L’aspirapolvere funziona grazie a un motore elettrico che mette in movimento una ventola. Questa ventola gira molto velocemente e crea una differenza di pressione: davanti all’aspirapolvere la pressione diventa più bassa rispetto all’aria esterna. Proprio come quando si beve con una cannuccia, l’aria tende a spostarsi da dove c’è più pressione a dove ce n’è meno, trascinando con sé particelle di polvere, capelli e briciole. In altre parole, l’aspirapolvere non “risucchia” nel senso letterale: sfrutta la pressione dell’aria per spostare sporco e polvere verso l’interno.
Una volta entrato nel tubo, lo sporco non si disperde perché viene trasportato dal flusso d’aria fino a un contenitore. Nei modelli più vecchi si usano sacchetti di carta o tessuto che trattengono lo sporco, mentre nei modelli moderni ci sono contenitori in plastica trasparente, facili da svuotare. Alcuni aspirapolvere, detti ciclonici, sfruttano la forza centrifuga: l’aria viene fatta girare a spirale e le particelle di polvere, più pesanti, si separano cadendo nel contenitore.
Un’altra parte fondamentale sono i filtri. Non tutta la polvere è visibile: esistono particelle microscopiche che potrebbero tornare in circolo nell’aria, rendendo l’ambiente poco salutare. Per evitarlo, gli aspirapolvere montano filtri capaci di trattenere anche granelli piccolissimi, molto utili per chi soffre di allergie.

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