lunedì 18 luglio 2022

Quanta Cina c'è nelle nostre auto elettriche?

A giugno il Parlamento europeo ha deciso che dopo il 2035 si potranno vendere solo auto a zero emissioni. Secondo molti esperti si tratta di una data troppo ravvicinata che avrà ripercussioni pesanti sull’industria automobilistica, che non avrà abbastanza tempo per riconvertirsi e non faremo altro che aprire le porte all'invasione cinese del mercato europeo dell'auto, perché le auto elettriche sono realizzate con molte componenti made in Cina, a cominciare dalle batterie.

Ma in molti forse dimenticano che il primo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), dal quale già si intuiva che stavamo andando a sbattere contro un enorme muro di CO2, risale al 1990, cioè 32 anni fa, cioè 45 anni prima del 2035.

La data del 2035 fa paura tuttavia l’industria dell’auto ormai ha accettato di produrre solo elettriche entro un periodo di tempo che, se non è proprio quello indicato dall'Europa, ci si avvicina molto: Volkswagen ha dichiarato che entro il 2030 il 70% delle auto vendute in Europa sarà elettrico , Ford e BMW puntano al 50%, Volvo e Fiat addirittura al 100%.

Per quanto riguarda le batterie per auto, le fasi critiche della produzione sono due: l'estrazione delle materie prime e la produzione di celle. Chi è forte in questi due stadi iniziali domina perché tutti gli altri dovranno rivolgersi a lui per comprare o i materiali o direttamente le celle.

Se guardiamo alla produzione di litio, quasi la metà di questo elemento chimico è oggi estratto da una società cinese. Altri attori importanti di questo mercato sono australiani e americani. Se guardiamo al nichel, altro elemento chimico importante per produrre le batterie, i nomi che contano sono ancora cinesi, australiani, americani, brasiliani, filippini e svizzeri.

Le celle sono il cuore delle batterie, tante celle compongono un modulo, tanti moduli compongono un pacco batteria. I primi tre produttori mondiali di celle per batterie sono CATL (Cina), LG (Corea del Sud) e PANASONIC (Giappone).

Oggi la produzione di batterie per auto non riesce soddisfare tutta la domanda mondiale. Per questo motivo i produttori di auto elettriche oggi fanno poco gli schizzinosi e comprano ben volentieri celle cinesi ma nello stesso tempo si stanno organizzando per prodursele da soli. Negli ultimi anni, infatti, sono stati molti gli annunci di "Gigafactory" in arrivo fatti dalle case automobilistiche.

La sola Volkswagen ne ha annunciate 5 più una in Svezia, Stellantis (Fiat+Jeep+Citroene+Peugeot) ne sta realizzando una a Termoli, in Molise, in collaborazione con Mercedes. Tutti ne stanno costruendo.

Ciò vuol dire che affermare che oggi non si possono fare auto elettriche senza batterie cinesi è vero ma non lo sarà per forza anche domani. Ma vuol dire anche un'altra cosa: se oggi dipendiamo dalle batterie cinesi è perché i cinesi hanno iniziato a lavorare alle batterie vent'anni fa e sempre vent'anni fa la Cina ha iniziato ad accaparrarsi le riserve di litio presenti sul pianeta.

Ma la buona notizia è che le società minerarie sono convinte che una discreta fetta delle riserve globali di litio sia ancora da scoprire o da mettere a produzione, quindi anche per il litio c'è la possibilità di emanciparsi dalla dipendenza che attualmente abbiamo dalla Cina.

 Dunque prossimi dieci anni i dominatori saranno i cinesi mentre Europa e Usa devono darsi da fare parecchio per recuperare. Ma un'auto elettrica non si fa solo col litio e dentro una batteria non ci sono solo le celle.

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