lunedì 4 luglio 2022

Giornalisti robot?

Non si può certo dire che il mondo del giornalismo goda di ottima salute: i licenziamenti continuano a susseguirsi in ogni parte del mondo ad iniziare dagli Stati Uniti. Anche in Italia la situazione non è delle migliori. I dati sulle vendite dei quotidiani sono impietosi: negli ultimi cinque anni, le copie vendute si sono dimezzate.

Di chi è la colpa di tutto ciò? In primis, dell’incapacità dei giornali di adattarsi all’epoca digitale, ma anche dello strapotere di Google e Facebook, che si mangiano il 75% della pubblicità e quindi toglie risorse ai giornali. L’automazione del lavoro – che fa temere un futuro di disoccupazione di massa, in cui gli esseri umani saranno gradualmente sostituiti da robot e intelligenze artificiali – colpisce anche il giornalismo.

I software di intelligenza artificiale sono ormai in grado di scrivere autonomamente articoli di giornale, 24 ore su 24, senza richiedere uno stipendio, senza mai stancarsi e senza nemmeno fare un errore di battitura. Secondo quanto riporta il New York Times, circa un terzo del contenuto pubblicato da Bloomberg News viene prodotto da un software. Il sistema usato dalla società si chiama Cyborg ed è in grado di sfornare migliaia di articoli.

Cos’hanno in comune i contenuti prodotti da algoritmi? Terremoti, risultati sportivi, report economici, finanziamenti: tutti questi articoli si basano su cifre, dati e percentuali; caratteristiche che consentono alle intelligenze artificiali di lavorare al loro meglio. Gli articoli non sono prodotti integralmente dai software; ma si basano spesso su scheletri di articoli predisposti da giornalisti umani, che possono essere riutilizzati più e più volte e che gli algoritmi si limitano a riempire coerentemente con nomi e numeri.

Il lavoro giornalistico è creativo, riguarda la curiosità, la narrazione, la ricerca delle informazioni e l’indagine politica: e fino a questo punto l’aiuto degli algoritmi può essere giudicato positivo. Ma le intelligenze artificiali si occupano anche di altro, trovano correlazioni e anomalie, che il  giornalista si occuperà poi di comprendere e approfondire.

Le macchine non sostituiranno l’uomo, ma lo affiancheranno. Ma è proprio così? In verità, è facile immaginare che i software che si occupano di sfornare centinaia di brevi articoli renderanno più complesso l’ingresso in redazione dei giovani, perchè le mansioni più semplici su cui si esercitavo sono svolte dalle intelligenze artificiali. Naturalmente qualsiasi articolo che richieda un minimo di indagine, approfondimento, interviste, riflessioni ed elaborazione può essere svolto solo ed esclusivamente da un essere umano; e sarà così ancora per moltissimo tempo.

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