mercoledì 28 settembre 2022

I droni per salvare vite umane

Fin dalla loro comparsa i permessi per i volo non sono stati semplici, soprattutto per questioni legate alla privacy e alla sicurezza. Ma oggi la tecnologia dei droni è consolidata e molto presto potranno essere impiegati per scopi nobili, come salvare vite umane.

La potenziale utilità dei 'quadricotteri' in ambito medico, infatti, per il trasporto urgente di plasma, farmaci, dispositivi medici o addirittura organi, ha convinto la Regione Lazio tanto da aprire nuovi finanziamenti in questo campo in accordo con l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.

Diverse aziende, enti e società si sono già messe al lavoro da tempo per dare sempre più concretezza a quella che qualche anno fa era ancora solo una semplice sfida e che ora è sul punto di essere realizzata. Anche AdR (Aeroporti di Roma) ha avviato la costruzione del primo Vertiporto per i taxi-droni o droni salvavita, con l'intenzione di renderlo operativo già dal 2024 per gli scambi tra Fiumicino e la Capitale.

I droni salvavita hanno la particolarità di poter, in situazioni di emergenza, risparmiare il tempo prezioso che si perderebbe in lunghe code di traffico, aumentando le probabilità di successo nelle operazioni di soccorso. Possono raggiungere i 100 chilometri orari di velocità e avere un’autonomia garantita di 50 chilometri.

Le sacche di sangue o i medicinali possono essere stivati all’interno di particolari scompartimenti e, a fronte di un peso di 10 kg al decollo, possono essere trasportate fino a quattro sacche di sangue.

I droni salvavita difatti, proprio per le loro caratteristiche di immediatezza, nonché per la loro possibilità di raggiungere i luoghi più ostici grazie all’utilizzo della via aerea, potrebbero anche tornare utili in aeree disastrate da catastrofi naturali, come terremoti e alluvioni, ma anche in caso di incendi e incidenti stradali: il loro campo di applicazione sarebbe molto vasto.

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mercoledì 21 settembre 2022

50 anni della TV a colori

Solo i “diversamente giovani” se lo ricordano il 26 agosto 1972 sul secondo canale, Rai2 di oggi il primo annuncio a colori e la trasmissione della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Monaco di Baviera. Non si trattava ancora di una trasmissione regolare, ma di una “prova generale”. La tecnologia necessaria per trasmettere a colori, presente negli Stati Uniti dal 1954, era a disposizione della Rai già dal 1961. A differenza di quello che sta succedendo in questi anni con il cambio di frequenze e quindi la necessità di acquisti di massa di nuovi televisori, le cronache raccontano che il governo avesse ritardato l’introduzione del colore per la paura che i cittadini si indebitassero per l’acquisto dei nuovi televisori a colori. Infatti gli altri paesi europei erano arrivati al colore già alcuni anni prima.

L’Italia, inoltre, non aveva ancora scelto se adottare la tecnologia in uso in Francia oppure in Germania e c’era chi caldeggiava lo sviluppo e di una tecnologia tutta italiana. Così, in occasione delle Olimpiadi del 1972, vennero provate entrambe le tecniche: un giorno le gare erano trasmesse con il sistema “tedesco”, un giorno con quello “francese”. Il direttore generale della Rai, Ettore Bernabei, aveva fatto installare nel suo ufficio due televisori a colori di tipo diverso, perché si potessero notare immediatamente le differenze, ma in quell'occasione non giunse alla scelta.

Dopo due anni di ulteriori prove tecniche, e la trasmissione delle Olimpiadi di Montreal del 1976, soltanto il 1° febbraio 1977 la Rai iniziò a trasmettere a colori, anche se non in modo completo: molti programmi restarono in bianco e nero per qualche tempo.

Ecco l'annuncio del Canale 2 della prima trasmissione a colori

venerdì 16 settembre 2022

La Storia della Pirelli

La storia della Pirelli, noto marchio italiano di pneumatici, inizia a Milano nel 1872 con l’ingegner Giovanni Battista Pirelli che, per produrre articoli tecnici di caucciù vulcanizzato, fonda la Pirelli & C. In pratica produceva cinghie di trasmissione, tele gommate, manicotti in gomma.

Nel giugno del 1873, ultimata la costruzione della prima fabbrica, si da il via alla produzione. Ben presto però, costatato la grande versatilità del materiale, la produzione si allarga in altri settori quali: giocattoli, tappeti, impermeabili, cavi sottomarini.

Verso il 1890, grazie all'invenzione dello pneumatico per bicicletta, la Pirelli coglie l’occasione e, in collaborazione con la Bianchi, sfrutta immediatamente quest’opportunità. Brevetta lo pneumatico tipo “Flexus” poi, due anni dopo pone in vendita i suoi primi pneumatici per veicoli a motore, prima per motociclette, poi nel 1901 anche per automobili. Per l’epoca fu un successo, la richiesta del mercato aumentava e così la produzione, tanto da costringere l’Azienda a costruire un nuovo stabilimento a Milano Bicocca.

Anche il settore dello sport vede la Pirelli protagonista, ad esempio nel raid Pechino – Parigi del 1907, mentre negli anni venti inizia la sua presenza nelle gare automobilistiche, che continua ancora oggi: dal 2011 è fornitore unico della Formula1. Nel frattempo la Pirelli si espande in Spagna, Argentina, Inghilterra. La sperimentazione e le nuove tecnologie portano l’Azienda a ottenere vari risultati, nei primi anni cinquanta con la produzione del “radiale cinturato”, negli anni ottanta lo “pneumatico ribassato”, il famoso “P7”.

Pirelli possiede ventiquattro fabbriche in dodici paesi ed è presente in più di centosessanta paesi, dando lavoro a più di trentamila persone. E pensare che tutto è iniziato da un tale di nome Giovanni Battista Pirelli, ingegnere di 24 anni, figlio di un panettiere e ottavo di dieci figli.

Video "La Storia della Pirelli in 5 puntate".

domenica 11 settembre 2022

Negli Stati Uniti c’è carenza di insegnanti: alcune scuole pensano alla settimana da 4 giorni

Non ci sono abbastanza insegnanti in diverse aree degli Stati Uniti e le scuole pubbliche cercano soluzioni improbabili per riempire le ore vuote. I motivi sono tanti: le paghe basse, la percezione di uno scarso prestigio sociale e lo stress da pandemia.

Secondo un’inchiesta del Washington Post la carenza di personale è così grave che scuole e istituti si contattano fra loro quando sono a conoscenza di qualcuno pronto a traslocare, per proporgli l’assunzione. Altri plessi ricorrono finalmente a miglioramenti di stipendi: nella contea di Clark, in Nevada, ad esempio, si è deciso di aumentare di 7 mila dollari annui il salario dei docenti e di offrire dei bonus per il trasferimento di 4 mila dollari.

Esausti e sottopagati, i professori americani affrontano però anche il peso di una guerra culturale, dal mancato controllo delle armi, che porta a sempre più frequenti stragi scolastiche, alle limitazioni dei repubblicani nei distretti dove governano, con il divieto di insegnare la storia del razzismo e altri argomenti considerati controversi.

Intanto ci si prepara a raggruppare le classi, raddoppiando il numero di allievi per aula. In alcuni distretti del Texas si riflette su una settimana scolastica da 4 giorni. Ma secondo gli esperti, tutte queste misure tappabuchi, compresa la scelta di usare “educatori” al posto di insegnanti per coprire i ruoli mancanti, non faranno che peggiorare la crisi educativa americana, già grave dopo la fase acuta della pandemia e della didattica a distanza.

martedì 6 settembre 2022

Internet: l'Italia va verso la rete unica in fibra ottica

Tim e Open Fiber (le società proprietarie in Italia della rete internet) hanno firmato un accordo per unire le infrastrutture della rete italiana a banda larga con l’obiettivo di creare un’unica società (con Cassa Depositi e Prestiti) per migliorare la qualità delle connessioni internet ultraveloci. In sostanza hanno iniziato il percorso che porterà alla creazione di una rete unica, di cui si discute da anni. Questa operazione ha lo scopo di velocizzare la sostituzione delle vecchie reti con un’unica rete ultraveloce in fibra, considerato che la connessione in Italia è molto più lenta della media europea. Visionando QUESTA MAPPA noterete come la maggior parte dei comuni abbiano una connessione molto lenta.

Tim in questi anni ha portato la fibra finno agli armadi posizionati sulle strade: il collegamento tra armadio e casa è rimasto in rame, quindi molto più lento, un cosiddetto collo di bottiglia. Si parla di FTTC, Fiber-to-the-cabinet, con fibra fino all’armadio e di FTTH, Fiber-to-the-home, nel caso della fibra che entra direttamente in casa. Tim, che in passato che l’unico operatore telefonico (con nome Telecom) si è sempre opposta all’accordo e quindi in qualche modo alla cessione della sua rete, un tempo l’unica rete esistente. Ma le autorità in questi anni hanno fatto notevole pressione, ritenendo che in regime di libera concorrenza la rete non possa essere in mano ad unico operatore ma debba essere indipendente.

L’idea della rete unica si basa anche sulla necessità di non duplicare gli investimenti infrastrutturali: l’obiettivo è di concentrare gli investimenti in un’unica società e in questo modo rendere più efficiente e capillare la connessione a internet. «C’è bisogno di un’infrastruttura potente e forte nel Paese per poter arrivare dappertutto e questa infrastruttura non può essere nelle mani di un solo operatore, deve essere ovviamente al servizio di tutti e poi gli altri concorreranno», ha detto il ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao.


giovedì 1 settembre 2022

I caricabatterie degli smartphone UE dovranno essere tutti uguali

A Giugno le istituzioni europee hanno deciso di uniformare la tecnologia di ricarica degli smartphone e degli altri apparecchi elettronici in commercio nei paesi dell’Unione: a partire dall’autunno del 2024, cioè tra oltre due anni, tutti i dispositivi elettronici come smartphone, tablet, fotocamere, e-reader e cuffie dovranno essere equipaggiati con una porta USB-C, quella che già adesso è usata dalla maggior parte dei cellulari Android. L’accordo include anche i computer portatili, ma ai produttori sarà concesso più tempo per uniformarsi (2026).

Anche gli iPhone di Apple, che attualmente usano una porta diversa dagli smartphone Android, così come i MacBook dovranno uniformarsi. All’inizio l’azienda si era opposta alla proposta di legge, sostenendo che ostacolasse l’innovazione tecnologica, anche se da tempo varie indiscrezioni, per ora non confermate, sostengono che l’azienda sarebbe pronta a inserire porte USB-C sui suoi iPhone.

La norma prevede inoltre che le velocità di ricarica siano uniformate, così che sia possibile usare lo stesso cavo e lo stesso caricatore con vari dispositivi. Secondo la Commissione europea, la nuova misura dovrebbe far risparmiare 250 milioni di euro ai consumatori ed evitare 11 mila tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno.

L’approvazione del Parlamento e del Consiglio avverrà in autunno, e dal momento dell’approvazione dovranno trascorrere 24 mesi per consentire a tutti i produttori di apparecchi di mettersi in regola: per questo nei comunicati ufficiali si dice che l’uniformità delle porte di caricamento comincerà soltanto a partire dall’autunno 2024.