Il ponte progettato sarebbe sospeso, cioè sostenuto da due enormi piloni alti circa 400 metri, collegati da 4 cavi d’acciaio del diametro di oltre un metro. La campata centrale, cioè la parte sospesa tra i piloni, sarebbe lunga oltre 3,2 chilometri: la più lunga del mondo! Su di essa passerebbero auto, camion e treni su due livelli separati.
Per costruirlo servirebbero tecnologie molto avanzate, simili a quelle usate per i grandi ponti in Giappone o in Scandinavia. Gli ingegneri sostengono che il ponte sarà resistente ai forti venti e ai terremoti, visto che la zona dello Stretto è una delle più sismiche d’Italia. Tuttavia, alcuni esperti temono che i calcoli sulla stabilità e sulle correnti marine non siano del tutto sicuri, e chiedono studi più approfonditi.
Il costo stimato del ponte è di circa 14 miliardi di euro, ma secondo diversi economisti la spesa reale potrebbe essere molto più alta. A questo si aggiungono i costi di manutenzione, collegamenti ferroviari e stradali da completare su entrambe le sponde. I sostenitori dicono che l’opera porterebbe posti di lavoro, turismo e un trasporto più veloce di persone e merci. Gli oppositori, invece, ritengono che sarebbe meglio usare quei fondi per migliorare i trasporti locali, le ferrovie, autostrade e porti siciliani oggi ancora inadeguati.
Dal punto di vista ambientale, il ponte potrebbe alterare l’ecosistema marino dello Stretto, dove vivono specie rare e si verificano forti correnti. Le associazioni ambientaliste chiedono di proteggere quest’area, considerata unica al mondo.
La decisione finale non riguarda solo l’ingegneria, ma anche la visione del futuro che l’Italia vuole scegliere: investire in un’opera simbolo o puntare su tante infrastrutture più piccole seppur utili nel quotidiano.
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