa economica da salvaguardare.
L'eolico è uno degli interventi più discussi, perché difficile dissimulare le torreggianti pale. Si potrebbe allora puntare a diminuirne il numero (una macchina di nuova concezione può sostituire 7 di quelle esistenti), o provare a renderle più gradevoli e meno invasive.
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