Ai più, il simbolo “Li”, non dirà nulla. Conviene però cominciare subito a prendere confidenza con queste due lettere perché il litio, simbolo chimico Li appunto, potrebbe rappresentare la ricchezza del Ventunesimo secolo.
Il litio, il metallo più leggero presente in natura, è infatti l’elemento più usato per produrre le batterie per cellulari, laptop (i computer portatili), iPhone, Blackberry e numerosi altri utensili, alimentati a batterie, di uso comune.Nel nostro pianeta, il Litio è presente in quantità elevata e si estrae prevalentemente dai laghi salati, ma anche da rocce ignee.
L’aspetto più interessante, per quanto attiene alla geopolitica, è quello legato alle zone geografiche dove il litio è maggiormente presente. In tal senso, è l’America latina a farla da padrone. Almeno il 50% delle riserve di litio, infatti, si trova in Bolivia presso i grandi laghi salati, in particolar modo il Salar de Uyuni (nel sudest del paese). La zona è circondata da catene montuose e si trova nei pressi del vulcano attivo di Tunupa (che contribuisce a fornire litio al lago). Il litio boliviano è commercialmente sfruttabile, ma richiede ancora alti investimenti in tecnologia per la sua estrazione. Infatti, l’elevata altitudine - oltre 3600 metri – e l’alto contenuto di magnesio delle acque, obbligano il paese sudamericano a dover investire ancora per usufruire veramente di questa ricchezza. In tal senso si sta aprendo la disputa tra grandi multinazionali e Governo boliviano: il presidente Morales infatti, è restio ad accettare offerte straniere per lo sfruttamento del litio e preferirebbe favorire la popolazione indigena locale che però, ovviamente, non dispone dei necessari mezzi economici. Il secondo grande deposito di litio, quello commercialmente più sfruttato, è in Cile, presso il Salar de Atacama (che, si ritiene contenga oltre 3 milioni di tonnellate di litio). La minore altitudine - circa 2300 metri - permette, in questo caso, una facile commercializzazione di questa preziosa risorsa e, non casualmente, la società più solida nel mercato del litio è cilena e detiene oltre il 30% della produzione mondiale di litio. Se alle riserve della regione andina, aggiungiamo le riserve del grande lago salato Zhabuye in Tibet, si capisce facilmente che, nel prossimo futuro, quello del litio potrebbe diventare una questione estremamente delicata nel futuro equilibrio delle relazioni internazionali.
La tecnologia, l’auto elettrica (obiettivo del presidente americano Barack Obama che, per questo progetto, ha stanziato oltre 2 miliardi di dollari), le grandi multinazionali (come Lg, Siemens, Mitsubishi, Sony), rischiano davvero di generare una competizione senza confini per il controllo di questo prezioso metallo. La speranza, almeno stavolta, è che i grandi investitori internazionali riescano a coniugare i loro legittimi interessi, con le esigenze delle comunità locali e del territorio.
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